Barduccio

1
viewtopic.php?f=86&t=5559&p=62142#p62142

Le fitte arrivarono come un lampo prima della tempesta.
“O Signore, perdona i miei peccati e allevia i miei dolori” pregò in silenzio.
Le caviglie, le ginocchia e i piedi infocati quasi li avesse infilati nel camino, soffocò un grido, e provò a mettersi su di un fianco. I dolori si acuirono, e lo costrinsero a pancia all’aria. Nulla da fare. Come se non bastasse, sentiva un impellente bisogno di pisciare.
“Meno libagioni e più preghiere” si ripromise.
Annaspò con la mano nel buio alla ricerca del pitale.
“Eccolo! E adesso?”
Doveva provare, altrimenti avrebbe ridotto il giaciglio come una latrina.
Appoggiato il vaso tra le gambe, fece leva sulle braccia, e si ritrovò seduto. Ruotò il busto e riuscì a piegare le ginocchia oltre il bordo del letto. “Che male!”
Sospirò reprimendo un lamento. Con una mano sistemò l’orinatoio, ma il polso dell’altra cedette di schianto. Ruzzolò sul pavimento.
Il vaso di coccio finì in pezzi e un frammento lo ferì sopra il ginocchio.
«Aiuto, buon Dio, aiuto!» tuonò nel buio.
Conscio che il buon Dio non lo avrebbe soccorso, almeno non per il momento, si appellò a Maria.
«Maria, aiuto!» urlò.
Tacque. Anche se quella benedetta donna avesse risposto, sordo com’era non l’avrebbe sentita.
«Maria, sono caduto!» riprovò con tutto il fiato.
E attese.
La porta della canonica scricchiolò nell’aprirsi alla luce fioca di una candela.
«Maria, sei tu?»
«Domine, che vi è capitato?» rispose una voce dall’ombra.
«Sono caduto, e non posso rialzarmi. Mi dolgono troppo le ossa per riuscire a muovermi.»
Poggiato il piatto con la candela sulla mensola, Maria cercò di aiutare brancandogli un braccio. Per un istante, Barduccio sperò di essersi rialzato, ma una gamba lo tradì, e ricadde sul fianco.
«Ahi!» strillò.
Era troppo pesante.
«Benedetta figliola, va’ a cercare Bonaccorso, altrimenti mi toccherà fare mattina sul pavimento.»
Maria annuì e, ripresa la candela, andò.
Ritornò poco dopo con i rinforzi.
«Che fate, domine? Avete perso il letto?» scherzò Bonaccorso, ma Barduccio capì dal tono che era molto preoccupato.
«Amico mio, sono pieno di acciacchi e il mal d’ossa mi tormenta.»
Maria da un lato e Bonaccorso dall’altro, riuscirono a fargli guadagnare il giaciglio.
«Dove sono gli intrugli della mammana?» chiese il capitano.
«Nella cucina del mastio» rispose Maria.
E, senza attendere l’ordine, corse a prenderli.
«Noi, intanto, approfittiamo per pisciare. Avete un altro pitale, domine
Quando Maria rientrò con le ampolle, il parroco aveva già espletato i bisogni.
«Torna a dormire, donna, che al domino ci penso io» ordinò Bonaccorso.
E, non appena fu uscita, denudò le vergogne del prete. Strappato un lembo del lenzolo, ripulì e fasciò il taglio sopra il ginocchio.
Barduccio rimase inerte, gemendo solo un poco quando il capitano strinse la benda.
«Domine, adesso vi spalmo l’unguento della mammana.»
Stappò entrambi i vasetti.
«Codesto è un intruglio liquido, e non la manteca che vi hanno spalmato ieri sera. Bevetene, intanto, ché la vecchia sostiene che allevi il dolore.»
Barduccio ingurgitò avidamente.
«Piano, domine! La mammana si è raccomandata di non esagerare, perché troppo potrebbe essere di danno.»
Frizionando sulle articolazioni, Bonaccorso unse le gambe e i piedi del domino, che sopportò con pazienza e senza lamentarsi.
Quando ebbe finito, il capitano lo rivestì e ricoprì con il lenzolo.
«Bene, domine, ci vediamo per la messa del mattino.»
«Dio ti benedica, figlio mio, per la pietà che dimostri a un vecchio prete.»

Il tremendo bruciore al ventre lo destò.
“Signore abbia pietà di me e aiutami” pregò in silenzio.
Incurante del mal d’ossa, si levò a sedere sul letto.
San Donato gli apparve con una fiaccola nel buio minacciando: «Pentiti, ché è giunta la tua ora!».
«Mi pento, ma tu allevia le mie pene» pregò di nuovo.
Assalito dai conati, Barduccio vomitò una poltiglia acida e biancastra.
San Donato parlò con la voce di Bonaccorso: «Domine, coraggio, siamo qui per assistervi».
La Madonnina del Monte affiancò san Donato. La voce, questa volta, era quella soave della moglie del fabbro: «Domine, come possiamo aiutarvi?»
«Santa Vergine, prega per me» supplicò guardandola negli occhi.
Sotto il velo scuro, la riconobbe.
«Figlia mia, va’ a chiamare un sacerdote, che mi porti i Sacramenti.»
Bonaccorso - sì, era lui - gli passò un panno umido sulla fronte.
«Maria, di’ a Cecco di correre alla Cella del Monte, e che torni con il prete» ordinò il capitano.
La Madonnina svanì nel buio. Ma era proprio lei?
Percorso da un brivido, fu assalito da un crampo al ventre, e defecò nelle brache.
«Figliolo, perdona» bisbigliò.
Afferrò il polso di Bonaccorso.
«Maria e i ragazzi, te li affido. Abbine cura, come se fossero i tuoi figli.»
Il prete sarebbe arrivato in ritardo, e non restava che rimettersi alla misericordia del Signore. Si distese e iniziò a pregare: «Veni, Sancte Spiritu, et emitte  caelitus lucis tuae radium…»
La fiaccola si spense e fu buio per sempre.
Rispondi

Torna a “Frammenti”