Up, patriots, to arms

1
https://www.writersdream.org/forum/foru ... s-to-arms/



Up, patriots, to arms



K. entrò nel palazzo nel declinare della tarda mattinata: la languida ora sospesa degli uffici in cui ogni sciocca rivalità, ogni futile polemica, tutto quel che nel freddo mattino sembrò tanto importante svanisce nell’aura incantata della vigilia; tutto è silenzio dietro le ampie finestre da cui raggi dorati svelano galassie oblique di pulviscolo; tutto si placa nelle lunghe fughe dei corridoi, dove ormai superiormente riconciliati gli impiegati vagano in piccoli gruppi, scartando e riappaiandosi piano, come soldati a cavallo lungo frontiere dimenticate.

Morlock, direttore generale, lo attendeva pensieroso; già sindaco, miglior penalista del foro cittadino e padre nobile del Partito mutevole ma da sempre egemone in città, aveva una di quelle fisionomie monoblocco intagliate in pezzo unico, la testa sporgente da prua come una polena.
Brevi convenevoli, e poi K. aprì l’intervista con la vicenda dell’assessore appena silurato.
- Perché sta per aprirsi la crisi?
- È un problema di legittimità politica: Zoster era stato eletto nelle file del PN, che si è poi scisso in due partiti di cui, all’epoca della sua nomina, uno era in maggioranza e l’altro all’opposizione; ma dopo il rimpasto entrambi sono attualmente in giunta. Ora, dopo le dimissioni di Zoster, l’assessorato a chi spetta in quota?
- Non pensa che questi giochi di potere accrescano il disamore della gente per la politica?
- Giochi di potere? Come si fa a governare senza una base di regole certe su cui fondare la baracca? Questa è la politica nel senso più alto del termine, ad amministrare due soldi sono buoni tutti.
- A proposito di amministrazione: l’opposizione vi attacca su tutto, vi accusa di fare solo operazioni di facciata.
- Vede, la democrazia è probabilità: se mi vota il 51% della gente contro il 49% del mio avversario, sono io che governo perché c’è il 51% di probabilità che farò meno danni, mentre se governasse lui ci sarebbe solo il 49%. È un metodo discutibile, semplicistico, forse anche ingiusto, perché da un certo punto di vista sarebbe più corretto che io prendessi il 51% delle decisioni e l’altro il 49%, mentre così io decido il 100% e lui niente. Però di meglio non si è trovato e poi in questo modo l’opposizione ha il vantaggio potenziale di poter non fare quasi niente, la maggioranza quello reale di poter fare quasi tutto. Sul merito delle critiche: noi abbiamo un programma di lungo periodo, nel frattempo è bene che il nostro operato sia visibile, non siamo autolesionisti.
- Sì, ma le emergenze non possono attendere, su tutte quella occupazionale. Vi si rimprovera di non far niente al riguardo.
- Guardi, io ammetto il pregiudizio, in certa misura è necessario; la mancanza di un’impalcatura minima di pregiudizi genera confusione nel pensiero e paralisi nella volontà, dovremmo ricominciare da zero ogni mattina. Ma in questo caso abbiamo un buon esempio di polemica a priori, di faziosità per partito preso: come si fa a sostenere una cosa simile se proprio ieri sono partiti i lavori per ampliare l’ufficio di collocamento?
- Vi si rimprovera anche una mancanza di strategia, di programmazione, gravi ritardi e irregolarità sul piano strutturale comunale.
- Sa quanti ossari si potrebbero riempire con i poveri resti di giunte cadute su un piano regolatore, o strutturale, come lo chiamano ora? Se si ha un minimo di buon senso, la prima cosa da fare è sminare il territorio che, anche quando non sembra, è presidiato in ogni settore, metro quadro per metro quadro. Ognuno difende il suo fino allo stremo, che sia una mattonella o una pianta di gerani; bisogna avanzare con cautela, passo passo, con l’aiuto delle guide indiane, ed è quello che stiamo facendo. Il resto consiste nel colorare un po’ di carte, roba che si fa in qualche mese.
- Cosa ci dice della carenza di parcheggi?
- Ci arriveremo, ma non sono i parcheggi che qualificano civilmente una città.
- Sì, ma i problemi concreti...
- Mi permetta di chiudere con una citazione di Tocqueville: la gravità dei problemi umani è inversamente proporzionale alla loro concretezza.
- Bene, la ringrazio per...
- Un attimo solo, K., volevo parlarle di una certa questione. La seguo da un po’ e mi sembra un tipo in gamba.
- Mi dica.
- Lei conosce Pagliacc, il grande campione?
- Mah, sì, certo, chi non lo conosce?
- Un grande uomo oltre che un campione, no? Carismatico, autorevole, ascoltato con ammirazione e rispetto, giusto?
- Sì, be’, molti lo pensano, poi ognuno...
- E conosce invece Adrian Miholca?
- No, non mi pare, con chi gioca?
- Non gioca più. Era un romeno, ha presente? Uno di quei romeni del cazzo che si ubriacano e poi attaccano rissa o vi vengono addosso con la macchina. Questo però era anche distratto: è caduto da un viadotto della Salerno-Reggio mentre lavorava e si è sfracellato. E Paola Clemente? Le dice niente questo nome?
- Sì, l’ho sentito, però in questo momento non...
- L’aiuto io: bracciante in Puglia, due euro all’ora dai caporali, morta d’infarto a quarantanove anni. Vede il loro errore? Gente senza carisma, che nessuno ascolta con ammirazione e rispetto perché non si dedica al mestiere giusto: non acchiappa palle che gli tirano contro, ma perde tempo nei cantieri stradali o a sfacchinare in campagna, o a svuotare il catetere e pulire il culo a chi è immobilizzato in un letto, e altre cazzate del genere. Come vuole che venga presa sul serio?
- Capisco il suo sarcasmo, ma funziona così dovunque, vale per tutto il mondo.
- Non so, forse non proprio così, almeno non nella stessa misura. C’è una gradazione in tutto e comunque bisogna combattere anche quando il nemico è tutto il mondo, se è un mondo alla rovescia, ed è quello che faccio io.
- Lei? Abbia pazienza, ma...
- Lo so, lo so, lei conosce il mio passato, no?
- Sì, in Lotta Continua da giovane, poi la spola tra DC e PSI, poi centro-destra, centro-sinistra; ha tenuto il punto, insomma.
- Ora il sarcasmo è suo, ma ha usato l’espressione giusta: ho tenuto il punto, esattamente. Ricorda quella vecchia battuta? Una volta ero socialista, poi io sono rimasto fermo, tutti gli altri si sono spostati. Ecco, io sono rimasto fermo.
- Non si direbbe davvero, scusi la franchezza.
- E invece è così. Io sono rimasto a combattere sempre, nell’unico modo possibile: pilotando quotidianamente ogni bando, assunzione, gara d’appalto; comprando il voto di chi lo vende in cambio di ciò che gli spetterebbe; in certi casi venendo perfino a patti con i macellai delle cosche.
- E questo lo chiama combattere?
- Certo, possibile che non capisca? Io sacrifico ogni giorno, ogni istante della mia vita, per arrecare il maggior danno possibile a questo sistema pazzo e criminale, per incancrenirlo, avvelenarlo, sputtanarlo sempre di più. Non capisce che è l’unica forma di lotta possibile? L’unico modo per sgretolarlo dalla base, per moltiplicare la rabbia, il rancore, la frustrazione, la voglia di ribellione? Io sono un patriota, caro mio, lotto per il mio paese, da sempre. E sa perché le sto dicendo tutto questo? Perché mi basta una telefonata al suo direttore per farla buttare fuori dal giornale se quello che scriverà non si fermerà alla falsa citazione di Tocqueville e poi perché...
- Era falsa?
- È ovvio, io mento su tutto: dire la verità al nemico è da idioti. Dicevo che l’altro motivo è che vorrei cooptarla alla causa: amico mio, io vedo in lei dell’idealismo; diventi un patriota, si unisca a noi, siamo più di quanti creda. Ci aiuti a distruggere tutto per salvare il nostro sventurato paese, per ridurlo in macerie, solo così potremo ricostruirlo.
- E in che modo io...
- Lasci fare a me: tra un mese va in pensione l’addetto stampa della presidenza regionale, se accetta il posto è suo.
- Ah, c’è la possibilità?
- Possibilità? Lo vede? Vede la sua carica d’ingenuità, di purezza? Lei è proprio uno di noi, con un po’ di tirocinio farà meraviglie, mi creda. Deve solo mettere a tacere la coscienza puerile, emotiva, superficiale, in favore di quella più virile e razionale, quella che mira allo scopo finale.
- Dunque posso sperare...
- Il posto è già suo, stia tranquillo, anzi mi consenta un’ultima citazione: #stia sereno.
- Non vorrà dire che anche lui...
- Ma certo, anche lui è uno di noi, anche lui è un patriota.

Re: Up, patriots, to arms

2
ciao @massimopud
Di questi tempi viene voglia di sfogarsi. Dopo di che la politica resta sempre l'arte del possibile a dispetto degli ideali.
Ma veniamo alla scrittura.
massimopud ha scritto:K. entrò nel palazzo nel declinare della tarda mattinata: la languida ora sospesa degli uffici in cui ogni sciocca rivalità, ogni futile polemica, tutto quel che nel freddo mattino sembrò tanto importante svanisce nell’aura incantata della vigilia; tutto è silenzio dietro le ampie finestre da cui raggi dorati svelano galassie oblique di pulviscolo; tutto si placa nelle lunghe fughe dei corridoi, dove ormai superiormente riconciliati gli impiegati vagano in piccoli gruppi, scartando e riappaiandosi piano, come soldati a cavallo lungo frontiere dimenticate.
Mi sono chiesto se tu non volessi per caso scoraggiare il lettore. Ci sono espressioni che faccio fatica a comprendere:
"nel declinare della tarda mattinata".
La mattinata è già tarda, declinare sembra una inutile ripetizione, se no "Nel declinare della mattinata".
"tutto quel che nel freddo mattino sembrò tanto importante svanisce nell’aura incantata della vigilia".
Userei "era sembrato". La vigilia di cosa? Poi almeno qui metterei un punto, e anche dopo "pulviscolo"
"dove ormai superiormente riconciliati gli impiegati vagano in piccoli gruppi,".
Perché "superiormente"? Io direi: "dove gli impiegato, ormai riconciliati, vagano a piccoli gruppi"
Anche la frase successiva l'ho trovata particolarmente involuta, poi quando inizia il dialogo tutto diventa più fluido.

Re: Up, patriots, to arms

3
Poldo ha scritto: Mi sono chiesto se tu non volessi per caso scoraggiare il lettore.
Quell'inizio un po' magniloquente nelle intenzioni è scherzoso: in sostanza siamo sul finire dell'orario d'ufficio e gli impiegati cazzeggiano
in attesa (la vigilia) di andarsene a pranzo.
Poldo ha scritto: Di questi tempi viene voglia di sfogarsi. Dopo di che la politica resta sempre l'arte del possibile a dispetto degli ideali.
Sono d'accordo, non sono né un duro e puro, né di quelli che pensano che i politici siano tutti ladri, i politici sono un campione rappresentativo
delle persone che li votano, né migliori né peggiori. Questo racconto vorrebbe essere un piccolo pezzo di satira su un certo modo
trasformista e machiavellico di intendere il potere, secondo cui tutto è lecito se si tratta di salvare una nazione da guai peggiori: riciclarsi
infinite volte nei partiti più improbabili, corrompere diffusamente a tutti i livelli e perfino avallare o coprire crimini efferati (e in Italia
ne sappiamo qualcosa).

Grazie di essere passato, @Poldo , ciao.

Re: Up, patriots, to arms

4
Ciao @massimopud  :)

È bello leggerti nei Racconti. Rendilo meno raro. Te ne saremmo grati.  :libro:   :si:
massimopud    ha scritto: K. entrò nel palazzo nel   sul declinare della tarda mattinata:
Sul finir del giorno - In sul calar del sole - mi suggeriscono di consigliarti la correzione sopra.
massimopud ha scritto: tutto si placa nelle lunghe fughe dei  nei corridoi,
O ti riferisci a lunghi corridoi come via di fuga per soccorso veloce in caso di evacuazione rapida, e allora la tua preposizione articolata potrebbe andare, oppure ti riferisci a tante persone in fuga "nei" corridoi.
massimopud ha scritto: K. entrò nel palazzo nel declinare della tarda mattinata: la languida ora sospesa degli uffici in cui ogni sciocca rivalità, ogni futile polemica, tutto quel che nel freddo mattino sembrò tanto importante svanisce nell’aura incantata della vigilia; tutto è silenzio dietro le ampie finestre da cui raggi dorati svelano galassie oblique di pulviscolo; tutto si placa nelle lunghe fughe dei corridoi, dove ormai superiormente riconciliati gli impiegati vagano in piccoli gruppi, scartando e riappaiandosi piano, come soldati a cavallo lungo frontiere dimenticate.
Comunque un bell'incipit.  (y)
massimopud ha scritto: Sì, ma le emergenze non possono attendere, su tutte quella occupazionale. Vi si rimprovera di non far niente al riguardo.
- Guardi, io ammetto il pregiudizio, in certa misura è necessario; la mancanza di un’impalcatura minima di pregiudizi genera confusione nel pensiero e paralisi nella volontà, dovremmo ricominciare da zero ogni mattina. Ma in questo caso abbiamo un buon esempio di polemica a priori, di faziosità per partito preso: come si fa a sostenere una cosa simile se proprio ieri sono partiti i lavori per ampliare l’ufficio di collocamento?
Qui sopra l'intervista vira sul comico, dopo aver virato sul paradosso ironico dell'interpretazione delle percentuali di voto.

Un gran pezzo di satira, complimenti @massimopud   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: Up, patriots, to arms

5
@Poeta Zaza Ehilà, grazie per aver riesumato questo vecchio pezzo, scritto per il MI 101, un'eternità fa (in realtà tre anni o poco più, ma sembra un secolo).
Poeta Zaza ha scritto: Rendilo meno raro.
Speriamo, dai, se avrò meno guai di questi ultimi due, tre anni.
Poeta Zaza ha scritto: O ti riferisci a lunghi corridoi come via di fuga
Intendevo fuga prospettica, le lunghe profondità dei corridoi, forse in effetti l'espressione è un po' ellittica, non chiarissima.

Grazie di nuovo, ciao.
Rispondi

Torna a “Racconti”

cron