[MI173] Over temperature
Posted: Sun Sep 04, 2022 9:24 pm
Commento: https://www.costruttoridimondi.org/forum/viewtopic.php?p=40425#p40425
Traccia di mezzanotte "Un'estate rovente"
Mercoledì
La ventola del PC va a manetta ed emette un rumore preoccupante, mentre il termometro sulla scrivania segna 30 gradi. Odio l'estate. L'ho sempre detestata, fin da bambino.
I miei compagni di classe non vedevano l'ora che la scuola finisse, io invece ho sempre temuto quel momento.
Per loro le vacanze estive erano svago, mare, tempo libero e nuove amicizie. Per me, invece, voleva dire trasferirmi per tre lunghi mesi lontano dal mio paese. Significava dover vivere nella mansarda dell'albergo che all'epoca era di proprietà di mia madre e mio zio; in quel cazzo di paesino minuscolo pieno solo di vecchi e di turisti.
Senza una stanza che fosse davvero mia e col bagno in comune. Senza le mie cose, senza poter andare mai in spiaggia perché i miei non si fidavano a mandarmi da solo. Senza amici. Solo lunghissime ore di noia davanti alla TV o al game boy. E, quando a settembre si tornava finalmente in classe, trovavo i miei compagni felici, abbronzati e perfino un po' cresciuti. La loro amicizia si era consolidata a forza di bagni al mare, partite a racchettoni e pomeriggi passati insieme all'oratorio o a zonzo per il paese.
Qualcuno aveva litigato con qualcun altro, alcuni si erano innamorati, i più fortunati erano riusciti a dare il primo bacio a qualche ragazza che ci stava. Io, invece, no. Io rimanevo per tre mesi da solo. Rimanevo indietro.
Dalla finestra aperta della mia stanza entra la risata stridula della vicina, che mi perfora i timpani. Cazzo avrà da ridere sempre, quella stronza?
Error, CPU over temperature.
Il termometro sulla scrivania segna 32 gradi, la ventola del PC si è arresa. Spengo il computer per evitare danni. Alzo il culo dalla sedia da gamer e vado a sedermi in veranda.
Per oggi, di giocare a World of Warcraft non se ne parla.
"Toh, sei ancora vivo?" papà mi guarda stupefatto. "Ci voleva sto caldo infernale per farti uscire dalla tua camera!"
Vorrei ribattere che poteva anche evitare di fare installare i condizionatori nelle stanze dal letto se poi possiamo accenderli solo un paio d'ore prima di andare a dormire. Ma mi risponderebbe che la bolletta della luce la paga lui, mica io, quindi lascio perdere.
Accendo il Kindle e decido che è il momento buono per iniziare la saga de "Le Cronache del ghiaccio e del fuoco".
"Shhh…buona Zoe!"
La mia lettura viene interrotta quasi immediatamente dagli strilli, acutissimi di un neonato.
Il mio vicino, un tiipico muscoloide sui trent'anni, impaccato di soldi e senza cervello, va su e giù per il giardino cullando la figlia di pochi mesi.
"Shhh, buona…lo so che hai caldo, hai ragione."
La siepe che divide le nostre proprietà non è abbastanza alta da impedirmi la visuale di una scena disgustosa: lui cerca invano di fare dormire la figlia mentre la sua tipa, una troia bionda sui venticinque o poco più, invece di fare il suo dovere e occuparsi della bimba se ne sta a bordo piscina in bikini.
Questo coglione non sa nemmeno farsi rispettare da una femmina. Le donne di oggi hanno del tutto sottomesso il maschio perché il nazifemminismo, ormai onnipresente nella nostra società, gli ha permesso di farlo. Ma se fossi io il suo uomo, le cose starebbero ben diversamente. Se stesse con me, col cazzo che le permetterei di starsene a prendere il sole mentre io mi devo smazzare i pianti della lattante. Con me, la troia avrebbe subito chiaro qual è il suo ruolo. Quello che mi manda fuori di brocca, è che un idiota come questo qua abbia già una posizione economica da fare invidia, una moglie bellissima e una figlia, mentre io, che sono più o meno suo coetaneo, sono ancora vergine.
Ma si sa, al giorno d'oggi se non hai i soldi che ti escono dal buco del culo, e non sei palestrato, la figa la vedi solo su Pornhub.
"Marco, vieni a tavola che è pronto?"
La voce di mia madre mi riporta alla realtà. Decido di abbandonare del tutto George Martin, tanto una partita persa.
Che finimondo, per un capello biondo che stava sul gilet.
Sarà volato, ma com'è strano il fato, proprio su di me…
Cerco di distrarmi navigando un po' sul forum dei redpillati, mentre la musica di merda dei vicini e il loro vociare fastidioso mi trapana il cranio. Ormai sono tre sere consecutive che fanno festa. Stasera barbecue e festa in piscina.
È mezzanotte passata e sono rimaste solo quattro coppiette, ma non accennano ad abbassare lo stereo. Intanto le femmine fanno le troie con 'sti quattro stronzi, tutti palestrati e abbronzati che sembrano fatti con lo stampino.
Un paio di loro limonano sulle gambe di quei minorati mentali. Da qui posso vederle, le cosce fuori e le scollature che mettono in mostra tutta la mercanzia. Femmine così si accompagnano solo ai lampadati impaccati di soldi. Come volevasi dimostrare.
"Marco, noi andiamo a dormire!" Mamma si alza dalla sdraio e rientra in casa.
"Tu, adesso che non hai più il computer, mi raccomando stai sempre a pastrocchiare con quel telefonino in mano. Sia mai che cominci a vivere un po' nel mondo reale." mi rimprovera papà.
Lo scaccio con un gesto della mano, come una zanzara fastidiosa, senza alzare gli occhi dallo schermo. Lo sento sbuffare e allontanarsi, seguendo i passi di mamma
La ventola del PC è andata del tutto a puttane. Ne ho ordinata un'altra su Amazon, ma prima di una decina di giorni non me la consegnano.
Fanculo alla settimana di ferragosto. E fanculo anche a sto caldo di merda.
Senti quella canzone di tanti anni fa
Che sembra scritta ora non mi ricordo neanche più come fa,
Ma il testo dice qualcosa come “I love you baby…”
Dormirei volentieri qui in veranda stanotte, almeno fa un po' più fresco. Se non fosse per sti quattro maranza di merda e per le loro sgualdrine. Le risatine fastidiose delle loro femmine mi disturbano anche più della musica.
Chiudo gli occhi e cerco di estraniarmi.
Ma il testo dice qualcosa come "I love you baby", più chiaro di così non c'era
"I love you baby", lo canterò per te stasera
Domani e finché non vedrò la luce dei tuoi occhi tornare nei tuoi occhi…
La musica continua a martellarmi le tempie.
Riapro gli occhi, alzo il culo e le mie gambe mi portano verso il capanno degli attrezzi. Roxy, il bracco italiano di papà, solleva appena una palpebra per controllare che cosa io stia facendo, poi si rimette giù a dormire.
Spalanco la porta del capanno, che protesta con un cigolio, e accendo la lampadina.
Ravano nel cassetto degli attrezzi. So che è qui da qualche parte.
La trovo dopo poco, in un cassettino laterale.
La chiave luccica nel palmo della mia mano e una goccia di sudore mi cola lungo la schiena, mentre mi dirigo verso la vetrinetta. Faccio scattare la serratura con un "clic" ed estraggo il Breda calibro 20 di mio padre.
Adesso quei figli di puttana li faccio smettere di ridere io.
Traccia di mezzanotte "Un'estate rovente"
Mercoledì
La ventola del PC va a manetta ed emette un rumore preoccupante, mentre il termometro sulla scrivania segna 30 gradi. Odio l'estate. L'ho sempre detestata, fin da bambino.
I miei compagni di classe non vedevano l'ora che la scuola finisse, io invece ho sempre temuto quel momento.
Per loro le vacanze estive erano svago, mare, tempo libero e nuove amicizie. Per me, invece, voleva dire trasferirmi per tre lunghi mesi lontano dal mio paese. Significava dover vivere nella mansarda dell'albergo che all'epoca era di proprietà di mia madre e mio zio; in quel cazzo di paesino minuscolo pieno solo di vecchi e di turisti.
Senza una stanza che fosse davvero mia e col bagno in comune. Senza le mie cose, senza poter andare mai in spiaggia perché i miei non si fidavano a mandarmi da solo. Senza amici. Solo lunghissime ore di noia davanti alla TV o al game boy. E, quando a settembre si tornava finalmente in classe, trovavo i miei compagni felici, abbronzati e perfino un po' cresciuti. La loro amicizia si era consolidata a forza di bagni al mare, partite a racchettoni e pomeriggi passati insieme all'oratorio o a zonzo per il paese.
Qualcuno aveva litigato con qualcun altro, alcuni si erano innamorati, i più fortunati erano riusciti a dare il primo bacio a qualche ragazza che ci stava. Io, invece, no. Io rimanevo per tre mesi da solo. Rimanevo indietro.
Dalla finestra aperta della mia stanza entra la risata stridula della vicina, che mi perfora i timpani. Cazzo avrà da ridere sempre, quella stronza?
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Giovedì Error, CPU over temperature.
Il termometro sulla scrivania segna 32 gradi, la ventola del PC si è arresa. Spengo il computer per evitare danni. Alzo il culo dalla sedia da gamer e vado a sedermi in veranda.
Per oggi, di giocare a World of Warcraft non se ne parla.
"Toh, sei ancora vivo?" papà mi guarda stupefatto. "Ci voleva sto caldo infernale per farti uscire dalla tua camera!"
Vorrei ribattere che poteva anche evitare di fare installare i condizionatori nelle stanze dal letto se poi possiamo accenderli solo un paio d'ore prima di andare a dormire. Ma mi risponderebbe che la bolletta della luce la paga lui, mica io, quindi lascio perdere.
Accendo il Kindle e decido che è il momento buono per iniziare la saga de "Le Cronache del ghiaccio e del fuoco".
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Venerdì "Shhh…buona Zoe!"
La mia lettura viene interrotta quasi immediatamente dagli strilli, acutissimi di un neonato.
Il mio vicino, un tiipico muscoloide sui trent'anni, impaccato di soldi e senza cervello, va su e giù per il giardino cullando la figlia di pochi mesi.
"Shhh, buona…lo so che hai caldo, hai ragione."
La siepe che divide le nostre proprietà non è abbastanza alta da impedirmi la visuale di una scena disgustosa: lui cerca invano di fare dormire la figlia mentre la sua tipa, una troia bionda sui venticinque o poco più, invece di fare il suo dovere e occuparsi della bimba se ne sta a bordo piscina in bikini.
Questo coglione non sa nemmeno farsi rispettare da una femmina. Le donne di oggi hanno del tutto sottomesso il maschio perché il nazifemminismo, ormai onnipresente nella nostra società, gli ha permesso di farlo. Ma se fossi io il suo uomo, le cose starebbero ben diversamente. Se stesse con me, col cazzo che le permetterei di starsene a prendere il sole mentre io mi devo smazzare i pianti della lattante. Con me, la troia avrebbe subito chiaro qual è il suo ruolo. Quello che mi manda fuori di brocca, è che un idiota come questo qua abbia già una posizione economica da fare invidia, una moglie bellissima e una figlia, mentre io, che sono più o meno suo coetaneo, sono ancora vergine.
Ma si sa, al giorno d'oggi se non hai i soldi che ti escono dal buco del culo, e non sei palestrato, la figa la vedi solo su Pornhub.
"Marco, vieni a tavola che è pronto?"
La voce di mia madre mi riporta alla realtà. Decido di abbandonare del tutto George Martin, tanto una partita persa.
***
DomenicaChe finimondo, per un capello biondo che stava sul gilet.
Sarà volato, ma com'è strano il fato, proprio su di me…
Cerco di distrarmi navigando un po' sul forum dei redpillati, mentre la musica di merda dei vicini e il loro vociare fastidioso mi trapana il cranio. Ormai sono tre sere consecutive che fanno festa. Stasera barbecue e festa in piscina.
È mezzanotte passata e sono rimaste solo quattro coppiette, ma non accennano ad abbassare lo stereo. Intanto le femmine fanno le troie con 'sti quattro stronzi, tutti palestrati e abbronzati che sembrano fatti con lo stampino.
Un paio di loro limonano sulle gambe di quei minorati mentali. Da qui posso vederle, le cosce fuori e le scollature che mettono in mostra tutta la mercanzia. Femmine così si accompagnano solo ai lampadati impaccati di soldi. Come volevasi dimostrare.
"Marco, noi andiamo a dormire!" Mamma si alza dalla sdraio e rientra in casa.
"Tu, adesso che non hai più il computer, mi raccomando stai sempre a pastrocchiare con quel telefonino in mano. Sia mai che cominci a vivere un po' nel mondo reale." mi rimprovera papà.
Lo scaccio con un gesto della mano, come una zanzara fastidiosa, senza alzare gli occhi dallo schermo. Lo sento sbuffare e allontanarsi, seguendo i passi di mamma
La ventola del PC è andata del tutto a puttane. Ne ho ordinata un'altra su Amazon, ma prima di una decina di giorni non me la consegnano.
Fanculo alla settimana di ferragosto. E fanculo anche a sto caldo di merda.
Senti quella canzone di tanti anni fa
Che sembra scritta ora non mi ricordo neanche più come fa,
Ma il testo dice qualcosa come “I love you baby…”
Dormirei volentieri qui in veranda stanotte, almeno fa un po' più fresco. Se non fosse per sti quattro maranza di merda e per le loro sgualdrine. Le risatine fastidiose delle loro femmine mi disturbano anche più della musica.
Chiudo gli occhi e cerco di estraniarmi.
Ma il testo dice qualcosa come "I love you baby", più chiaro di così non c'era
"I love you baby", lo canterò per te stasera
Domani e finché non vedrò la luce dei tuoi occhi tornare nei tuoi occhi…
La musica continua a martellarmi le tempie.
Riapro gli occhi, alzo il culo e le mie gambe mi portano verso il capanno degli attrezzi. Roxy, il bracco italiano di papà, solleva appena una palpebra per controllare che cosa io stia facendo, poi si rimette giù a dormire.
Spalanco la porta del capanno, che protesta con un cigolio, e accendo la lampadina.
Ravano nel cassetto degli attrezzi. So che è qui da qualche parte.
La trovo dopo poco, in un cassettino laterale.
La chiave luccica nel palmo della mia mano e una goccia di sudore mi cola lungo la schiena, mentre mi dirigo verso la vetrinetta. Faccio scattare la serratura con un "clic" ed estraggo il Breda calibro 20 di mio padre.
Adesso quei figli di puttana li faccio smettere di ridere io.