Genere Lyssavirus

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Distese le gambe sulla scrivania con il mozzicone di sigaretta penzoloni dalle labbra. Aveva visto questa scena in molti film con John Wayne, e lui si sentiva un po' sceriffo un po' bandito. Sceriffo perchè i suoi studi sarebbero stati una svolta epocale per l'umanità, bandito perchè lo avevano costretto all'isolamento. Le lobby occulte cercavano di impedirgli di portare avanti le sue ricerche, ma non intendeva mollare. Appena avesse ottenuto risultati solidi e definitivi, li avrebbe urlati al mondo. E stavano arrivando. A tal pensiero gli saliva una vampata di calore al volto, il corpo si irrigidiva per l'emozione e la grinta lo pervadeva.
Preso dallo slancio di entusiasmo si strappò il mozzicone di bocca e lo spense sulla corazza di una grossa blatta che stava transitando, ignara, sul bracciolo della sua poltrona. Poi saltò in piedi e annusò l'aria: “Chitina e resilina, mh!” pensò ricordando i suoi studi universitari. Dagli angoli della bocca gli colarono due rigoli di saliva, prese l'insetto abbrustolito e lo masticò di gusto.
Mentre ancora assaporava lo spuntino croccante, un lamento si alzò dall'angolo più buio della stanza, in cui aveva sistemato un lettino da ospedale e tutti i macchinari, sottratti di nascosto dal suo vecchio laboratorio. Li aveva dovuti prendere nottetempo, aiutato da Naira, la giovane cameriera, quando l'Università di Berkeley lo aveva licenziato in tronco. Erano stati sistemati in quella cantina buia e senza finestre, insieme alle gabbie con le cavie. Naira era stata preziosa, si prendeva cura di lui e delle sue necessità quotidiane, mentre era totalmente assorbito dalla ricerca. Era stata l'unica a non averlo abbandonato.
All'improvviso gli allarmi sonori cominciarono ad attivarsi, segno che qualcosa era cambiato nel monitoraggio della cavia.
“Ah, ti sei svegliata!” disse asciugandosi il naso col dorso della mano mentre preparava l'ago per un prelievo. Un piccolo braccio dalla pelle grigiognola ciondolò da sotto il lenzuolo che copriva tutto il lettino.
“Bene Vampiretta Numero Nove, se i risultati delle analisi sono buoni, oggi sarai tu a confermare le mie ipotesi. Sarà una lunga operazione, costituirai uno degli ultimi pezzi della mia ricerca. Tutto continua a confermare le mie teorie. Il sogno di ogni scienziato...”
Mentre cavava sangue dal braccino, ripensò ai suoi inizi in quella terra lontana e inospitale. Il paese in cui aveva deciso di insediare il suo laboratorio, tanti anni prima, si trovava sulle rive del Rio Curaray, ai confini tra Perù ed Equador. Quel posto aveva registrato il più alto numero di casi di rabbia trasmessa da desmodus rotundus degli ultimi venti anni, causando la morte di tutti i contagiati. Si era convinto che tale virus fosse mutageno, diverso da quello trasmesso da altri animali. Ma il corso delle sue ricerche era cambiato dopo un'escursione nella foresta amazzonica. Voleva trovare una grotta in cui i locali dicevano alloggiasse una colonia di pipistrelli vampiro, i vettori del virus. In realtà in quella grotta abitavano delle creature molto speciali, sconosciute fino a quel momento, ma dalla biologia straordinaria. Dopo quella scoperta il mondo accademico gli aveva voltato le spalle.
“Oh, cavolo!” strappò con violenza l'ago dal braccio. La fialetta si era riempita oltre l'orlo versando sangue sul pavimento. “Ora dovrò anche pulire questa roba, e poi è sprecata così!”. Controllò il livello del sangue nella fialetta e, poiché superava il segno di riempimento massimo, lo bevve fino a regolarne la quantità.
Mentre aspettava i risultati dei test, abbassò il lenzuolo e vide la creatura che apriva e chiudeva gli occhi a fatica. Erano gonfi a causa delle sostanze sedative che l'uomo somministrava per essere sicuro di non correre rischi. Più di una volta le cavie erano riuscite a liberarsi, dando sfoggio di tutta la loro potenza. I capelli neri le ricadevano sul volto dalla forma vagamente triangolare e la bocca serrata sembrava piccola e senza labbra. Si trattava della più perfetta delle creature analizzate finora: le risposte dei suoi organi ai test erano in linea con le ipotesi. Se le condizioni della cavia lo avessero permesso, avrebbe proceduto in giornata all'espianto.
Fu distratto dal prurito provocato da una lucertola che stava risalendo la sua gamba. Dopo essersi grattato a dovere, la sollevò dalla coda, le staccò la testa con un gesto deciso e se la ficcò in bocca ancora calda di vita, mentre si dimenava per reazione neurologica involontaria.
Diede un'occhiata al monitor che gli segnalava l'esito delle analisi. “Perfetto!” fece un balzo di gioia, schizzando saliva in ogni direzione:“Posso operarti.”
Strinse forte le manette che bloccavano i polsi della creatura e somministrò un po' di thiopental. Avvicinò il tavolino con i ferri chirurgici e dispose in ordine crescente di dimensione quattro bisturi. Stringendo tra le dita quello più grosso un brivido di emozione gli attraversò la schiena. Impaziente, non aspettò che il barbiturico facesse effetto e si lancò sull'addome prominente della cavia, praticando dei profondissimi tagli da cui uscirono subito tutti gli intestini e le altre viscere. Immerso tra muco e sangue, concentrato a scavare nel ventre della vampiretta che si dimenava per il dolore, non si era accorto che quest'ultima era riuscita a liberarsi.
La creatura scosse la testa come a rioridinare le idee, aprì e chiuse le mani un paio di volte per riattivare la circolazione e poi spalancò la bocca mostrando una dentatura lucente e dei canini lunghi come sciabole. Si avventò sulla nuca china dello scienziato. Il volto dell'uomo finì affogato nelle interiora fuoriscite e stava soffocando, così bloccato, tra intestini grondanti sangue, fegato, milza e altri tessuti molli. Cercò di prendere aria divincolandosi in modo goffo. La creatura serrò più forte il morso e gli scuoiò mezzo cranio, prima di venir lanciata a terra da un gesto disperato dello scienziato. Dischiuse allora le sue ali nere e con un agile slancio afferrò il bisturi più piccolo e si lanciò con tutto il suo peso sul volto dell'uomo riuscendo a conficcarlo preciso nell'occhio. Lo scienziato cadde supino in preda a dolori tremendi che gli fecero perdere i sensi.

L'infermiera uscì dalla stanza facendo molta attenzione a richiudere la porta dietro di lei. Nel corridoio c'era il primario che aspettava nervosamente massaggiandosi le mani. “Allora?”
“Mi sa che ha perso l'occhio, dottore.”
“Forse non possiamo più assecondare questa situazione, sta divetando pericoloso. Riesce a rendere armi letali anche oggetti adatti a un bambino. Tu che ne pensi?” chiese rivolgendosi a una giovane donna che ascoltava attentamente accanto a lui.
“Se è la terza volta in due settimane che si ferisce, usando strumenti innoqui come questa bacchetta di plastica, direi di no. Ma non è più uscito dal suo stato delirante?”
“No, dottoressa.” rispose mesta l'infermiera “Continua a credere di essere nel suo laboratorio, di fare esperimenti su vampiri e che io sia la sua cameriera indigena, mi parla addirittura in quechua.”
“E la febbre?”
“A tratti è molto alta, ma nei momenti di delirio scende anche sotto i trentacinque gradi. É molto disidratato, non riusciamo a farlo bere, se proviamo con le flebo le strappa immediatamente. I sedativi hanno pochissimo effetto.”
“Sembra che non riusciamo a controllare questo strano virus con i metodi tradizionali. Nei sintomi principali somiglia molto al rabies virus, genere Lyssavirus, ma ha una tenacia e una dannosità a livello cerebrale molto anomala. Deve trattarsi di un virus mutageno che prolifera nelle profondità dell'Amazzonia. Dobbiamo cercare di isolarlo dai suoi tessuti e studiarlo.” concluse la dottoressa.

Re: Genere Lyssavirus

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Ciao @Talia, il titolo mi incuriosiva, ho visto che non c'erano commenti e ci provo io (vediamo se faccio in tempo per il MI).

"Distese le gambe sulla scrivania con il mozzicone di sigaretta penzoloni dalle labbra. Aveva visto questa scena in molti film con John Wayne, e lui si sentiva un po' sceriffo un po' bandito."
Non male come inizio, toglierei quel "lui" e la virgola dopo Wayne, mi sembra che scorra meglio.

"Sceriffo perchè i suoi studi sarebbero stati una svolta epocale per l'umanità, bandito perchè lo avevano costretto all'isolamento."
Forse metterei una virgola dopo sceriffo e bandito, e un punto e virgola dopo umanità.

"Le lobby occulte cercavano di impedirgli di portare avanti le sue ricerche, ma non intendeva mollare."
Forse eliminerei lobby occulte che mi sembra una frase fatta e inizierei con Cercavano...

" Appena avesse ottenuto risultati solidi e definitivi, li avrebbe urlati al mondo. E stavano arrivando. A tal pensiero gli saliva una vampata di calore al volto, il corpo si irrigidiva per l'emozione e la grinta lo pervadeva."
"E stavano arrivando" lo metterei a capo, mi sembra una frase di un certo peso e raccoglie già la tensione emotiva per il lettore nel prosieguo, la frase successiva potrebbe essere un'aggiunta superflua.

"Preso dallo slancio di entusiasmo si strappò il mozzicone di bocca e lo spense sulla corazza di una grossa blatta che stava transitando,"
Più che da uno slancio di entusiasmo, metterei da uno slancio emotivo, mi sembra più profondo.

“Chitina e resilina, mh!” pensò ricordando i suoi studi universitari.
L'espressione onomatopea mh, forse andrebbe allungata con mmh oppure mmm.

" in cui aveva sistemato un lettino da ospedale e tutti i macchinari, sottratti di nascosto dal suo vecchio laboratorio."
Toglierei la virgola dopo macchinari.

"Li aveva dovuti prendere nottetempo, aiutato da Naira, la giovane cameriera, quando l'Università di Berkeley lo aveva licenziato in tronco."
Toglierei la virgola dopo nottetempo.

"Ah, ti sei svegliata!” disse asciugandosi il naso col dorso della mano mentre preparava l'ago per un prelievo."
Più che asciugandosi, direi strofinandosi.

"Fu distratto dal prurito provocato da una lucertola che stava risalendo la sua gamba."
Vedrei meglio, più che una lucertola, che le piace stare al sole, qualche altro insettaccio gigante, tipo millepiedi o scorpione.

schizzando saliva in ogni direzione:“Posso operarti.”
Spazio dopo direzione

Alcuni refusi "lancò" "rioridinare" "fuoriscite" "divetando"

Un racconto avvincente. Riesci a delineare i passaggi con una crescente tensione e una buona dose splatter che quand'ero ragazzo adoravo, nel senso che ero un appassionato di tutti quei film horror di scuola italiana degli anni settanta e ottanta.

"Diede un'occhiata al monitor che gli segnalava l'esito delle analisi. “Perfetto!” fece un balzo di gioia, schizzando saliva in ogni direzione:“Posso operarti.”
Strinse forte le manette che bloccavano i polsi della creatura e somministrò un po' di thiopental. Avvicinò il tavolino con i ferri chirurgici e dispose in ordine crescente di dimensione quattro bisturi. Stringendo tra le dita quello più grosso un brivido di emozione gli attraversò la schiena. Impaziente, non aspettò che il barbiturico facesse effetto e si lancò sull'addome prominente della cavia, praticando dei profondissimi tagli da cui uscirono subito tutti gli intestini e le altre viscere. Immerso tra muco e sangue, concentrato a scavare nel ventre della vampiretta che si dimenava per il dolore, non si era accorto che quest'ultima era riuscita a liberarsi.
La creatura scosse la testa come a rioridinare le idee, aprì e chiuse le mani un paio di volte per riattivare la circolazione e poi spalancò la bocca mostrando una dentatura lucente e dei canini lunghi come sciabole. Si avventò sulla nuca china dello scienziato. Il volto dell'uomo finì affogato nelle interiora fuoriscite e stava soffocando, così bloccato, tra intestini grondanti sangue, fegato, milza e altri tessuti molli. Cercò di prendere aria divincolandosi in modo goffo. La creatura serrò più forte il morso e gli scuoiò mezzo cranio, prima di venir lanciata a terra da un gesto disperato dello scienziato. Dischiuse allora le sue ali nere e con un agile slancio afferrò il bisturi più piccolo e si lanciò con tutto il suo peso sul volto dell'uomo riuscendo a conficcarlo preciso nell'occhio. Lo scienziato cadde supino in preda a dolori tremendi che gli fecero perdere i sensi."
Tutta questa descrizione la trovo stupenda. Dai un taglio cinematografico alla scena che la si riesce ad immaginare in maniera palpabile.
Molto bella anche la ripresa dopo la fine del delirio con le riflessioni dell'infermiera e del dottore.
Forse il finale è un po' troncato, si spegne senza clamore, ma può essere una tua scelta stilistica.
In ogni caso è un racconto che si legge tutto d'un fiato, scritto bene e appassionante.
Complimenti anche per l'invettiva.
A rileggerti

Re: Genere Lyssavirus

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@Talia, eccomi. Ho trovato la tua scrittura accattivante e ti ho seguita fino alla fine con curiosità. Il finale però, ti confesso, mi ha lasciata un po' delusa, nel senso che mi aspettavo qualcosa di più "tosto" invece della reale spiegazione. Lo scienziato pazzo alla fine fa pena. Hai cominicato con un'immagine che lo mostrava ridicolo (lo scienziato spaccone sceriffo/bandito), poi, sadico mentre stacca la testa alla lucertola per mangiarla calda di vita (bella espressione) e affonda il bisturi nell'addome della piccola vampira; infine, scopriamo che è ricoverato (che fosse pazzo lo avevamo già capito da mo') e adesso è pure ferito gravemente. Diciamo che il personaggio è stato descritto in modo strano, non so. Sicuramente era quello che volevi, un pazzo non può essere coerente, ma sono rimasta con il dubbo che avresti potuto trovare una soluzione più soprendente.

Qualche appunto
A tal pensiero gli saliva ...
Perché "A tal"? Sembra un linguaggio poetico che non si sposa con l'incipit, meglio più semplicemene Al pensiero...


essere sicuro di non correre rischi. Più di una volta le cavie
dopo correre rischi dovresti andare a capo, perché introduci le cavie (altri personaggi)

facesse effetto e si lancò sull'addome
Refuso: lanciò

All'inizio avevo sperato fosse un vero scienziato, poi ho capito che il tipo era senza speranza. Brava hai saputo tenere una buona suspence.

Re: Genere Lyssavirus

4
mi spiace, ma non sono riuscita ad arrivare alla fine.
Mi sono dovuta fermare all'inizio dell'operazione
''
Mentre aspettava i risultati dei test, abbassò il lenzuolo e vide la creatura che apriva e chiudeva gli occhi a fatica. Erano gonfi a causa delle sostanze sedative che l'uomo somministrava per essere sicuro di non correre rischi.....
Fu distratto dal prurito provocato da una lucertola che stava risalendo la sua gamba. Dopo essersi grattato a dovere, la sollevò dalla coda, le staccò la testa con un gesto deciso e se la ficcò in bocca ancora calda di vita, mentre si dimenava per reazione neurologica involontaria.
Diede un'occhiata al monitor che gli segnalava l'esito delle analisi. “Perfetto!” fece un balzo di gioia, schizzando saliva in ogni direzione:“Posso operarti.”
''...... non aspettò che il barbiturico facesse effetto e si lancò sull'addome prominente della cavia, praticando dei profondissimi tagli da cui uscirono subito tutti gli intestini e le altre viscere. Immerso tra muco e sangue, concentrato a scavare nel ventre della vampiretta che si dimenava per il dolore, non si era accorto che quest'ultima era riuscita a liberarsi.
''

Non è proprio il mio genere.
Sto male solo al pensiero

Re: Genere Lyssavirus

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Ciao @Kasimiro ,@Adel J. Pellitteri e @Venus

Vi ringrazio per aver letto (o almeno averci provato :)) il mio racconto e aver lasciato le vostre impressioni. :rosa:

Questo racconto è uno di quelli "migranti". Risale a un contest di Halloween di un paio di anni fa sul WD. Ecco svelato subito il motivo del genere scelto.

Più sotto qualche considerazione per ciascuno di voi.
Kasimiro ha scritto: Un racconto avvincente. Riesci a delineare i passaggi con una crescente tensione e una buona dose splatter che quand'ero ragazzo adoravo, nel senso che ero un appassionato di tutti quei film horror di scuola italiana degli anni settanta e ottanta.
Questo è il primo racconto in cui spingo sullo "splatter", in fondo era voluto per cui sono contenta che abbia sortito un certo effetto.
Kasimiro ha scritto: Tutta questa descrizione la trovo stupenda. Dai un taglio cinematografico alla scena che la si riesce ad immaginare in maniera palpabile.
Molto bella anche la ripresa dopo la fine del delirio con le riflessioni dell'infermiera e del dottore.
Ma grazie :arrossire:
Kasimiro ha scritto: Forse il finale è un po' troncato, si spegne senza clamore, ma può essere una tua scelta stilistica.
Non sei il primo che trova il finale poco avvincente, mi ricordo che anche i commenti dei partecipanti al contest lo criticavano.

In fondo anche @Adel J. Pellitteri Dice la stessa cosa:
Adel J. Pellitteri ha scritto: Il finale però, ti confesso, mi ha lasciata un po' delusa, nel senso che mi aspettavo qualcosa di più "tosto" invece della reale spiegazione.
Che dirvi? Avete ragione, questo finale non ha tanta grinta.
Adel J. Pellitteri ha scritto: Ho trovato la tua scrittura accattivante e ti ho seguita fino alla fine con curiosità.
Adel J. Pellitteri ha scritto:Brava hai saputo tenere una buona suspence.
Grazie per queste parole, sono contenta :rosa:
Venus ha scritto:mi spiace, ma non sono riuscita ad arrivare alla fine.
Se non è un genere che ti coinvolge, @Venus , è comprensibile che appena l'atmosfera diventa troppo splatter ti sei dovuta fermare. Come dicevo all'inizio, il genere era imposto dal tipo di contest a cui il brano era indirizzato. Ti ringrazio comunque per averci provato. :D

Talia :happy-sunny:
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