[CP 5] I neomorti

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[CP 5] I neomorti
• Traccia uno: “Di sera, un geranio”. (Luigi Pirandello)
I neomorti
hanno spazi inversi
e meno corpo
- ma fan rifulgere -
dal loro fluido in fuga,
negli umori terrestri,
- un fiore. -

I neomorti
hanno tutta una vita
in simbiosi
- nel momento che brilla -
in natura,
compiuta,
- alla fine. -

I neomorti
hanno sì i loro spazi
- per un vapore fragrante -
improvviso
- a colori fiammanti -
mai visti “dopo”
nei cieli persi.

Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CP 5] I neomorti

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@Poeta Zaza

Mi sto trovando male con l'editor dato lo schema con cui hai postato la tua poesia. Provo con il copia incolla dei versi... scusami :sss:

Partiamo dall'incipit: I neomorti. Molto curioso come titolo, specialmente in questo " neo" a cui hai unito la parola "morti". Mi domando il perché e comunque tento una spiegazione :P I neomorti sarebbero quelli che morirebbero nella carne ma non nello spirito? Sarebbe un chiaro principio cristiano a cui ti rifai? Nel racconto Pirandelliano non si coglie questa idea di morte supportata da tali riferimenti. Semmai trovo quella idea di morte e rinascita nello spirito naturalistico di altri concetti religiosi. Però credo che non basta: perché sarebbero " neo morti"? perché a differenza dei " già morti" rivestirebbero questa veste quasi di " privilegio" come i 144.000 eletti prescelti? Forse mi sto allargando troppo, ma questo momento in cui tu affermi che tali " neomorti" appaiono in questo scenario terrestre o ultraterrestre, dovrei avere un punto di riferimento temporale, o qualche informazione in più, per accedere alla più ampia comprensione.
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hanno spazi inversi
e meno corpo
- ma fan rifulgere -
dal loro fluido in fuga,
negli umori terrestri,
- un fiore. -
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


Perfetta rappresentazione. Io direi che hai fatto una bella spremuta e l'hai posta nel bicchiere per bene.. Questa è la prova in cui ci cimentiamo. Noto che sei in perfetta simbiosi con lo stesso criterio Pirandelliano.
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hanno tutta una vita
in simbiosi
- nel momento che brilla -
in natura,
compiuta,
- alla fine. -
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Qui vi è tutto il ciclo della vita: il momento che brilla e la fine. Hai messo una certa organizzazione delle parole, usando delle virgole che mettono in risalto "natura" "compiuta". Obblighi il lettore a fermarsi su ogni singola parola che ha un significato importante e vasto.
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hanno sì i loro spazi
- per un vapore fragrante -
improvviso
- a colori fiammanti -
mai visti “dopo”
nei cieli persi.
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Questa parte mi pare un po ripetitiva perché ritorni sulla metamorfosi dell'uomo a cui tanto teneva Pirandello e che tanto hai sopra esposto.
L'uomo come un fiore o una fiammata nei cieli persi pare è un altro accostamento, certo ottimo, ma che secondo me, non chiude bene.
Certo nel racconto non si va altrove alla metamorfosi dopo la morte, e in definitiva, trovare una chiusa idonea bisognava inventarsi qualcosa che esulava dal discorso. Mi azzardo a dire che magari una punta di esoterismo la potevi usare per concludere... :diavolo2:
La mia è una provocazione, sia inteso. Comunque ho trovato una poesia ingegnosa e costruita bene ma con il difetto di un titolo che ti fa uscire dal filo logico, ti costringe alla deriva, che potrebbe però, portarti in paradiso... :P ciao e spero di essere stato chiaro e di aiuto..
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CP 5] I neomorti

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bestseller2020 ha scritto: mar lug 27, 2021 7:46 pmI neomorti. Molto curioso come titolo, specialmente in questo " neo" a cui hai unito la parola "morti". Mi domando il perché e comunque tento una spiegazione
In realtà, la spiegazione è molto più semplice:
- come i "neonati" sono i "nuovi nati" (gli appena nati),  così i "neomorti" sono i "nuovi" morti (gli appena morti). 
Non pensavo all'idea di morte cristiana, ho seguito l'autore e la sua idea di simbiosi dell'uomo con la natura. Pirandello ha scelto, come altri prima e dopo di lui, di narrare dell'anima, o altro per essa, meglio dire coscienza, che ancora esiste e prova residue sensazioni, subito dopo la morte, mentre il corpo si disfa e si abbandona. 
bestseller2020 ha scritto: mar lug 27, 2021 7:46 pmQuesta parte mi pare un po ripetitiva perché ritorni sulla metamorfosi dell'uomo a cui tanto teneva Pirandello e che tanto hai sopra esposto.
L'uomo come un fiore o una fiammata nei cieli persi pare è un altro accostamento, certo ottimo, ma che secondo me, non chiude bene.
Certo nel racconto non si va altrove alla metamorfosi dopo la morte, e in definitiva, trovare una chiusa idonea bisognava 
Sai che ho il gusto della teatralità del finale, non ricordi?

La strofa di chiusura:
Poeta Zaza ha scritto: lun lug 26, 2021 6:13 pmI neomorti
hanno sì i loro spazi
- per un vapore fragrante -
improvviso
- a colori fiammanti -
mai visti “dopo”
nei cieli persi.
Ribadisce l'addio del neomorto che lascia un segno - vivo - vivace - improvviso -
come succede ai suoi "colleghi"  neomorti  che, come lui, non si sarebbero mai aspettati di vedere. E di produrre. Dopo!

Noi diciamo, per cose fuori dal normale: una cosa mai vista "prima" - nei nostri cieli.
Cosa si diranno loro? Una cosa mai vista "dopo" nei cieli persi.  (Persi quei cieli perché visti dalla prospettiva laica dell'autore.)

Ti sono più chiari così  i miei versi?

Grazie del passaggio, delle tue sensazioni e dei complimenti, caro @bestseller2020  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [CP 5] I neomorti

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Ciao @Poeta Zaza 
Poeta Zaza ha scritto: lun lug 26, 2021 6:13 pmI neomorti
hanno spazi inversi
e meno corpo
- ma fan rifulgere -
dal loro fluido in fuga,
negli umori terrestri,
- un fiore. -
La tua abilità di poeta è condensata in questi brevi versi.
I neomorti (gli uomini morti da poco)
hanno spazi inversi (potente questa immagine !)
e meno corpo (un corpo che è destinato a disfarsi in poco tempo)
l’immagine del fluido in fuga è davvero terribile e macabra (ma vera…)
De Andre’ ha scritto “dal letame nascono i fior” . Il senso è quello.
Poeta Zaza ha scritto: lun lug 26, 2021 6:13 pmneomorti
hanno tutta una vita
in simbiosi
- nel momento che brilla -
in natura,
compiuta,
- alla fine. -
Questa parte è un condensato del senso della vita. Bellissima.
Poeta Zaza ha scritto: lun lug 26, 2021 6:13 pmneomorti
hanno sì i loro spazi
- per un vapore fragrante -
improvviso
- a colori fiammanti -
mai visti “dopo”
nei cieli persi
L’ultima parte è di grande musicalità . Quel vapore fragrante è una immagine inusitata e accogliente, come i colori fiammanti, altra iniezione di positività e bellezza che verrà solo “dopo” quando i corpi saranno tornati alle origini. Persi nei cieli.

Scusa se l’interpretazione non è quella che intendevi dare tu. Ma così mi è arrivata. Trovo che tu abbia ben espresso in poesia il senso ultimo di cui parla Pirandello nel meraviglioso brano che gli admin ci hanno proposto.
👏👏👏

Re: [CP 5] I neomorti

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Poeta Zaza ha scritto: lun lug 26, 2021 6:13 pm


- ma fan rifulgere -
dal loro fluido in fuga,
negli umori terrestri,
- un fiore. -
Il significato che io do a quel "fluido in fuga" è di "ultima scintilla di vita", con la quale fan rifulgere un fiore, nel suo humus terrestre.

Ma so, e ci sta, l'interpretazione macabra, come dici tu, Monica.
@Monica ha scritto: ven lug 30, 2021 10:12 pm Questa parte è un condensato del senso della vita. Bellissima. L’ultima parte è di grande musicalità . Quel vapore fragrante è una immagine inusitata e accogliente, come i colori fiammanti, altra iniezione di positività e bellezza che verrà solo “dopo” quando i corpi saranno tornati alle origini. Persi nei cieli.

Scusa se l’interpretazione non è quella che intendevi dare tu. Ma così mi è arrivata. Trovo che tu abbia ben espresso in poesia il senso ultimo di cui parla Pirandello nel meraviglioso brano che gli admin ci hanno proposto.
Sono lusingata e commossa dal tuo commento, cara @@Monica  - Grazie!  :sss:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [CP 5] I neomorti

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Ciao @Poeta Zaza ,
trovo che questo tuo componimento, nonostante sia correttamente legato al racconto del Pirandello, possa vivere anche di vita propria e per questo motivo, secondo me, questa tua poesia risulta ancora più apprezzabile.

I neomorti
hanno spazi inversi
e meno corpo
- ma fan rifulgere -
dal loro fluido in fuga,
negli umori terrestri,
- un fiore. -


Un incipit che potrebbe bastare come poesia da solo. Sarebbe splendido se, dalla nostra esperienza di vita una volta terminata, potesse nascere un fiore come dici in questa strofa. Hai ben riassunto questa idea molto  dolce che hai estrapolato dal racconto. Tu in qualità di poetesssa ci provi e spesso ci riesci, con questi tuoi componimenti (qui ci starebbe bene un fiore ma non sono capace di farlo crescere).

I neomorti
hanno tutta una vita
in simbiosi
- nel momento che brilla -
in natura,
compiuta,
- alla fine. -


Suppongo, ma non ne sono certo, che in questa seconda strofa tu voglia riassumere tutti i ricordi che il protagonista del racconto narra legati al suo vissuto e soprattutto al valore simbolico degli oggetti da lui posseduti. Il legame molto forte con gli oggetti che lo circondavano lo definisci giustamente simbiosi ma nell'atto finale (il momento che brilla) questo sentimento sfuma, perde di forza e significato.

I neomorti
hanno sì i loro spazi
- per un vapore fragrante -
improvviso
- a colori fiammanti -
mai visti “dopo”
nei cieli persi.


La chiusa, a mio avviso, è la stanza più enigmatica delle tre e forse qui hai voluto inserire nella poesia qualcosa di tuo che non appartiene solo ed esclusivamente al racconto. Scelta che trovo corretta, se no il componimento rischia di essere un mero riassunto, un buon esercizio di stile che però non cattura l'anima del poeta che la scrive. Gli spazi ai quali ti riferisci io credo che siano quegli spazi che chi muore lascia nella nostra memoria, ricordi vivi, fiammanti, ancora più forti di quando gli stessi avvenimenti li rimembriamo quando tutti gli attori sono ancora tutti vivi. Quegli stessi ricordi che con il tempo si perdono, si affievoliscono perchè comunque chi rimane deve andare avanti nel cammino della propria esistenza.
Grazie per avermi fatto assaggiare questa bella poesia,

Mirko

Re: [CP 5] I neomorti

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Intes MK-69 ha scritto: sab lug 31, 2021 11:06 amtrovo che questo tuo componimento, nonostante sia correttamente legato al racconto del Pirandello, possa vivere anche di vita propria e per questo motivo, secondo me, questa tua poesia risulta ancora più apprezzabile.
:arrossire:
Intes MK-69 ha scritto: sab lug 31, 2021 11:06 amI neomorti
hanno spazi inversi
e meno corpo
- ma fan rifulgere -
dal loro fluido in fuga,
negli umori terrestri,
- un fiore. -


Un incipit che potrebbe bastare come poesia da solo. Sarebbe splendido se, dalla nostra esperienza di vita una volta terminata, potesse nascere un fiore come dici in questa strofa. Hai ben riassunto questa idea molto  dolce che hai estrapolato dal racconto. Tu in qualità di poetessa ci provi e spesso ci riesci, con questi tuoi componimenti (qui ci starebbe bene un fiore ma non sono capace di farlo crescere).
Mirko, te lo offro io come un grazie   
:flower:
Intes MK-69 ha scritto: sab lug 31, 2021 11:06 amI neomorti
hanno tutta una vita
in simbiosi
- nel momento che brilla -
in natura,
compiuta,
- alla fine. -


Suppongo, ma non ne sono certo, che in questa seconda strofa tu voglia riassumere tutti i ricordi che il protagonista del racconto narra legati al suo vissuto e soprattutto al valore simbolico degli oggetti da lui posseduti. Il legame molto forte con gli oggetti che lo circondavano lo definisci giustamente simbiosi ma nell'atto finale (il momento che brilla) questo sentimento sfuma, perde di forza e significato.
Bellissima questa tua interpretazione, che faccio mia come quest'altra, che ti metto in prosa:

Hanno avuto tutta una vita in simbiosi con la natura, i neomorti, e si capisce nel momento in cui la simbiosi brilla alla fine, quando è compiuta. Si vede un brillio nella natura nel momento della morte.
Intes MK-69 ha scritto: sab lug 31, 2021 11:06 amI neomorti
hanno sì i loro spazi
- per un vapore fragrante -
improvviso
- a colori fiammanti -
mai visti “dopo”
nei cieli persi.


La chiusa, a mio avviso, è la stanza più enigmatica delle tre e forse qui hai voluto inserire nella poesia qualcosa di tuo che non appartiene solo ed esclusivamente al racconto. Scelta che trovo corretta, se no il componimento rischia di essere un mero riassunto, un buon esercizio di stile che però non cattura l'anima del poeta che la scrive. Gli spazi ai quali ti riferisci io credo che siano quegli spazi che chi muore lascia nella nostra memoria, ricordi vivi, fiammanti, ancora più forti di quando gli stessi avvenimenti li rimembriamo quando tutti gli attori sono ancora tutti vivi. Quegli stessi ricordi che con il tempo si perdono, si affievoliscono perchè comunque chi rimane deve andare avanti nel cammino della propria esistenza.
Grazie per avermi fatto assaggiare questa bella poesia,
Grazie a te, caro @Intes MK-69   :) per avermi dato anche questa interpretazione finale che arricchisce
i miei versi di un significato che avevo dentro ma non lo sapevo prima di leggerti.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [CP 5] I neomorti

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@Poeta Zaza @

Tu sei sempre coraggiosa lanciandoti nei commenti prima degli altri, quindi provo anch'io a commentare senza leggere i post precedenti. Per come arriva a me, qui la morte assume una valenza naturale, com'è giusto che sia (ho visto e vedo invecchiare persone all'insegna del rifiuto della morte e in quel caso la vecchiaia mi è parsa nella loro disperazione un'esperienza terribile, come non dovrebbe proprio essere). Non sappiamo niente della morte, in fondo, nè possiamo saperlo (a meno di non tirare in ballo qualche tipo di fede) e quindi farne un sinonimo di vuoto è una decisione arbitraria che si può prendere solo da vivi. Naturalmente è logico che essendo tanto affezionati al nostro ego, spesso non riusciamo a concepire che esso possa annullarsi in una sorta di simbiosi con la natura e con la vita stessa. Anzi, l'idea non ci soddisfa proprio. Venendo alla forma, il tuo linguaggio è sciolto, elegante e mai verboso. Trovo molto originale il titolo. Anche scaltro a suo modo e in senso positivo perché è un termine per definire i morti in divenire, se poi ad essi effettivamente si riferisce, che rimane subito nella memoria. Piaciuta  :)

Re: [CP 5] I neomorti

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Bob66 ha scritto: dom ago 01, 2021 8:46 pm @Poeta Zaza @

Tu sei sempre coraggiosa lanciandoti nei commenti prima degli altri, quindi provo anch'io a commentare senza leggere i post precedenti. Per come arriva a me, qui la morte assume una valenza naturale, com'è giusto che sia (ho visto e vedo invecchiare persone all'insegna del rifiuto della morte e in quel caso la vecchiaia mi è parsa nella loro disperazione un'esperienza terribile, come non dovrebbe proprio essere). Non sappiamo niente della morte, in fondo, nè possiamo saperlo (a meno di non tirare in ballo qualche tipo di fede) e quindi farne un sinonimo di vuoto è una decisione arbitraria che si può prendere solo da vivi. Naturalmente è logico che essendo tanto affezionati al nostro ego, spesso non riusciamo a concepire che esso possa annullarsi in una sorta di simbiosi con la natura e con la vita stessa. Anzi, l'idea non ci soddisfa proprio. Venendo alla forma, il tuo linguaggio è sciolto, elegante e mai verboso. Trovo molto originale il titolo. Anche scaltro a suo modo e in senso positivo perché è un termine per definire i morti in divenire, se poi ad essi effettivamente si riferisce, che rimane subito nella memoria. Piaciuta  :)
I neomorti sono gli appena morti - i nuovi morti -. Non l'ho coniato io il termine, c'era già. 
Visto che il racconto di Pirandello parlava di uno di questi, mi è venuto spontaneo pensare al contrario di "neonato".

Ti ringrazio del passaggio, delle tue osservazioni e dei tuoi apprezzamenti, @Bob66  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [CP 5] I neomorti

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È solo l'inizio, il viaggio nel Bardo è appena iniziato, il neomorto prende contatto e non sa dove il viaggio lo porterà.
Ne il libro dei morti tibetano sono descritte le varie intricate strade da percorrere.
I tuoi versi mi hanno rimandato a questa lettura, difficile, ma affascinante. Il contatto con la natura e con sè stessi scava l'essenza fino a trovare la forza di passare oltre. Forse la meta è proprio qui!
Poeta Zaza ha scritto: lun lug 26, 2021 6:13 pmnei cieli persi.
Bravissima @Poeta Zaza  :flower:

Re: [CP 5] I neomorti

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Alba359 ha scritto: lun ago 02, 2021 8:55 pm È solo l'inizio, il viaggio nel Bardo è appena iniziato, il neomorto prende contatto e non sa dove il viaggio lo porterà.
Ne il libro dei morti tibetano sono descritte le varie intricate strade da percorrere.
I tuoi versi mi hanno rimandato a questa lettura, difficile, ma affascinante. Il contatto con la natura e con sè stessi scava l'essenza fino a trovare la forza di passare oltre. Forse la meta è proprio qui!

Bravissima @Poeta Zaza  :flower:
Grazie!  Che bella interpretazione, @Alba359   :love:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [CP 5] I neomorti

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Poeta Zaza ha scritto: mar lug 27, 2021 8:14 pmSai che ho il gusto della teatralità del finale, non ricordi?
Non lo so, in questa poesia non mi sembra che tu abbia una chiusa teatrale quanto, invece, si tratta di un naturale finale espresso da un'ascesa di pensiero.
Mi spiego meglio, @Poeta Zaza, il tuo componimento parte da considerazioni naturali, senza troppi mezzi termini - indicativo e anche agghiacciante, il "fluido in fuga negli umori terrestri" che riflette il primo stato di decomposizione di un corpo (l'accumulo di "liquidi" in basso per via della gravità). In pratica la morte vista come decomposizione, come ritorno alla polvere.
Nella seconda si guarda alla prima con una rivisitazione più poetica e più finalizzata alla vita. È lo stesso, ma non è una decomposizione vista come tale, quanto un passo della stessa per il ciclo della vita, come base per una nuova vita.
L'ultima - e ci arrivo, dunque - non mi sembra teatrale poiché, a seguito di una riflessione materiale (la prima strofa) e di una più, come dire, finalistica-naturale, si arriva a una riflessione spirituale in cui sorgono anche dubbi sull'esistenza di qualcosa a seguito della morte. È un po' il timbro dell'autrice sulla condizione umana rispetto al resto degli esseri viventi, il chiedersi se c'è altro (il "mai visti dopo", in particolare).
Dovendo riassumere quello che mi trasmetti, mi sento in sintonia con @Alba359 anche se ne leggo più un cammino che dall'evidenza (la "banale" decomposizione) passa alla natura per poi sconfinare nella ragione, non intesa come razionalità ma proprio come ricerca e domande esistenziali.
Come dire, ho idea che nel bicchiere hai rinchiuso un'intera esistenza...! :ciaociao:
https://www.facebook.com/curiosamate

Re: [CP 5] I neomorti

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bwv582 ha scritto: lun ago 02, 2021 11:45 pm Non lo so, in questa poesia non mi sembra che tu abbia una chiusa teatrale quanto, invece, si tratta di un naturale finale espresso da un'ascesa di pensiero.
Mi spiego meglio, @Poeta Zaza, il tuo componimento parte da considerazioni naturali, senza troppi mezzi termini - indicativo e anche agghiacciante, il "fluido in fuga negli umori terrestri" che riflette il primo stato di decomposizione di un corpo (l'accumulo di "liquidi" in basso per via della gravità). In pratica la morte vista come decomposizione, come ritorno alla polvere.
Nella seconda si guarda alla prima con una rivisitazione più poetica e più finalizzata alla vita. È lo stesso, ma non è una decomposizione vista come tale, quanto un passo della stessa per il ciclo della vita, come base per una nuova vita.
L'ultima - e ci arrivo, dunque - non mi sembra teatrale poiché, a seguito di una riflessione materiale (la prima strofa) e di una più, come dire, finalistica-naturale, si arriva a una riflessione spirituale in cui sorgono anche dubbi sull'esistenza di qualcosa a seguito della morte. È un po' il timbro dell'autrice sulla condizione umana rispetto al resto degli esseri viventi, il chiedersi se c'è altro (il "mai visti dopo", in particolare).
Dovendo riassumere quello che mi trasmetti, mi sento in sintonia con @Alba359 anche se ne leggo più un cammino che dall'evidenza (la "banale" decomposizione) passa alla natura per poi sconfinare nella ragione, non intesa come razionalità ma proprio come ricerca e domande esistenziali.
Come dire, ho idea che nel bicchiere hai rinchiuso un'intera esistenza...! :ciaociao:
Caro Giovanni, grazie delle tue parole, soprattutto dell'ultima frase che mi gratifica oltremodo... :arrossire:

Sulla teatralità del finale, ti dico solo questo:
- dai neonati ai neomorti
- dal "mai visto prima" al "mai visto dopo"
- i "cieli persi"

Ci ho provato così, @bwv582   :)

:ciaociao:
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o scorre o si lega alle dita.


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Re: [CP 5] I neomorti

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Potente e delicata la tua poesia @Poeta Zaza.
Ho cercato a lungo per te una colonna sonora, ma non l'ho trovata e sai perché?
Perché usi così bene le parole che da sole riempiono ogni cosa.
I neomorti... è già immagine, è già musica, è già tutto.
Non serve altro. Per te avrei dovuto scomodare i classici. Ci ho provato, sai?
Niente. 
Ci è andato un po' vicino Tomaso Albinoni con Adagio in G Minor. Io la preferisco suonata dai Doors, ma io c'ho una fissa per "quelli"  :).
La vuoi ascoltare? The Doors - Albinoni's Adagio In G Minor
Però è difficile commentarti, è difficile tutto con te, sei di un altro livello, cosa vuoi che ti dica?
Bella poesia, bellissima. Bravissima. Non ho altro da aggiungere.
Ah no, una cosa te la devo dire: ieri sono stata a Venezia con mia figlia e siamo passate alla libreria "Acqua alta". Ho lasciato il mio racconto, ti ricordi? Non fosse stato per te non lo avrei mai fatto, oggi sono contenta.
Ciao e grazie di tutto. 
Al prossimo giro.  :love: <3

Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [CP 5] I neomorti

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paolasenzalai ha scritto: mer ago 04, 2021 5:23 pmAh no, una cosa te la devo dire: ieri sono stata a Venezia con mia figlia e siamo passate alla libreria "Acqua alta". Ho lasciato il mio racconto, ti ricordi? Non fosse stato per te non lo avrei mai fatto, oggi sono contenta. 
Che bello questo, @paolasenzalai :saltello:

Mi ricordo della tua timidezza. Avevi un bel racconto, che sarebbe stato un "dono" per quella libreria. Ci stavi pensando; io ti spronavo ma tu ti sottovalutavi. C'era il contesto, la tua "Acqua alta" e Venezia, in una libreria particolare, affacciata sulla laguna, mi sembra di ricordare. Immagina la gente che sfoglierà quelle pagine, in quel panorama. Hai fatto quel dono ieri a Venezia, ma sei contenta perché un po' di te sta riflettendo la bellezza del luogo. Brava!  (y)
paolasenzalai ha scritto: mer ago 04, 2021 5:23 pmCi è andato un po' vicino Tomaso Albinoni con Adagio in G Minor.
Vero! Una bella musica per fare da sottofondo alla mia poesia. Piaciuta!  :)
paolasenzalai ha scritto: mer ago 04, 2021 5:23 pmPerò è difficile commentarti, è difficile tutto con te, sei di un altro livello, cosa vuoi che ti dica?
Bella poesia, bellissima. Bravissima. Non ho altro da aggiungere.
Non esagerare, Paola. So che, in generale, il mio zazaismo non raggiunge tante persone. 
Può sembrare costruito, ma non lo è. Il cuore della poesia mi viene spontaneo. Poi, posso perdermi a perfezionare, a cambiare un verbo, a capovolgere una sintassi.
Ma quello che è importante è che io amo quello che scrivo perché, forse perché invecchio, ho capito che è la cosa più importante. Mi fa star bene, e guardo con un occhio di benevola critica certi miei lavori, specie quelli datati. Sono comunque parte di me.

Però mi lusinga certamente la lode che tu mi fai ora, che mi hanno fatto gli altri colleghi.
Arrossisco ma incasso grata!  :arrossire:   :love:
Di sabbia e catrame è la vita:
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Re: [CP 5] I neomorti

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Dunque, vediamo se stavolta è un commento che può andare. Premetto però che in queste questioni non me ne intendo assolutamente: se fosse un forum dedicato al pianoforte e alla musica classica commenterei in modo disinvolto, anche perchè sono un pianista classico con più di trent'anni di esperienza, ma in questo caso, visto che purtroppo non me ne intendo, vedrò di andarci con cautela. Dunque: anch'io penso che a questa poesia starebbe bene una bella colonna sonora; però, da buon pianista classico, non vado a scomodare il cosiddetto Adagio di Albinoni, ovvero l'Adagio in Sol minore. (dico così perchè si tratta di un falso, infatti quello che noi conosciamo come Adagio di Albinoni, non è stato effettivamente composto dal maestro veneto; è stato composto da Remo Giazotto, che ha confezionato un falso storico da paura), ma cito un brano del periodo romantico, periodo nel  quale do il mio meglio: 'Carnaval' op. 9 di Schumann, in particolare il Preambolo. Ok detto questo, vado a commentare la poesia. 

1. La mia citazione del 'Carnaval' op. 9 di Schumann, in questo contesto, non è casuale: quelli che descrivi nella tua poesia, sono delle 'maschere', ovvero persone che hanno perso la loro identità: sono infatti morti (anche se non so se dentro o fuori). Il punto che mi ha stupito di più, e che mi ha scaturito una riflessione come quella che sto scrivendo è quando dici che i 'neo morti', pur non esistendo più, o essendo delle 'maschere' (per dirla con Schumann), si lasciano dietro un qualcosa di splendido: un fiore. Questa secondo me è la parte più bella della poesia (anche se, per quanto mi riguarda, ha più l'aspetto di una canzone che di una poesia, ma fa niente :(.

2. Per il resto, la conduzione ritmica della poesia, come ti hanno già detto, ha molto di teatrale: sembrano quasi i Song brechtiani messi in musica da Kurt Weill nell''Opera da Tre Soldi' (tipo il 'Barbarasong' o la 'Canzone dei cannoni'). Nonostante io non sia un grande appassionato della poesia e della musicalità contemporanea, devo dire che hai un grande potenziale, perchè potresti davvero colpire nel segno e mettere in atto delle critiche sociali davvero potenti. 

Perdonatemi per la lunghezza, ma quando parlo di una mia passione, poi succede che debordo :(

Re: [CP 5] I neomorti

20
Luca Canetti ha scritto: 1. La mia citazione del 'Carnaval' op. 9 di Schumann, in questo contesto, non è casuale: quelli che descrivi nella tua poesia, sono delle 'maschere', ovvero persone che hanno perso la loro identità: sono infatti morti (anche se non so se dentro o fuori). Il punto che mi ha stupito di più, e che mi ha scaturito una riflessione come quella che sto scrivendo è quando dici che i 'neo morti', pur non esistendo più, o essendo delle 'maschere' (per dirla con Schumann), si lasciano dietro un qualcosa di splendido: un fiore. Questa secondo me è la parte più bella della poesia (anche se, per quanto mi riguarda, ha più l'aspetto di una canzone che di una poesia, ma fa niente :(.
Confesso la mia ignoranza della musica classica, ma apprezzo il tuo accostamento dei neomorti alle maschere di Schumann.
Non sai se sono morti dentro o fuori? Sono morti come tutti i morti, la sola differenza è che sono morti da poco tempo: appena morti.
Luca Canetti ha scritto: 2. Per il resto, la conduzione ritmica della poesia, come ti hanno già detto, ha molto di teatrale: sembrano quasi i Song brechtiani messi in musica da Kurt Weill nell''Opera da Tre Soldi' (tipo il 'Barbarasong' o la 'Canzone dei cannoni'). Nonostante io non sia un grande appassionato della poesia e della musicalità contemporanea, devo dire che hai un grande potenziale, perchè potresti davvero colpire nel segno e mettere in atto delle critiche sociali davvero potenti. 
:)  Ti ringrazio, @Luca Canetti, anche per la teatralità che vedi nel mio testo. 
Spiegami una cosa: a che proposito la mia poesia ti spinge a parlare di "critiche sociali"  potenti in cui potrei cimentarmi?
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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