[MI 185] La sospesa verità
Posted: Sun Dec 08, 2024 8:51 pm
Traccia di Mezzanotte: La scomoda poltrona del testimone.
[MI 185] La sospesa verità
Personaggi:
Il turpe Iago
Vito: l'amante clandestino
Oddone: Il testimone
Prologo
Un individuo odioso, Iago, corrotto e impunito, viene accusato di un crimine che non ha commesso.
Oddone può scagionarlo, perché l'ha visto con l'amante Vito altrove, all'ora del delitto.
Iago è stato accusato di omicidio, con accuse probanti (la pistola con le sue impronte, il colpevole apparentemente simile a lui, un pessimo rapporto con la vittima (Ti ammazzerò un giorno...). Vito non vuole essere il suo alibi per salvare se stesso e la sua famiglia dallo scandalo del suo coming out. Comunque Iago, innamorato di lui, non parlerà di Vito, neppure per difendersi dall'arresto e da una lunga condanna.
Oddone conosce entrambi: disprezza Iago per le sue truffe impunite e la sua condotta di vita discutibile, e stima Vito, onesto e laborioso, sposato e padre di due figli piccoli.
Cosa prevarrà? Verità o compassione? Giustizia o vendetta? Equità o minor male?
ATTO UNICO
Sul mio sentiero c’è un solo vero. Questo era il suo motto.
Conosceva i tre filtri di Socrate per orientare le scelte di vita: Verità, Bontà, e Utilità.
"Ma come faccio con la Bontà di quello che dichiarerei? Se è buona cosa per una parte, non lo è per l'altra..."si arrovella il nostro.
Oddone è certo del giorno: era il suo quarantesimo compleanno e alla mattina di quella domenica si trovava per funghi negli anfratti del suo bosco preferito.
Lui ricorda di essere stato messaggiato dalla moglie alle nove e trenta (l'ora gli è apparsa chiara sul cellulare) e, dopo la fine della conversazione, passata forse mezz'ora e una distanza in linea d'aria di forse cento metri, procedendo silenzioso e guardingo come suo solito, col bastone a tastare il terreno per sondare eventuali pericoli di serpi e affini, ecco che sente degli ansiti umani nelle vicinanze... Non volendo palesarsi ma comunque curioso e perplesso, segue i rumori soffocati e li vede.
Sono il turpe Iago e il buon Vito, avvinti in un amplesso in uno spiazzo piano, su un plaid, fra le frasche.
Non vuole fare il guardone e si allontana in silenzio e, alzando piano un piede via l'altro, evita le foglie secche per il crepitio.
Non prima, comunque, della netta sensazione di uno Iago tenero e innamorato. La cosa lo disturba, perché non quadra con il suo assodato e conclamato giudizio sul personaggio.
Tre giorni dopo, al mercoledì, viene a sapere dell'arresto di Iago per omicidio. Il crimine è avvenuto la domenica mattina, verso le dieci, in una località a venti chilometri dal punto dell'incontro degli amanti nel bosco.
Oddone è smarrito in se stesso, in preda agli echi di una coscienza frastornata, che gli manda messaggi contraddittori:
- Sul tuo sentiero c'è un solo vero;
- Se testimoni la verità, una persona buona pagherà e una cattiva si salverà;
- Se non testimoni la verità, una persona non colpevole pagherà;
- Spazia il tuo orizzonte per decidere;
- Se taci, una persona cattiva pagherà per qualcosa che non ha fatto.
- Non farti confondere dai rumori di fondo del pensiero dominante, attraversato da lampi di vendetta, di equità, giustizia o ingiustizia, compassione o vendetta;
- Cerca il silenzio, in te e fuori di te: nel silenzio, appollaiato sui bordi del pensiero, decifra il tuo giudizio;
- Verità, bontà, utilità: non c'è setaccio che non lasci scorie;
- Non farti frastornare mentre pensi; così arriva, intatto e da plasmare, quel giudizio.
Ma gli echi materialistici sgomitano uno sull'altro:
- Iago è un mostro impunito: se taci, ci sono buone possibilità che paghi quello che si è meritato in altre occasioni;
- Iago non ha colpe dell'ultimo crimine: è stato coinvolto e intrappolato: devi parlare per giustizia e verità;
- Non pensi allo scandalo per il buon Vito, al giudizio sferzante della gente benpensante e ipocrita che annienterebbe una famiglia unita?
- Perché Vito non parla per amor di verità e di Iago? Lascia che parli lui;
- Perché Iago non parla? Per amore? E allora lasciagli fare una cosa buona nella vita... Che si consegni alla Giustizia senza opporre un alibi! Se dovessero trovare il vero colpevole (non è escluso) vorrà dire che sarà il Destino a sistemare le cose per bene!
- Potrebbero non credere a Vito, e pensare che lo faccia per salvare Iago: pur essendo vero, verrebbe vanificato il suo doloroso coming out.
Oddone si rivolge alla moglie, fuori campo:
" Hai sentito, cara moglie mia? Cosa devo fare, secondo te?"
"Parla con Vito, rivelagli la verità. Consiglialo di fare coming out con sua moglie il prima possibile, e comunicagli la tua decisione di testimoniare per dare un alibi a Iago. Però, non si sa mai, incontralo in un parco in un'ora di punta."
"Diletta mia, Verità o compassione? Giustizia o vendetta? Equità o minor male?"
"Sul tuo sentiero c'è un solo vero" gli fa eco la moglie.
FINE
[MI 185] La sospesa verità
Personaggi:
Il turpe Iago
Vito: l'amante clandestino
Oddone: Il testimone
Prologo
Un individuo odioso, Iago, corrotto e impunito, viene accusato di un crimine che non ha commesso.
Oddone può scagionarlo, perché l'ha visto con l'amante Vito altrove, all'ora del delitto.
Iago è stato accusato di omicidio, con accuse probanti (la pistola con le sue impronte, il colpevole apparentemente simile a lui, un pessimo rapporto con la vittima (Ti ammazzerò un giorno...). Vito non vuole essere il suo alibi per salvare se stesso e la sua famiglia dallo scandalo del suo coming out. Comunque Iago, innamorato di lui, non parlerà di Vito, neppure per difendersi dall'arresto e da una lunga condanna.
Oddone conosce entrambi: disprezza Iago per le sue truffe impunite e la sua condotta di vita discutibile, e stima Vito, onesto e laborioso, sposato e padre di due figli piccoli.
Cosa prevarrà? Verità o compassione? Giustizia o vendetta? Equità o minor male?
ATTO UNICO
Sul mio sentiero c’è un solo vero. Questo era il suo motto.
Conosceva i tre filtri di Socrate per orientare le scelte di vita: Verità, Bontà, e Utilità.
"Ma come faccio con la Bontà di quello che dichiarerei? Se è buona cosa per una parte, non lo è per l'altra..."si arrovella il nostro.
Oddone è certo del giorno: era il suo quarantesimo compleanno e alla mattina di quella domenica si trovava per funghi negli anfratti del suo bosco preferito.
Lui ricorda di essere stato messaggiato dalla moglie alle nove e trenta (l'ora gli è apparsa chiara sul cellulare) e, dopo la fine della conversazione, passata forse mezz'ora e una distanza in linea d'aria di forse cento metri, procedendo silenzioso e guardingo come suo solito, col bastone a tastare il terreno per sondare eventuali pericoli di serpi e affini, ecco che sente degli ansiti umani nelle vicinanze... Non volendo palesarsi ma comunque curioso e perplesso, segue i rumori soffocati e li vede.
Sono il turpe Iago e il buon Vito, avvinti in un amplesso in uno spiazzo piano, su un plaid, fra le frasche.
Non vuole fare il guardone e si allontana in silenzio e, alzando piano un piede via l'altro, evita le foglie secche per il crepitio.
Non prima, comunque, della netta sensazione di uno Iago tenero e innamorato. La cosa lo disturba, perché non quadra con il suo assodato e conclamato giudizio sul personaggio.
Tre giorni dopo, al mercoledì, viene a sapere dell'arresto di Iago per omicidio. Il crimine è avvenuto la domenica mattina, verso le dieci, in una località a venti chilometri dal punto dell'incontro degli amanti nel bosco.
Oddone è smarrito in se stesso, in preda agli echi di una coscienza frastornata, che gli manda messaggi contraddittori:
- Sul tuo sentiero c'è un solo vero;
- Se testimoni la verità, una persona buona pagherà e una cattiva si salverà;
- Se non testimoni la verità, una persona non colpevole pagherà;
- Spazia il tuo orizzonte per decidere;
- Se taci, una persona cattiva pagherà per qualcosa che non ha fatto.
- Non farti confondere dai rumori di fondo del pensiero dominante, attraversato da lampi di vendetta, di equità, giustizia o ingiustizia, compassione o vendetta;
- Cerca il silenzio, in te e fuori di te: nel silenzio, appollaiato sui bordi del pensiero, decifra il tuo giudizio;
- Verità, bontà, utilità: non c'è setaccio che non lasci scorie;
- Non farti frastornare mentre pensi; così arriva, intatto e da plasmare, quel giudizio.
Ma gli echi materialistici sgomitano uno sull'altro:
- Iago è un mostro impunito: se taci, ci sono buone possibilità che paghi quello che si è meritato in altre occasioni;
- Iago non ha colpe dell'ultimo crimine: è stato coinvolto e intrappolato: devi parlare per giustizia e verità;
- Non pensi allo scandalo per il buon Vito, al giudizio sferzante della gente benpensante e ipocrita che annienterebbe una famiglia unita?
- Perché Vito non parla per amor di verità e di Iago? Lascia che parli lui;
- Perché Iago non parla? Per amore? E allora lasciagli fare una cosa buona nella vita... Che si consegni alla Giustizia senza opporre un alibi! Se dovessero trovare il vero colpevole (non è escluso) vorrà dire che sarà il Destino a sistemare le cose per bene!
- Potrebbero non credere a Vito, e pensare che lo faccia per salvare Iago: pur essendo vero, verrebbe vanificato il suo doloroso coming out.
Oddone si rivolge alla moglie, fuori campo:
" Hai sentito, cara moglie mia? Cosa devo fare, secondo te?"
"Parla con Vito, rivelagli la verità. Consiglialo di fare coming out con sua moglie il prima possibile, e comunicagli la tua decisione di testimoniare per dare un alibi a Iago. Però, non si sa mai, incontralo in un parco in un'ora di punta."
"Diletta mia, Verità o compassione? Giustizia o vendetta? Equità o minor male?"
"Sul tuo sentiero c'è un solo vero" gli fa eco la moglie.
FINE