En un lugar de la Mancha
Posted: Fri Jan 29, 2021 9:53 pm
[Racconto rimosso su richiesta dell'autore]
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massimopud wrote: Io l’ho amata davvero la vecchia Castiglia di pietra, con le sue infinite strade bianche, segnate dal passo di uomini e asini; li vedevo tornare insieme nel tramonto, camminando e parlando piano, come fratelli. E i campi di stoppie bruciati dal sole, frustati dal vento; le piogge avare e oblique, le ombre veloci delle nuvole arrivate dai lontani castelli del maestrale.Questo incipiti è molto bello, sarà che rimango sempre impressionata dalle descrizionipaesaggistiche naturali, ma mi hadavvero "acchiappato". Insomma, secondo me funziona, anche perchè, con l'iniziale inversione, si entra subito nella dimensione dialogata. E le immagini che crei sono affatto banali. Forse un pochino troppo poetiche, ma è funzionale al personaggio anche se questo lo capirò solo alla fine. Mentre leggevo pensavo che avevi costruito questo Miguel un po' troppo "uomo di lettere"
massimopud wrote: Lo so cosa dice: atomi, tutto un gioco di atomi che si aggregano e disaggregano a formare pianeti, stelle, pietre, uomini, farfalle, lo so. E allora, caro Perez, dove andremmo? Che bussola avremmo, se è tutto e solo questo? Ascolta: tu sei un mucchietto di atomi tenuti insieme da forze invisibili o che so io, giusto?Allora, qui vorrei sollevarti una questione scientifica. Cervantes nasce a metà del Cinquecento. Ora io non sono così ferrata in storia della scienza ma parlare di "aggregati di atomi" e "forze internucleari" mi sembra troppo per l'epoca. Sono sicura che il modello atomico, più grezzo ma più vicino a quello delle teorie attuali, risale a Dalton nel XIX secolo. E' vero che anche Democrito, molti secoli prima parlava di atomi nel senso di costituenti più piccoli della materia, ma era ben lontano dal modello degli atomi interagenti tramite "forze invisibili". Mi verrebbe di consigliarti, sempre se non sono io a sbagliare e tu ti sei documentato prima, di cercare quali erano le teorie correnti all'epoca.
massimopud wrote: Io davvero pensavo che ogni giorno fosse fantastico, che domani sarebbe stato ancora meglio e dopodomani ancora di più e così via, senza interruzioni: una festa senza fine.Non so perchè, ma con questo passaggio mi hai fatto pensare al Candide di Voltaire, in particolare a Pangloss. Il tuo protagonista è un entusiasta, uno che ama la vita nonostante tutto, non importa la guerra, la prigionia, la mano mozzata e la patria ingrata, Miguel dice: io sono stato vivo. Con l'ottica del disvelamento finale non so dirti se questo può corrispondere a come era lo scrittore spagnolo veramente, però,dato il tenore della sua opera principale, direi che potrebbe essere che fosse un visionario entusiasta.
massimopud wrote: ah, uno dei due. Ed è per questo che ho sempre letto tutto quello che mi è capitato sottomano, raccoglievo perfino le carte gettate a terra per strada.Questo scambio di battute sulla cartacce gettate a terra non mi ha fatto impazzire. Forse c'è qualche aneddoto biografico che non conosco, ma se lo hai messo solo per rafforzare il concetto, cioè per sottolineare il fatto che il protagonista era un accanito lettore, non l'ho trovato molto coerente col resto del personaggio, poetico e romantico, che finora hai costruito. Poi magari è solo questioine di gusti e qualcun altro potrebbe dirti che funziona benissimo.
- Be’, quelle anch’io, non si sa mai: ci si può sempre guadagnare... voglio dire, imparare qualcosa. E poi?
massimopud wrote: : è una storia buffa, quasi ridicola, ma accadde realmente. Ho pensato di provare a scriverla per cavarci qualche soldo: la storia di un povero pazzo che credeva nella cavalleria, nei giganti, i draghi, l’onore, l’altruismo, la patria;Arrivata qui ho capito chi era Miguel. Non penso che tu volessi che il lettore ci arrivasse prima, però a rileggere bene, poni indizi molto concreti. A parte che citi luoghi e dettaglibiografici che, se il lettore conosce la vita di Cervantes, ci arriva molto prima di me. Poi c'è l'indizio dei mulini a vento che metti quasi subito a inizio racconto. Messo lì almeno a me non ha creato sospetti, ho solo pensato che "sti spagnoli c'hanno la fissa coi mulini a vento", ma non credevo che stavi proprio raccontando del creatore di don Chisciotte.
massimopud wrote:Perez, Cervantes! FHo focalizzato giunta a questa riga che i due personaggi del racconto si chiamano uno per nome e uno per cognome (perchè Perez è un cognome , giusto?) tra loro e non l'ho trovata una scelta coerente. Avrei trovato più carino che entrambi si chiamassero per nome (ovvio che per cognome non potevi
massimopud wrote: Grazie, Sancho, anche a te.Questo finale strappa un sorriso, un po' malinconico, ma è giusto così.
- Com’è che mi hai chiamato?
- Eh? Ah, no, niente, ero distratto; scusa, Perez.
Talia wrote: Allora, qui vorrei sollevarti una questione scientifica. Cervantes nasce a metà del Cinquecento. Ora io non sono così ferrata in storia della scienza ma parlare di "aggregati di atomi" e "forze internucleari" mi sembra troppo per l'epoca. Sono sicura che il modello atomico, più grezzo ma più vicino a quello delle teorie attuali, risale a Dalton nel XIX secolo. E' vero che anche Democrito, molti secoli prima parlava di atomi nel senso di costituenti più piccoli della materia, ma era ben lontano dal modello degli atomi interagenti tramite "forze invisibili". Mi verrebbe di consigliarti, sempre se non sono io a sbagliare e tu ti sei documentato prima, di cercare quali erano le teorie correnti all'epoca.Forse è vero, potrebbe esserci un anacronismo; davo per scontato che dopo Democrito, Lucrezio. etc., nel '500-'600 la teoria atomica fosse tra le scoperte o riscoperte della rivoluzione scientifica post-medioevale, ma in effetti bisognerebbe andarsi a studiare qual era lo stato dell'arte all'epoca.
Talia wrote: Forse c'è qualche aneddoto biografico che non conosco, ma se lo hai messo solo per rafforzare il concetto, cioè per sottolineare il fatto che il protagonista era un accanito lettoreQuesto è proprio un aneddoto riportato tra gli altri da Borges: pare che Cervantes fosse un maniaco della lettura e leggesse qualsiasi cosa, anche semplici pezzi di carta che trovava a terra per strada.
Talia wrote: Il tuo protagonista è un entusiasta, uno che ama la vita nonostante tutto, non importa la guerra, la prigionia, la mano mozzata e la patria ingrata, Miguel dice: io sono stato vivo.È vero, poi subentrò nella seconda parte della vita una grande disillusione (come nella maggior parte delle persone, del resto).