[CN23] L'ultimo Natale
Posted: Sat Dec 23, 2023 6:16 pm
Traccia 4: "Lo scampanellio"
Durante la cena di Natale, un insistente scampanellio interrompe il tranquillo clima festivo che avvolge la casa. Qualcosa trasforma radicalmente il corso di quella serata.
Genere: Fantasy
[CN23] L'ultimo Natale
Il padrone di casa non è mai solo alla cena di Natale: sulla tavola apparecchiata con dovizia di porcellane e suppellettili luccicanti rosso e oro, ci sono due coperti. Oltre al suo, c'è un posto-fantasma natalizio da tanti anni.
Pietro vede con gli occhi della mente l'occupante invitata e altro non si aspetta; pregusta i manicaretti, preparati dalla sua colf come tutto il resto prima di lasciarlo solo. Mentre quelli si scaldano nel microonde, lui brinda al presente fantasma con serena, arresa malinconia.
Lo scampanellio lo coglie impreparato: Chi può essere? si chiede mentre si avvia alla porta. Non aspetta nessuno. Non ha più nessuno da aspettare.
Dallo spioncino scorge una figura intabarrata e misteriosa. Le chiede di identificarsi e le parole Sai chi sono lo gelano più degli spifferi di vento che fa entrare insieme con chi ha parlato: la sua ex moglie.
Come un automa teleguidato da vicino, va a sedersi al suo posto, e l'ospite di fronte a lui, sulla sedia che le compete e che l'aspettava.
Pietro è come un uomo avvolto da corde e legato: non riesce a muoversi e ha il cuore in tumulto. Lei ha l'ultimo viso che aveva prima di lasciarlo, ma non la rabbia nei lineamenti, che ora sono rilassati e sereni. A suo agio, si è liberata del cappotto e della sciarpa.
Si guardano: Pietro a bocca semiaperta mentre la figura femminile, la sua Annamaria, morta da anni, esordisce:
"È tempo che noi due ci spieghiamo un po' di cose." Si protende verso di lui e lo avvolge in una cantilena a ritmo ipnotico:
Durante la cena di Natale, un insistente scampanellio interrompe il tranquillo clima festivo che avvolge la casa. Qualcosa trasforma radicalmente il corso di quella serata.
Genere: Fantasy
[CN23] L'ultimo Natale
Il padrone di casa non è mai solo alla cena di Natale: sulla tavola apparecchiata con dovizia di porcellane e suppellettili luccicanti rosso e oro, ci sono due coperti. Oltre al suo, c'è un posto-fantasma natalizio da tanti anni.
Pietro vede con gli occhi della mente l'occupante invitata e altro non si aspetta; pregusta i manicaretti, preparati dalla sua colf come tutto il resto prima di lasciarlo solo. Mentre quelli si scaldano nel microonde, lui brinda al presente fantasma con serena, arresa malinconia.
Lo scampanellio lo coglie impreparato: Chi può essere? si chiede mentre si avvia alla porta. Non aspetta nessuno. Non ha più nessuno da aspettare.
Dallo spioncino scorge una figura intabarrata e misteriosa. Le chiede di identificarsi e le parole Sai chi sono lo gelano più degli spifferi di vento che fa entrare insieme con chi ha parlato: la sua ex moglie.
Come un automa teleguidato da vicino, va a sedersi al suo posto, e l'ospite di fronte a lui, sulla sedia che le compete e che l'aspettava.
Pietro è come un uomo avvolto da corde e legato: non riesce a muoversi e ha il cuore in tumulto. Lei ha l'ultimo viso che aveva prima di lasciarlo, ma non la rabbia nei lineamenti, che ora sono rilassati e sereni. A suo agio, si è liberata del cappotto e della sciarpa.
Si guardano: Pietro a bocca semiaperta mentre la figura femminile, la sua Annamaria, morta da anni, esordisce:
"È tempo che noi due ci spieghiamo un po' di cose." Si protende verso di lui e lo avvolge in una cantilena a ritmo ipnotico:
"Doveva essere musica: note liete di cento e più sorrisi o note basse - dolori condivisi - la melodia di un lento stretti stretti, il sottofondo fisso degli affetti. Ma non è stato.
Dovevano essere note esaltanti o stridule e smorzate tra quelle non sentite o travisate. Sì e no: talvolta.Dovevano essere con te suoni stonati, toni segreti e toni indovinati, toccata e fuga, ritmi peculiari con echi desti o pigri, a volte amari. A volte: e i pIù tanti ... stonati... amari.
Alla fine no, non è stata una bella musica, la nostra marcia nuziale non riuscita."
Pietro obietta: "Colpa di chi? Di tutti e due, mi pare..."
"Certo, si è in due a fare una coppia. Ma la convivenza va aiutata con la comprensione e la buona volontà, l'impegno verso chi si ama.
Come la mia mania dell'ordine era tale ai tuoi occhi perché la trovavi squilibrata rispetto alla tua confusione nelle cose: e più la facevi crescere più ti sembrava sproporzionata la mia mania, che invece stava ferma allo stesso punto: era il tuo caos a dilagare."
Pietro ridacchia: "Lo sai che mia madre era sempre un passo dietro di me, anche da adolescente, a raccogliere i vestiti, puliti o sporchi, che lasciavo in giro per casa?"
"Già, ti ha instillato il pensiero che ogni donna della tua vita sarebbe stata al tuo servizio, vero? Difficile abbattere la costruzione di un mito. Ah... I disastri che lei ha fatto nel tuo primo ventennio. Le madri hanno il potere di darti la vita e di impostartela con accanto l'esempio del prodotto finito che dovresti diventare... ma tu un padre non l'hai avuto... "
Pietro ridacchia: "Lo sai che mia madre era sempre un passo dietro di me, anche da adolescente, a raccogliere i vestiti, puliti o sporchi, che lasciavo in giro per casa?"
"Già, ti ha instillato il pensiero che ogni donna della tua vita sarebbe stata al tuo servizio, vero? Difficile abbattere la costruzione di un mito. Ah... I disastri che lei ha fatto nel tuo primo ventennio. Le madri hanno il potere di darti la vita e di impostartela con accanto l'esempio del prodotto finito che dovresti diventare... ma tu un padre non l'hai avuto... "
"Ti ho sposata per amore, Annamaria. Eravamo complici in una vita da ladri. Ma, a un certo punto, mancava l'affetto da rubare e per l'amore non avevamo più la dinamite. Perché tu hai avvizzito il tuo carattere e la tua brillantezza con osservazioni caustiche, prediche e pretese di avere una vita libera come la mia. Ma per un uomo è diverso..."
"Diverso perché? Ho dimostrato, lasciandoti, di avere successo nella tua stessa professione."
"Eri già conosciuta per essere mia moglie; sei stata facilitata".
Ride Annamaria: "Perché i tuoi buoni conoscenti avrebbero dovuto favorirmi? E poi, ho cambiato città e mi hanno accolta col mio cognome, non col tuo."
"Diverso perché? Ho dimostrato, lasciandoti, di avere successo nella tua stessa professione."
"Eri già conosciuta per essere mia moglie; sei stata facilitata".
Ride Annamaria: "Perché i tuoi buoni conoscenti avrebbero dovuto favorirmi? E poi, ho cambiato città e mi hanno accolta col mio cognome, non col tuo."
"Io non ho dovuto cambiare paese per scrollarmi le ragnatele che mi crescevano addosso in casa." fa lui, caustico.
Lei scrolla le sue, di spalle:
"E poi, i tuoi tradimenti. Cominciati presto e proseguiti di gran carriera.
Fedifrago: non solo infedele. La grande cena con le tre coppie di amici. Una alla volta, le donne si sono alzate da tavola con una scusa. Combinazione, ogni volta tu non c'eri a tavola. Che si trattasse di assaggiare se era giusto di sale l'arrosto, o di giudicare una tua composizione floreale, la convocata ti raggiungeva per una somma di minuti bastanti all'occorrenza. L'ho capito sin dalla seconda, la Irma, con una traccia di salsa sulla schiena. E stavo per seguire la terza... Cosa rispondi?"
Pietro avvampa, e la voce trema:
"Tu hai smesso di dimostrarmi amore e io ho cercato palliativi e adrenalina altrove."
"Io soffrivo per i tuoi comportamenti ma non volevo fare soffrire te e diventare uggiosa dicendotelo. Mi mancavano le attenzioni, le dolcezze, le premure, il confronto costruttivo... E la parola amore che ingoiavo io e ingoiavi tu. Così mi sono sfinita."
Pietro è lapidario: "Anche tu mi hai tradito."
"Ho cercato un po' di piacere - e non solo sesso - dopo che tu non l'hai più trovato con me: andavo a rifornirmene altrove."
"Io non ti avrei mai lasciato: sei stata tu a scappare da me."
"Sono andata a morirti lontana: quello è stato il mio ultimo dono."
"E poi, i tuoi tradimenti. Cominciati presto e proseguiti di gran carriera.
Fedifrago: non solo infedele. La grande cena con le tre coppie di amici. Una alla volta, le donne si sono alzate da tavola con una scusa. Combinazione, ogni volta tu non c'eri a tavola. Che si trattasse di assaggiare se era giusto di sale l'arrosto, o di giudicare una tua composizione floreale, la convocata ti raggiungeva per una somma di minuti bastanti all'occorrenza. L'ho capito sin dalla seconda, la Irma, con una traccia di salsa sulla schiena. E stavo per seguire la terza... Cosa rispondi?"
Pietro avvampa, e la voce trema:
"Tu hai smesso di dimostrarmi amore e io ho cercato palliativi e adrenalina altrove."
"Io soffrivo per i tuoi comportamenti ma non volevo fare soffrire te e diventare uggiosa dicendotelo. Mi mancavano le attenzioni, le dolcezze, le premure, il confronto costruttivo... E la parola amore che ingoiavo io e ingoiavi tu. Così mi sono sfinita."
Pietro è lapidario: "Anche tu mi hai tradito."
"Ho cercato un po' di piacere - e non solo sesso - dopo che tu non l'hai più trovato con me: andavo a rifornirmene altrove."
"Io non ti avrei mai lasciato: sei stata tu a scappare da me."
"Sono andata a morirti lontana: quello è stato il mio ultimo dono."
"Sto sognando, vero?"
"Sì e no".
I lineamenti di lei si sciolgono in un ultimo sorriso, poi si deformano; si allargano a raggiera su un volto occupato da orbite cieche che lo guarda senza parlare e lo lascia senza respiro, mentre una nuova ospite si avvicina a lui e l'avvolge in un abbraccio conclusivo.