[CP5] Al Dio degli asinelli

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Traccia 3: Lazzaro (Gabriele D'Annunzio9
Al Dio degli asinelli

Noi

Come gli asini belli

Ossa e muscoli per lavorare

Come i nostri fratelli

Vite al limite da sopportare

Noi

Come gli asini belli

Tristi e obbedienti

Mai ribelli

Fatica e maltrattamenti

Noi

Nati coi piedi nel confine sbagliato

Con la schiena piegata

Forma del peccato

Forma ereditata





Non siamo anche Noi figli?

Noi che raschiamo il pattume

quando la fame ci cammina davanti.

Noi che il fucile ci sorpassa di una spanna,

ma ridiamo, abbiamo denti ancora bianchi e visi troppo adulti

Noi grandi iridi affogate nel dolore.

Nelle lacrime delle nostre madri.

Noi senza cibo, scheletri con la pancia,

di giorno mastichiamo l’aria del deserto.

Noi che produciamo ricchezza altrove

mentre sogniamo di giocare al calcio.

Noi che portiamo in braccio i più piccoli

e Insieme ci ripariamo nelle baracche.

Noi che giochiamo nei rivoli malsani

e l'acqua è sempre troppo distante.

Noi, scomparsi un pezzo alla volta.

Siamo anche Noi figli di Dio?



Vorremmo miagolare, per miracolo.

A Dio piacendo vi faremmo voltare,

invece riusciamo soltanto a ragliare.

È il verso degli asinelli, quello sappiamo fare.

È un lamento disperato, basso e malinconico.

E anche se tutti lo sanno che (raglio d’asino non arrivò mai in cielo),

nei polmoni abbiamo un grido che potrebbe spaccare la terra.

Con tanto fiato potremmo arrivare fino alle stelle.

Allora, perfino la luna si volterebbe per la vergogna

Re: [CP5] Al Dio degli asinelli

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Alba359 ha scritto: mer lug 28, 2021 11:34 pmE anche se tutti lo sanno che (raglio d’asino non arrivò mai in cielo),
È l'unico appunto che ti faccio: le parole tra parentesi non valgono nel corso del testo, è come se non ci fossero.
E rimane zoppa la frase: E anche se tutti lo sanno che,

Mi è piaciuta la tua preghiera degli ultimi. Quell'allitterazione del "Noi" funziona, come le rime alternate
nella prima strofa e poi la forma libera, più adatta alla disperazione.

Buono il finale (manca solo il punto).
Alba359 ha scritto: mer lug 28, 2021 11:34 pmCon tanto fiato potremmo arrivare fino alle stelle.

Allora, perfino la luna si volterebbe per la vergogna
Brava, @Alba359  :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CP5] Al Dio degli asinelli

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ciao @Alba359 

Corposa poesia spinta all'eccesso nella rappresentazione della miseria. Ma direi che qui tu parli piuttosto di ingiustizia, più che di povertà e situazioni ambientali di persone poco ambienti. Credo che tu sia andata oltre quanto chiesto dal racconto. Ma la tua generosità ti ha portato ad allargare la platea dei soggetti: 
Alba359 ha scritto: mer lug 28, 2021 11:34 pmNoi che raschiamo il pattume, [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Noi che il fucile ci sorpassa di una spanna, [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Noi senza cibo, scheletri con la pancia, [/font][font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Noi che produciamo ricchezza altrove.... ect.[/font][/font]
Avresti potuto aggiungere, tanto per stare a casa nostra, gli stagionali raccoglitori di pomodori che vivono nelle baracche, nel degrado più completo.
La miseria è parente stretto dell'ingiustizia: è questo che hai voluto dire? Sarebbero questi che hai citato i figli di un Dio minore?
E perché non citare, dato che c'eri, anche i padroni e chi specula, chi è responsabile? Per come poni l'argomento, parrebbe che tutto dipenda da Dio, a cui ti rivolgi nell'incipit: Al Dio degli asinelli. ciao, piacere di leggerti...
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CP5] Al Dio degli asinelli

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Ciao @bestseller2020  
No, ho visto, nel racconto proposto, la situazione che D'Annunzio ha rappresentato.
Un bambino e un padre nella miseria più estrema. Tanto che Lazzaro uccide suo figlio. Gli asinelli sono i bambini che nascono entro confini dove non se ne viene fuori, da queste situazioni: vedi la Palestina, certe regioni desertiche africane, alcune in america latina ecc.
Si tratta propiro di situazioni in cui si nasce, che si ereditano in quanto popolazioni svantaggiate.
Non ho parlato dei raccoglitori di pomodori e nemmeno dei padroni, era sui bambini che ho volevo portare l attenzione e solo su di loro.
Forse ho esagerato, sono stata qualunquista?

Re: [CP5] Al Dio degli asinelli

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Ciao @Alba359 

sai che c’è ? Leggendo i tuoi versi ho immaginato una canzone rap. Potrebbero essere un testo coi fiocchi se opportunamente musicati.
Hai colto, interpretato e sottolineato con sensibilità e personalità, il tema affrontato dal racconto dannunziano discostandosi dalla pura estetica e attualizzando una tematica di sofferenza e povertà  che, purtroppo, è oggi quantomai presente e viva.
Complimenti🌼💖

Ps. La chiusa… memorabile. Bellissima e di grande impatto poetico!  :cool:

Re: [CP5] Al Dio degli asinelli

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Ciao @Alba359 ,
una poesia molto intensa la tua che mi fa capire quanto l'autrice senta e creda in quello che scrive. Forse questa tua voglia di dire ti ha fatta versare un poco di contenuto fuori dal bicchiere ma l'intensità delle tue emozioni mi hanno contaggiato.
Molto incisiva la chiusa che trovo essere il momento migliore del tuo componimento.

Con tanto fiato potremmo arrivare fino alle stelle.

Allora, perfino la luna si volterebbe per la vergogna

Brava, non è facile chiudere così bene.

Ciao, (mi limito a questo se no vengo preso giustamente in giro per essere troppo formale)

Mirko

Re: [CP5] Al Dio degli asinelli

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Forse l'ho detto anche ai muri che non ho mai scritto una poesia in vita mia, ma ci tengo a dirlo per specificare che potrebbe essere assurdo paragonare quanto ho scritto io alla tua poesia, @Alba359, ma vedo uno spirito molto simile e una simile delusione nella società. Potrei dire che sei stata più ampia e che hai pensato a un'umanità più ampia del mio singolo individuo.
Dici, infatti
Alba359 ha scritto: ven lug 30, 2021 5:56 pmUn bambino e un padre nella miseria più estrema. Tanto che Lazzaro uccide suo figlio. Gli asinelli sono i bambini che nascono entro confini dove non se ne viene fuori, da queste situazioni: vedi la Palestina, certe regioni desertiche africane, alcune in america latina ecc.
anche se non ho colto questo. Mi spiego, ho visto un'umanità generale, degli asinelli - non a caso, immagino, il richiamo all'asinello inteso in senso classico come "lo scolaro che non impara" - in cui non si impara dagli errori ma li si continua a commettere. In questo periodo, un po' in onore a Dante visto l'anno <3 , rileggo la Divina Commedia e penso alle lotte intestine tra i vari staterelli italiani (e al rammarico del sommo poeta) ma l'anno scorso sono stato ore ad annoiare la mia fidanzata sulle similitudini tra le lotte di potere che hanno portato alla caduta dell'impero romano (imperatori fantocci messi su a seguito di guerre civili o di imposizioni di generali) e ai "rapidi" Conte-Conte bis-Draghi di adesso. Forse oggi non ci si ammazza tra noi, ma la brama di potere e le lotte per possederlo hanno avuto sempre gli stessi effetti (in analogia posso anche citare lo smembramento dell'impero carolingio a fine IX sec.).
Un uomo, insomma, che commette errori, che persevera e che non impara. In altre parole un asinello...

La mia speranza, visto anche questo verso
Alba359 ha scritto: mer lug 28, 2021 11:34 pmSiamo anche Noi figli di Dio?
è che forse l'asinello tornerà accanto al Salvatore, come poco più di duemila anni fa in una stalla (o in una grotta, dipende dal vangelo canonico o apocrifo). Forse in quel caso si riuscirà a miagolare o, non dico a essere uomini, ma magari asinelli migliori...

Come detto, anche citando il passaggio che ho citato, sono certo di aver frainteso, ma ho colto molte similitudini con quanto ho trasposto io nero su bianco. Oppure è perché ho scritto quello che ho scritto e, per "assonanza", ho sentito questo nelle tue parole. :facepalm:
:ciaociao:
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Re: [CP5] Al Dio degli asinelli

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Ciao @Alba359 
ti faccio i complimenti perché sei riuscita ad allontanarti dal racconto senza perderlo di vista. Brava! 
Mi è piaciuto, vivide le immagini.
Difficile abbinare una canzone, o per lo meno non mi è venuto nulla in mente subito.
Forse perché, come suggeriva giustamente Monica, la musica dovresti "crearla" tu...  rap.  (y) 
Però ti lascio questa perché è bella, e perché... in qualche modo c'entra. Africa - Mannarino
Alla prossima.
Ciao. Alba359.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [CP5] Al Dio degli asinelli

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bwv582 ha scritto: mer ago 04, 2021 12:52 amnon a caso, immagino, il richiamo all'asinello inteso in senso classico come "lo scolaro che non impara" - in cui non si impara dagli errori ma li si continua a commettere.
Temevo questo. Gli asinelli, più che non essere bravi a scuola, secondo il mio modo di vedere, sono animali intelligenti, oltre che avere una groppa adatta alla soma, un verso poco melodico, zampe forti, determinazione, ecc.  hanno doti adatte per essere sfruttate a beneficio dell'uomo. Come i loro fratelli del resto, cavalli da tiro, muli, e somari, non hanno davvero una vita facile. In certi paesi, se nasci asino, puoi ancora morire di stenti: vedi quelli impiegati nelle miniere di carbone.
Ecco, quando dico:
Alba359 ha scritto: mer lug 28, 2021 11:34 pmNoi

Come gli asini belli

Ossa e muscoli per lavorare

Come i nostri fratelli

Vite al limite da sopportare

Noi

Come gli asini belli

Tristi e obbedienti

Mai ribelli

Fatica e maltrattamenti
Intendo proprio questo: sulla terra nascono bambini e bambini. Come è possibile che siano tutti sotto la mano dello stesso Dio?
Generazioni di figli nati con lo stesso destino, qualcuno di loro se lo chiederà come mai accade questo? È a un altro dio che si rivolge. Come nel titolo.
Lo so, è strano, ma passatemela. Infatti, nel titolo, Dio doveva avere la d minuscola.

E quando dico:
Alba359 ha scritto: mer lug 28, 2021 11:34 pmVorremmo miagolare, per miracolo.

A Dio piacendo vi faremmo voltare,
Voglio dire che sulla terra nascono animali e animali, è innegabile che i gattini sono più fortunati, ma loro sono bambini nati dentro il confine sbagliato.
bwv582 ha scritto: mer ago 04, 2021 12:52 amma ho colto molte similitudini con quanto ho trasposto io nero su bianco.
Si, è vero, ma bisogna fare la differenza. Ci sono luoghi giusti dove nascere, vivere, studiare ecc. In certi casi si è felici per tutta la vita. Un asinello é un asinello dovunque nasca, soltanto da pochi anni hanno cominciato a nascere associazioni che li prteggono. Per un bambino, invece, per quanto si faccia, se nasce in quelle zone c'è ben poco da fare, hai voglia a produrre pubblicità a favore, Cose che  si fanno da decenni e non mai cambiata di molto la loro situazione.
bwv582 ha scritto: mer ago 04, 2021 12:52 amè che forse l'asinello tornerà accanto al Salvatore, come poco più di duemila anni fa in una stalla (o in una grotta, dipende dal vangelo canonico o apocrifo). Forse in quel caso si riuscirà a miagolare o, non dico a essere uomini, ma magari asinelli migliori.
Oh, quella è una storia molto antica e certi bambini come gli asinelli avevano già lo stesso destino. C'erano, già da allora, luoghi giusti dove nascere per l'umanità.

Grazie del tuo commento @bwv582 . Avrai capito che l'ho preso (il tuo intervento) come scusa per spiegare un pò cosa volevo dire e a cosa mi riferissi paragonando i bambini agli asini. Non come l'immaginario ci suggerisce ma, proprio come una parte dell'umanità messa sullo stesso piano.
In Abruzzo, dove si svolge la scena del D'Annunzio le cose sono cambiate, A Gaza è così da sempre.
Spero di non essere stata troppo... troppo insomma.

Re: [CP5] Al Dio degli asinelli

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Alba359 ha scritto: gio ago 05, 2021 9:38 pmAvrai capito che l'ho preso (il tuo intervento) come scusa per spiegare un pò cosa volevo dire e a cosa mi riferissi paragonando i bambini agli asini. Non come l'immaginario ci suggerisce ma, proprio come una parte dell'umanità messa sullo stesso piano.
In Abruzzo, dove si svolge la scena del D'Annunzio le cose sono cambiate, A Gaza è così da sempre.
Spero di non essere stata troppo... troppo insomma.
Sei stata molto paziente e utile, @Alba359, e ti ringrazio per aver dato la chiave di lettura del brano. Io non sono pratico di poesia e credo che tutta questa esperienza sarà utile e istruttiva. :)
D'altra parte ho capito di aver frainteso mezza poesia quindi può esserti utile il parere di un lettore svampito. :D
https://www.facebook.com/curiosamate

Re: [CP5] Al Dio degli asinelli

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Wow, data la tua giovane età è una poesia che lascia di stucco. Bisognerebbe farla arrivare a Re Lucertola e alla sua corte quando si riempiono la bocca di tutto ciò che rappresentano i giovani per il futuro di questo paese, mai prendendo in considerazione l'idea che, legittimamente, forse i giovani potrebbero anche averne le palle piene. Non sto dicendo che è una poesia per vecchi eh, anche perchè la grande forza che traspare chiaramente dietro la sopportazione lascia intuire che l'autrice non è un'ultracinquantenne.
Ammesso e non concesso che gli ultracinquantenni possano essere più pacificati, ahahah.
Sarai nei miei voti.  :super:  

Re: [CP5] Al Dio degli asinelli

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@Alba359 Scusa, ci ritorno sopra perché mi è venuta voglia di postare una poesia e in questa tua credo di poter dire altro per un commento più esteso. Va da sè che le poche osservazioni di carattere formale e critico  sono dettate dal mio gusto personale

Noi
Come gli asini belli

Data la brevità e concisione dei versi, opterei per una ulteriore pulizia formale, evitando quanti più articoli e congiunzioni possibili. In questo caso "gli".

Il carattere della similitudine incarnata dagli asini come metafora di sopportazione, di fatica, e stoica rassegnazione, ma anche di sfruttamento, l'avevo colto fin dalla prima lettura. Per forza di cose, la sento vicina al lavoro che faccio e forse anche per questo l'ho apprezzata particolarmente. Naturalmente tu li hai dotati, i tuoi asinelli, di una qualità che nella vita di tutti i giorni non è per nulla scontata. Parlo della consapevolezza.

Ossa e muscoli per lavorare
Come i nostri fratelli
Vite al limite da sopportare
Noi
Come gli asini belli
Tristi e obbedienti
Mai ribelli

Fin dall'inizio hai posto questa condizione come qualcosa di condiviso da molti, e hai fatto bene. Per quanto sui media, social o meno, se ne parli poco, gli asini umani sono tanti. Curiosamente, però, è sempre la voce dei privilegiati quella che sentiamo lamentarsi. E ora, chissà perché (eh, chissà) mi viene in mente la Santanchè che piange e lamenta la scarsa disponibilità di lavoratori stagionali. Porella.

Fatica e maltrattamenti
Noi
Nati coi piedi nel confine sbagliato
Con la schiena piegata
Forma del peccato
Forma ereditata

Schiena piegata come forma del peccato, il peccato di essere nati nel luogo sbagliato, quello che vorrebbe negarti persino il diritto di sopravvivere. Non è forse questo che facciamo quando chiudiamo i confini? Certo, la problematica è complessa e colossale, ma siamo già arrivati al punto del "si salvi chi può"? La miseria è quindi peccato, per giunta ereditario? Bei versi, chiari e forti, crudi e crudeli, eppure innegabilmente veri 

Non siamo anche Noi figli?
Noi che raschiamo il pattume
quando la fame ci cammina davanti.
Noi che il fucile ci sorpassa di una spanna,
ma ridiamo, abbiamo denti ancora bianchi e visi troppo adulti

Gli ultimi due versi mi dicono qualcosa che non avevo recepito in prima lettura ma che ora, a pensarci, era già presente nel titolo. Gli asinelli sono dunque bambini e la poesia parla di sfruttamento minorile. Bene, anche se i sentimenti che a me ispira la tua poesia non cambiano. La sofferenza degli adulti, quando sono impotenti, la trovo ugualmente intollerabile anche se capisco la maggiore indignazione che suscita quella dei minori

Noi grandi iridi affogate nel dolore.
Nelle lacrime delle nostre madri.
Noi senza cibo, scheletri con la pancia,
di giorno mastichiamo l’aria del deserto.
Noi che produciamo ricchezza altrove
mentre sogniamo di giocare al calcio.

Sì, un minuto di silenzio per i nostri ganzi giocatori, a partire dal tanto compianto Maradona. Cioè, un minuto per rifletterci su e chiedersi se siano mai stati all'altezza di quei sogni che incarnano.

Noi che portiamo in braccio i più piccoli
e Insieme ci ripariamo nelle baracche.
Noi che giochiamo nei rivoli malsani
e l'acqua è sempre troppo distante.
Noi, scomparsi un pezzo alla volta.
Siamo anche Noi figli di Dio?

Bella domanda, e con quale faccia possiamo rispondere loro di sì?

Vorremmo miagolare, per miracolo.
A Dio piacendo vi faremmo voltare,
invece riusciamo soltanto a ragliare.
È il verso degli asinelli, quello sappiamo fare.
È un lamento disperato, basso e malinconico.
E anche se tutti lo sanno che (raglio d’asino non arrivò mai in cielo),
nei polmoni abbiamo un grido che potrebbe spaccare la terra.

in genere mi piacciono le parentesi proprio perché spezzano la formalità del linguaggio poetico, però qui non mi sembra abbiano una ragion d'essere, il verso potrebbe tranquillamente andare accapo e restarne fuori. Bello comunque tutto il passaggio.

Con tanto fiato potremmo arrivare fino alle stelle.
Allora, perfino la luna si volterebbe per la vergogna

E ottima chiusura. Forte e accusatoria. Ripeto ciò che avevo già scritto, e cioè gran bella poesia che, si sente, nasce da un'indignazione autentica, e conferma ciò che avevo immaginato da altri tuoi scritti, e cioè il forte senso pratico ed etico di una gioventù disincantata che si guarda intorno senza consolatori estetismi. E un buon senso del sociale, privo di ipocriti personalismi. Ottima prova.
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