[Lab5] Del risparmiarsi
Posted: Wed Sep 28, 2022 4:53 pm
Laboratorio 5: focalizzazione interna con narratore esterno.
Tema: Leggerezze.
[Lab5] Del risparmiarsi
La colf di nome Rita fotografa col cellulare il piano del mobile zeppo di oggetti, prima di raccoglierli in un contenitore e procedere con la pulizia, pensando: risparmio la mia di memoria fotografica...
Trilingue, Rita in precedenza aveva lavorato per un ventennio in un’agenzia di viaggi.
I primi anni erano stati appaganti. Aveva il ruolo di accompagnatrice di gruppi in viaggi alla scoperta di paesi asiatici e africani, in mezzo alla gente del posto; il suo gruppo, che si affiatava man mano nei giorni di una luce calda e rigeneratrice, scopriva l’umanità ricca e semplice di chi ti guarda negli occhi e ti fa scoprire chi sei. I suoi “compagni di vacanza” si ritrovavano tra di loro e con lei come guida anno dopo anno, con la gioia di scoprire un mondo che ti rimescolava dentro.
E le risate e l’affiatamento erano incredibili.
A tavola, alla sera, in qualunque paese, lei si rivede oggi, tra quei quindici turisti di ogni angolo d'Italia che si “erano visti e presi” su un pullman fra Brasile e Argentina, intenti a fare lo stesso, divertente rituale. Prima di ogni cena, usando le stoviglie intonse davanti a ognuno, si recitava, scandendo con ritmo tutti insieme la stessa filastrocca, passando in allegria il piatto al compagno a destra e subito prendendo, alla rapida battuta successiva, quello ricevuto dal commensale a sinistra.
Ciapa’l tram balurda
ciappel ti che mi sun surda
tric e trac lasel andà
tric e trac lasci andà.
La colf di nome Rita fotografa col cellulare il piano del mobile zeppo di oggetti, prima di raccoglierli in un contenitore e procedere con la pulizia, pensando: risparmio la mia di memoria fotografica...
Trilingue, Rita in precedenza aveva lavorato per un ventennio in un’agenzia di viaggi.
I primi anni erano stati appaganti. Aveva il ruolo di accompagnatrice di gruppi in viaggi alla scoperta di paesi asiatici e africani, in mezzo alla gente del posto; il suo gruppo, che si affiatava man mano nei giorni di una luce calda e rigeneratrice, scopriva l’umanità ricca e semplice di chi ti guarda negli occhi e ti fa scoprire chi sei. I suoi “compagni di vacanza” si ritrovavano tra di loro e con lei come guida anno dopo anno, con la gioia di scoprire un mondo che ti rimescolava dentro.
E le risate e l’affiatamento erano incredibili.
A tavola, alla sera, in qualunque paese, lei si rivede oggi, tra quei quindici turisti di ogni angolo d'Italia che si “erano visti e presi” su un pullman fra Brasile e Argentina, intenti a fare lo stesso, divertente rituale. Prima di ogni cena, usando le stoviglie intonse davanti a ognuno, si recitava, scandendo con ritmo tutti insieme la stessa filastrocca, passando in allegria il piatto al compagno a destra e subito prendendo, alla rapida battuta successiva, quello ricevuto dal commensale a sinistra.
Ciapa’l tram balurda
ciappel ti che mi sun surda
tric e trac lasel andà
tric e trac lasci andà.
E Rita si rivede, con commozione felice, seduta sulle radici di un albero africano, gli occhi, di paesi diversi, volti al cielo, sotto una cupola di stelle, intorno a un falò, a cantare a turno insieme, alto il respiro:
“Che sarà sarà…Que sera sera…
Whatever will be, will be…”
con la Croce del Sud come ardente pubblico.
Ma tutto passa e cambia, anche le strategie aziendali e i clienti. Era venuto il turno di gente che chiedeva il prezzo del viaggio per metterlo in lista nozze, prima ancora della descrizione del luogo. Gente che non aveva mai visitato il Louvre o sfrecciato sulle nevi delle Dolomiti, e pagava caro per vedere una falsa Gioconda, e che godeva di sciare su una pista di neve artificiale in mezzo a grattacieli fuori luogo nel deserto.
Per non lasciare trasparire la sua riprovazione, Rita rielaborava le risposte del suo istinto, piegandole su intenzione e coerenza lavorative.
“Che sarà sarà…Que sera sera…
Whatever will be, will be…”
con la Croce del Sud come ardente pubblico.
Ma tutto passa e cambia, anche le strategie aziendali e i clienti. Era venuto il turno di gente che chiedeva il prezzo del viaggio per metterlo in lista nozze, prima ancora della descrizione del luogo. Gente che non aveva mai visitato il Louvre o sfrecciato sulle nevi delle Dolomiti, e pagava caro per vedere una falsa Gioconda, e che godeva di sciare su una pista di neve artificiale in mezzo a grattacieli fuori luogo nel deserto.
Per non lasciare trasparire la sua riprovazione, Rita rielaborava le risposte del suo istinto, piegandole su intenzione e coerenza lavorative.
Ma come ci riuscivo? si chiede adesso sospirando. Sì, come riuscivo ad annuire, con quell'aria che voleva essere partecipe, senza sembrare ebete? Sapevo di rischiare una deformazione facciale permanente. E volevo risparmiarmela.
A proposito di risparmio, il concetto era ereditato: i suoi avi avevano conosciuto stenti e povertà derivanti dalla guerra. La nonna era solita dire alla mamma di Rita, quand’era piccola, se questa si fermava a mangiare da qualche conoscente:
- Quello che si prende fuori si risparmia a casa: vai!
Lei aveva studiato, migliorato il suo status, ma non aveva problemi a fare un lavoro con uno stipendio inferiore e minori prospettive pensionistiche, se le fosse venuto meno l’interesse per il primo e se il nuovo lavoro e l'accresciuto tempo libero le avessero tolto la noia dentro. Soprattutto la noia, quella lei voleva risparmiarsela.
Di queste cose del suo passato le era piaciuto parlare nel colloquio di lavoro da lei sostenuto qualche anno prima in quella (e in altre, anch’esse con esito positivo) bella villa unifamiliare.
- Ma sei sprecata a fare la colf! - aveva esclamato al loro primo incontro l’allora aspirante datrice di lavoro, la coetanea Brigida.
- A me i lavori di casa piacciono! - aveva replicato lei, e avevano riso insieme dell’ironia della cosa, ponendo le basi di una bella amicizia. Ad accordi presi, Rita aveva aggiunto:
- Per mantenermi in esercizio, se non ti dispiace, parlerò inglese col gatto. -
Il quale gatto, infatti, adesso viene così apostrofato:
- Outside the door! As long as there is noise, meowing cat! - e esce con sussiego dalla gattaiola.
Quindi, visto che è il momento della sua pausa di mezz’ora, Rita attacca il robot- aspirapolvere. Ne approfitta per fare un po’ di moto. Mentre il “collega” lavora, lei balla muovendosi a ritmo di samba e rumba, grazie al suo iPod, e qualche volta si diverte a mettersi sulla traiettoria del robot, che è costretto a attivare i sensori per gli ostacoli e a girarle intorno.
“Balla con Rita!” lo apostrofa lei ridendo.
Per i vasi di fiori e le piante di appartamento, è incaricata soltanto di passare uno straccetto umido sulle foglie, periodicamente. Per il resto, avendo Brigida un vivaio nel vicino entroterra, si occupa lei del verde in casa. E del giardino. È una donna che vive in simbiosi con la natura. E non se la risparmia: quella no. Se la concede volentieri.
Quando tocca allo stiro, la sua passione, l’appagata colf attacca il suo registratore e ascolta la sua parte nella commedia dell’Unitre, dove recita nel ruolo di avvocato:
- ... Il mio assistito ha un alibi inattaccabile per la notte del delitto. Come abbiamo ascoltato dalla testimonianza appena conclusa, lui si trovava a Trapani mentre ...
Il padrone di casa rientra dal lavoro d’ufficio, e, smistando la posta, la sente declamare al piano di sopra:
- Vostro Onore, protesto per la condotta della controparte...
Sorride tra sé e sé. Lui e la moglie non vedono l’ora di andare a teatro per la prima dell’associazione amatoriale dove Rita recita: dalle “prove” dimostra di sapere il fatto suo.
La colf ha anche educato il gatto a uscire quando il robot fa le pulizie. L’unico gatto “inglese” del quartiere. Lui e sua moglie lì avevano fallito. Ride tra sé e sé.
Il suo cellulare suona e lui si allontana rapido verso la porta veranda, convinto di avere privacy:
- Ciao, Frilla... Allora alle sette quando esco a correre. Dalla fontana. - Il tono complice, intimo e sospetto arriva alle orecchie della colf.
Sopra, Rita stira in silenzio, e si interrompe solo per dire, alzando la voce:
- Buongiorno, Luigi. Ha visto la posta?
- Sì, grazie Rita. La sento in forma teatrale. Convincente per la giuria. Promette bene per la “prima”!
Rita si riascolta mentre stira i colletti delle camicie. Deve mandare tutto a memoria, e la sua è la parte più corposa della commedia. Manca una settimana alla recita.
Finito lo stiro, mentre prosegue con i lavori domestici, s’interroga sull’opportunità di rivelare la conversazione spiata ad Agnese, interferendo dove non si dovrebbe. Ma un’amica deve aprire gli occhi all’altra o chiudere i suoi? Con Luigi non ha confidenza: sono solo in cordiali rapporti.
To tell or not to tell? considera amletica a bassa voce tra sé e il gatto. Che miagola piano in risposta.
Rita si chiede: Perché farmi dei contorcimenti mentali? Se io avessi sulla mia strada una buccia di banana e la mia amica accanto se se accorgesse, mi avviserebbe o no?
Quando, poco prima delle diciannove, Brigida liquida a Rita l’impegno bisettimanale, quest’ultima si decide a rivelare a colei che reputa sua amica le frasi captate a distanza dalla conversazione telefonica di Luigi.
Senza interpretarle, senza suggerire conclusioni: solo i fatti nudi e crudi. Ma sì, anche l’intonazione della voce.
A proposito di risparmio, il concetto era ereditato: i suoi avi avevano conosciuto stenti e povertà derivanti dalla guerra. La nonna era solita dire alla mamma di Rita, quand’era piccola, se questa si fermava a mangiare da qualche conoscente:
- Quello che si prende fuori si risparmia a casa: vai!
Lei aveva studiato, migliorato il suo status, ma non aveva problemi a fare un lavoro con uno stipendio inferiore e minori prospettive pensionistiche, se le fosse venuto meno l’interesse per il primo e se il nuovo lavoro e l'accresciuto tempo libero le avessero tolto la noia dentro. Soprattutto la noia, quella lei voleva risparmiarsela.
Di queste cose del suo passato le era piaciuto parlare nel colloquio di lavoro da lei sostenuto qualche anno prima in quella (e in altre, anch’esse con esito positivo) bella villa unifamiliare.
- Ma sei sprecata a fare la colf! - aveva esclamato al loro primo incontro l’allora aspirante datrice di lavoro, la coetanea Brigida.
- A me i lavori di casa piacciono! - aveva replicato lei, e avevano riso insieme dell’ironia della cosa, ponendo le basi di una bella amicizia. Ad accordi presi, Rita aveva aggiunto:
- Per mantenermi in esercizio, se non ti dispiace, parlerò inglese col gatto. -
Il quale gatto, infatti, adesso viene così apostrofato:
- Outside the door! As long as there is noise, meowing cat! - e esce con sussiego dalla gattaiola.
Quindi, visto che è il momento della sua pausa di mezz’ora, Rita attacca il robot- aspirapolvere. Ne approfitta per fare un po’ di moto. Mentre il “collega” lavora, lei balla muovendosi a ritmo di samba e rumba, grazie al suo iPod, e qualche volta si diverte a mettersi sulla traiettoria del robot, che è costretto a attivare i sensori per gli ostacoli e a girarle intorno.
“Balla con Rita!” lo apostrofa lei ridendo.
Per i vasi di fiori e le piante di appartamento, è incaricata soltanto di passare uno straccetto umido sulle foglie, periodicamente. Per il resto, avendo Brigida un vivaio nel vicino entroterra, si occupa lei del verde in casa. E del giardino. È una donna che vive in simbiosi con la natura. E non se la risparmia: quella no. Se la concede volentieri.
Quando tocca allo stiro, la sua passione, l’appagata colf attacca il suo registratore e ascolta la sua parte nella commedia dell’Unitre, dove recita nel ruolo di avvocato:
- ... Il mio assistito ha un alibi inattaccabile per la notte del delitto. Come abbiamo ascoltato dalla testimonianza appena conclusa, lui si trovava a Trapani mentre ...
Il padrone di casa rientra dal lavoro d’ufficio, e, smistando la posta, la sente declamare al piano di sopra:
- Vostro Onore, protesto per la condotta della controparte...
Sorride tra sé e sé. Lui e la moglie non vedono l’ora di andare a teatro per la prima dell’associazione amatoriale dove Rita recita: dalle “prove” dimostra di sapere il fatto suo.
La colf ha anche educato il gatto a uscire quando il robot fa le pulizie. L’unico gatto “inglese” del quartiere. Lui e sua moglie lì avevano fallito. Ride tra sé e sé.
Il suo cellulare suona e lui si allontana rapido verso la porta veranda, convinto di avere privacy:
- Ciao, Frilla... Allora alle sette quando esco a correre. Dalla fontana. - Il tono complice, intimo e sospetto arriva alle orecchie della colf.
Sopra, Rita stira in silenzio, e si interrompe solo per dire, alzando la voce:
- Buongiorno, Luigi. Ha visto la posta?
- Sì, grazie Rita. La sento in forma teatrale. Convincente per la giuria. Promette bene per la “prima”!
Rita si riascolta mentre stira i colletti delle camicie. Deve mandare tutto a memoria, e la sua è la parte più corposa della commedia. Manca una settimana alla recita.
Finito lo stiro, mentre prosegue con i lavori domestici, s’interroga sull’opportunità di rivelare la conversazione spiata ad Agnese, interferendo dove non si dovrebbe. Ma un’amica deve aprire gli occhi all’altra o chiudere i suoi? Con Luigi non ha confidenza: sono solo in cordiali rapporti.
To tell or not to tell? considera amletica a bassa voce tra sé e il gatto. Che miagola piano in risposta.
Rita si chiede: Perché farmi dei contorcimenti mentali? Se io avessi sulla mia strada una buccia di banana e la mia amica accanto se se accorgesse, mi avviserebbe o no?
Quando, poco prima delle diciannove, Brigida liquida a Rita l’impegno bisettimanale, quest’ultima si decide a rivelare a colei che reputa sua amica le frasi captate a distanza dalla conversazione telefonica di Luigi.
Senza interpretarle, senza suggerire conclusioni: solo i fatti nudi e crudi. Ma sì, anche l’intonazione della voce.
Avrà da rimanere spiazzata dal risultato.
- Quello che si prende fuori si risparmia a casa - constata, pratica, la frigida Brigida.
- Quello che si prende fuori si risparmia a casa - constata, pratica, la frigida Brigida.