[MI179] La Bottega dei Nondesideri

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Traccia 1: La vita è meravigliosa


Era difficile da trovare, nascosta com'era in un cortile interno di una vecchia casa dell’inizio secolo scorso. Doveva essere appartenuta ad un gentiluomo decaduto, visti i segni oltraggiosi del tempo e le toppe improvvisate. 
Il negozio era un corpo estraneo rispetto al resto: perfetto fuori e perfetto dentro. Metà del portone era stato trasformato in vetrina, una vetrina vuota, luminosa ma vuota. Il fondo della vetrina lasciava trasparire l'interno, con cartellino scritto a mano: "Offerte".  
Girai lentamente la maniglia e aprii ancora più lentamente la porta, ma la mia presenza fu segnalata dal campanellino. 
L'uomo dietro al bancone distolse lo sguardo dalla signora che stava servendo e mi riservò una lunga occhiata. Feci un cenno con il capo. Nessun suono usci dalla mia bocca. Lui tornò ad ascoltare la signora e mi lasciò libero. 
La bottega era una sequenza di armadi, composti da una infinità di cassettini. Ogni armadio aveva un cartello in legno che ne indicava il contenuto. Perdono, diceva il primo. Rimorso. Castigo.  E ogni cassettino aveva un porta etichette in ottone ed un'etichetta con il nome del particolare. 
La signora cercava di spiegarsi, ma l'uomo dietro al bancone non capiva. O, forse, capiva troppo. 
"Signore!" rivolgendosi a me "Coraggio!" e indicò una libreria oltre il bancone. 
La signora si voltò a guardarmi e riconobbi un viso già visto. Appariva seccata, ma non sorpresa. Come se avesse avuto la certezza che la mia presenza sarebbe stata di disturbo: ma non come presenza di un qualsiasi estraneo, ma proprio la mia presenza. 
Riprese l'attenzione dell'uomo su di se, ma come voltò lo sguardo su di una libreria, l'uomo mi fece un altro cenno indirizzandomi. 
Mi mossi in quella direzione non riuscendo a distogliere lo sguardo dalla donna. 
Astio...pensai. Sta cercando astio. In che sogno ti ho vista? mi chiesi. 
"Autopunizione?" la interruppe lui, ricevendo una risposta sprezzante. Ma la risposta la diede guardandomi fisso negli occhi. 
"Che hai contro di me? Che ti ho fatto? Ti ho solo sognata" pensai abbassando lo sguardo. 
"I sogni sono potenti...vogliono diventare realtà". Mi girai verso l'uomo che aveva parlato...."Coraggio!" e mi indicò nuovamente la direzione.  
"Io non voglio essere la protagonista di un sogno. Non voglio essere più niente". "Mi dispiace signora, non ho niente che possa proteggere da un sogno...i sogni son desideri...e questa è la Bottega dei Nondesideri". 
"Allora smetti di sognarmi. Lo faccia smettere!". Ero impietrito. Non riuscivo ne a muovermi ne a parlare. Guardavo. Guardavo i due che cercavano una terapia per curare i miei sogni. 
"Allora, se non trova niente per lui, mi dia della Disillusione o della Autocommiserazione ad oltranza". 
"Ma i suoi sogni sono troppo potenti...servirebbe a poco". 
Cominciavo ad avere problemi anche a respirare. 
"E non restare li, come un fesso in adorazione....cazzo...muoviti". 
"Coraggio!" e l'uomo indicò di nuovo. Qualcosa, che identificai come Rabbia, mi scosse dal torpore. Serrai i denti, gli occhi e i pensieri e mi mossi oltre il bancone. Sentivo il loro sguardo su di me mentre mi avvicinavo all'armadio "Coraggio". 
Analizzai le varie etichette e aprii un cassettino. Presi una fiala viola e mi avvicinai al banco. 
"Quant'è?" chiesi. "Guardi signore che oggi è in offerta il 'Coraggio di vivere'". "Va bene questo." risposi. 
Mentre uscivo la signora dei miei sogni mi urlò dietro: 
"Guarda, che non è necessario. Si può trovare un'altra soluzione". Risposi con una sola parola "Scrivimi".

Avevo messo in tasca il minuscolo shopper in cui mi aveva messo la scatolina. Lo tirai fuori per guardarlo meglio: era incredibilmente ricercato, un piccolo capolavoro. Dovevo essere un cliente privilegiato oppure...no...era un invito. Vedevo gli altri clienti aprire le scatoline appena dopo il suono del campanello e deglutire la pastiglia appena fuori nel cortile. E il cortile si sarebbe riempito di tante, minuscole, graziose, bustine decorate che avevano svolto il loro scopo per meno di un minuto. 
"Aspetta" mi diceva quel piccolo involto. "Aspettala".  
Aspettarla? Non sarebbe servito...avevo la soluzione tra le mani. Avevo fatto qualche passo verso....l'uscita? 
Quando ero arrivato la luce della vetrina mi aveva attirato, ma ora non c'era nessun chiarore ad indicarmi l'uscita. Ogni apertura era simile all'altra e il cortile mi sembrava immenso. Era così grande quando ero arrivato? Era così difficile tornare a casa? 

"Ci sediamo qui?" Il tavolinetto era sotto un lampioncino che prima non c'era e non c'erano ne il tavolinetto ne le poltroncine...e nemmeno lei. 
Andai verso il mio posto. Lei era già seduta e guardava verso l'interno del negozio, come stesse aspettando un cameriere...e l'uomo arrivò in un completo bianco. 
"Cosa vi porto signori?"
"Qualcosa di forte?" mi chiese lei togliendosi il cappello. Feci un cenno e l'uomo con un rapido dietrofront rientrò nel negozio. 
"Cosa vuoi?" al mio sguardo interrogativo (aveva appena ordinato), ripeté: "Cosa vuoi?". Bella domanda! 
Ma perché lì, in quel cortile che era un vasto buio diventato un angolo sociale, illuminato da un neon con la scritta caffè con l'accento spento, perché avendo davanti la persona dei miei sogni con i suoi lunghi capelli castani che non aveva più, perché non trovavo una risposta? 
L'uomo, o il cameriere...non lo so, usci con il vassoio nella sinistra, volteggiando tra i tavoli che erano solo nella sua e nella nostra fantasia. 
Due scatoline poste in due piattini quadrati. Un nome del passato mi tornò in mente: Ginori. Ginori? Avevo veramente vissuto una lista di nozze? O anche quella faceva parte di un sogno? 
"Ecco la specialità della casa. Specialità personalizzata". Pose i due piattini sul tavolo. Lei aprì subito la sua e assaporò la pastiglia prima che io riuscissi a leggere la scritta stampigliata sopra. Non so la sua, ma la mia era sicuramente qualcosa di forte. La scritta riportava 'Odio represso'.
Volevo richiamare il cameriere, dirgli che c'era un errore, che quella non era l'ordinazione adatta a me. Non adesso. Non adesso che c'è lei. 
Se c'è lei l'odio sparisce....ma il cameriere non c'era...e lei non c'era e la luce della bottega era spenta e la luce arrivava dalla porta accanto perché anche il lampione non c'era. 
Ma io non sono così. Non voglio esserlo...oppure si? 
Il segnale del cellulare, un tuo messaggio, una cosa sciocca che mi riporta nel cortile seduto al tavolo, e lei ora è seduta al tavolo accanto. 
"Voglio andare via". Perché? Ma lo chiedevo solo con gli occhi. 
"Puoi lasciarmi andare?". Ma dove? Lei esisteva lì, seduta a quel tavolo oppure al mio tavolo, nella bottega o nel mio letto, nella mia macchina mentre tornavo a casa da solo, a casa mia quando non c'ero.
La pastiglia, al gusto di mirtillo, scolorì la scena o fu la vetrina, di nuovo luminosa, a farla sparire. Questa è andata. Mi alzai e rientrai nella bottega. La scolorina è una droga.
Ma adesso la bottega era la casa in cui vivo, non casa mia, io non ho una casa. Non ricordavo di essere tornato. Non ricordavo di avere nuovamente aperto quella porta bianca, di avere come sempre visto i miei gatti arrampicati sui vetri delle finestre del balcone, il tavolo e il lavello ingombri.  
Come aveva detto? 
"Non voglio essere la protagonista di un sogno". Giusto. 
Ma io potrei essere il protagonista della mia vita.

Re: [MI179] La Bottega dei Nondesideri

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@Maxgiglio racconto decisamente originale, un sogno nel sogno; c'è tutta l'antropologia dei sentimenti che si sviluppano quando una relazione giunta al termine: Odio, rancore, coraggio, perdono... Una sequenza nei quali (sentimenti) riconoscersi e se è il caso perdersi del tutto. Anche se l'amore finisce la vita continua e può esssere meravigliosa. 
Non mi soffermo su altri punti degni di nota della scrittura, ti confesso che ho letto lentamente perchè, essendo per l'appunto un racconto particolare, bisognava seguire le varie battute con attenzione, ma il lavoro ha dato i suoi effetti.

Anche il tuo è un buon lavoro.

Re: [MI179] La Bottega dei Nondesideri

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Maxgiglio ha scritto: Riprese l'attenzione dell'uomo su di se
manca l'accento: sé
Maxgiglio ha scritto: ma come voltò lo sguardo su di una libreria, l'uomo mi fece un altro cenno indirizzandomi. 
Manca la virgola di apertura dell'inciso dopo "ma"
Maxgiglio ha scritto: Mi mossi in quella direzione senza riuscire non riuscendo a distogliere lo sguardo dalla donna. 
mi sembra suoni meglio del gerundio
Maxgiglio ha scritto: "Io non voglio essere la protagonista di un sogno. Non voglio essere più niente". "Mi dispiace signora, non ho niente che possa proteggere da un sogno...i sogni son desideri...e questa è la Bottega dei Nondesideri". 
"Allora smetti di sognarmi. Allora che la smetta di sognarmi. Lo faccia smettere!". Ero impietrito. Non riuscivo ne a muovermi ne a parlare. Guardavo. Guardavo i due che cercavano una terapia per curare i miei sogni. 
Ti suggerisco di fare rivolgere il discorso diretto della signora al venditore, perché vedo che hai mischiato un'esortazione al cliente e una al venditore, forse per sbaglio.
Maxgiglio ha scritto: Allora, se non trova niente per lui, mi dia della Disillusione o della Autocommiserazione ad oltranza". 
"Ma i suoi sogni sono troppo potenti...servirebbero a poco". 
Il plurale lo vedo meglio, anche dovesse sceglierne solo uno.
Maxgiglio ha scritto: ad avere problemi anche a respirare. 
"E non restare li, come un fesso in adorazione....cazzo...muoviti". 
Non capisco, sopra, a chi parla la signora.
Maxgiglio ha scritto: Mentre uscivo virgola la signora dei miei sogni mi urlò dietro: 
"Guarda, che non è necessario. Si può trovare un'altra soluzione". Risposi con una sola parola "Scrivimi".
Dopo "Guarda" la virgola non ci va. Prima di "Scrivimi" ci vanno i due punti.
Maxgiglio ha scritto: non c'erano ne il tavolinetto ne le poltroncine...e nemmeno lei. 
Maxgiglio ha scritto: usci con il vassoio
uscì

Come avrai capito, io faccio precedere il commento vero e proprio dalle mie pulci e annotazioni varie di grammatica e punteggiatura, perché la mia opinione è che un buon testo debba anche avere una "veste" senza macchie; spero ti siano utili e graditi. Sono anche convinta, visto che la tua scrittura è corretta e sciolta, che te li troveresti da solo, questi piccoli refusi, con una specifica rilettura finale.  :si:   :libro:

Venendo alle sensazioni che mi ha lasciato il tuo racconto, devo dire che sono buone!   :)
Hai sottoposto il tuo protagonista a una auto-analisi post crisi coniugale. Ambienti la vicenda in un fantomatico negozio di sentimenti negativi e positivi, disposizioni d'animo, spesso anche queste negative.
A me era parso che lui comprasse il coraggio. Allora perché questo seguito?
Maxgiglio ha scritto: mer ott 18, 2023 10:04 amLa pastiglia, al gusto di mirtillo, scolorì la scena o fu la vetrina, di nuovo luminosa, a farla sparire. Questa è andata. Mi alzai e rientrai nella bottega. La scolorina è una droga.
Mi ha confuso, non l'ho capito.  

Anche perché il finale lo vedo meglio col coraggio, quello che fa dire al protagonista:
Maxgiglio ha scritto: mer ott 18, 2023 10:04 am 
Ma io potrei essere il protagonista della mia vita.
Complimenti, @Maxgiglio  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI179] La Bottega dei Nondesideri

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@Maxgiglio 

Bel racconto! La scrittura è accattivante, la grammatica corretta, personalmente, come procede la narrazione, è molto gradita ai gusti miei. Fantasia ed ironia si mescolano in modo magistrale. Saper scrivere e saper trasmettere sensazioni, riflessioni o impressioni non sempre vanno di pari passo e qui vanno insieme che è un piacere. La storia è molto piacevole e messa sulla carta in modo insolito. Tu proponi un mondo che diventa reale sullo scritto. La trama è estremamente originale e ha una struttura che sfiora il simbolico. Dico lo sfiora perché non ci entra dentro e si presta a varie interpretazioni. Anche il finale lo dimostra, secondo me. Alla prossima lettura!

Re: [MI179] La Bottega dei Nondesideri

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Ciao @Maxgiglio . Non ho molto da aggiungere a quanto detto, e chiedo scusa per il ritardo.
Il racconto mi è piaciuto molto. Ho un debole per tutti i racconti onirici, e questo non è da meno.
Un fatto un po' di fatica a seguire il dialogo all'inizio, ma trattandosi di un sogno ci sta. 
Mi ha ricordato molto Gavotte di Sturgeon, un racconto breve di fantascienza di inizio secolo che è poi stato citato in mille salse, dove un tizio finisce in una bottega che vende i desideri delle persone, con conseguenze abbastanza disastrose per lui. 

Molto bello, complimenti! 

Re: [MI179] La Bottega dei Nondesideri

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Ciao @Maxgiglio
Sono sincera, prima delle votazioni ho chiaramente letto il tuo racconto ed ho fatto fatica.
L'ho riletto ora, con calma. Diversi passaggi ho dovuto rileggerli una volta di più.
Non è un testo facile, non propriamente scorrevole, ma interessante, incuriosisce.
Capisco che trattandosi di un sogno che parla di sogni, non possa essere del tutto lineare, ma, immagino per un mio limite, non posso dire di avere compreso appieno trama e finale.
Nello specifico vorrei farti una domanda su una frase in particolare, per la quale neanche la rilettura è stata utile:
Maxgiglio ha scritto: perché avendo davanti la persona dei miei sogni con i suoi lunghi capelli castani che non aveva più
Cosa non aveva più?

Alla prossima 
<3

Re: [MI179] La Bottega dei Nondesideri

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Bentrovato nel MI @Maxgiglio 
Non ci conosciamo, è la prima volta che ti commento ma ho già avuto modo di apprezzare la tua scrittura in altri contest.
Il tuo racconto mi è piaciuto molto; una storia singolare, molto originale.
Hai avuto molti commenti e per questo non mi dilungo a farti le pulci o a darti consigli tecnici. 
Complimenti per la straordinaria fantasia e per alcune descrizioni veramente ottime.
 

Re: [MI179] La Bottega dei Nondesideri

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Finalmente trovo il tempo per commentare uno dei racconti che ho votato. :)

Come gli altri devo essere sincero: ho dovuto rileggere un paio di volte per capire meglio.
E non sono nemmeno sicuro di aver capito tutto, ma forse questo era voluto, visto lo stile e il tema.

Le emozioni "etichettate" mi hanno subito rimandato all'Orlando Furioso di Ariosto, e alla ricerca di Astolfo del senno di Orlando sulla Luna.
Tuttavia, lo stile onirico ed etereo della tua scrittura mi ha catapultato in scene da film dello Studio Ghibli: ho visualizzato la bottega come se fosse l'antiquario di Sussurri del Cuore, con l'ipnotico gatto Baron e la pendola con la triste storia del re dei nani e della principessa degli elfi, che peraltro ben si accompagna al rapporto in crisi che si ritrova nel testo; una certa cupezza ossessiva nella parte centrale mi ha ricordato la scena del sogno di Sophie ne Il castello errante di Howl; i personaggi si muovevano nel racconto come certi spiriti che si vedono nel meraviglioso La città incantata.

E questo stile onirico, queste scene così pregne di significati che forse non sono riuscito interamente a comprendere, sono ciò che mi ha fatto propendere per il voto nel contest. Riuscire a trasmettere "qualcosa" senza dover per forza spiegare tutto, lasciando elementi di magia e meraviglia, è un dono che pochi hanno, e che tu hai mostrato di possedere per quel che ho potuto leggere qui.
Non è un caso se mi piacciono i film dello Studio Ghibli. Sono sicuro che Miyazaki potrebbe trasformare il tuo racconto in un cortometraggio, perché ci vedo la stessa sensibilità.

Infine, un paio di appunti sull'uso dei puntini di sospensione.
In primo luogo, forse ne fai un uso eccessivo. Alcune frasi non ne hanno bisogno, a mio avviso. Posso capire che diano un tocco ancora più "onirico", ma trovo che siano abusati. Per esempio:
Maxgiglio ha scritto: "Ma i suoi sogni sono troppo potenti...servirebbe a poco"
"Ma i suoi sogni sono troppo potenti, servirebbe a poco": funziona allo stesso modo, ed è più scorrevole da leggere. Ancora:
Maxgiglio ha scritto: "E non restare li, come un fesso in adorazione....cazzo...muoviti"
"E non restare li, come un fesso in adorazione, cazzo. Muoviti". Qui puoi giocare un po' coi punti e con le virgole, a seconda delle pause che vuoi inserire, ma anche in questo caso i puntini di sospensione mi sembrano superflui.

Secondo appunto: occhio a come li usi.
Chi scrive può ovviamente prendersi alcune libertà, quindi non è necessario seguire le regole di punteggiatura pedissequamente. Tuttavia, a meno che non ci siano ragioni espressive per un uso più libero, certe regole dovrebbero essere rispettate. In particolare:
  • i puntini di sospensione dovrebbero essere sempre tre (...). Non di più (vedi esempio precedente), non di meno;
  • dopo i puntini di sospensione è necessaria la maiuscola, come per il punto;
  • i puntini di sospensione vanno attaccati alla parola precedente e vogliono uno spazio prima della parola successiva ("Cazzo... Muoviti"). Questo vale, in generale, per quasi tutti i segni di interpunzione, con poche eccezioni.
Detto questo, sono rimasto particolarmente colpito dal tuo lavoro.
È un'ottima prova, e sono contento di non essere stato il solo ad apprezzarla.

A rileggerti. :)

Re: [MI179] La Bottega dei Nondesideri

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Caro @Mid devo prima di tutto dirti che ho capito si e no il 50% di quello che mi hai scritto(specialmente i riferimenti a [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif] Miyazaki[/font], ma penso siano critiche benevoli).  Solo raramente affronto questo tipo di racconti: sono uno scrittore umoristico (e già il fatto che mi definisca uno scrittore fa molto ridere). Dicevo: sono bla, bla, bla, e solo di rado scrivo cose serie. Il problema è che le scrivo dicendomele. E mentre me le dico faccio pause e, purtroppo, nell'italiano scritto non esiste la pausa (una bella croma, con riferimento al tuo commento a @bwv582 ) ecco perché abuso dei 3 puntini, che se non scrivo su di un Word recente mi diventano pure 4.
Mid ha scritto: È un'ottima prova, e sono contento di non essere stato il solo ad apprezzarla.
Per fortuna che siete stati pochi. Rifare il giudice mi avrebbe distrutto. Ho passato una settimana da panico.
Ti ho lasciato un piccolo commento al tuo commento su racconto di @bwv582.

A rileggerti... A presto. (l'ho scritto bene?)
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