[MI178] La mia carne per la nostra carne

1
Traccia n.2 L'ultima Risorsa

Prese un respiro profondo, e guardando le sue mani sporche di sangue capì che sarebbe andato tutto bene.

Respirare. Devo respirare. Con calma. Sangue. Sangue sulle mie mani. Sangue sulla mia camicia, sui pantaloni, sulle scarpe.

Chiudo gli occhi. Non stringo, ma sento la pesantezza delle palpebre. Ciglia su ciglia. Concentro tutta la mia forza, la mia essenza, sulla pesantezza delle palpebre. Una sensazione di benessere si irradia verso le tempie, abbracciando la fronte su due lati. Il battito rallenta, il respiro è più regolare.

Andrà tutto bene. Ora è tutto chiaro. Andrà come deve andare.

Laura mi guarda atterrita. Non avrei mai voluto che mi vedesse così, non con nostro figlio in grembo. Il mio obiettivo da sempre, da quando ho posato su di lei il primo sguardo, è stato quello di proteggerla, amarla e proteggerla sempre.

Il mio sempre finisce oggi.

La guardo, le sussurro che va bene così.
La mia voce riesce ad attivare anche la sua. Lancia un urlo di dolore. Mi viene vicina. Capisce che non deve chiedermi cosa sia successo. Capisce che ho deciso volontariamente di far scorrere via la mia linfa vitale con questo sangue che sgorga copioso.

Prende il telefono, chiama i soccorsi.
Vorrei fermarla, non ho la forza, mi sto accasciando. Sorrido. Non arriveranno mai in tempo.

Va bene così. Le mie ultime forze le convoglio sulla mia voce.
“Nessuno può toglierci nostro figlio. Ti amo, vi amo troppo, vi amerò sempre.”

Le sue gambe cedono. Si affianca a me con un tonfo. Gli occhi gonfi. Il suo viso meraviglioso attraversato da una smorfia di dolore. Si tiene il grembo con una sola mano, l’altra la posizione sotto la mia nuca. Mi stringe in un ultimo disperato tentativo di trattenermi a sé.

Leggo nel suo sguardo l’incessante no urlato e la domanda perché, ma tace.
Sento i suoi pensieri, ma anche la sua consapevolezza.
Non c’è bisogno di dire e chiedere nulla.

La mia vita perché nostro figlio rimanga almeno con lei.

La nuova legge sulla produttività e sostenibilità non ci concede di avere un figlio. L’azienda per la quale lavoravo da dieci anni ha ceduto all’automazione.

Sempre meno vendite hanno comportato l’ennesima riduzione dei costi. Ero tra le vittime sacrificabili.
Le persone diventano pesi della società, persone non gradite.
Le aziende lamentano cali di fatturato e come soluzione riducono il personale, riducendo di fatto il potere di acquisto in generale.

Qualsiasi accertamento medico fa scattare il controllo dell’agenzia di sostenibilità. N
on tutti meritano cure, se costano allo stato più del coefficiente di produttività.
I figli che vengono tolti possono essere adottati da famiglie facoltose, ma ormai sono troppi, i più vengono presi in carico da istituti statali che li avviano alla produttività non sopperibile dall’automazione.

Una persona lavoratrice codificata a parametro medio può avere cura di una sola persona a suo carico. A parametro alto di due persone.
Laura ha un parametro medio, non può avere me a carico e perdere nostro figlio.

La mia vita per la nostra vita.

La mia carne per la nostra carne.

Non ho tempo per reinventarmi. Non posso correre rischi. Mio figlio non subirà il distacco.

Laura piange.

Sposto il mio sguardo sul suo ventre, sul nostro noi, sul futuro che è speranza.
Vedo il cambiamento in mio figlio.
Quel che non ho potuto capire quando credevo di essere al riparo da questi problemi, vorrei trasmetterlo a lui ora.
Io che denigravo chi faceva il passo più lungo della gamba.
Io che ho avuto il benservito due giorni prima della seconda ecografia.
Ma non si sfugge ai controlli medici.
Nessuna possibilità di fuggire altrove.
In troppi sono scappati da questa terra che prima era approdo di migranti.
Ora siamo noi gli appestati.
Nessun documento per espatriare.
Non me la sono sentita di mettere in pericolo Laura e la nostra creatura, in un viaggio organizzato da delinquenti.
Non avrei nemmeno avuto il tempo.
Quale carico di responsabilità ti sto dando figlio mio, per cambiare questo mondo.
Cosa ti stiamo lasciando.
Laura singhiozza.
Si è accorta un attimo prima di me, che avevo lasciato questa vita.
<3

Re: [MI178] La mia carne per la nostra carne

2
Ma... ma...
@Modea72 che mi combini? Hai commesso una svista che non ti dico adesso, perché rischio di penalizzarti. Poi ripasso.
Il racconto è ben scritto e l'idea distopica si fa apprezzare. Forse, però, è un po' troppo spiegata, e forse, considerato ad occhio che avevi a disposizione ancora molti caratteri, l'avrei messa in scena (il classico show don't tell) inventandomi qualcosa che movimentasse la trama, che di per se si riduce a una scena sola.
Piacere di averti letto :)
Scrittore maledetto due volte

Re: [MI178] La mia carne per la nostra carne

3
Cia Edu grazie, 
l'ho scritto terribilmente di fretta, lo ammetto, ma volevo fortemente partecipare.
Ho sempre una stanchezza che mi travolge, era tanto che non partecipavo, finite le incombenze quotidiane necessarie soccombo ad un terrore psicofisico. 
Mi sono imposta di scrivere perché poi mi sento sollevata, ma fino a martedì nessuna idea, ieri sera ho iniziato e mi sono svegliata di soprassalto con il telefono che mi cadeva dalle mani.
Scritto oggi in pausa pranzo, di fretta, di necessità...
Però sono riuscita a pubblicarlo 
Non ho voluto rischiare di non finirlo per tempo!
Grazie per aver letto e commentato.
Aspetto il prossimo passaggio allora!
P.s. sto scrivendo mentre faccio la passeggiata con il cane senza occhiali... Potrei avere scritto fischi per fiaschi...
<3

Re: [MI178] La mia carne per la nostra carne

8
Modea72 ha scritto: La mia vita perché nostro figlio rimanga almeno con lei.
Fin qui il testo scorre che è una meraviglia, ci sono ansia, emozione, e si legge senza intoppi.
Modea72 ha scritto: La nuova legge sulla produttività e sostenibilità non ci concede di avere un figlio. L’azienda per la quale lavoravo da dieci anni ha ceduto all’automazione.

Sempre meno vendite hanno comportato l’ennesima riduzione dei costi. Ero tra le vittime sacrificabili.
Le persone diventano pesi della società, persone non gradite.
Le aziende lamentano cali di fatturato e come soluzione riducono il personale, riducendo di fatto il potere di acquisto in generale.
Qui nasce il problema "spiegone", ma basta un semplice accorgimento e presto il problema si risolve, il mio consiglio è quello di riportare le informazioni frammentate, sincopate, in fondo, lui sta morendo, le forze lo abbandonano e può vedere tutto in un turbinio: Ti faccio un esempio: La nuova legge, la produttività, l'automazione e i figli? Un ostacolo.
Modea72 ha scritto: Una persona lavoratrice codificata a parametro medio può avere cura di una sola persona a suo carico. A parametro alto di due persone.
Laura ha un parametro medio, non può avere me a carico e perdere nostro figlio.
Così articolata, la frase risulta artefatta in bocca a un moribondo. Ripeto, devi rendere tutto più ansioso e frammentato, pur dando le stesse informazioni. Magari evitando la precisione che ho evidenziato in grassetto; riferimenti più generici aumenteranno la credibilità. Lui oltre al sacrificio fa un atto di ribellione, e questo aspetto è molto interessante.

P.S. Sono convinta che il futuro ci riservi gran brutte sorpese riguardo i figli, l'agguato è gia in atto. 

A rileggerti 

Re: [MI178] La mia carne per la nostra carne

12
Ciao @L'illusoillusore
grazie per essere passato a leggermi e a commentarmi.
Avete ragione, devo sistemarlo.
Ho invece una domanda.
Credevo che l'incipit valesse come indicazione che potevo riportare rispettandolo, ma adattandolo, infatti avevo iniziato da quello, ma in prima persona e al presente.
Sira mi ha subito fatto notare che mancava, così l'ho fatto aggiungere come inizio a sé stante, un anticipo di storia accaduta, quindi al passato, ma poi riportata al presente.
A parte i gusti, è proprio sbagliata l'interpretazione?
<3
Rispondi

Torna a “Racconti”