Mondi sotto la coltre

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viewtopic.php?p=8784. (Spero di avere ben capito la richiesta del link al mio commento prima di scrivere una poesia; nel caso contrario mi scuso, non sono molto tecnologica)

Facciamoci vicini,
prossimi alla luna,
guardinghi come lupo
che svalica collina.
La notte ai piedi
sussurra bruma
e mi sogno persa
tra oleandri mossi.
I chiodi di garofano
segnano l'inverno.
Quieti stanno i giorni
i carretti non cigolano
il vento sfugge ai mulini
i focolari dormono,
le giacche appese.
I bambini fremono
i bambini sanno
che invisibili silenzi
attraversano i cieli
e si posano d'azzurro
sulle cime innevate.
Ci sono mondi sotto
la coltre candida

Re: Mondi sotto la coltre

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Ciao @Angy C. Argent , nei versi della tua poesia ho trovato la suggestiva visione di un paesaggio invernale che, come è normale che sia, ispira una serie di sentimenti di raccoglimento e contemplazione. Di suggestione, di attesa direi, per un mondo (anzi) di tanti mondi che per un momento sono fermati sotto una coltre di neve e che, aspettando di ricominciare, sono in preda di stati contemplativi. Spero di non azzardare troppo se dico che questa poesia può anche esprimere, oltre che il sentimento di attesa e, per certi versi, di meraviglia che c'ispira l'inverno, uno stato che tutti noi, in questo periodo, stiamo vivendo. Come se il mondo, per via della pandemia, sia come congelato, in attesa di ripartire. Ho trovato le immagini della poesia molto indovinate e mi è piaciuto il finale, perché il poeta guarda oltre il proprio immediato, per parlare di "mondi" che attendono. Quanto è vero, c'è tanto che va oltre il nostro immediato, oltre il nostro andare "guardinghi" come lupi. I versi, molto brevi come dei settenari, contribuiscono a rendere ulteriormente suggestive le immagini comunicate dalla poesia, perché dicono il giusto e passano oltre. L'unico verso della poesia che non mi piace è "il vento sfugge ai mulini," perché da un tocco di eccentricità a una poesia che non ne ha bisogno. A mio avviso sarebbe meglio descrivere, con maggiore realismo, i "quieti giorni" che trascorrono sotto la coltre di neve. Concludo dicendo che il componimento è felicemente polifonico perché non si concentra soltanto sul sentimento del poeta. Nel complesso ho trovato la poesia molto interessante e suggestiva. Mi spiace che non abbia ancora raccolto commenti. Spero, col mio scrivere sgraziato, d'averle reso un poco giustizia. Grazie per averla condivisa!
https://domenicosantoro.art.blog/

Re: Mondi sotto la coltre

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@Domenico S. grazie mille! Non sei assolutamente sgraziato anzi, hai centrato in pieno uno dei sensi percorsi dalla poesia. Ti svelo una piccola incertezza che ha attraversato il mio pensiero: il verso "il vento sfugge ai mulini" ha rischiato di essere cancellato, non mi convinceva poi, più lo leggevo e sentivo in quel punto che qualcosa si muoveva, al contrario di quanto il verso avrebbe dovuto fare arrivare, ossia la quiete, l'immobilità, beh! Proprio in quel momento ho deciso di lasciarlo.
Chiamalo se vuoi un piccolo gesto di ribellione, sì, mi è piaciuto che sovvertisse un po' quella quiete :-)
Comunque grazie davvero per il tuo tempo, i consigli che fanno bene e per migliorarsi e per ritrovarsi in qualche modo, e per esserti calato nell'atmosfera!

Re: Mondi sotto la coltre

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Ciao @Angy C. Argent

Ho trovato molto suggestiva la tua poesia. Si tratta di versi ricchi di immagini e sensazioni legate all'inverno, una stagione di calma, di riflessione, di "letargo".

Nonostante tu abbia scritto la poesia come un unico capoverso, ho notato che ha almeno tre situazioni in cui può essere suddivisa.
Non so se è qualcosa che ci ho aggiunto io, oppure era nelle tue intenzioni, ma mi è sembrato che ognuna di queste suddivisioni logiche potrebbero essere affine con un mese invernale.

C'è la prima parte, assimilabile a dicembre, il mese in cui arriva l'inverno. In essa l'autore chiama il "branco", lo invita a riunirsi per raccogliersi e scaldarsi perché sta arrivando la stagione fredda. Il riferimento al "branco" lo trovo con la metafora del lupo.
Angy C. Argent ha scritto: Facciamoci vicini,
prossimi alla luna,
guardinghi come lupo
che svalica collina.
La notte ai piedi
sussurra bruma
e mi sogno persa
tra oleandri mossi.
I chiodi di garofano
segnano l'inverno.
Ci sono i segni evidenti del progredire della stagione fredda, che tu rendi benissimo con alcuni versi molto suggestivi, ad esempio "la notte sussurra bruma" oppure il riferimento ai chiodi di garofano che crea anche un richiamo olfattivo forte alla stagione invernale. Meno efficace per delineare questa atmosfera, ma forse non era il tuo obiettivo con quel verso, ho trovato l'accenno agli oleandri. È vero che da un punto di vista "sonoro" la parola è perfetta in quel verso che risulta molto molto piacevole (e nel complesso ho notato una particolare cura nella scelta fonetica in tutto il componimento, cosa che apprezzo moltissimo). Ma gli oleandri in inverno non sono particolarmente spettacolari: la fioritura è finita da un pezzo e sono semplici cespugli con foglie verdi, quindi non evocano la stagione in oggetto in modo mirato, però, ripeto, non so se era il tuo scopo.
In questa prima parte completi l'atmosfera con riferimenti alla notte e al sogno che rendono ancor di più il richiamo al riposo, al fermarsi che anticipa l'inverno.
Angy C. Argent ha scritto: Quieti stanno i giorni
i carretti non cigolano
il vento sfugge ai mulini
i focolari dormono,
le giacche appese.
Questa potrebbe essere la seconda parte relativa al mese di gennaio, mese centrale dell'inverno, quello più rigido da un punto di vista climatico, in cui tutto è "congelato", fermo nel proprio letargo in attesa di temperature migliori.
Anche in questo caso la scelta delle immagini e delle parole è azzeccata e non banale. I carretti e i mulini sono fermi, le attività relative all'agricoltura sono bloccate: durante il mese di gennaio non ci sono grandi lavori da sbrigare nei campi. Con queste immagini indichi un po' tutta l'attività umana, tutto il darsi da fare, che è sospeso in attesa della primavera. E le persone stanno a casa, al caldo, che ci indichi con quel "giacche appese" molto efficace.

Ecco infine l'ultimo mese invernale:
Angy C. Argent ha scritto: bambini fremono
i bambini sanno
che invisibili silenzi
attraversano i cieli
e si posano d'azzurro
sulle cime innevate.
Ci sono mondi sotto
la coltre candida
quello della speranza che il freddo finisca, che la natura rinasca e si rinnovi la magia della primavera che tu rendi benissimo introducendo il punto di vista dei bambini. Chi meglio dei bambini è ottimista e sa con certezza che sotto le coltri innevate freme la vita che presto riaffiorera.
Quegli "invisibili silenzi" sembrano essere i primi venti tiepidi primaverili, quel tocco magico che ridara vita alla natura.

Ho apprezzato molto la tua poesia per due motivi. Innanzitutto, come ho già avuto modo di accennare, ho trovato molto curata la scelta delle parole, anche da un punto di vista sonoro, e questo rende i tuoi versi evocativi ed eleganti. Poi perché tratti un argomento (l'inverno, ma in generale le stagioni) che in poesia è stato abbastanza battuto e trattato, ma sei riuscita a scrivere qualcosa di originale e piacevole.

Spero di averti scritto qualcosa di interessante relativo al tuo componimento, tieni conto che non ho alcuna preparazione "teorica" per cui tutto ciò che ho scritto è un commento istintivo :arrossire:.

Talia :happy-sunny:

Re: Mondi sotto la coltre

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@Talia grazie! Che stupenda interpretazione la tua. Sai che mi commuove sempre sapere come viene recepito un testo? Soprattutto quando è lontano dal mio sentire. Mi piace questo tuo 'vedermi'.
In effetti, quando scrivo una poesia io non penso a cosa voglio dire. Scrivo di getto, istintivamente mentre ascolto il mio dentro (e sì, lo ammetto, sono un po' crepuscolare) e mentre compongo ascolto le parole, mi piace che cantino in qualche modo, poi solo dopo mi rendo conto di ciò che per me significa quel testo. In questo caso c'è un'immersione totale in una natura rallentata, addormentata nel gelido inverno, in un paese montano, preferibilmente. Sai quei luoghi quasi dimenticati in cui d'inverno regna il silenzio, il candore, il rosso del fuoco del camino, e le storie raccontate dal nonno e la fantasia dei bambini che galoppa? Ecco, poi diventa persona che vive un momento di congelamento nella vita (si può anche associare a questo periodo ma non necessariamente) in cui è auspicabile stare accanto agli altri ma per natura un lupo è sempre guardingo e si fida poco mentre l'IO vorrebbe farlo ma si vede solo, come in sogno in un altro tempo ( gli oleandri), quindi ogni sforzo è vano è il tempo dei chiodi di garofano e per noi l'innocenza è perduta ma per i bambini c'è speranza perché loro sanno che anche in ciò che non si vede c'è vita. Ecco, più o meno era questa l'intenzione ma amo tantissimo il tuo sguardo. Grazie :-)

Re: Mondi sotto la coltre

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Ciao Angy, ho letto la tua poesia e mi sono sentita subito attratta dall'atmosfera di sospesione del paesaggio e dal desiderio di riscoperta che ispiri con la chiusura degli ultimi due versi.

L'incipit mi ha catturata subito, tuttavia ho avuto qualche dubbio sul termine "svalica" perché mi suggerisce la discesa, il superamento della collina e di riflesso un allontanamento dalla luna anziché un approssimarsi a essa. Potrei comunque aver male interpretato le tue parole.
La notte ai piedi
sussurra bruma

e mi sogno persa
tra oleandri mossi.
Bellissima la prima immagine  che ispira un distacco dalla realtà (i piedi forse non sono più visibili) e immerge nel sogno degli oleandri, crea un contrasto di colori, almeno nella mia testa, perché dopo la bruma ho immaginato gli oleandri in fiore. Non ho ben capito se sono "mossi" perché in movimento o perché è il soggetto della poesia che li muove aggirandosi tra essi. Ho interpretato il sogno come un desiderio di primavera.
I chiodi di garofano
segnano l'inverno.
Questa immagine mi ha richiamato alla mente ricordi di un secolo fa, sento ancora il loro profumo intenso.
Quieti stanno i giorni
i carretti non cigolano
il vento sfugge ai mulini
i focolari dormono,
le giacche appese.
Questa parte esprime la sospensione a cui mi riferivo all'inizio di questo commento. L'immagine del vento che sfugge ai mulini e le giacche appese suggeriscono la staticità della stagione fredda, il lavoro fermo. Tuttavia "i focolari dormono" è un'immagine forse un po'comune rispetto alle altre.
Ho letto dei tuoi dubbi sul movimento del vento, ma io ho percepitò di più la sottrazione di movimento del mulino, quindi a parer mio hai fatto bene a non togliere l'immagine. Comunque è un vento non forte, è un venticello sfuggente che non ha abbastanza forza da far spostare le pale del mulino.

Il richiamo alla fanciullezza, all'azzurro delle cime innevate, ridesta dal torpore dei versi precedenti e fa presagire un imminente arrivo della primavera. La vita che non ha smesso di seguire il suo corso sotto la neve e che aspetta solo di rivelarsi allo sguardo.

Hai creato un piccolo mondo di attese e colori diversi che convivono alternandosi con equilibrio. Ho sostato tra i tuoi versi ritrovando profumi e colori di un tempo passato. Delicata e ispirata, un tocco leggero ma significativo e parole compagne di viaggio. Complimenti <3
"Fare o non fare, non c'è provare." Yoda - Star Wars
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