Viola

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Uscito dallo studio della psichiatra, Bartolomeo Penati aveva una sola certezza: non si conosceva affatto. Quarant’anni di convivenza con sé stesso non erano serviti a niente, e l’infarto dell’anno precedente lo confermava. «Nucleo depressivo», questa la diagnosi.
Guardò l’ora e cominciò a correre.

Sistemò la valigia sulla rastrelliera dopo aver tirato fuori un libro, una matita e una bottiglietta d’acqua minerale. Inspirò. 
Era sul treno, seduto su una impataccata poltrona bordeaux accanto al finestrino, e, cosa più importante di tutte, era rivolto in direzione opposta alla marcia. Pertanto gli sarebbe venuta la nausea, nel caso in cui avesse deciso di ammirare il paesaggio. Nel caso in cui. Il suo progetto consisteva nel terminare il libro prima di arrivare a destinazione: aveva scommesso con sé stesso una nuova giacca da camera in cashmere che non avrebbe mai guardato fuori dal finestrino. 
Seicento pagine fitte.
Si concentrò sul blu profondo e vellutato della vestaglia: ne valeva la pena. Oltretutto, conosceva a memoria il panorama che si sarebbe dischiuso oltre quel vetro appannato. Poteva farcela. Bevve un piccolo sorso d’acqua e aprì il volume a pagina quattro. Per avvantaggiarsi, aveva letto qualche facciata in metropolitana. Inspirò di nuovo, e cominciò a leggere:

Il mattino seguente si svegliò in un bagno di sudore: l'impiallacciatura del trumeau che avrebbe dovuto consegnare il giorno dopo brulicava di vermi sanguinolenti. Il lavoro di un anno dissipato in una notte? Guardò verso la finestra: un salto nel vuoto dal settimo piano avrebbe risolto tutto. ‘Beniamino! La colazione è pronta! Io scappo. Ci vediamo stasera’. La voce allegra di Preziosa, che aveva sposato insieme al trumeau, ebbe su di lui l'effetto di un vento tiepido. Le dense gocce di sudore sparirono, il peso del sogno notturno scomparve. Le sue mani fertili erano ansiose di carezzare per l'ultima volta il legno caldo e antico.

«Scusi, posso sedermi? È libero questo posto?»
Non mi posso distrarre, pensò tra sé Bartolomeo. Non mi posso distrarre.
«Scusi, signore: è libero questo posto? Mi ha sentito? Questa sciarpa è sua?»
Rifletté che il treno non era ancora partito, e lui già era a pagina quattro e mezzo. Sì, forse poteva alzare lo sguardo, ed eventualmente rispondere.
«La mia sciarpa, grazie! Non so come sia finita a terra. Questo posto? Che io sappia, è libero. Prego, si accomodi. Posso aiutarla a sistemare la valigia?»
Ipotizzava che se si fosse mostrato gentile, prevenendo inevitabili richieste di aiuto, quella donna, poi, lo avrebbe lasciato in pace. Però, a pensarci bene, poteva accadere l’esatto contrario: se appariva troppo premuroso, lei se ne sarebbe approfittata e lo avrebbe di sicuro infastidito durante tutto il viaggio con richieste inopportune. Rimase immobile con la valigia a mezz’aria. La poggiò di nuovo a terra.
«Mi perdoni, non posso. Soffro di ernia.» 
Si sedette, controllò l’ora. Siamo in ritardo, pensò. Avrei potuto comprare il giornale. L’avrei riposto in valigia, senza leggerlo. Si concentrò sulla scommessa, chiudendo gli occhi.
«Ma certo, dia qua. Sono fortissima, cosa crede? Spesso sono io che aiuto gli altri a sollevare le borse. Mi dispiace per la sua ernia. Cosa dicono i medici?»
«Cosa dicono i medici? Che è un’ernia molto grave. Mi dovranno operare a breve. Un intervento lungo e doloroso. Ora mi scusi. Sono affaticato, affaticatissimo. Ecco, forse a malapena riuscirò a leggere qualche riga».
«Cerchi di riposare. Anch’io ho con me un nuovo romanzo – per la miseria, dov’è? Ah, eccolo. Per un attimo ho pensato di averlo lasciato al bar della stazione. Allora, buona lettura a entrambi. Io mi chiamo Viola, e lei?»
Bartolomeo aveva chiuso gli occhi e contratto il viso in un’espressione di acuta sofferenza. La giovane non ripeté la domanda, si sedette e cominciò il suo libro:

A–f–r–i–c–a. Ogni lettera, in apparenza innocua, del vasto continente, si era conficcata nello stomaco di Miranda con la virulenza del plasmodio della malaria. A di ‘assolutamente necessario partire’, F di ‘ferocia e furore’, R di ‘restare in Italia è un suicidio’, I di ‘insieme risolveremo i problemi del mondo’, C di ‘come ho fatto a non pensarci prima?’, A di ‘amore mio, se te ne vai mi ammazzo’Cinque contro uno. La morte di una persona cara versus la vita di centinaia, migliaia, milioni di bambini. La sua specializzazione era in malattie infettive e tropicali: l'Africa dunque la chiamava a sé con la tenacia del lamento notturno di un moribondo. Scrisse al suo ragazzo di rassegnarsi, perché avrebbe accettato di partire per il Burundi.

Guardò fuori dal finestrino. Il treno stava partendo. Io non partirei mai così, sui due piedi, scrivendo un messaggio al mio ragazzo, pensò. Chiuse il libro e lo poggiò sul sedile accanto. L’uomo di fronte a lei continuava a leggere.
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Re: Viola

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Innanzitutto complimenti. Purtroppo ti devo dire che è un stile che non incontra il mio gusto, perchè il modo di raccontare che prediligo e con cui mi trovo più a mio agio è quello con pochissimi dialoghi, o addirittura tutto raccontato. Ma detto questo, permettimi di darti alcuni consigli: innanzitutto, eviterei le ripetizioni; poi cercherei di progettare meglio il racconto, perchè ci sono delle parti che, secondo il mio modo da cogliere le caratteristiche dei diversi personaggi, ma penso che uno di loro si stia per rivelare un personaggio cattivo o/e viscido, se non addirittura doppiogiochista. Non solo: eliminerei pure tutte quelle parti in corsivo. Ma ripeto: sono consigli che ti do perchè il testo promette davvero bene, anche se, come ripeto, è in uno stile che non incontra il mio gusto. Inoltre, dato che scrivi che uno dei tuoi personaggi legge un libro, potrebbe essere bello capire come mai lui legga quel libro, magari gli serve per lavoro, o è un libro che legge per puro diletto. Sarebbe davvero bello leggere come continua questo testo; soprattutto, mi interesserebbe capire come evolve Viola, perchè, al momento, mi sembra un personaggio piuttosto neutro. Magari ci si renderà conto che quel personaggio ama viaggiare, o/e che ama fare dei video su unapiattaforma online, o che è un'influencer.

Re: Viola

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@Luca Canetti
Grazie per aver letto questo lacerto. 
Luca Canetti ha scritto: mar dic 26, 2023 8:22 pminnanzitutto, eviterei le ripetizioni
Ti ringrazio per la nota. Mi faresti cosa gradita se me le indicassi, perché di solito ci presto moltissima attenzione e se mi sono sfuggite corro ai ripari.
Luca Canetti ha scritto: mar dic 26, 2023 8:22 pmpoi cercherei di progettare meglio il racconto
Non si tratta di un racconto (siamo infatti nella sezione "Frammenti"), bensì di un romanzo. Per la precisione, dell'incipit di un nuovo romanzo.
Luca Canetti ha scritto: mar dic 26, 2023 8:22 pmNon solo: eliminerei pure tutte quelle parti in corsivo
Si tratta delle prime righe dei libri che i due personaggi stanno iniziando, e sono in corsivo per differenziarle dal resto. Se hai suggerimenti in luogo del corsivo, sono molto graditi.
Luca Canetti ha scritto: mar dic 26, 2023 8:22 pmInoltre, dato che scrivi che uno dei tuoi personaggi legge un libro, potrebbe essere bello capire come mai lui legga quel libro, magari gli serve per lavoro, o è un libro che legge per puro diletto
Entrambi i personaggi leggono un libro (le parti in corsivo di cui sopra), seduti nel treno che sta per partire.
Luca Canetti ha scritto: mar dic 26, 2023 8:22 pmsoprattutto, mi interesserebbe capire come evolve Viola, perchè, al momento, mi sembra un personaggio piuttosto neutro. Magari ci si renderà conto che quel personaggio ama viaggiare, o/e che ama fare dei video su unapiattaforma online, o che è un'influencer.
Poche righe dopo la parte postata, Viola si presenterà come estetista.

Grazie e auguri.
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