Ciao,
@Poeta Zaza . Che bello leggerci anche qua!
Il tuo componimento mi rammenta certi versi di Callimaco: brevi, concisi e raffinati. Un Callimaco certo moderno, con una dolce influenza di Saba

Un ultimo riferimento letterario a cui ho subito pensato leggendo i tuoi versi è Guido Cavalcanti: Voi che per li occhi mi passaste 'l core.
"Lasciati" (v. 1) è l'isolotto che inizia la poesia e come un consiglio si erge all'inizio a dare la prima istruzione non solo al Tu, cui si rivolge, ma a chiunque si appresta a leggere che quello è il primo passo dovuto per comprendere.
I successivi versi racchiudono una trinità inseparabile: "anima" (v. 2), "occhi" (v. 3) e lo sguardo dato da "mirano" (v. 4) e "centrano" (v. 5). Quest'ultimo verbo richiama poi il titolo dell'opera a farci compartecipi di una caccia dei sensi andata a buon fine. L'obiettivo, il "bersaglio" è stato raggiunto e il risultato, il dono è il "bel perdere" (v. 6).
Al v. 7 abbiamo un altro isolotto, che segna il distacco, quasi a separare due strofe, sebbene il componimento sia unito in un'unica, e ci dà una nuova lezione: poco importa "se sfuggirai lo sguardo" (v. 9) , cui si aggiunge "che la vinse" (v.10) perché infatti il bersaglio ormai è stato centrato, "quell'anima" (v. 11) non avrà contezza "d'essersi persa" (v. 13).
Unico appunto è che io avrei messo non una congiunzione avversativa "ma", bensì una copulativa "e" a voler sottolineare quanto la "seconda parte" del componimento (vv. 7-13) sia transitiva rispetto alla prima (vv. 1-6) e non in opposizione.
I miei complimenti per questa poesia molto significativa e grazie di averla lasciata qui a disposizione dei nostri occhi, che la mirano e ne risultano centrati.
A rileggerci!