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Primule sulla Luna

Posted: Wed Jun 04, 2025 2:00 pm
by bwv582
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Primule sulla Luna

Difficile raccogliere primule sulla Luna, se non ce le pianti; con la gravità ridotta, poi, si possono spiccare salti che neanche una star NBA, con tanto di annaffiatoio appresso colmo d'acqua. L'accortezza non sta tanto nell'evitare un'eccessiva insolazione nel lento giorno lunare, quanto nel riscaldare la piantina nell'altrettanto lunga notte. Il gibboso faccione selenico è sorpreso di vedermi, sono l'unico con il naso in su tra una folla intenta alla propria vita. Mentre qui si scioglie la rugiada su è già secco da chissà quante ore; chissà se lei abbia sete, me lo chiedo più volte. Forse la Luna si piegherebbe in un mezzo sorriso se riuscisse ad abbeverarsi da qualche parte, magari grazie all'acqua di una cometa di passaggio anche se dimentico sempre che lo scontro tra i due sarebbe traumatico. Già immagino un bel bernoccolo nero, per miliardi di anni che noi, qui, diremmo "un nuovo cratere da impatto, il cratere Pinco Pallino" perché, a una certa, gli scienziati ce li finiamo, ad appiccicarli a buchi e foruncoli lunari. Che poi, la Luna, li conosce? Sarebbe divertente sentirla, un giorno, dirci che le prude il cratere Tycho, quarantatré gradi sud e undici ovest, sì proprio quello, per poi chiamare l'asteroide Eros per scontrarsi con lei che, magari, le passa il prurito. Gran parte del cielo ha un nome o un codice identificativo, la Luna potrebbe lanciare un bel saluto a Haumea che, dall'altra parte del Sistema Solare, le direbbe quanto possa far freddo nella fascia di Kuiper. Non può nemmeno immaginare come ci si sente, con il sole non più grande di un chicco di riso su un cielo nero. Facile brillare e scaldarsi quando si gira intorno alla Terra, voglio vederti qui, a fare l'oggetto transnettuniano, questa è la risposta del pianeta nano. Carino, poi, pianeta nano, di certo oggi non si potrebbe nemmeno dire, dovremmo definirlo pianeta piccino, diversamente grande o altre cose corrette che possano distogliere l'attenzione dai veri problemi.
Su Haumea le primule non fioriscono, pensa questo la Luna mentre scuote la testa; noi le chiamiamo librazioni, spostamenti periodici del satellite che ci permettono di vedere poco più della faccia che ci mostra ogni volta. È la Luna che scuote la testa, lo fa a ogni guerra, lo fa quando pensa al freddo da Giove in poi e quando i terrapiattisti non si chiedono se sia piatta anche lei. Perché vuole attenzione, troppo facile mandare tostapane meccanici a studiarla o sparare proiettili laser, vorrei vedere quando gli uomini metteranno di nuovo piede su di lei... solo Marte le dà soddisfazione, carino che si imbarazza e diventa rosso ogni volta che la guarda. No, non lo fa con tutti, è l'attrazione per Selene a renderlo rubro d'amore. Lui ne ha due di satelliti, ma sono poco più che mosche che gli ronzano intorno per infastidirlo.
Forse le primule fiorirebbero su Marte anche se, nel cambio di stagione, rischiano di finire sepolte sotto la sabbia. La Luna sta lì a ricambiare lo sguardo del pianeta rosso, pensa a come "marziano" sia oggi sinonimo di extraterrestre, in generale. Marziano e non lunare, perché, lei non è fuori dalla Terra? Voglio proprio vedere gli omini prendere la bicicletta e venire qui mentre dicono che qualcosa di alieno è marziano... se la ride sotto i baffi, anche se da quaggiù appare sempre quella faccia pensosa. Troppo bassa la risoluzione degli occhi, con qualche telescopio si possono scrutare le pieghe della sua intimità. Povera Luna, mai una volta che può stare in pace, giusto per distrarsi un attimo e tornare sollevata dopo qualche miliardo di anni passati a fissarci. Chissà se si nasconderebbe dietro gli anelli di Saturno o se potrebbe approfittarne per andare a trovare proprio Haumea. No, troppo freddo, poi lei è più grande, finisce che il pianetino ghiacciato le piomba addosso nella foga di un abbraccio distruggendo entrambi. Pazienza, si fa guardare mentre si specchia al Sole, dipinge ombrine maliziose sul bordo dei crateri in base alle sue fasi senza contare quel vedo-non-vedo sul terminatore che ne risalta i particolari. Attraente, amabile palla lattiginosa, invocazioni dei poeti e progetti scientifici non possono sbagliarsi: dietro le etichette di mari, monti, piane e crateri deve esserci un richiamo ancestrale difficile da cogliere. Lo stesso che mi fa alzare la testa, fino a trovarla, pallida sul cielo mattutino.
Volevo piantare primule sulla Luna, un giorno. Mi sono fermato sul bordo di un cratere a guardare i terrestri farsi la guerra; peccato, il verde-blu di quella palla è un bel colore, trasformarlo in un arido marroncino non sarebbe l'ideale, bastano già le nubi su Venere. Avevo queste primule in mano e la Luna mi ha detto di tenerle per onorare i nostri morti. Non credevo che un mondo statico in un eterno presente mi parlasse di vita e di morte; l'ho rimproverata di essere arida e inerte. Come il nostro cuore, è stata la sua risposta. Ho lasciato cadere le primule al suolo, si sono sfaldate per l'assenza di atmosfera mentre un Sole sovrano ha contribuito ad avvizzirle fino a bruciarle. Il nostro satellite è una grigia palla di polvere e crateri come tanti altri sassi dello spazio, mentre la vita appartiene alla Terra anche se stiamo cercando di cancellarla.
Forse non posso piantare primule sulla Luna.
Forse non posso andare sulla Luna.
Forse tutto questo non è mai esistito.

Un vasetto di primule sta su una sedia, vicino alla manovia, credo che sia un regalo per la festa della donna.
Prendo l'ennesimo pezzo dal carrello, in questa catena di montaggio che mi strappa alla giovinezza per portarmi alla vecchiaia. Hanno preso la mia vita e i miei sogni in cambio di un misero e necessario indennizzo: per così poco non permetterò che si prendano anche la mia capacità di immaginare.

Re: Primule sulla Luna

Posted: Wed Jun 04, 2025 7:44 pm
by Akhaten
Non ho molto da dire sul piano tecnico, a parte qualche imprecisione nella punteggiatura. Più che una storia, mi sembra un po' una serie di pensieri grezzi messi in parole. Non è una cosa positiva o negativa, dipende dai gusti. Ricorda vagamente il flusso di coscienza di Joyce e company. 

Re: Primule sulla Luna

Posted: Wed Jun 04, 2025 10:12 pm
by bwv582
Akhaten wrote: Non è una cosa positiva o negativa, dipende dai gusti.
Ciao @Akhaten, a dire il vero volevo mettermi alla prova con il flusso di coscienza. Quindi se questo racconto ti ha ricordato questo tipo di narrazione, lo prendo come cosa positiva.
Grazie per il tuo pensiero.  :libro: 

Re: Primule sulla Luna

Posted: Fri Jun 06, 2025 11:39 pm
by Nightafter
Ciao @bwv582 

Ho letto il tuo racconto e mi è assai piaciuto.
Ti lascio un mio commento critico.

1. Struttura e narrazione

Il racconto si presenta come una prosa poetica che alterna riflessioni oniriche, personificazioni della Luna e di altri corpi celesti, e un finale che vira verso un registro più realistico e introspettivo. La struttura è volutamente fluida, quasi priva di una trama lineare, e si sviluppa come un flusso di coscienza che intreccia immagini cosmiche, pensieri filosofici e frammenti di un’esperienza personale. Questa scelta stilistica è efficace nel creare un’atmosfera contemplativa, ma può risultare disorientante per un lettore che cerca un arco narrativo più definito.
Il passaggio finale, con l’introduzione della scena terrestre della catena di montaggio e del vasetto di primule, è un punto di rottura che riporta il lettore dalla dimensione cosmica a quella umana. Questo contrasto è potente, ma la transizione appare un po’ brusca. Un maggiore collegamento tra le riflessioni astrali e la realtà quotidiana potrebbe rafforzare la coesione narrativa, ad esempio attraverso un accenno precedente alla condizione lavorativa o al vasetto di primule.

2. Stile e linguaggio

Il linguaggio è lirico, ricco di metafore e immagini evocative, come “il gibboso faccione selenico” o “la Luna che scuote la testa”. La personificazione della Luna e degli altri corpi celesti (Marte, Haumea, Eros) è un elemento centrale che dona al racconto un tono fiabesco e ironico, ma anche profondamente malinconico. L’uso di termini colloquiali come “bernoccolo nero” o “rincoglionire” (sebbene non presente qui, ma nello stile del racconto precedente) si alterna a espressioni più poetiche, creando un registro che oscilla tra l’intimo e l’universale.
Tuttavia, in alcuni punti, la densità di immagini e riferimenti astronomici (es. “quarantatré gradi sud e undici ovest” per il cratere Tycho) può appesantire la lettura, soprattutto per chi non è familiare con la terminologia. Una maggiore sintesi in alcune descrizioni potrebbe rendere il testo più accessibile senza sacrificare la sua ricchezza. Inoltre, alcune frasi lunghe e complesse, come “Pazienza, si fa guardare mentre si specchia al Sole, dipinge ombrine maliziose sul bordo dei crateri in base alle sue fasi senza contare quel vedo-non-vedo sul terminatore che ne risalta i particolari”, potrebbero beneficiare di una punteggiatura più incisiva o di una riformulazione per migliorare il ritmo.

3. Temi e simbolismo

Il racconto esplora temi profondi: il desiderio di bellezza e vita in un contesto arido (la Luna come metafora dell’impossibilità), il contrasto tra l’aspirazione ideale e la realtà opprimente, e la solitudine dell’individuo di fronte all’immensità dell’universo e alle difficoltà terrene. Le primule rappresentano un simbolo di fragilità e speranza, un tentativo di portare vita dove non può esistere, e il loro sfaldarsi nell’assenza di atmosfera lunare riflette la vanità di certi sogni di fronte alla realtà.
La Luna, personificata, diventa un’entità che osserva l’umanità con un misto di compassione e distacco, mentre il narratore incarna una voce disillusa ma ancora capace di immaginare. Il riferimento alla guerra e ai “terrestri che si fanno la guerra” introduce una critica alla distruttività umana, contrapponendo l’aridità della Luna alla potenziale bellezza della Terra, che però viene compromessa.
Il finale, con la catena di montaggio e il vasetto di primule, suggerisce un ritorno alla realtà quotidiana e al peso di un’esistenza alienante. La frase “Hanno preso la mia vita e i miei sogni in cambio di un misero e necessario indennizzo” è particolarmente potente, esprimendo una ribellione interiore contro la perdita della capacità di sognare. Tuttavia, il tema del lavoro alienante potrebbe essere ulteriormente sviluppato per dare maggiore spessore al contrasto tra il sogno cosmico e la realtà terrestre.

4. Immagini e atmosfera

Le immagini cosmiche sono il cuore del racconto e creano un’atmosfera di meraviglia mista a malinconia. Espressioni come “il sole non più grande di un chicco di riso su un cielo nero” o “la Luna che ricambia lo sguardo del pianeta rosso” sono suggestive e trasportano il lettore in un universo antropomorfizzato, dove i corpi celesti dialogano e si relazionano come esseri umani. Questo approccio è originale e conferisce al racconto una dimensione mitologica moderna.
Tuttavia, l’abbondanza di immagini e digressioni (es. il dialogo immaginario tra la Luna e Haumea) può diluire l’impatto emotivo. Una selezione più mirata delle immagini potrebbe intensificare il messaggio centrale, rendendo il testo più incisivo.

5. Punti di forza
  • Originalità: La personificazione della Luna e degli altri corpi celesti è un espediente creativo che rende il racconto unico, mescolando scienza, poesia e ironia.
  • Tono emotivo: La voce del narratore, oscillante tra nostalgia, ironia e ribellione, è autentica e coinvolgente, soprattutto nel finale.
  • Simbolismo delle primule: L’immagine delle primule che si sfaldano sulla Luna è potente e rappresenta efficacemente il conflitto tra desiderio e realtà.
  • Critica sociale: Il riferimento alla guerra e al lavoro alienante aggiunge una dimensione critica che arricchisce il testo, collegandolo a questioni universali.
6. Aree di miglioramento
  • Coesione narrativa: Il passaggio dal piano cosmico a quello terrestre è suggestivo, ma potrebbe essere reso più fluido con un’introduzione graduale del contesto lavorativo o del vasetto di primule.
  • Sintesi: Alcune descrizioni e digressioni, pur evocative, risultano ridondanti. Una revisione per eliminare dettagli non essenziali potrebbe migliorare il ritmo.
  • Chiarezza tematica: Il tema del lavoro alienante emerge solo alla fine e potrebbe essere anticipato o approfondito per rafforzare il contrasto con le riflessioni cosmiche.
  • Punteggiatura e ritmo: In alcuni punti, le frasi lunghe e la punteggiatura scarsa rallentano la lettura. Una revisione attenta potrebbe migliorare la fluidità.
7. Interpretazione complessiva

"Primule sulla Luna" è un racconto che si muove tra il sogno e la realtà, usando la Luna come specchio per riflettere sulle aspirazioni umane e sulle loro limitazioni. La narrazione, pur non lineare, cattura l’immaginazione attraverso un linguaggio poetico e immagini cosmiche che evocano meraviglia e malinconia. Il finale, con il ritorno alla realtà della catena di montaggio, è un pugno nello stomaco che sottolinea l’alienazione dell’individuo moderno, ma anche la sua resilienza nel voler continuare a sognare.
Il racconto funziona come una meditazione sulla bellezza irraggiungibile e sulla lotta per preservare la capacità di immaginare in un mondo che tende a soffocarla. Con alcune revisioni per migliorare la coesione e il ritmo, potrebbe diventare ancora più incisivo, mantenendo intatta la sua originalità e profondità emotiva.
8. Suggerimenti pratici
  • Transizione più fluida: Introduci un accenno al contesto lavorativo o alle primule prima del finale, magari attraverso un pensiero del narratore che collega la Luna alla sua realtà quotidiana.
  • Sintesi delle immagini: Riduci alcune digressioni (es. il dialogo tra Luna e Haumea) per concentrarti sulle immagini più potenti, come le primule che si sfaldano o lo sguardo della Luna.
  • Rafforzare il tema del lavoro: Approfondisci la condizione alienante del narratore, magari accennando alla sua routine lavorativa o al vasetto di primule in un momento precedente, per creare un filo conduttore.
  • Revisione stilistica: Semplifica alcune frasi lunghe e usa la punteggiatura per guidare meglio il ritmo, rendendo il testo più accessibile senza perdere il suo carattere poetico.
Conclusione

"Primule sulla Luna" è un racconto poetico e visionario che mescola con originalità elementi di fantascienza, riflessione filosofica e critica sociale. La sua forza risiede nella capacità di evocare un senso di meraviglia e malinconia, usando la Luna come simbolo di un desiderio irraggiungibile. Con alcune revisioni per migliorare la coesione e il ritmo, il testo potrebbe raggiungere un equilibrio ancora più efficace tra immaginazione e realtà, lasciando un’impronta duratura nel lettore. È un’opera che invita a riflettere sulla fragilità dei sogni e sulla resilienza dello spirito umano, con un linguaggio che, pur con qualche asperità, sa toccare corde profonde.

Con i miei complimenti un caldo saluto (y)

Re: Primule sulla Luna

Posted: Sat Jun 07, 2025 9:53 pm
by bwv582
Al di là dell'analisi approfondita nei dettagli, mi hai dato un mare di spunti di riflessione e di miglioramento, @Nightafter.
Non so davvero cosa dire, se non un grazie di cuore. :sss: 

Re: Primule sulla Luna

Posted: Sat Jun 07, 2025 10:21 pm
by Nightafter
bwv582Al di là dell'analisi approfondita nei dettagli, mi hai dato un mare di spunti di riflessione e di miglioramento, @Nightafter.
Non so davvero cosa dire, se non un grazie di cuore. :sss: 
Davvero felice se ti sono stato utile. :P (y)