Lian apre gli occhi

1
Nero, come un buco di culo nel buio.
Lian si sentiva risplendere in quella oscurità: il suo corpo luminoso tremava come la fiamma di una grossa candela scossa dal vento di un terrore svolazzante.
Nudo come un verme, Lian. Come quando era nato e come quando sarebbe morto, spogliato della sua umanità sopita che nessuna bara di lucido frassino avrebbe potuto smentire. Si mosse, ma non aveva punti fermi da focalizzare e fu come rimanere immobile. Ebbe un senso di vertigine, cominciò a sentirsi fuori dallo spazio, come se fluttuasse. Temendo di perdere il senno lottava contro la paura e mosse i piedi in avanti, alla disperata ricerca di luce. Passi lenti nel buio materico come melma. Sentiva delle presenze che gli strisciavano accanto, chiudeva gli occhi anche se era inutile perché non aveva altre difese, ma il terrore lo costringeva a riaprire le palpebre.
Un leggero odore dolce, di vino, che si trascinava dietro strascichi di alito cattivo gli s’intrufolò nel naso.
Lian vide il buio indietreggiare intorno a sé. Una fonte di luce apparì nel suo campo visivo: un’enorme lucciola eterea e ubriaca si avvicinava barcollando.
«Lian!» urlò la fonte di luce, «cazzodimmerda. Non mi sente?» sussurrò. La voce borbottò qualcosa che non comprese. Sembrava una bestemmia. «Mi senti?» riprovò.
Il ragazzo era gelato, gli occhi così spalancati che temette gli cascassero per terra. La luce sembrava una fonte sicura, ma cominciava a rivelare le forme striscianti degli esseri che vivevano in quel buio. Lian vide scaglie scure e ventri molli e bianchi, arti di ragno con dita nodose e unghie scheggiate, visi deformi dagli sguardi morti e capelli di cenere e catrame svolazzanti che riempivano il vuoto.
Sto per impazzire, pensò Lian.
Le mani gli si staccarono dai fianchi con un movimento arbitrario: sentiva le dita impigliarsi in una stretta che non capiva. «Ragazzo, ti sto tenendo le mani. Ci sei?» La luce era sempre più vicina. Lian ebbe l’impressione acquistasse sempre più la parvenza di un viso. Voleva chiedere, piangere, urlare. Ma la sola cosa che riusciva a fare in quel momento era niente.
I contorni della figura luccicante prendevano forma: il viso squadrato di un uomo, occhiali dalla montatura scura, una delle aste tenuta insieme con dell’adesivo. Capelli neri in ciocche unte e fitte come un plotone di fasci, la frezza bianca sopra la fronte sembrava esserne il capo.
Il richiamo della figura eterea parve avere effetto: Lian cominciò ad avvertire il panico scemare. Gli esseri informi non smettevano di muoversi attorno a lui, ma cominciava ad avvertire quella sicurezza di chi capendo di sognare ricorda di esserne l’artefice e non la vittima. Lian iniziò a sperare fosse davvero così.
«Ragazzo, ti tirerò fuori di qui!»
Lian sentì serrare la presa alle mani e comprese che erano altre mani a farlo.
Ci credette un altro po’ e aprì gli occhi.

 

Lo sciamano stava seduto sui talloni. Il petto magro e sudato: la cacofonia di colori dei tatuaggi blasfemi che gli ricoprivano il corpo brillava alla luce del fuoco che bruciava al centro della stanza.
Lian era sdraiato sul kang, il letto di mattoni adiacente ad uno dei muri della capanna. Si sentiva ubriaco ma non sapeva se aveva bevuto. Il viso che aveva di fronte sembrava quello del sogno. Sogno? Dal collo in giù una rappresentazione colorata di parossistica violenza.
«Lian?» chiese l’uomo.
«Sì?»
Mr Wang accennò un sorriso che pareva solo un pretesto per dare aria ai denti, sciolse le spalle e infilò prima un braccio poi l’altro dentro le maniche dell’accappatoio lercio che aveva alle spalle.
Il petto striato dalle costole in evidenza scomparve: l’ombelico, bocca senza denti di uno dei demoni tatuati, fu l’ultima cosa che vide.
Candele da poco accese intorno: il ragazzo si domandò se non fosse morto e poi tornato per errore.
«Non sei morto» rispose Wang alla domanda non posta che fluttuava nell’aria come una scorreggia. Tirò fuori una bottiglia di porcellana da una delle tasche dell’accappatoio e bevve.
«Che è successo?»
«La cosa che ti ha posseduto è stata scacciata. Ma è ancora nei paraggi.» Gli occhi nascosti nell’ombra delle orbite dietro i riflessi delle fiamme sulle lenti.
Il ragazzo si chiese se “la cosa” fosse minacciosa quanto lo sciamano.
«La risposta è no» disse Wang. «Cosa vedi?»
«Eh?»
«Cosa vedi, adesso?»
Il ragazzo scorse lo sguardo all’interno della capanna. «Vedo l'interno di casa mia e te. Perché?»
«Probabilmente sei ancora sotto l’influenza dello spettro malefico. La realtà che hai intorno potrebbe essere contaminata.»
«Dov’è la nonna?»
«L’anziana che vive con te?» Wang possedeva un segreto: non disse che il corpo vecchio della donna era fuori, sparso sui campi, dilaniato dal nipote poco prima. «Sta bene, è al sicuro» mentì lo sciamano. «Non c’è nessuno intorno, lo spirito avrebbe potuto prenderne possesso, come ha fatto con te.»
«E Fiocco?»
Mr Wang, che fino a quel momento sembrava distratto, ebbe tutta la sua attenzione. «Fi…occo?»
«La mia capretta.»
«Non ho visto nessun»
Un colpo alla porta fece trasalire i due.
«LiaN» chiamò una voce orribile, le parole degli uomini pronunciate da un mostro, «aMOre MiiiO, aprII La PoooRTAAA.»
Anche il ragazzo aveva un segreto. Riguardava lui, la sua capretta e certe cose che le faceva quando non c’era nessuno.
Lian chiuse gli occhi.

 

Lian aprì gli occhi.
La capanna era illuminata da alcune candele intorno a lui.
L’uomo che aveva davanti era seduto sui talloni. Tatuaggi mostruosi sul corpo si muovevano al ritmo del suo respiro e luccicavano di sudore. Le fiammelle delle candele tremolavano sebbene all'interno della povera abitazione non ci fosse un filo di vento. Forse avevano solo paura.
La testa di capra di Mr Wang era enorme e il suo sguardo bestiale inchiodò il ragazzo sul suo giaciglio. «ApRI GLi OcchIII!» urlò.

 

Lian aprì gli occhi.
Il corpo fatto a pezzi di sua nonna tra le mani mentre lo spargeva nei campi come fosse semenza.
Il segreto di Mr Wang vacillava.
Lian chiuse gli occhi.
«Sciamano, sono sveglio? Sono vivo o morto? Dimmi, perché sto per impazzire.»
«Sono io che sono morta, nipote mio» rispose lo sciamano con voce da vecchia.

 

Lian aprì gli occhi.
Stava pensando di cavarseli ma allontanò quel pensiero: tutto era tranquillo nella capanna e Mr Wang era Mr Wang.

Le fiammelle delle candele sembravano punte di frecce puntate verso il soffitto.
«Tutto bene, ragazzo?»
«SiIiiI!» rispose Lian con voce caprina.
 
Lo sciamano si sedette in posizione seiza incrociando le gambe sul pavimento di terra della capanna. Stare seduto tutto quel tempo sui talloni gli aveva indolenzito le natiche.
Strinse l’accappatoio sporco col laccio di corda e fece un nodo. Inumidì pollice e indice con la lingua e una ad una soffocò le fiammelle delle candele, poi sfilò per l’ennesima volta la fiaschetta di vino da una delle tasche e ne trasse un lungo sorso. Prese il pacchetto di sigarette dall’altra e ne accese una. Il corpo del giovane contadino ai suoi piedi scosso da spasmi: Mr Wang provò una infinita pena per lui, complice anche il fatto di non essere a conoscenza del segreto del ragazzo.
«Ho fatto quello che ho potuto» disse a voce alta.
Si alzò in piedi e uscì fuori.
L’alba salutò lo sciamano. Degli uccellini cinguettavano dagli alberi vicini e lui ne trovò ristoro. Il suo sguardo fu rapito da un impercettibile movimento, presunto o reale, che veniva dai campi. Guardò il corpo della nonna, vicino a quello strazio una capra dallo stupido sguardo ruminava senza sosta.
Gettò la sigaretta e velocemente si allontanò.
Barone sbracato che non chiede dazio né gabella.

Re: Lian apre gli occhi

2
Va be', vediamo se riesco a fare un commento senza fare danni. Ciao @Plata <3 Prima volta che leggo questo tuo racconto, non ho idea di quando sia né se l'hai revisionato; vabbè, commento il racconto e basta
Plata ha scritto: ven gen 01, 2021 4:11 pm Nero, come un buco di culo nel buio.
Ho snoffato. Ottimo incipit
Plata ha scritto: ven gen 01, 2021 4:11 pm Lian vide il buio indietreggiare intorno a sé.
Mi piacerebbe più "indietreggiare da intorno a sé
Plata ha scritto: ven gen 01, 2021 4:11 pm un’enorme lucciola eterea e ubriaca
Tre aggettivi per la lucciola mi paiono un po' troppi
Plata ha scritto: ven gen 01, 2021 4:11 pm «Lian!» urlò la fonte di luce, «cazzodimmerda.
Eh sì, condivido
Plata ha scritto: ven gen 01, 2021 4:11 pm Lian vide scaglie scure e ventri molli e bianchi, arti di ragno con dita nodose e unghie scheggiate, visi deformi dagli sguardi morti e capelli di cenere e catrame svolazzanti che riempivano il vuoto.
Alleggerirei questa descrizione; ad es:
"Lian vide scaglie scure e ventri molli, arti di ragno e visi deformi che riempivano il vuoto." Questo è un estremo, trova la tua via :asd:
Plata ha scritto: ven gen 01, 2021 4:11 pm Ma la sola cosa che riusciva a fare in quel momento era niente.
Di norma sarebbe "Ma non riusciva a fare niente in quel momento", ma non so, anche così non mi dispiace
Plata ha scritto: ven gen 01, 2021 4:11 pm Anche il ragazzo aveva un segreto. Riguardava lui, la sua capretta e certe cose che le faceva quando non c’era nessuno.
Oh... OH, be'

Ho amato come passi da descrizioni "epiche" a uno stile "scurrile" in un attimo. è molto particolare, e secondo me funziona; a volte un po' troppo carico, ma forse è solo questione di gusto. Anche la trama è interessante; all'inizio sembra un dark fantasy, poi penso alla metafora del parto, poi quando si torna alla realtà inizio a pensare che Lian possa essere un discepolo di Wang (sarebbe interessante), insomma mi ha incuriosito e tenuto incollato dall'inizio alla fine.
Una domanda sul finale
Plata ha scritto: ven gen 01, 2021 4:11 pm Gettò la sigaretta e velocemente si allontanò.
Lui ha capito, no? Quindi perché se ne va, per tornare poi a risolvere la situazione o perché disinteressato? In un caso o nell'altro, espliciterei
Il personaggio dello sciamano di sicuro è affascinante, mi è piaciuto.
In conclusione, è un ottimo racconto breve, inquietante al punto giusto, e un ottimo esercizio di stile, scritto molto bene.
Ciao^^
Rispondi

Torna a “Racconti”