Re: [Caronte] A volte

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Cara @Adel J. Pellitteri <3
a me è piaciuto moltissimo. Hai reso benissimo la madre, la figlia, i loro sentimenti...
La figlia è giudicante, è vero, ma in natura esistono le persone giudicanti e sono la maggior parte.
Io forse non mi intendo di racconti, di scrittura, di regole, ma trovo che il tuo racconto sia uno spaccato perfetto e scritto da Dio, dei giorni nostri.
Un'altra farfalla da inchiodare a quel muro.
Brava! <3
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [Caronte] A volte

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Ciao @Adel J. Pellitteri ,

prima di commentare il tuo racconto ho letto anche un po' di altri commenti. Di solito non lo faccio, almeno non prima di aver scritto il mio, perchè non voglio farmi influenzare. Se mi capita di sbirciare i commenti altrui è perchè non ho le idee chiare. Nel senso che il racconto mi lascia emozioni contrastanti, come in questo caso.

Arrivo al punto: sei bravissima a trasmettere emozioni, credo che non ci sia niente di più vero che la sofferenza di un figlio quando i genitori si separano. Cioè per certi aspetti, escluse condizioni particolari, i tradimenti e le separazioni sono più traumatizzanti per i figli che per l'altro partner. Quindi il punto di vista "arrabbiato" della figlia ci può stare. Ma ciò che non mi torna è come hai presentato ilpadre e la nuova compagna. Credo che difficilmente un uomo che ha tradito così pesantemente (ha creato una nuova famiglia, qui non si sta parlando di una scappattella) non senta nemmeno un briciolo di senso di colpa, non credo che sia troppo realistica la sfacciataggine con cui lo presenti e uguale per Ivana (insomma un po' di senso di colpa lo avrà anche lei, no? Sai che avevo un racconto, mai concluso in cui proprio affrontavo la questionedel senso di colpa di un'amante...).
Ecco, questo è un po' il nocciolo della questione: tu sei bravissima a scrivere, descrivere e trasmettere sentimenti ma ti sei, secondo me, messa troppo dalla parte della protagonista, in modo, oserei dire, manicheo.

Talia :happy-sunny:

Re: [Caronte] A volte

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Credo che difficilmente un uomo che ha tradito così pesantemente (ha creato una nuova famiglia, qui non si sta parlando di una scappattella) non senta nemmeno un briciolo di senso di colpa, non credo che sia troppo realistica la sfacciataggine con cui lo presenti e uguale per Ivana (insomma un po' di senso di colpa lo avrà anche lei, no?

Intanto grazie infinte @Almissima per questo bel commento. Hai centrato il punto, mi sono messa "eslusivamente" dalla parte della figlia.

Capisco perfettamente ciò che intendi, e a mia discolpa dico che ho solo focalizzato il punto di vista di chi si trova davanti, e all'improvviso, una realtà che non sospettava minimamente. Non ha tempo di vedere il benché minimo lato positivo della situazione, ancora meno riconoscere eventuali pregi nelle persone che ha davanti. Non è il momento per comprendere le motivazioni altrui. L'impatto è devastante. Per riflettere e cercare di riallaccare rapporti, provando ad ascoltare, ci sarà tempo, ma non è adesso, non al punto in cui si sofferma e ferma la mia narrazione. Lei ha pochi elementi per giudicare e sono solo quelli che vede: una giovane donna impegnata e impegnativa (esistono persone così, che occupano tutta la scena con la loro presenza, no?) che, durante l'incontro, è sempre stata al telefono (non c'è nessuna battuta pronunciata da lei); mentre suo padre si mostra amorevole verso questo bambino. È l'attimo in cui la figlia perde non solo il futuro ma anche il passato della sua vita. Questo è, chiaramente, solo il mio punto di vista. Non dico che abbiate torto, è ovvio che avrei potuto presentare l'uomo con gli occhi bassi e altri atteggiamenti, ma -sempre secondo me - per la rabbia, la figlia non li avrebbe nemmeno notati.
Ok, farò un altro sequel dove recuperò questi due personaggi. Tutto possiamo scrivere, basta scegliere il punto dal quale vedere le situazioni. Dopotutto esistono storie oneste (con innamoramenti seri e nuove famiglie molto migliori delle prime) e storie disoneste (con uomini incastrati in una paternità che non avevano messo in conto). Esistono le belle d'amore storie e le cazzate (che costano molto in termini di sofferenza altrui). Tutto esiste e non occorre essere giudicanti, basta essere giustificanti.

Grazie per i complimenti sulla capacità di trasmettere emozioni.

Re: [Caronte] A volte

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@Adel J. Pellitteri ciao. Perdonami per aver disatteso le regole del Contest, per essermi attardato e non aver letto nei limiti del tempo concesso il tuo racconto e non aver votato.

Il tuo racconto è potente e ben scritto, perciò per aggiungere qualcosa rischierei di essere didascalico e non ne hai bisogno. Il racconto ha un'apertura un po' indecisa (le prime cinque righe), ma si riprende subito e raramente inciampa. Mi hai portato lì e nonostante l'ambientazione sia pressoché assente, mi muovevo intorno ai personaggi e percepivo l'ostinazione della speranza che veniva spazzata via dal dolore per arrivare al coraggio di riconoscersi e ripartire. Il tuo è uno dei migliori racconti che ho letto per intensità e anche per semplicità espositiva (che per me è un pregio). Ci sono passaggi particolarmente ben riusciti e due punti struggenti (il riferimento alla madre che si è truccata e la sua reazione di fronte al dolore della figlia). Dove c'è andrei a limare l'enfasi. Un esempio:
Lo capisco dal suo sguardo impaurito, dal tremore che la scuote tutta
Le immagini che crei con la lingua e le parole sono reali, tangibili, quindi rifletterei sull'uso di termini che sono, nella nostra esperienza reale, meno usati. Mi riferisco ad esempio a
dico sprezzante, mentre un sorriso beffardo mi sale alle labbra
Molto brava anche per l'empatia che nasce dalla tua capacità di immedesimazione - ho letto gli altri commenti in proposito al dubbio che fosse o meno un'esperienza di vita personale. Brava @Adel J. Pellitteri

Re: [Caronte] A volte

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@T.D.J. Baw grazie, il tuo un commento mi fa un piacre immenso. Non ti scusare, non sempre abbiamo molto tempo a disposizione, e la lettura di tanti racconti diventa impegnativa (in questo contest, l'impegno era addirittura raddoppiato per via dei racconti importati dal WD che hanno generato i nuovi). Ho già segnato i tuoi suggerimenti, te ne sono grata. Ogni piccola sfumatura può fare la differenza e tutto è sempre migliorabile.

Grazie infinite, a rileggerci :)

Re: [Caronte] A volte

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 Ciao @Adel J. Pellitteri 
Ho deciso di leggere il racconto per via di una canzone che si intitola " A volte" che a me piace molte, e infatti non sono rimasto deluso dal racconto che ho letto. Anche io sono rimasto coinvolto in quanto in parte è scattata una identificazione. A me personalmente il racconto è piaciuto molto, sia per la tematica che per come lo hai trattato, facendo trasparire bene il dolore interiore e la gravità della situazione, le sue conseguenze sia sulla figlia che sulla madre.
Secondo me sarebbe stato interessante approfondire maggiormente un aspetto: ovvero la figura del padre che passa da innamorato passionale di tua madre a bugiardo traditore freddo e indifferente. Come mai questo cambiamento? Cosa è successo?
Mi è piaciuta la descrizione dell'incontro la nuova donna di tuo padre, la descrizione della sua indifferenza che traspare chiaramente, in poche parole incisive.
Anche io non ho capito chiaramente perchè , in un punto del racconto, riversi la tua rabbia su tua madre: per scuoterla dalla sua apatia? Perchè semplicemente c'era bisogno di qualcuno su cui sfogarla e lei era lì? 

Re: [Caronte] A volte

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@bwndy scusa se rispondo solo adesso, non mi era arrivata la notifica. Grazie per il commento positivo, per quanto riguarda la reazione che la figlia ha verso la madre, l'ho scelta perché la donna da un anno vive in apatia sul divano mentre la ragazza ha appena visto suo padre ringiovanito e con una nuova famiglia. La sua reazione è data da questo, un po' come farle dire: basta mamma, guardati come ti sei ridotta, devi smetterla di struggerti per lui, devi tornare a vivere! Ho pensato che per rimettere in piedi una persona che non vuole rialzarsi bisogna imporsi, e la figlia, mossa dalla rabbia nei confronti del padre, in qualche mondo riversa tale rabbia sulla madre,  per tirarla fuori da quello stato. 
Per quanto rigurada la figura del padre, non sei il solo ad avere notato che manca una messa a fuoco su questo personaggio, ho già risposto che mi ero concentrata scrivendo dal punto di vista della figlia, penso che a breve farò un'altro racconto per recuperare le figure del padre e della nuova compagna per completare questa storia.
Super grazie per esserti fermato a commentare. 

Re: [Caronte] A volte

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Ciao @Adel J. Pellitteri , amica mia.

Questo racconto è indubbiamente imperdibile.

Una donna debole che ha perso il proprio universo e i suoi riferimenti che erano quelli d’essere moglie devota e madre di una figlia, per questo uomo al quale aveva votato la propria esistenza.
Muove tenerezza e compassione pensare a una donna dei nostri tempi, che viva il proprio rapporto matrimoniale con il disarmato e attaccamento alla persona amata che siamo ormai usi pensare sia rimasto un retaggio ottocentesco.
Ci appare incredibile che esista oggi, un genere di donna che possa concepire di vivere in funzione della compagnia dell’uomo della propria vita, quindi di entrare in una sorta di vedovanza o di morte civile nel momento in cui la sua figura venga a mancare, vieppiù perché un’altra se lo è portato via.
Ci appare incredibile, ma il tuo racconto ci rammenta in maniera assai verosimile, che oggi come ieri, nel campo degli affetti, dell’amore tradito e dell’abbandono, per molte donne le cose possono continuare ad avvenire come ce le racconti.
E’ possibile che la frattura di un rapporto consolidato, possa generare un crollo psicologico e fisico in chi viene abbandonato, un trauma tanto maggiore quanto quel rapporto appariva certo, rassicurante e immutabile nel tempo.

Eccellente anche la figura della figlia, all’apparenza più forte, battagliera e determinata della madre.
Una figlia (unica) che ha avuto evidentemente un rapporto di attaccamento al proprio padre, tanto profondo da vivere quel suo allontanarsi dalla propria famiglia come un vero tradimento personale.
Una figlia che non ha accettato quella separazione, soprattutto perché questa devastazione del “nido” famigliare ha lasciato macerie e ferite insanabili fra quelli che, quella separazione, l’hanno subita.
A questa figlia è rimasto il mesto prodotto di quel danno: una madre colpita da uno stato depressivo alienante, che l’ha costretta ad assumersi il ruolo di genitrice della propria madre ridotta a una larva umana.
Questa figlia che, nella disperazione della situazione in cui è costretta quotidianamente a vivere, decide di affrontare suo padre in un incontro con la donna che lo ha strappato alla loro famiglia e il piccolo nuovo fratello, figlio della nuova coppia.
Un incontro mosso dall’ingenua speranza di ricondurre alla sua prima casa
l’uomo che l’ha abbandonata.
Una speranza che si spegne nel confronto con la realtà, poiché il padre che ritrova non è certo quello eroico dell’idealizzazione infantile.
Quell’uomo è che non mostra più affetto o nostalgia per quanto si è lasciato alle spalle, ci lascia immaginare un reticente imbarazzo, forse anche una vergogna e un nascosto rimorso, sicuramente il disagio di incontrare sua figlia, sul cui volto legge il segno della propria colpa e della propria meschinità umana.
La donna di lui, la rivale, mostra i ruvidi segni della moderna amazzone: volitività, indifferenza, determinazione e spregiudicatezza.
Si comprende subito che nella nuova coppia è lei il soggetto dominante dei due, quella che ha scelto cosa prendersi e se l’è preso infischiandosene di ogni conseguenza pratica e dubbio morale.
Non la si può incolpare più che tanto, poiché come nei carnivori, la propria natura e l’istinto l’hanno portata a compiere ciò che geneticamente era scritto nel proprio DNA.
La colpa primaria resta di quest’uomo dall’animo di un mollusco, sicuramente attratto da questo genere di donna dotata di un carattere forte e direttivo, l’opposto della donna che aveva sposato e un tempo amata.

Davvero bello il finale, nel quale la madre, pur debole e afflitta, ritrova il suo ruolo protettivo e consolatorio verso la propria figlia, tornata da quell’incontro ferita e piena d’amarezza per aver compreso la pochezza del proprio padre.

Ottimo racconto amica mia, profondo e coinvolgente, non parlo dello stile e della scrittura, poiché la qualità è implicita.

Un abbraccio e un saluto. :)

Re: [Caronte] A volte

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@Nightafter non so come ringraziarti per questo commento, hai riportato alla perfezione ogni mio intento narrativo. Sono sbalordita dal numero impressionante delle visualizzazioni di questo testo e, al di là di ogni apprezzamento, silenzio o dissenso, sono felice di avere scritto un romanzo che gira attorno a questo argomento. Pur partendo dalla medesima afflizione filiale, racconta, però, tutto un  evolversi diverso. Ricevendo giudizi positivi da parte di due Ce, ho detto sì alla prima e... speriamo bene. Uscirà fra qualche mese. Sono doppiamente contenta perchè sebbene avessi già l'impianto, mi sono decisa a lavorarci per bene solo dopo i consensi ricevuti per il primo racconto pubblicato ai tempi sul WD. Ecco, finito il mio vanitoso preSpam  :D  :facepalm: torno al tuo commento.
Come ti dicevo, hai colto tutti gli aspetti così come li ho cencepiti. Come in tutte le storie il comportamento dell'uno non può che ricadere sull'altro portando a reazioni passive o aggressive; c'è sempre un evolversi che può tendere da una parte o dall'altra ma che può anche ribaltarsi grazie a nuovi eventi (o quando si tocca veramente il fondo, per puro istinto di sopravvivenza). La mia è una storia come tante, come troppe. Mi piace narrare del mondo in cui vivo, delle persone che incontro, e ti dico che l'impanto nacque dalla frase di una ragazza che mi raccontò del suo dolore, del suo spaesamento, della sua difficoltà a comprendere (e accettare) il perchè la sua famiglia si fosse sgretolata. Penso che tutti i dolori/traumi/dispiaceri si superino, certo, ma così come si supera un intervento chirurgico, quando ti asportano un rene o la milza o qualcos'altro. Sopravvivi, ma con una ferita che ti costringere a modificare il tuo stile di vita. 
Ti sono infinitamente grata per l'attenzione che presti ai miei racconti. Sei il lettore attento che ogni autore sogna di avere.
ciao e alla prossima  :rosa:

Re: [Caronte] A volte

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ivalibri ha scritto: Ciao @Adel J. Pellitteri
ho trovato molto incisivo il primo racconto. Nella sua brevità ed essenzialità ha un che di folgorante. Questo secondo racconto mi ha colpito di meno. Credo che il punto di vista della figlia sia un po' troppo esasperato anche perché dalla sola lettura non avevo capito che il padre avesse una doppia famiglia e quindi una doppia vita. Pensavo che avesse sì lasciato la prima moglie per Ivana, ma non che il bambino fosse già nato prima (anche se, riflettendo a posteriori, poteva benissimo capirsi). La scena in cui il padre chiede se il bimbo è bello e la protagonista risponde a quel modo mi era dunque sembrata troppo crudele nei confronti di un bambino innocente (e tale rimane comunque, sia nato prima o dopo la separazione ). Siccome la figlia è adulta mi è sembrata una reazione un po' scomposta nei confronti di un bimbo piccolo (che è suo fratello).
Sono considerazioni del tutto personali e di pancia, me ne rendo conto, ma te le dico comunque, magari ti possono servire.
La parte finale, invece, trovo che sia bellissima. Questo emergere dal dolore da parte della madre per aiutare la figlia è una scena davvero emozionante.
Ciao, alla prossima
Scusami non avevo visto questo tuo commento, comprendo ciò che dici e accetto la tua opinione. Grazie e scusa l'imperdonabile ritardo. 
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