[MI173] Dilatazioni impegnative
Posted: Sun Sep 04, 2022 11:31 pm
Traccia di mezzogiorno
"L'ottavo giorno"
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Eleonora guardava sull’hologram Reader l’archivio foto di due hard disk che le aveva consegnato la madre, ora riversato negli hologram boxes e ricostruito tridimensionalmente.
La madre si sentiva osservata, senza pudore Eleonora le chiese come mai la nonna materna fosse più giovanile di lei. Stava guardando le immagini dei festeggiamenti per il mezzo secolo di nonna Flavia, che ora di anni ne aveva 85, e confrontandola con la madre, a pari età, le sembrava che quest’ultima ne dimostrasse di più.
La madre alzò gli occhi al cielo: “e tante grazie! La nonna fino ai 36 anni non aveva il tempodì, non puoi fare il confronto ora, fatti due calcoli e poi mi dici!”
Eleonora strinse gli occhi accentuando i due solchi verticali sulle sopracciglia: “ma che c’entra il tempodì?”
La madre prese al volo il suo Q12 dotato di calcolatrice: “Allora, dei 50 anni di nonna, solo 14 anni sono da 417 giorni, quindi corrisponde a 52 dei vecchi anni, mentre io avrei 57 dei vecchi anni. Ti assicuro che a questa età, cinque anni fanno tanta differenza! Dovresti confrontarmi con le mie foto di… più o meno quattro anni fa, poi ne riparliamo!”.
Eleonora guardava la madre mantenendo il viso corrucciato: “ma che cavolo stai dicendo?”
“Lo sai benissimo che ai tempi di tua nonna gli anni avevano solo 365 giorni e le ottomane si chiamavano settimane perché si concludevano in sette giorni! A te non interessano mai i miei discorsi.”
Eleonora la interruppe con impeto: “Ti prego non ricominciare con tutti i mali del mondo, il clima, la natura, il lavoro, il tempo… semplicemente non avevo pensato che prima gli anni non erano da 417 giorni. Ma poi, perché avreste aggiunto questo ottavo giorno?”
“È tutto collegato “ rispose la madre, “quando tua nonna frequentava l’Università, si erano create due fazioni violentemente contrapposte, si chiamavano civette e volpi”
Eleonora, con lo sguardo di chi la sa lunga intervenne: “di sicuro nonna era una volpe! Ancora oggi non gliela si fa!”
“Invece ti sbagli Ele, perché la nonna era una civetta, il gruppo era nato dapprima per difendere questo animale, che stava rischiando l’estinzione, dopo che sui social si era affermata un’antica diceria egizia che lo vedeva come uccello del malaugurio. Persone scaltre alimentarono la leggenda, dicendo che una civetta imbalsamata in casa, al contrario, portava fortuna, questo generò un massacro che fruttava moltissimi soldi…”
“Mamma ti prego, non divagare, ok, la nonna con altri hanno preso le parti della civetta, ma cosa c’entra con l’ottomana?”
“Era solo per spiegare il contesto” riprese la madre, “in sintesi, la civetta, simbolo di saggezza per i greci, era diventata anche il simbolo del gruppo, si battevano anche per l’uguaglianza, l’inclusività, l’accoglienza. L’altro gruppo aveva come simbolo la volpe, perché credevano in una meritocrazia, dove anche la scaltrezza a discapito di altri era un merito, ed anche perché è un animale che preda la civetta. Di questi nomi si appropriarono le due fazioni politiche contrapposte.”
“Mamma, non ti ho chiesto una lezione di storia!” Eppure Eleonora era sicuramente interessata, perché in altre occasioni, avrebbe già girato i tacchi.
“Ci arrivo subito” continuò la madre, “all’epoca, tra i tanti temi che contrapponevano le due fazioni, c’era quello del tempo. Le civette chiedevano a gran voce di avere maggiore tempo a disposizione, sostenevano che i ritmi di lavoro e tutto il sistema sociale era stato strutturato per dividere, per favorire l’individualismo, per annientare sul nascere il pensiero critico. Di contro, le volpi, accusavano le civette di essere dei parassiti, di non voler contribuire alle necessità di Stato, di non avere voglia di lavorare.”
Eleonora seguiva attenta “ok, quindi il nome del giorno tempodì, che ha ovviamente a che fare col tempo, parte da questa contrapposizione, giusto?”
“Esattamente”, rispose la madre, “nel periodo delle elezioni, non mancarono colpi bassi, le volpi pubblicavano sui social tutti i loro slogan, le civette provarono ad adeguarsi per raggiungere un elettorato più ampio, ma snaturandosi. Le volpi avevano capito che la questione tempo era quella determinante e con lo slogan ‘più salute, più sport, più tempo per tutti’, sfondarono. Una volta vinte le elezioni, cercarono il modo di dare seguito allo slogan”.
Eleonora era da poco diventata abile al voto, sembrava scettica, ma guardava fissa la madre, invitandola a continuare.
“insomma, come già sai, la loro soluzione per dare più tempo ai cittadini, è stata cambiare le settimane in ottomane, inserendo, tra il mercoledì e il giovedì, il tempodì. Un giorno in più rigidamente disciplinato: sport per almeno quattro ore, esercizi di resistenza e per altre quattro, così da accontentare anche chi voleva ripristinare il servizio militare.”
“Ma stai scherzando mamma? Ci sarà stata la rivoluzione! Mica chiedevano il tempo per questo!”.
La mamma abbassò gli occhi, ricordando i racconti di sua madre, perché lei era appena nata a quei tempi: “per motivi di ordine pubblico erano state vietate le manifestazioni, si potevano solo compilare un’infinità di moduli. Si giustificava la violenza per sedare possibili disordini”
“Ma è terribile! Non potevano farlo!”
“Lo hanno fatto eccome. Chiedi a tua nonna se ti racconta, lei ha aiutato l’opposizione”.
“Mamma ti prego dimmelo tu, raccontami.”
“È una lunga storia, e non hai idea delle altre implicazioni, dei costi per cambiare tutte le impostazioni dei programmi, per la riorganizzazione, il disastro sui calendari, fu un periodo di grande confusione, serpeggiava lo scontento, ma era tutto sotto traccia”.
“Avranno perso alle elezioni successive!”
“Ora andiamo al compleanno di tua cugina.”
“No mamma, ti prego, continua a dirmi mentre ci prepariamo e andiamo!”
“Alle successive elezioni non c’erano più né volpi, né civette, ma i personaggi di maggior rilievo si erano riciclati nel partito Blu, nel partito Arcobaleno e, per la prima volta dopo decenni, in un terzo polo, Gli Scontenti. I Blu non rinnegavano assolutamente il tempodì, ma proponevano per quel giorno anche, come opzione di scelta, il tirocinio gratuito presso delle aziende per imparare a lavorare. Gli Arcobaleno sostenevano di non poter più tornare alla settimana, perché già la prima riprogrammazione dell’intera società aveva avuto dei costi insostenibili, rifarlo significava andare in bancarotta, ma proponevano il volontariato, che avrebbe dato punteggio nella ricerca di un lavoro, o la disponibilità a dedicarsi per almeno quattro ore a fare attività per la comunità, incentivando la creazione di reti sociali. Gli Scontenti invece, volevano sostenere il lavoro, aumentare la produttività, quindi lo volevano equiparare ad un qualsiasi altro giorno feriale, perché andava rilanciata l’economia, e per la scuola, la proposta era di usare il tempodì per fare i compiti, che sia mai impariate qualcosa in più, lasciandovi con un solo insegnante per piano.”
“Ma non è possibile, quindi hanno vinto Gli Scontenti? Questo è quello che è ora! Ma perché hanno votato loro e non gli Arcobaleno?”
“Perché puntano sulla paura, sul terrore di perdere il lavoro, come se le aziende potessero esistere senza i dipendenti! Ti fanno credere di essere un privilegiato, ti fanno desiderare cose inutili, minacciano licenziamenti e via dicendo”
“Ma è assurdo, perché la gente fa così?”
“Tu finora ci hai mai riflettuto? Ne hai mai parlato con i tuoi amici? Quanto ti fa comodo avere tutti gli hologram programs e i virtual games gratuiti?”
“Ma che c’entra questo? Sei fissata con queste cose.”
“No cara, hanno capito che darvi a disposizione, gratuitamente, tutte queste distrazioni, per le poche ore che avete libere, vi tiene buoni, non vi fanno lamentare, discutere, aspirare a un cambiamento.”
Eleonora ricacciò in gola la sua protesta, guardò la madre intristita “però io mamma, tutte queste cose non le sapevo.”
La madre la guardò comprensiva: La prigione dorata confonde, con la conoscenza potete liberarvi. Non è mai tardi per cambiare. Ora andiamo.”
"L'ottavo giorno"
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Eleonora guardava sull’hologram Reader l’archivio foto di due hard disk che le aveva consegnato la madre, ora riversato negli hologram boxes e ricostruito tridimensionalmente.
La madre si sentiva osservata, senza pudore Eleonora le chiese come mai la nonna materna fosse più giovanile di lei. Stava guardando le immagini dei festeggiamenti per il mezzo secolo di nonna Flavia, che ora di anni ne aveva 85, e confrontandola con la madre, a pari età, le sembrava che quest’ultima ne dimostrasse di più.
La madre alzò gli occhi al cielo: “e tante grazie! La nonna fino ai 36 anni non aveva il tempodì, non puoi fare il confronto ora, fatti due calcoli e poi mi dici!”
Eleonora strinse gli occhi accentuando i due solchi verticali sulle sopracciglia: “ma che c’entra il tempodì?”
La madre prese al volo il suo Q12 dotato di calcolatrice: “Allora, dei 50 anni di nonna, solo 14 anni sono da 417 giorni, quindi corrisponde a 52 dei vecchi anni, mentre io avrei 57 dei vecchi anni. Ti assicuro che a questa età, cinque anni fanno tanta differenza! Dovresti confrontarmi con le mie foto di… più o meno quattro anni fa, poi ne riparliamo!”.
Eleonora guardava la madre mantenendo il viso corrucciato: “ma che cavolo stai dicendo?”
“Lo sai benissimo che ai tempi di tua nonna gli anni avevano solo 365 giorni e le ottomane si chiamavano settimane perché si concludevano in sette giorni! A te non interessano mai i miei discorsi.”
Eleonora la interruppe con impeto: “Ti prego non ricominciare con tutti i mali del mondo, il clima, la natura, il lavoro, il tempo… semplicemente non avevo pensato che prima gli anni non erano da 417 giorni. Ma poi, perché avreste aggiunto questo ottavo giorno?”
“È tutto collegato “ rispose la madre, “quando tua nonna frequentava l’Università, si erano create due fazioni violentemente contrapposte, si chiamavano civette e volpi”
Eleonora, con lo sguardo di chi la sa lunga intervenne: “di sicuro nonna era una volpe! Ancora oggi non gliela si fa!”
“Invece ti sbagli Ele, perché la nonna era una civetta, il gruppo era nato dapprima per difendere questo animale, che stava rischiando l’estinzione, dopo che sui social si era affermata un’antica diceria egizia che lo vedeva come uccello del malaugurio. Persone scaltre alimentarono la leggenda, dicendo che una civetta imbalsamata in casa, al contrario, portava fortuna, questo generò un massacro che fruttava moltissimi soldi…”
“Mamma ti prego, non divagare, ok, la nonna con altri hanno preso le parti della civetta, ma cosa c’entra con l’ottomana?”
“Era solo per spiegare il contesto” riprese la madre, “in sintesi, la civetta, simbolo di saggezza per i greci, era diventata anche il simbolo del gruppo, si battevano anche per l’uguaglianza, l’inclusività, l’accoglienza. L’altro gruppo aveva come simbolo la volpe, perché credevano in una meritocrazia, dove anche la scaltrezza a discapito di altri era un merito, ed anche perché è un animale che preda la civetta. Di questi nomi si appropriarono le due fazioni politiche contrapposte.”
“Mamma, non ti ho chiesto una lezione di storia!” Eppure Eleonora era sicuramente interessata, perché in altre occasioni, avrebbe già girato i tacchi.
“Ci arrivo subito” continuò la madre, “all’epoca, tra i tanti temi che contrapponevano le due fazioni, c’era quello del tempo. Le civette chiedevano a gran voce di avere maggiore tempo a disposizione, sostenevano che i ritmi di lavoro e tutto il sistema sociale era stato strutturato per dividere, per favorire l’individualismo, per annientare sul nascere il pensiero critico. Di contro, le volpi, accusavano le civette di essere dei parassiti, di non voler contribuire alle necessità di Stato, di non avere voglia di lavorare.”
Eleonora seguiva attenta “ok, quindi il nome del giorno tempodì, che ha ovviamente a che fare col tempo, parte da questa contrapposizione, giusto?”
“Esattamente”, rispose la madre, “nel periodo delle elezioni, non mancarono colpi bassi, le volpi pubblicavano sui social tutti i loro slogan, le civette provarono ad adeguarsi per raggiungere un elettorato più ampio, ma snaturandosi. Le volpi avevano capito che la questione tempo era quella determinante e con lo slogan ‘più salute, più sport, più tempo per tutti’, sfondarono. Una volta vinte le elezioni, cercarono il modo di dare seguito allo slogan”.
Eleonora era da poco diventata abile al voto, sembrava scettica, ma guardava fissa la madre, invitandola a continuare.
“insomma, come già sai, la loro soluzione per dare più tempo ai cittadini, è stata cambiare le settimane in ottomane, inserendo, tra il mercoledì e il giovedì, il tempodì. Un giorno in più rigidamente disciplinato: sport per almeno quattro ore, esercizi di resistenza e per altre quattro, così da accontentare anche chi voleva ripristinare il servizio militare.”
“Ma stai scherzando mamma? Ci sarà stata la rivoluzione! Mica chiedevano il tempo per questo!”.
La mamma abbassò gli occhi, ricordando i racconti di sua madre, perché lei era appena nata a quei tempi: “per motivi di ordine pubblico erano state vietate le manifestazioni, si potevano solo compilare un’infinità di moduli. Si giustificava la violenza per sedare possibili disordini”
“Ma è terribile! Non potevano farlo!”
“Lo hanno fatto eccome. Chiedi a tua nonna se ti racconta, lei ha aiutato l’opposizione”.
“Mamma ti prego dimmelo tu, raccontami.”
“È una lunga storia, e non hai idea delle altre implicazioni, dei costi per cambiare tutte le impostazioni dei programmi, per la riorganizzazione, il disastro sui calendari, fu un periodo di grande confusione, serpeggiava lo scontento, ma era tutto sotto traccia”.
“Avranno perso alle elezioni successive!”
“Ora andiamo al compleanno di tua cugina.”
“No mamma, ti prego, continua a dirmi mentre ci prepariamo e andiamo!”
“Alle successive elezioni non c’erano più né volpi, né civette, ma i personaggi di maggior rilievo si erano riciclati nel partito Blu, nel partito Arcobaleno e, per la prima volta dopo decenni, in un terzo polo, Gli Scontenti. I Blu non rinnegavano assolutamente il tempodì, ma proponevano per quel giorno anche, come opzione di scelta, il tirocinio gratuito presso delle aziende per imparare a lavorare. Gli Arcobaleno sostenevano di non poter più tornare alla settimana, perché già la prima riprogrammazione dell’intera società aveva avuto dei costi insostenibili, rifarlo significava andare in bancarotta, ma proponevano il volontariato, che avrebbe dato punteggio nella ricerca di un lavoro, o la disponibilità a dedicarsi per almeno quattro ore a fare attività per la comunità, incentivando la creazione di reti sociali. Gli Scontenti invece, volevano sostenere il lavoro, aumentare la produttività, quindi lo volevano equiparare ad un qualsiasi altro giorno feriale, perché andava rilanciata l’economia, e per la scuola, la proposta era di usare il tempodì per fare i compiti, che sia mai impariate qualcosa in più, lasciandovi con un solo insegnante per piano.”
“Ma non è possibile, quindi hanno vinto Gli Scontenti? Questo è quello che è ora! Ma perché hanno votato loro e non gli Arcobaleno?”
“Perché puntano sulla paura, sul terrore di perdere il lavoro, come se le aziende potessero esistere senza i dipendenti! Ti fanno credere di essere un privilegiato, ti fanno desiderare cose inutili, minacciano licenziamenti e via dicendo”
“Ma è assurdo, perché la gente fa così?”
“Tu finora ci hai mai riflettuto? Ne hai mai parlato con i tuoi amici? Quanto ti fa comodo avere tutti gli hologram programs e i virtual games gratuiti?”
“Ma che c’entra questo? Sei fissata con queste cose.”
“No cara, hanno capito che darvi a disposizione, gratuitamente, tutte queste distrazioni, per le poche ore che avete libere, vi tiene buoni, non vi fanno lamentare, discutere, aspirare a un cambiamento.”
Eleonora ricacciò in gola la sua protesta, guardò la madre intristita “però io mamma, tutte queste cose non le sapevo.”
La madre la guardò comprensiva: La prigione dorata confonde, con la conoscenza potete liberarvi. Non è mai tardi per cambiare. Ora andiamo.”