Senza disturbare nessuno
Posted: Tue Sep 27, 2022 11:55 am
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La sento ciabattare ogni giorno, tutto il giorno, da una stanza all’altra. Di tanto in tanto si sofferma davanti la mia camera, butta uno sguardo dentro e, con un sorriso al bivio tra l’amorevole e il supplichevole, mi chiede: “Amore, ti alzi”? oppure “Cosa ti preparo per pranzo?
Ci prova, pensa di prendermi per sfinimento. Ma io non cedo.
Le rispondo con un cenno impercettibile, le lascio libera scelta per il pranzo, tutto il resto non è affar suo. Lei comprende, si ritira e sospira. Intanto che richiude la porta, sento il soffio che le esce dai polmoni, riempie la stanza, somiglia a una folata di vento; potrebbe alzarmi perfino le coperte dal letto.
Per fortuna il mio sguardo rimane incollato al soffitto.
Senza disturbare nessuno, lo fisso costantemente. Lì c’è un lampadario nuovo, un nastro d’acciaio bordato di luce led. Una luce squillante che dovrebbe dare non so quale speranza a mia madre. Mi piace fissare quel nastro, mi immedesimo nella sua rigidità, ne assorbo la forza.
La mia volontà si fa come d’acciaio!
Inoltre, quel nastro è sinuoso, mi affascina.
Ci scivolo su con la fantasia, sono uno sciatore, faccio lo slalom tra le curve argentate, un percorso netto sulla scia bianca. Sono un campione.
E per oggi ho finito, ho sodisfatto il mio Ego.
Come ogni mattina la casa profuma di pulito e all’ora di pranzo e di cena sarà il turno del cibo odoroso. Sughi e pietanze di cui potrei fare a meno.
A mia madre sembra tocchi alimentare il mondo intero, l’impegno che mette in cucina è il suo sacrificio nei confronti dell’umanità che io rappresento. Mi costringe a sforzi sovrumani per raggiungere il cibo che si rifiuta, ostinata com’è, di portare in camera mia.
Pretese che vanno contro la mia natura più intima, i miei desideri più semplici.
Sta per tornare, sento le ciabatte fermarsi dietro porta, la apre senza alcuna delicatezza, “la vita è là fuori” dice con un tono stizzito. Rimango sorpreso, è una variante che mi costringe a corrugare la fronte. Un’affermazione che non ha né capo né coda, e poi… cos’è quell’atteggiamento?
Quella donna prova solo a istigarmi, ogni suo modo di fare, va ben oltre l’insopportabile.
Nessuno può impormi scelte non mie.
Vorrebbe che lasciassi il mio letto, il mio mondo, ma per andare dove? A far cosa?
Non capisco questa frenesia che tutti hanno nei confronti della vita. Non ne vedo il motivo. Hanno ruspe per mani, scavano, innalzano, arraffano, intascano e spendono. Ho smesso di affacciarmi alla finestra da quando sono cresciuto e ho capito che non è questo ciò che sono, ciò che voglio. I loro desideri non corrispondono ai miei.
So come spendere il mio tempo, senza disturbare nessuno.
Faccio i miei volteggi sul lampadario d’acciaio, in completa economia, sulla scia led.
A volte mi capita di fare un giro lassù anche di notte, il mio svago a quell’ora è costellato di pianeti da scoprire, ma arrivato nel punto più buio calo le palpebre e rinuncio. Alla fine cosa si potrebbe scoprire?
La luna in TV mi ha già detto tutto.
Oggi ho sentito un’amica di mia madre, “devi rivolgerti a uno specialista”, le ha detto. Sono d’accordo, non si può andare avanti così, la sua battaglia contro la mia vera natura la porterà alla follia.
Deve farsi curare.
La sento ciabattare ogni giorno, tutto il giorno, da una stanza all’altra. Di tanto in tanto si sofferma davanti la mia camera, butta uno sguardo dentro e, con un sorriso al bivio tra l’amorevole e il supplichevole, mi chiede: “Amore, ti alzi”? oppure “Cosa ti preparo per pranzo?
Ci prova, pensa di prendermi per sfinimento. Ma io non cedo.
Le rispondo con un cenno impercettibile, le lascio libera scelta per il pranzo, tutto il resto non è affar suo. Lei comprende, si ritira e sospira. Intanto che richiude la porta, sento il soffio che le esce dai polmoni, riempie la stanza, somiglia a una folata di vento; potrebbe alzarmi perfino le coperte dal letto.
Per fortuna il mio sguardo rimane incollato al soffitto.
Senza disturbare nessuno, lo fisso costantemente. Lì c’è un lampadario nuovo, un nastro d’acciaio bordato di luce led. Una luce squillante che dovrebbe dare non so quale speranza a mia madre. Mi piace fissare quel nastro, mi immedesimo nella sua rigidità, ne assorbo la forza.
La mia volontà si fa come d’acciaio!
Inoltre, quel nastro è sinuoso, mi affascina.
Ci scivolo su con la fantasia, sono uno sciatore, faccio lo slalom tra le curve argentate, un percorso netto sulla scia bianca. Sono un campione.
E per oggi ho finito, ho sodisfatto il mio Ego.
Come ogni mattina la casa profuma di pulito e all’ora di pranzo e di cena sarà il turno del cibo odoroso. Sughi e pietanze di cui potrei fare a meno.
A mia madre sembra tocchi alimentare il mondo intero, l’impegno che mette in cucina è il suo sacrificio nei confronti dell’umanità che io rappresento. Mi costringe a sforzi sovrumani per raggiungere il cibo che si rifiuta, ostinata com’è, di portare in camera mia.
Pretese che vanno contro la mia natura più intima, i miei desideri più semplici.
Sta per tornare, sento le ciabatte fermarsi dietro porta, la apre senza alcuna delicatezza, “la vita è là fuori” dice con un tono stizzito. Rimango sorpreso, è una variante che mi costringe a corrugare la fronte. Un’affermazione che non ha né capo né coda, e poi… cos’è quell’atteggiamento?
Quella donna prova solo a istigarmi, ogni suo modo di fare, va ben oltre l’insopportabile.
Nessuno può impormi scelte non mie.
Vorrebbe che lasciassi il mio letto, il mio mondo, ma per andare dove? A far cosa?
Non capisco questa frenesia che tutti hanno nei confronti della vita. Non ne vedo il motivo. Hanno ruspe per mani, scavano, innalzano, arraffano, intascano e spendono. Ho smesso di affacciarmi alla finestra da quando sono cresciuto e ho capito che non è questo ciò che sono, ciò che voglio. I loro desideri non corrispondono ai miei.
So come spendere il mio tempo, senza disturbare nessuno.
Faccio i miei volteggi sul lampadario d’acciaio, in completa economia, sulla scia led.
A volte mi capita di fare un giro lassù anche di notte, il mio svago a quell’ora è costellato di pianeti da scoprire, ma arrivato nel punto più buio calo le palpebre e rinuncio. Alla fine cosa si potrebbe scoprire?
La luna in TV mi ha già detto tutto.
Oggi ho sentito un’amica di mia madre, “devi rivolgerti a uno specialista”, le ha detto. Sono d’accordo, non si può andare avanti così, la sua battaglia contro la mia vera natura la porterà alla follia.
Deve farsi curare.