[MI179] Santa Venerina da Parma

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Traccia 2: In cucina


È appoggiata al tavolo della cucina con l’esito delle analisi in mano, fissa quei numeretti neri-neri, evidenziati in grassetto e perfino con una o due stelline di fianco, neanche fossero pessime recensioni su Amazon. Li fissa con le lacrime agli occhi.
Tira su col naso, deve farsi forza.
In fondo, sa bene che non c’è da lamentarsi troppo, poteva andarle peggio.
In ogni caso, si tratta di stravolgere la sua vita.
Ok, solo la sua alimentazione, che comunque è la sua vita.
Non è solo questione di gola, è tutto un memoriale! Attorno alle sue ricette ha imbastito e rafforzato amicizie, creato la sua popolarità; lo stuolo di proseliti le rimarrà fedele?
Non si tratta di rinunciare per sempre al solito ragù della nonna, piuttosto: a mooolto e mooolto di più.
Squilla il cellulare, è Cristina, quella perennemente a dieta tranne quando viene a cena da lei.
– Dimmi Cristina.
– Ho già l'acquolina in bocca, tutto confermato per sabato?
– Sabato? A be', non so, ti do conferma.
– Che c'è, stai bene?
– No, tutto bene, sì, forse. Ti faccio sapere. Scusami ma ho l'arista in forno.
– Humm, buooona, Sabri so che sabato non ci deluderai, come sempre. 

La chiamano Santa Venerina da Parma per l’uso sapiente e impareggiabile che fa dei prosciutti parmensi e dei formaggi più forti. Vorrebbe sorridere al pensiero, invece si tocca la bocca dello stomaco che da giorni le brucia come se stesse sfrigolando su un barbecue.
Cerca di distogliere l'attenzione, quel corpo irriconoscente prova a darle forfait.
Riflette.
Nel suo stile di vita c’entra l’accoglienza, la cura dei particolari, la capacità di inventare, elaborare; partire dalla A e comporre una canzone, nel suo caso specifico: una melodia di sapori.
Apre gli sportelli, trova il sale rosa dell’Himalaya e ogni altro tipo di spezia, di dadi, di tutto… non mancano mostarda, maionese, ketchup. I pacchi di pasta sono ben suddivisi per tipologia e marca, e sì, anche quella conta; per un primo piatto estivo o uno invernale non puoi usare mica lo stesso tipo di spaghetto, e no!
E via: tagliatelle, spaghetti, tortiglioni, penne rigate, conchiglie, paccheri… nemmeno un supermercato esibisce tanto assortimento.
Passa al frigo, non mancano guanciale, formaggi stagionati, insaccati tipici. Le sembra di fissare le foto di una vecchia vacanza, una di quelle fatte in piena gioventù. D’altronde qualche ruga sul viso c’è già.
Con rammarico si lecca le labbra e pare scopra soltanto adesso che la propria saliva non ha sapore. Aggrotta la fronte: “Ottimo preludio al mio domani, anzi al mio oggi” dice a se stessa. 
Nella fruttiera al centro del tavolo ci sono uva e banane, sono illuminate da un raggio di sole autunnale penetrato con grazia dalle tendine color verde salvia, lei vede solo una “natura morta". Infatti, dovrà rinunciare a uva e banane, ma anche a fichi e manderini. Afferra la ciotola e, con tutto ciò che contiene, la scaraventa dentro il baratro-pattumiera.
Squilla di nuovo il cellulare, è Tommaso.
– Dimmi Tommaso.
– Per sabato ti spiace se porto un amico? Viene dalla Puglia e piuttosto che portarlo in un ristorante qualsiasi preferisco fare bella figura con te. 
– Be' Tommaso, non so, è che...
Tommaso non le dà tempo di finire la frase, ad essere onesti non l'ha nemmeno ascoltata.
– Allora ok, ci vediamo sabato. Facciamoci onore. Ciao.
Sono abituati così, forse anche da troppo. 
Quello stop le fa riavvolgere il nastro su certi inviti e le molte mancate collaborazioni.
Si guarda intorno e senza farsi attendere si fa largo l'idea di buttare via teglie, insalatiere, pirofile e vassoi da portata, ormai troppo grandi per il futuro che le viene contro.
E il tavolo? Ha quattro prolunghi. Andrà via anche lui. Ruota lo sguardo a 360°, trova tutto sproporzionato. Farà tirare su una parete per ridurre l’ambiente. Fissa incarognita le maioliche che rivestono le pareti, si sposano bene con lo stile fratino che ai tempi ha scelto con cura; ma le stesse piastrelle, una volta stimolanti, adesso le appaiono fuori luogo, chiassose, troppo colorate, un insulto al rigore cui dovrà abituarsi.
Ok, cambierà anche il mobilio, comprerà una cucina “usa e getta”, di quelle pubblicizzate sui dépliant che trova spesso nella cassetta della posta, una stile minimal dove c’è spazio per un emerito “nulla”: top nero, sportelli grigi. Perfetto.
Inspira profondamente cerca di mettere a fuoco i volti degli amici.
Prova a fare un elenco di nomi cercando, tra i soliti estimatori, chi potrebbe adattarsi alle sue nuove pietanze.
Scrive e depenna, riscrive sperando, cancella arrabbiata. Chi accetterà mai un suo invito sapendo di trovarsi davanti verdurine grigliate e merluzzo bollito?
Prevede un futuro fatto di magra solitudine.
 “Magari, pensa, sarà l’occasione buona per riconoscere chi sono davvero gli amici”.

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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Scritto interessante, pennellato come un quadro impressionista: una scena sola, colori vivi, quasi materici.
Gran bello stile, molto scorrevole.

Alcuni scelte linguistiche mi hanno lasciato perplesso, ma si tratta di piccoli dettagli.
Adel J. Pellitteri ha scritto: fissa quei numeretti neri-neri, evidenziati in grassetto e perfino con una o due stelline di fianco, neanche fossero pessime recensioni su Amazon. Li fissa con le lacrime agli occhi.
Non propriamente una ripetizione, visto che ci sono addirittura due subordinate di mezzo, ma trovo che sia meglio eliminare il secondo verbo o usarne un altro: "[...] neanche fossero pessime recensioni su Amazon, con le lacrime agli occhi"; oppure, preferibilmente: "[...] neanche fossero pessime recensioni su Amazon. Ha le lacrime agli occhi."

Adel J. Pellitteri ha scritto: manderini
Interessante l'uso dell'ortografia letteraria, ma trovo che sia fuori luogo in un racconto così moderno e dal tono informale. Userei il più comune "mandarini".

Adel J. Pellitteri ha scritto: Tommaso non le dà tempo di finire la frase, ad essere onesti non l'ha nemmeno ascoltata.
Qui c'è una piccolissima rottura del punto di vista del racconto: si passa da Sabri a Tommaso per un breve istante. Sabri non può essere sicura, non può sapere se Tommaso l'abbia ascoltata o meno. È solo mezza frase, ma proprio perché è breve preferirei che il POV rimanesse su Sabri. Si può correggere semplicemente sostituendo "ad essere onesti" con "forse".
Adel J. Pellitteri ha scritto: E il tavolo? Ha quattro prolunghi.
"Prolungo" non è un sostantivo italiano corrente, che io sappia. :) Se non vado errato, esiste come forma arcaica, ma usata in maniera diversa da quanto intendi qui. È chiaro a cosa ti riferisci, e tutto sommato può starci visto che anche in precedenza hai usato soluzioni non propriamente "Della Crusca". Però tutti gli altri termini sono a) usati nel discorso diretto; oppure b) sono varianti espressive di parole esistenti (es. "mooolto e mooolto di più"). Questo caso è un po' diverso, e per qualche motivo mi "urta" un po'. :P Può essere una scelta stilistica, ma io userei una soluzione differente, per esempio "estensioni" o "prolungamenti". E questo ancora perché il tono della prosa è informale, ma non colloquiale né formale/arcaico.

Ci sono forse un altro paio di punti, ma quelli rientrano certamente nelle scelte stilistiche, quindi non li menziono nemmeno. Mi sa che ne avrai già abbastanza della mia pignoleria anche solo con quanto scritto sopra.

Il racconto è ben realizzato, si lascia leggere che è un piacere, e alcune tematiche relative alla rinuncia e all'amicizia gli donano anche una certa profondità.

Ottimo lavoro. :) 

A rileggerti.

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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Mid ha scritto: nteressante l'uso dell'ortografia letteraria, ma trovo che sia fuori luogo in un racconto così moderno e dal tono informale. Userei il più comune "mandarini".
Non voglio deluderti, ma devo essere onesta, si tratta proprio di "slang", da siciliana quale sono, mio malgrado e troppo spesso mi porto dietro parole gergali che noi usiamo comunemente pur parlando in italiano; mandarini e prolungo sono tra queste.
Mentre "mobilio" e messo lì apposta.
Mid ha scritto: racconto è ben realizzato, si lascia leggere che è un piacere, e alcune tematiche relative alla rinuncia e all'amicizia gli donano anche una certa profondità.
E cosa posso volere di più?
Grazie infinite per la tua attenzione e i graditi suggrimenti.  :rosa:

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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@Ciao Adel J. Pellitteri, bentrovata,
ho aperto per primo questo racconto attirato dal titolo. Quindi ti direi che già una prima cosa funziona.  :)
All'inizio, prima di sbirciare su wikipedia, pensavo fosse una santa inventata, e invece...

Il racconto è gradevole. Sulla scrittura non ho trovato nulla da eccepire.
Mi è piaciuto il registro garbato nell'irionia.
Se proprio proprio vogliamo trovare il pelo nell'uovo avrei messo meno enfasi nei passaggi in cui dici dell'importanza della sua cucina e dell'entità della perdita, passaggi che finiscono per risultare un po' spiegati.
Nel complesso però mi è piaciuto.
Adel J. Pellitteri ha scritto: Con rammarico si lecca le labbra e pare scopra soltanto adesso che la propria saliva non ha sapore. Aggrotta la fronte: “Ottimo preludio al mio domani, anzi al mio oggi” dice a se stessa. 
bella questa
Adel J. Pellitteri ha scritto: Prevede un futuro fatto di magra solitudine.
Anche questa.
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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Adel J. Pellitteri ha scritto: Squilla il cellulare, è Cristina, quella perennemente a dieta tranne quando viene a cena da lei.
Al posto della prima virgola, vedo meglio i due punti.
Adel J. Pellitteri ha scritto: A be', non so, ti do conferma.
Ah beh
Adel J. Pellitteri ha scritto: Sabri so che sabato non ci deluderai, come sempre. 
Dopo Sabri, una virgola
Adel J. Pellitteri ha scritto: Passa al frigo, non mancano guanciale, formaggi stagionati, insaccati tipici.
L'uso dei due punti, dopo il "frigo", è ideale per spiegare il suo contenuto.
Adel J. Pellitteri ha scritto: Nella fruttiera al centro del tavolo ci sono uva e banane, sono illuminate da un raggio di sole autunnale penetrato con grazia dalle tendine color verde salvia, lei vede solo una “natura morta".
Bellissimo periodo, con l'ironia finale. L'unico suggerimento sono i due punti dopo "salvia", al posto della virgola.
Adel J. Pellitteri ha scritto: manderini.
refusino
Adel J. Pellitteri ha scritto: ormai troppo grandi per il futuro che le viene contro.
Non so se è voluto "contro" ma ci sta proprio bene nel contesto!
Adel J. Pellitteri ha scritto: Inspira profondamente e cerca di mettere a fuoco i volti degli amici.
manca la congiunzione
Adel J. Pellitteri ha scritto: Prevede un futuro fatto di magra solitudine.
 “Magari, pensa, sarà l’occasione buona per riconoscere chi sono davvero gli amici”.
Bello bello! Un finale indovinato per scoprire il bello della vita anche nella dura prova di una dieta rigorosa e doverosa per motivi di salute.
Scusami per le pulci che ti faccio per la punteggiatura (ma noto che hai migliorato molto!).
Il tema che hai scelto per la traccia è decisamente originale e sviluppato con uno stile ricco e arguto. Brava @Adel J. Pellitteri  (y)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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Ciao @Adel J. Pellitteri un racconto grazioso, scritto bene con delle belle dinamiche che si legge con piacere tutto d'un fiato. Con una punta di amarezza nel finale.
Adel J. Pellitteri ha scritto: Nel suo stile di vita c’entra l’accoglienza, la cura dei particolari, la capacità di inventare, elaborare; partire dalla A e comporre una canzone, nel suo caso specifico: una melodia di sapori.
Apre gli sportelli, trova il sale rosa dell’Himalaya e ogni altro tipo di spezia, di dadi, di tutto… non mancano mostarda, maionese, ketchup. I pacchi di pasta sono ben suddivisi per tipologia e marca, e sì, anche quella conta;
Forse è voluto, ma ho trovato l'unica nota stonata in questo passaggio. La protagonista possiede delle ottime doti culinarie "cura dei particolari, capacità di inventare... ma il fatto che nella dispensa mette in evidenza dadi, mostarda, maionese, ketchup... che possono essere considerati accessori del cibo cosiddetto "spazzatura", mi ha sorpreso. O forse sono proprio questi prodotti i colpevoli?
Alla prossima

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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Kasimiro ha scritto: Forse è voluto, ma ho trovato l'unica nota stonata in questo passaggio. La protagonista possiede delle ottime doti culinarie "cura dei particolari, capacità di inventare... ma il fatto che nella dispensa mette in evidenza dadi, mostarda, maionese, ketchup... che possono essere considerati accessori del cibo cosiddetto "spazzatura", mi ha sorpreso. O forse sono proprio questi prodotti i colpevoli?
Alla prossima
Hai ragione, ma è voluto (è il cibo spazzatura che fa alzare i trigliceridi e il colesterolo fino al rischio trombosi). Grazie per il tuo commento. 

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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Poeta Zaza ha scritto: Ah beh
Ok per Ah  :facepalm:, ma per Be' – si sappia una volta per tutte  :D) –  la Editor Ambra Rondinelli mi ha spiegato che "sebbene sia in grande uso scrivere bhe la forma corretta è be'. Ho provato ad obiettare ma ha detto di fidarmi, e io mi fido.  <3 Che devo fa'?
Poeta Zaza ha scritto: Non so se è voluto "contro" ma ci sta proprio bene nel contesto!
Voluto, voluto.
Poeta Zaza ha scritto: Scusami per le pulci che ti faccio per la punteggiatura (ma noto che hai migliorato molto!).
La sai che non la punteggiatura io... Se c'è miglioramento è solo grazie a voi e a te in particolare.  <3

Grazie per l'apprezzamento e l'attenzione che metti nei commenti, sei sempre di grande aiuto. Vado subito a sistemare il testo.  :rosa:

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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@Adel J. Pellitteri 
 Un bel testo.  Nel linguaggio, nel significato, nella decisione della traccia. Hai  mostrato di saper scrivere! La scelta dell'argomento è quanto mai attuale. 
L'inizio riporta alla solita solfa, che invece non è. Hai portato avanti il discorso senza smancerie. Altri si sono soffermati sui refusi e i termini - manderini e prolunghi - sembravano scelti apposta. Solo sul finale non sono d'accordo, forse, ci avrei pensato di più. Magari, inserendo una riflessione più personale su quei pasti ma il racconto è tuo e ne fai quello che ti pare. Questo rientra nel carattere di ognuno.
Bel testo. Mi è piaciuto! Complimenti! Non mi soffermerò sui particolari che ho approvato ma sono qui se hai necessità di chiarimenti.

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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@Adel J. Pellitteri ho letto il tuo testo, scritto molto bene, mi sembra di vederla quella cucina e gli strepitosi piatti che preparava la protagonista.
La trama mi lascia un po' incerta, credo non sia all'altezza del testo 
Forse perché a me sembra troppo tirato che le amicizie si basassero solo sulla buona cucina, oppure che la protagonista, così preparata, che considera la cucina un'arte, non colga la sfida di preparare nuove leccornie assolutamente salutari.
Questo però è un pensiero totalmente personale, sicuramente altri ci si ritrovano e capiscono perfettamente cosa volevi trasmettere.
 
Comunque scritto molto bene.
A rileggerti 
<3

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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Ciao @Adel J. Pellitteri ho letto e riletto il tuo racconto perché non riuscivo a mettere a fuoco quello che mi mancava. 
E' scritto bene, scorre senza intoppi né refusi, eppure mi da la sensazione di un bel quadro visto con la coda dell'occhio. 
Forse è proprio questo il problema. 
La nostra eroina ha costruito un'esistenza attorno ad un universo gastronomico e proprio attraverso questo riesce a tessere relazioni col mondo. Ma di questo mondo si avverte solo un'eco lontana, come fosse un magma indistinto da cui emergono soltanto un paio di voci, per altro nemmeno simpaticissime: Cristina e Tommaso che manco l'ascoltano, troppo presi a leccarsi i baffi, insomma due profittatori.
Ecco, probabilmente è proprio questo il nodo, anzi il cuore del racconto: sapori e relazioni. Ne fai cenno in chiusura ma, a mio parere, meritava di essere sviluppato. 
Adel J. Pellitteri ha scritto:  “Magari, pensa, sarà l’occasione buona per riconoscere chi sono davvero gli amici”.
A rileggerti
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... /mens-rea/
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Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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Adel J. Pellitteri ha scritto: Ok per Ah  :facepalm:, ma per Be' – si sappia una volta per tutte  :D) –  la Editor Ambra Rondinelli mi ha spiegato che "sebbene sia in grande uso scrivere bhe la forma corretta è be'. Ho provato ad obiettare ma ha detto di fidarmi, e io mi fido.  <3 Che devo fa'?
Be'... sai che io sono una grezza autodidatta come correttrice di bozze. 

:D

Fai bene a dar retta alla tua Editor! 

Ciao, cara  :hug:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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aladicorvo ha scritto: La nostra eroina ha costruito un'esistenza attorno ad un universo gastronomico e proprio attraverso questo riesce a tessere relazioni col mondo. Ma di questo mondo si avverte solo un'eco lontana, come fosse un magma indistinto da cui emergono soltanto un paio di voci, per altro nemmeno simpaticissime: Cristina e Tommaso che manco l'ascoltano, troppo presi a leccarsi i baffi, insomma due profittatori.
Ecco, probabilmente è proprio questo il nodo, anzi il cuore del racconto: sapori e relazioni. 
Sì.

Incontriamo la nostra pritagonista nell'attimo in cui scopre che dovrà cambiare le sue abitudini, al momento non vede le alternative. La sua autostima è basata sulla capacità di accogliere, ma le sorge il dubbio: e se non amassero lei ma ciò che "offre"?
aladicorvo ha scritto: Ne fai cenno in chiusura ma, a mio parere, meritava di essere sviluppato. 
Sono una patita della sintesi, e so che a volte lascio il lettore con la voglia di conoscere di più. Avrei avuto ancora spazio prima di arrivare alle 8.000 battute (figuriamoci a 16.000). 
Ti ringrazio per il commento  :rosa:mi hai dato la possibilità di chiarire qualche punto.

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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ciao @Adel J. Pellitteri. Mi viene da pensare a questa donna che solo a causa di una malattia decide di capire chi sono i veri amici e quelli che l'hanno presa per l'oste della trattoria "Un posto per tutti". :D Io avrei calcato la mano sul fatto finale. Mi sembra il fulcro di tutto che hai trascurato.  Anche perché ci vogliono parecchie risorse economiche per invitare gli amici ogni ricorrenza. Io avrei finito prima i soldi in banca che la salute! :asd: :D :P

Ciao.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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@Ciao Adel J. Pellitteri . Bel racconto, rapido e, come è stato detto, molto manierista.
Mi spiace per la povera protagonista, e in poche righe sei riuscitə a dipingere questo personaggio che fa della cucina il suo modo per rapportarsi con il mondo.
Trovo che tu l'abbia delineata a sufficienza, nel senso che con la sola descrizione della sua cucina avevo già ben in mente chi fosse e come "comunicasse" con gli altri. 
Non sono troppo d'accordo con chi dice che non è stato sviluppato abbastanza l' "abbandono" dei suoi conoscenti: il fulcro del racconto mi pare che fosse il fatto che questa persona riusciva (voleva?) rapportarsi con gli altri solo con la cucina, mentre questi altri avevano sviluppato con lei solo un rapporto opportunistico. Cosa voglio dire? Che mi pare normale che queste persone quasi le sbattano il telefono in faccia se lei non può più cucinare.

Unico commento "negativo" che mi sento di fare – e uso il virgolettato perché non so nemmeno io se sia una nota negativa, più un "parere personale", se vogliamo.
Forse non ho compreso io la diagnosi che le è stata consegnata, ma non credo che se qualcuno soffra di una qualche sindrome (io ho pensato subito al diabete, ma non sono un toro con le malattie) debba per forza smettere di cucinare. Io sono stato vegetariano per quasi dieci anni e vegano per uno, e ho sempre amato cucinare per gli altri, anche la carne, se questo faceva loro piacere. 
Per questo ho usato il virgolettato: perché sono cosciente che io non mi bloccherei dal cucinare se sapessi che non potrei più mangiare certe cose, ma sono cosciente che questo sia solo un parere personale, e la nostra protagonista, come tutti noi, decide da sé come affrontare le cose. 

A rileggerci : )  

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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bestseller2020 ha scritto: bestseller2020 (y) ciao @Adel J. Pellitteri. Mi viene da pensare a questa donna che solo a causa di una malattia decide di capire chi sono i veri amici e quelli che l'hanno presa per l'oste della trattoria "Un posto per tutti". :D Io avrei calcato la mano sul fatto finale. Mi sembra il fulcro di tutto che hai trascurato.  Anche perché ci vogliono parecchie risorse economiche per invitare gli amici ogni ricorrenza. Io avrei finito prima i soldi in banca che la salute! :asd: :D :P

Ciao.
Scusa se rispondo solo adesso, grazie per il passaggio e il tuo commento. Il finale mi piaceva farlo arrivare in modo molto sintentico, come una riflessione nata spontaneamente appena ascoltate le voci al telefono. 

@Zouks perdonami anche tu se non ho risposto prima, ma non mi è arrivata la notifica e quindi non mi ero accorta del tuo passaggio. Grazie infinite per il tuo commento positivo al testo. La scoperta di livelli eccessivamente alti di trigliceridi e colesterolo impone una dieta ferrea per evitare il rischio di trombosi e l'insorgere di serie malattie cardiovascolare quindi, sebbene esistano i farmaci che possono ridurre tali livelli, è sempre opportuno cambiare stile di vita a tavola e non solo. La mia protagonista pensa a questo stravolgimento. Per inventare nuove ricette magari avrà tempo, ma al momento vede solo nero, ha perfino avvertito l'atteggiamento degli amici cui prima, nei tempi grassi, non aveva fatto caso.  :D

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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Modea72 ha scritto: Forse perché a me sembra troppo tirato che le amicizie si basassero solo sulla buona cucina, oppure che la protagonista, così preparata, che considera la cucina un'arte, non colga la sfida di preparare nuove leccornie assolutamente salutari.
Eccomi, rileggendo i commenti noto di non avere risposto al tuo. Scusami. Come ho già detto ho "ripreso/filmato" un momento ben preciso, quando la mia protagonista ha gli esiti in mano. Probabilmente avrei dovuto scrivere, forse, qualche paragrafo in più, ho immaginato che il medico le ha già detto cosa deve fare; lei entra in cucina, nel suo regno, attonita, buttando l'occhio su quel che "deve abbandonare", lì non è l'angelo del focolare, ma la regina delle serate conviviali. Poi avverte le battute degli amici e la "catastrofe" sembra completarsi. 

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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Adel J. Pellitteri ha scritto: Adel J. PellitteriÈ appoggiata al tavolo della cucina con l’esito delle analisi in mano, fissa quei numeretti neri-neri, evidenziati in grassetto e perfino con una o due stelline di fianco, neanche fossero pessime recensioni su Amazon. (qui avrei messo il suo nome di battesimo) Li fissa con le lacrime agli occhi 
Tu che scrivi sai chi è e come si chiama, più avanti citi il suo nome ma passa senza restare nella memoria. A volte il nome non è importante, si può anche ometterlo ma in questo caso, visto che la protagonista ha un soprannome che la rende la regina della cucina ancora per poco. Chiamarla, da subito col suo nome, rende il personaggio più consapevole di cosa le sta capitando.
Adel J. Pellitteri ha scritto: Tira su col naso, deve farsi forza.
In fondo, sa bene che non c’è da lamentarsi troppo, poteva andarle peggio.
In ogni caso, si tratta di stravolgere la sua vita.
Ok, solo la sua alimentazione, che comunque è la sua vita.
Non è solo questione di gola, è tutto un memoriale! Attorno alle sue ricette ha imbastito e rafforzato amicizie, creato la sua popolarità; lo stuolo di proseliti le rimarrà fedele?
In breve, in queste poche righe, hai descritto la trama che poi sviluppi attraverso il racconto,  la ragazza è una gran cuoca, apprezzata dai suoi amici, ha un problema di salute che la costringerà a rinunciare ai suoi piatti preferiti e forse ad alcuni dei suoi amici che frequentano la sua cucina.
Nei passaggi che seguono non accade nulla di nuovo. 
Adel J. Pellitteri ha scritto: Squilla il cellulare, è Cristina, quella perennemente a dieta tranne quando viene a cena da lei.
– Dimmi Cristina.
– Ho già l'acquolina in bocca, tutto confermato per sabato?
– Sabato? A be', non so, ti do conferma.
– Che c'è, stai bene?
– No, tutto bene, sì, forse. Ti faccio sapere. Scusami ma ho l'arista in forno.
– Humm, buooona, Sabri so che sabato non ci deluderai, come sempre. 
La telefonata rafforza l'idea che ci suggerisci sopra. 
Io da qui ho sperato che lei decidesse di fare qualcosa di straordinario per far capire ai suoi amici il suo disagio, un messaggio sul gruppo, un giro di telefonate, anche per condividere il suo stato di salute. 
Adel J. Pellitteri ha scritto: La chiamano Santa Venerina da Parma per l’uso sapiente e impareggiabile che fa dei prosciutti parmensi e dei formaggi più forti. Vorrebbe sorridere al pensiero, invece si tocca la bocca dello stomaco che da giorni le brucia come se stesse sfrigolando su un barbecue.
Cerca di distogliere l'attenzione, quel corpo irriconoscente prova a darle forfait.
Riflette.
Nel suo stile di vita c’entra l’accoglienza, la cura dei particolari, la capacità di inventare, elaborare; partire dalla A e comporre una canzone, nel suo caso specifico: una melodia di sapori.
Apre gli sportelli, trova il sale rosa dell’Himalaya e ogni altro tipo di spezia, di dadi, di tutto… non mancano mostarda, maionese, ketchup. I pacchi di pasta sono ben suddivisi per tipologia e marca, e sì, anche quella conta; per un primo piatto estivo o uno invernale non puoi usare mica lo stesso tipo di spaghetto, e no!
E via: tagliatelle, spaghetti, tortiglioni, penne rigate, conchiglie, paccheri… nemmeno un supermercato esibisce tanto assortimento.
Passa al frigo, non mancano guanciale, formaggi stagionati, insaccati tipici. Le sembra di fissare le foto di una vecchia vacanza, una di quelle fatte in piena gioventù. D’altronde qualche ruga sul viso c’è già.
Con rammarico si lecca le labbra e pare scopra soltanto adesso che la propria saliva non ha sapore. Aggrotta la fronte: “Ottimo preludio al mio domani, anzi al mio oggi” dice a se stessa. 
Nella fruttiera al centro del tavolo ci sono uva e banane, sono illuminate da un raggio di sole autunnale penetrato con grazia dalle tendine color verde salvia, lei vede solo una “natura morta". Infatti, dovrà rinunciare a uva e banane, ma anche a fichi e manderini. Afferra la ciotola e, con tutto ciò che contiene, la scaraventa dentro il baratro-pattumiera.
Bellissima descrizione, la cucina perfetta! Bello anche come hai trasmesso il suo stato d'animo, mi stona leggermente il riferimento al sapore della saliva, mi sembra eccessivo che lei lo scopra in quel momento.
Adel J. Pellitteri ha scritto: Squilla di nuovo il cellulare, è Tommaso.
– Dimmi Tommaso.
– Per sabato ti spiace se porto un amico? Viene dalla Puglia e piuttosto che portarlo in un ristorante qualsiasi preferisco fare bella figura con te. 
– Be' Tommaso, non so, è che...
Tommaso non le dà tempo di finire la frase, ad essere onesti non l'ha nemmeno ascoltata.
– Allora ok, ci vediamo sabato. Facciamoci onore. Ciao.
Sono abituati così, forse anche da troppo. 
Quello stop le fa riavvolgere il nastro su certi inviti e le molte mancate collaborazioni.
Si guarda intorno e senza farsi attendere si fa largo l'idea di buttare via teglie, insalatiere, pirofile e vassoi da portata, ormai troppo grandi per il futuro che le viene contro.
Questo è il momento in cui dovrebbe realizzare che nessuno le sta chiedendo notizie sulla sua salute, nessuno sapeva delle sue analisi? La cosa che mi ha subito stonato un po' mentre leggevo è questa. Sabri ha molti amici però sembra che tutti, lei compresa, diano più importanza ai suoi piatti che all'amicizia, 
Anche la sua reazione di fronte al cambiamento forzato, al telefono con Tommaso e Cristina non fa cenno alle sue analisi, l'unica cosa a cui pensa è la sua cucina:
Adel J. Pellitteri ha scritto: E il tavolo? Ha quattro prolunghi. Andrà via anche lui. Ruota lo sguardo a 360°, trova tutto sproporzionato. Farà tirare su una parete per ridurre l’ambiente. Fissa incarognita le maioliche che rivestono le pareti, si sposano bene con lo stile fratino che ai tempi ha scelto con cura; ma le stesse piastrelle, una volta stimolanti, adesso le appaiono fuori luogo, chiassose, troppo colorate, un insulto al rigore cui dovrà abituarsi.
Ok, cambierà anche il mobilio, comprerà una cucina “usa e getta”, di quelle pubblicizzate sui dépliant che trova spesso nella cassetta della posta, una stile minimal dove c’è spazio per un emerito “nulla”: top nero, sportelli grigi. Perfetto.
Inspira profondamente cerca di mettere a fuoco i volti degli amici.
Cambierà tavolo, padelle, piastrelle ecc. da tutto per scontato, perfino il fatto che resterà senza amici.
Adel J. Pellitteri ha scritto: Chi accetterà mai un suo invito sapendo di trovarsi davanti verdurine grigliate e merluzzo bollito?
Prevede un futuro fatto di magra solitudine.
 “Magari, pensa, sarà l’occasione buona per riconoscere chi sono davvero gli amici”.
Sì, il messaggio è chiaro, ma la morale rinunciataria mi sa di muffa. Poteva reinventarsi in mille modi, ci sono alimenti e ricette favolose in giro.
La storia cosi' com'è è molto carina ma troppo prevedibile, sappiamo già tutto dall'inizio. La fine non ci sorprende, per questo cambierei il finale con una cena sana e salutare col botto, forse due o tre amici resteranno male, ma meglio pochi ma buoni. L'importante è stare in compagnia dopotutto. 
Hai una bella scrittura, scorrevole e chiara, sulla quale non ho trovato nemmeno il più piccolo refuso. Ti ho letto con molto piacere, alla prossima lettura. 

Re: [MI179] Santa Venerina da Parma

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@Albascura  grazie per il tuo commento, sapere cosa arriva e cosa no al lettore è di vitale importanza. Apprezzo i tuoi suggerimenti e ne farò tesoro. Le trame sono sempre migliorabili, anzi rivoluzionabili. Come ho già detto, in questo racconto, ho preferito puntare il riflettore sul momento più amaro, quello della scoperta, ovvero del: Niente sarà più come prima. Sono felice, comunque, che tu abbia apprezzato la mia scrittura. 

Grazie ancora  :rosa:
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