[H2022R] Scappa
Posted: Sun Nov 06, 2022 8:15 am
La fiera: il pericolo, la fuga, la caccia
«Scappa»
Singola parola, pronunciata dal nulla.
Anna ricordava un volto, pallido, due occhi ardenti. Un sorriso.
Correre.
Non aveva idea di dove. Non aveva idea del perché. Le gambe si muovevano da sole, i polmoni bruciavano.
Le stradine le correvano ai lati, Anna non le vedeva. Muri, porte, persone.
Correre.
Correre.
Correre.
Anna non sapeva più fare altro. Alla fine, le gambe le cedettero. Ruzzolò sul selciato, l’asfalto le morse le mani tese davanti alla faccia.
Stille di dolore colarono, da palmi e occhi. Annaspò, ogni muscolo dalla vita in giù che bruciava, ardeva, si sfilacciava nell’ennesimo sforzo.
Correre. Anna doveva farlo. Scappare. Un bisogno che le si era impiantato nel cervello.
Più impellente di respirare, più essenziale di pensare.
«Di nuovo»
Una risata aspra, gelida. Nessuna allegria, semplice compiacimento
«Scappa»
Anna non desiderava altro. Attorno a lei la città era scomparsa. Il mondo non esisteva.
Palazzi, semplici ostacoli o possibili rifugi. Strade, grandi zone dove correre. Persone, ostacoli.
Si tirò in piedi, riprese a correre. Ginocchia e caviglie fiamme di dolore, i muscoli strisce di fuoco nella carne.
Persone. Doveva raggiungere qualcuno. Se fosse stata in un luogo con tanta gente, forse l’avrebbero aiutata.
Forse sarebbe scappata.
Forse lui avrebbe scelto un’altra vittima.
Uscì dal vicolo, trovandosi in un grosso viale. Persone camminavano, si fermavano, chiacchieravano.
Anna latrò euforica. Un sorriso folle le salì al volto.
Salvezza. Libertà. Protezione.
Repulsione.
La vide dipinta sul coloro della prima persona a cui si accostò. Strisciò negli occhi della seconda. Fece urlare la terza.
Anna pianse, rigirandosi nella calca. Volti la fissavano, inorriditi. Non ne capiva il perché, non riusciva a riflettere.
In ginocchio, piangendo, si rigirava, tendendo le mani alla folla attorno a lei.
Versi le uscivano dalla bocca, richieste di soccorso, ignorate e non comprese dalla folla.
Dovevano aiutarla, difenderla. Salvarla.
Si dispersero attorno a lei, lasciandola sola. Correvano in tutte le direzioni, si stringevano tra di loro.
Anna venne evitata, allontanata. Corse dietro i gruppi più numerosi, implorò quelli più piccoli.
In ginocchio pianse davanti ai singoli.
Una mano si posò sulla sua spalla. L’ondata di speranza la travolse, ruotò il busto, piangendo di gioia.
Beffardo, pallido, sorridente. Occhi ardenti la fissavano.
«Ancora» la bocca masticò la parola, buttandola fuori come un grumo nell’aria «scappa»
Anna non ci riuscì.
La sua mente era svuotata. Il corpo era solo una massa di dolore.
La testa le scoppiava, gli occhi bruciavano.
Le ossa dello sterno scricchiolavano, mentre cuore e polmoni ci martellavano contro.
Le gambe erano in fiamme, ogni muscolo strillava la sua sofferenza.
«Ti prego» balbettò, le parole incomprensibili a lei stessa, altro dolore colò, misto a saliva, dalle labbra spaccate.
Rise. Un suono freddo, rabbioso, che grattò nelle orecchie di Anna come unghie su una lavagna.
«Scappa» labbra atteggiate a ghigno, zanne acuminate spuntavano appena.
Lei scosse il capo. Non ce la faceva, non voleva farcela.
Il sorriso si aprì, i canini luccicarono.