[H2022R] La strega Omega
Posted: Tue Nov 01, 2022 5:37 pm
Traccia di Halloween - Le spine: la sofferenza, il supplizio, la condanna.
pronuncia
La pronuncia corrente è «omèga»; «òmega» è invece di uso letterario, poiché è «della pronunzia greca e latina» (Gabrielli).
L’autrice ha scelto la prima,
L’autrice ha scelto la prima,
[H2022R] La strega Omega
La strega Omega ha due facce: piena di tenerezza e spinta alla violenza. La sua maschera sociale è perfetta all'apparenza: una vecchina dimessa e fragile, inoffensiva, ma in realtà vendicatrice di soprusi e delitti impuniti, sulla base di un suo personale codice morale flessibile.
Per mantenersi, scrive bigliettini per una ditta dolciaria che fabbrica dolcetti per Halloween.
Queste le frasi che vanno per la maggiore:
Il male che incede deforma ogni piede.
Scarta le caramelle e le zucche guaste. Le prime son dolcetti, le seconde sono inetti.
Di ben altro tenore, nella sua vita parallela, quelli che fa circolare in certi ambienti per farsi una clientela mirata:
La strega Omega che spezza o che piega è fine stratega.
Tutti i servizi contro i tuoi vizi.
I falsi specchi stregati in bottega sono un optional per chi mi impiega.
La vendetta che si spiega te la servo d'ogni bega.
Sino a quel momento, tuttavia, non le è ancora capitato un vero e proprio cimento lavorativo.
Ora sembrerebbe di sì. Riceve la visita di un uomo ancora giovane ma con lo sguardo al di là del bene e del male.
Lui le racconta la sua storia.
"Sono Coatto. Vengo dal paese del principe dei Soprusi, che dà il nome a ogni suo suddito e ha potere di vita e di morte su ognuno. I confini del paese sono invalicabili. Non gli si può sfuggire. Ho una sorella, Donata, di cui l'anno scorso si è invaghito e l'ha chiesta come concubina per il suo harem."
Il giovane s'interrompe per guardarsi intorno nella bottega della strega. Si mette di fronte a un supposto specchio e non ci si vede. Questo lo mette in ansia, rovescia certezze, muta di brutto le sue prospettive. La parodia di uno specchio, un mancato riflesso.
"Com'è possibile?" chiede indicandolo alla strega Omega.
"La verità è intrinseca, è all'interno" sibila quella, bussando sullo schermo dello specchio, che risponde con un suono fesso.
"Non aspettarti che le cose siano come ti sono sempre apparse: apri la mente, pensa laterale. Come faccio io: tu hai trovato il modo di scappare. Ma vai con ordine nel tuo racconto. Prego."
" I nostri genitori erano in fondo onorati della proposta del principe Dolo, e stavano preparando Donata all'unione principesca, fissata al suo quindicesimo compleanno. Ma ignoravano il dramma che stavamo vivendo io e mia sorella. Qualche giorno prima della proposta del reale, un giorno, soli in casa nostra, è successo l'imprevedibile. Io, proprio io, il suo rispettoso fratello maggiore, l'ho deflorata in un parossismo di passione incestuosa che ci ha travolti entrambi sotto un velo di pazzia. Quando ci siamo ridestati dal folle ed entusiasmante sogno, abbiamo pianto disperati: non fosse bastata l'enormità dell'atto, lei aveva compromesso il suo futuro. Quando il principe l'ha vista, e se ne è invaghito, il suo destino era segnato."
Piange, nell'austera bottega, il meschino che spiega il fatto suo alla strega.
La strega Omega s'immagina il cruento non detto da Coatto. Vede Donata terrorizzata al pensiero di quello che l'aspetta, smarrita di fronte al crollo della figura del fratello, che non ha mezzi né risorse per portarla in salvo. Eppure lei provava fiducia in lui: la delusione le fa girare la testa, le dà attacchi di panico. La madre fraintende lo stato d'animo della figlia: la crede nervosa per il grande passo e prova a istruirla sull'accettazione del maschio e dei suoi voleri. Vede Donata ridere isterica tra le lacrime.
La strega vede il pennacchio verde del messo del principe Dolo ondeggiare tra le messi, salendo verso la casa della prescelta. Forse Donata sviene e la madre la rianima mentre il padre con affettuoso orgoglio le sussurra parole di incoraggiamento. Vede il fratello terreo in volto che s'inginocchia accanto ai suoi familiari per abbracciarsi un'ultima volta tutti insieme. Uniti comunque, con le maschere delle gioie e delle colpe e delle paure terrificanti sospese.
Omega vede quello che Coatto può solo intuire e raccontare come sa. La terribile prima notte con la scoperta della mancata verginità della sposa. Donata trema, è terrorizzata, ma non fa il nome del fratello. Si finge ignara dell'imene, del dover versare delle gocce di sangue, ride come una demente, ma lo sposo ha già in mente una condanna terrificante, un supplizio continuo, un parossismo statico di sofferenza.
La strega purtroppo vede il supplizio preparato per la ragazza prima che ne parli il fratello, o mentre questi ne descriverà gli esiti, perché ci ha già dovuto assistere e sa come funziona. Peggiore della morte, inteso a compensare l'affronto fatto al maschio-dio nell'essersi offerta a lui impura. La cottura del corpo condito con l'idratazione forzata interna.
I tempi e i modi inenarrabili del supplizio. La vittima in preda a sofferenze indicibili e che non può emettere un suono. Non può fare arrivare le mani a coprirsi gli occhi, o a strapparsi i capelli. Soffrire mille morti atroci senza un lamento. Svenire e, purtroppo, rinvenire.
Questo le aveva fatto il principe, come condanna per l'insulto ricevuto: la deformità causata dalla temperatura - oltre il grado di bollitura dell'acqua – carne e pelle che si dilatano e formano sacche a pieghe. Si piega lo scheletro e si prende un aspetto simile, dal volto e collo con pappagorgia al tronco che scende sugli arti in un molle ammasso, a un orrido e pietoso pupazzo.
Irriconoscibili le fattezze originarie. Uno sfigurato essere umano, senza voce e senza identità, purtroppo mantenuto in vita durante il trattamento.
Coatto e i genitori, ignari del destino di Donata, chiesero invano notizie e spiegazioni, e la cercarono senza posa. Travolti tutti dall'angoscia, il fratello aveva, come amaro sovrapprezzo, l'enormità della colpa che lo schiacciava e di cui non poteva rivelare l'origine ai genitori, salvo farli morire di dolore.
Un giorno recente, in un circo, Coatto racconta alla strega di avere incrociato lo sguardo di una nana deforme, attrattiva esibita sotto il tendone. E, grazie alla lacrima che le scendeva da un occhio, e al suo sguardo al di là del bene e del male, l’aveva riconosciuta...
Il climax decelera in bottega mentre Coatto conclude il racconto:
"L'ho lasciata conciata così: io, la causa di tutto il male che si è riversato su di lei, tutto il male del mondo.
Sono scappato da lei, annichilito dal dolore, dalla rabbia e dal rimorso. Col mio coltello a serramanico incerottato sotto i capelli, sono corso al palazzo per uccidere il principe, ad ogni costo, e così ho saputo che il folle, per la prima volta, non era a palazzo. La corte era sconcertata e incerta sul da farsi. Finché, questione di ore, siamo tutti venuti a sapere che la nostra prigionia era finita. Le frontiere si possono varcare: siamo liberi..."
Lo sguardo di supplica che rivolge alla strega Omega è più che eloquente. Tace, coprendosi il volto con le mani.
La strega raccoglie le idee e si ricompone, esausta. Poi si risolve a proporre il rimedio stregonesco per la situazione contingente. Nulla infatti che sovverta la situazione surreale con apparente semplicità.
Coatto la prega.
La strega stratega non si nega.
La manovra gli spiega: i fili collega.
"Conosco il procedimento" conclude con un sospiro. "Davvero vuoi che ti faccia assomigliare a tua sorella?"
... E l'infelice acconsente.