[MI173] Over temperature

1
Commento: https://www.costruttoridimondi.org/forum/viewtopic.php?p=40425#p40425


Traccia di mezzanotte "Un'estate rovente"



Mercoledì

La ventola del PC va a manetta ed emette un rumore preoccupante, mentre il termometro sulla scrivania segna 30 gradi. Odio l'estate. L'ho sempre detestata, fin da bambino.
I miei compagni di classe non vedevano l'ora che la scuola finisse, io invece ho sempre temuto quel momento.
Per loro le vacanze estive erano svago, mare, tempo libero e nuove amicizie. Per me, invece, voleva dire trasferirmi per tre lunghi mesi lontano dal mio paese. Significava dover vivere nella mansarda dell'albergo che all'epoca era di proprietà di mia madre e mio zio; in quel cazzo di paesino minuscolo pieno solo di vecchi e di turisti.
Senza una stanza che fosse davvero mia e col bagno in comune. Senza le mie cose, senza poter andare mai in spiaggia perché i miei non si fidavano a mandarmi da solo. Senza amici. Solo lunghissime ore di noia davanti alla TV o al game boy. E, quando a settembre si tornava finalmente  in classe, trovavo i miei compagni felici, abbronzati e perfino un po' cresciuti. La loro amicizia si era consolidata a forza di bagni al mare, partite a racchettoni e pomeriggi passati insieme all'oratorio o a zonzo per il paese.
Qualcuno aveva litigato con qualcun altro, alcuni si erano innamorati, i più fortunati erano riusciti a dare il primo bacio a qualche ragazza che ci stava. Io, invece, no. Io rimanevo per tre mesi da solo. Rimanevo indietro.
Dalla finestra aperta della mia stanza entra la risata stridula della vicina, che mi perfora i timpani. Cazzo avrà da ridere sempre, quella stronza?

***
Giovedì

Error, CPU over temperature.

Il termometro sulla scrivania segna 32 gradi, la ventola del PC si è arresa. Spengo il computer per evitare danni. Alzo il culo dalla sedia da gamer e vado a sedermi in veranda.
Per oggi, di giocare a World of Warcraft non se ne parla.
"Toh, sei ancora vivo?" papà mi guarda stupefatto. "Ci voleva sto caldo infernale per farti uscire dalla tua camera!"
Vorrei ribattere che poteva anche evitare di fare installare i condizionatori nelle stanze dal letto se poi possiamo accenderli solo un paio d'ore prima di andare a dormire. Ma mi risponderebbe che la bolletta della luce la paga lui, mica io, quindi lascio perdere.
Accendo il Kindle e decido che è il momento buono per iniziare la saga de "Le Cronache del ghiaccio e del fuoco".

***
Venerdì

"Shhh…buona Zoe!"
La mia lettura viene interrotta quasi immediatamente dagli strilli, acutissimi di un neonato.
Il mio vicino, un tiipico muscoloide sui trent'anni, impaccato di soldi e senza cervello, va su e giù per il giardino cullando la figlia di pochi mesi.
"Shhh, buona…lo so che hai caldo, hai ragione."
La siepe che divide le nostre proprietà non è abbastanza alta da impedirmi la visuale di una scena disgustosa: lui cerca invano di fare dormire la figlia mentre la sua tipa, una troia bionda sui venticinque o poco più, invece di fare il suo dovere e occuparsi della bimba se ne sta a bordo piscina in bikini.
Questo coglione non sa nemmeno farsi rispettare da una femmina. Le donne di oggi hanno del tutto sottomesso il maschio perché il nazifemminismo, ormai onnipresente nella nostra società, gli ha permesso di farlo. Ma se fossi io il suo uomo, le cose starebbero ben diversamente. Se stesse con me, col cazzo che le permetterei di starsene a prendere il sole mentre io mi devo smazzare i pianti della lattante. Con me, la troia avrebbe subito chiaro qual è il suo ruolo. Quello che mi manda fuori di brocca, è che un idiota come questo qua abbia già una posizione economica da fare invidia, una moglie bellissima e una figlia, mentre io, che sono più o meno suo coetaneo, sono ancora vergine.
Ma si sa, al giorno d'oggi se non hai i soldi che ti escono dal buco del culo, e non sei palestrato, la figa la vedi solo su Pornhub.
"Marco, vieni a tavola che è pronto?"
La voce di mia madre mi riporta alla realtà. Decido di abbandonare del tutto George Martin, tanto una partita persa.

***
Domenica

Che finimondo, per un capello biondo che stava sul gilet.
Sarà volato, ma com'è strano il fato, proprio su di me…

Cerco di distrarmi navigando un po' sul forum dei redpillati, mentre la musica di merda dei vicini e il loro vociare fastidioso mi trapana il cranio. Ormai sono tre sere consecutive che fanno festa. Stasera barbecue e festa in piscina.
È mezzanotte passata e sono rimaste solo quattro coppiette, ma non accennano ad abbassare lo stereo. Intanto le femmine fanno le troie con 'sti quattro stronzi, tutti palestrati e abbronzati che sembrano fatti con lo stampino.
Un paio di loro limonano sulle gambe di quei minorati mentali. Da qui posso vederle, le cosce fuori e le scollature che mettono in mostra tutta la mercanzia. Femmine così si accompagnano solo ai lampadati impaccati di soldi. Come volevasi dimostrare.
"Marco, noi andiamo a dormire!" Mamma si alza dalla sdraio e rientra in casa.
"Tu, adesso che non hai più il computer, mi raccomando stai sempre a pastrocchiare con quel telefonino in mano. Sia mai che cominci a vivere un po' nel mondo reale." mi rimprovera papà.
Lo scaccio con un gesto della mano, come una zanzara fastidiosa, senza alzare gli occhi dallo schermo. Lo sento sbuffare e allontanarsi, seguendo i passi di mamma
La ventola del PC è andata del tutto a puttane. Ne ho ordinata un'altra su Amazon, ma prima di una decina di giorni non me la consegnano.
Fanculo alla settimana di ferragosto. E fanculo anche a sto caldo di merda.

Senti quella canzone di tanti anni fa
Che sembra scritta ora non mi ricordo neanche più come fa,
Ma il testo dice qualcosa come “I love you baby…”


Dormirei volentieri qui in veranda stanotte, almeno fa un po' più fresco. Se non fosse per sti quattro maranza di merda e per le loro sgualdrine. Le risatine fastidiose delle loro femmine mi disturbano anche più della musica.
Chiudo gli occhi e cerco di estraniarmi.

Ma il testo dice qualcosa come "I love you baby", più chiaro di così non c'era
"I love you baby", lo canterò per te stasera
Domani e finché non vedrò la luce dei tuoi occhi tornare nei tuoi occhi…

La musica continua a martellarmi le tempie.
Riapro gli occhi, alzo il culo e le mie gambe mi portano verso il capanno degli attrezzi. Roxy, il bracco italiano di papà, solleva appena una palpebra per controllare che cosa io stia facendo, poi si rimette giù a dormire.
Spalanco la porta del capanno, che protesta con un cigolio, e accendo la lampadina.
Ravano nel cassetto degli attrezzi. So che è qui da qualche parte.
La trovo dopo poco, in un cassettino laterale.
La chiave luccica nel palmo della mia mano e una goccia di sudore mi cola lungo la schiena, mentre mi dirigo verso la vetrinetta. Faccio scattare la serratura con un "clic" ed estraggo il Breda calibro 20 di mio padre.
Adesso quei figli di puttana li faccio smettere di ridere io. 

Re: [MI173] Over temperature

2
Ciao @ScimmiaRossa
ho letto il tuo racconto, è scorrevole ed ha un buon ritmo, una crescita di tensione che rende il finale plausibile 
Lo trovo ben scritto, e anche se il tema del caldo è sempre presente, mi sembra predominante la sua condizione di disagiato in partenza.
Scrivi che a 35 anni è vergine, vive con i genitori e passa il suo tempo con i videogiochi, ha un odio viscerale per le donne, un'invidia patologica. Tutto questo è talmente evidente, che secondo me necessità di una descrizione molto dettagliata delle sensazioni che il caldo gli provocava negli attimi precedenti l'ultima scelta, mentre sembra sia stata la musica martellante a fare scattare l'interruttore omicida.
A presto 
<3

Re: [MI173] Over temperature

3
@ScimmiaRossa 
Mi ha fatto impressione il tuo racconto per il suo realismo. 
Le riflessioni del tuo protagonista sono quelle che si sentono in certi dialoghi da bar, che si leggono su alcuni forum.
Trovo che il caldo, che impedisce alla ventola di funzionare lasciando il protagonista privo del suo passatempo e quindi in balia dei suoi ragionamenti pieni di odio e invidia, abbia avuto il suo giusto peso. Fosse stato inverno, non sarebbe successo nulla di tutto ciò.
Il tuo protagonista fa paura nella sua superficiale normalità, nascosto al mondo dalla cecità dei suoi genitori. Protagonista incapace di prendersi cura di sé e della propria vita. Mi sono piaciuti molto anche i genitori solo vagamente accennati ai margini del racconto, così come davvero sono solo ai margini della vita di Marco.
Il tuo racconto mi é piaciuto davvero molto. Complimenti!

Re: [MI173] Over temperature

4
Ciao @ScimmiaRossa,

C'è qualcosa nel tuo testo che non mi convince e gli fa perdere di verosimiglianza, punto fondamentale per mantenere empatia col protagonista.
Il protagonista adolescente è costretto a vivere l'estate relegato in soffitta perché i genitori devono lavorare in albergo e non si fidano a lasciarlo andare da solo in spiaggia o dagli amici. 
Poi però lo vediamo sui trenta che, sempre chiuso in soffitta (i suoi non si fidano ancora a mandarlo in spiaggia da solo?) che invidia il vicino palestrato con soldi e famiglia. Ma soprattutto ai suoi occhi gli sembrano obiettivi raggiunti precocemente a trent'anni.
ScimmiaRossa ha scritto: dom set 04, 2022 9:24 pmQuello che mi manda fuori di brocca, è che un idiota come questo qua abbia già una posizione economica da fare invidia, una moglie bellissima e una figlia, mentre io, che sono più o meno suo coetaneo, sono ancora vergine.
Però non che lui provi a ottenere una posizione economica , perché  a quanto emerge dal testo continua a trascorrere l'estate tra una lettura e un videogame invece di dare una mano in famiglia oppure trovarsi un lavoro.
Secondo me l'incongruenza nasce dal fatto che il protagonista fa considerazioni sul mondo come se lui di sforzasse ogni giorno di raggiungere certi obiettivi (con le donne e per ottenere soldi) ma fallisse però poi lo vediamo bloccato alla sua condizione di adolescente.
Non so se sono riuscita a essere chiara, ma ecco, in un testo ben scritto con uno stile così fresco e diretto che apprezzo molto, la costruzione del personaggio mi è parsa un po' "trascurata".

Il finale in crescendo 8invece è ben costruito.

Questa è ovviamente solo la mia umile opinione di lettrice, senza alcuna pretesa di verità universali, semplicemente il tuo racconto  mi evocato questo senso di inverosimiglianza.

Talia

Re: [MI173] Over temperature

5
@ScimmiaRossa  Storia di un disagiato vittima di una forte frustrazione, che rinuncia a vivere accampando mille scuse. A mio avviso, ciò che sfoga nel finale non è rabbia nei confronti dei vicini, ma l’odio che prova per se stesso. Non è vero che serve essere ricchi e palestrati per essere felici, basta avere il coraggio di vivere. E il tuo protagonista non ce l’ha, forse non ce la fa, forse invece non ci prova neanche, forse è convinto che la sua infanzia solitaria lo abbia condannato a una vita solitaria. 

Il caldo impedisce al tuo protagonista di sfogarsi al computer, ma resta una presenza debole all’interno del racconto. Io comunque non sono un giudice, quindi mi importa poco.

Ciao.

Re: [MI173] Over temperature

6
ScimmiaRossa ha scritto: La mia lettura viene interrotta quasi immediatamente dagli strilli, acutissimi di un neonato.
dopo "acutissimi" ci va una virgola per chiudere l'inciso.
ScimmiaRossa ha scritto: Il mio vicino, un tiipico muscoloide sui trent'anni, impaccato
credo che muscoloide non esista. Ti consiglierei "membruto". 
ScimmiaRossa ha scritto: che le permetterei di starsene a prendere il sole mentre io mi devo 
In altri contesti andrebbe bene questa espressione, ma col caldo torrido della traccia?
ScimmiaRossa ha scritto: Quello che mi manda fuori di brocca, è che un idiota come questo qua abbia già una posizione economica da fare invidia, una moglie 
Quella virgola dopo "brocca" stacca il soggetto dal verbo e quindi non ci va.
ScimmiaRossa ha scritto: Decido di abbandonare del tutto George Martin, tanto una partita persa.
tanto era una partita persa.
ScimmiaRossa ha scritto: seguendo i passi di mamma
Manca il punto di chiusura frase.
ScimmiaRossa ha scritto: La chiave luccica nel palmo della mia mano e una goccia di sudore mi cola lungo la schiena, mentre mi dirigo verso la vetrinetta. Faccio scattare la serratura con un "clic" ed estraggo il Breda calibro 20 di mio padre.
Adesso quei figli di puttana li faccio smettere di ridere io. 
Il finale truculento che si annuncia nell'epilogo mi coglie di sorpresa.  :aka:

Della serie: come un ragazzo di cui nessuno si dà la pena di capire i disagi può trasformarsi in un killer.

Una buona prova, @ScimmiaRossa  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI173] Over temperature

7
Ciao @ScimmiaRossa 
Leggendo mi sono un po’ preoccupato, perché in certi tratti l’infanzia del protagonista assomigliava alla mia. Forse mi sono salvato perché per lavoro ho sempre maneggiato armi da guerra di tutti i tipi e in svariate situazioni e avendone anche sperimentato mio malgrado gli effetti sono state un ottima educazione per ponderarne l’effetto, da usare con la massima cautela e mai per rabbia o istinto.
Nel tuo racconto il protagonista ha di certo parecchi problemi personali non risolti che scarica sugli altri, nel vero senso della parola. La sua rabbia è comprensibile, non giustifica le sue azioni ma è comprensibile.
Ci si può irritare nel vedere coetanei palestrati, incapaci di intendere e volere oltre il calcio, con barba d’ordinanza, buon lavoro, bella moglie che li dirige a bacchetta, che passeggiano tirando il carrozzino, che non sanno nemmeno da che parte si prende. Scherzo naturalmente; il mondo è pieno di gente strana. 
Si può andare in tilt anche per uno sguardo storto o un sorriso se si è vissuti in “sofferenza” diciamo così e ogni gioia degli altri viene considerata un’offesa personale. Non tutti sono in grado di sublimare l’odio in qualcosa di meglio.
Un racconto metropolitano odierno che si fa ben leggere.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI173] Over temperature

9
@ScimmiaRossa ciao!
Non mi è facilissimo commentare il tuo racconto perché il mio gusto mi trasmette segnali contrastanti.
Provo a spiegarmi: 
- hai una buona scrittura, fluida, ma la banalizzi con troppi intercalari volgari.
- la figura del nerd isolato che odia gli altri funziona, ma è letta e riletta.
- La descrizione dei motivi d'odio diviene ripetitiva, ridondante, verso la fine
- Bella l'idea del caldo che rompe il PC e che quindi costringe il protagonista a "vivere"
- non capisco perché hai fatto trascorrere tutti quei giorni, avrei trovato + efficace una lunga, calda, opprimente giornata.
- il finale non mi ha convinto per nulla. Mentre leggevo il racconto speravo che non lo portassi a compimento con il classico ammazzamento, e invece... lo avrei trovato più efficace se, dopo tutto quell'odio, una delle ragazze lo avesse invitato a raggiungerla in piscina e lui, mandando a quel paese tutte le banalità e luoghi comuni pensati fin lì, avesse accettato al pensiero "non più vergine!"

Fatte queste pulci, scusami!, devo dire che la tua scrittura funziona e farti i complimenti

Re: [MI173] Over temperature

10
Eccomi a votazioni concluse per un ringraziamento un po' più approfondito.
Premetto che sono la prima a non essere pienamente soddisfatta del racconto. Avrei sicuramente potuto approfondire di più la psicologia del mio personaggio ma non sono riuscita a farlo più che altro per mancanza di tempo. Il mio personaggio è il classico incel con una personalità evitante e forse un po' di disturbo da ansia sociale. In ogni caso è un personaggio piuttosto distante da quello che è il mio vissuto e, per caratterizzarlo al meglio, avrei dovuto svolgere parecchie ricerche sul tema degli incel, soprattuto a livello di psicologia e di lessico, cosa che in 12 ore mi era impossibile fare.
Ne è risultato un protagonista un po' debole, sono la prima ad ammetterlo. Ringrazio   @Kuno
e @Modea72    di avermelo fatto notare. Avete pienamente ragione!
A livello di lessico avrei voluto utilizzare un po' di più i temini tipici di incel/redpillati o come li vogliamo definire. Ma, a parte il tempo che mancava per fare le opportune ricerche, non so se tutti avrebbero capito cos'è un "Chad", chi è una "Stacy", il disprezzo dietro la parola "femminoide" e via di questo passo. Insomma, alla fine ho deciso di normalizzare il lessico rendendo il testo comprensibile a tutti. Ho mantenuto solo i temini "redpillato" e "muscoloide". A proposito @Poeta Zaza
Come termine esiste. O per lo meno, esiste in questo particolare gergo. In ogni caso ti ringrazio delle preziose osservazioni sulla punteggiatura. Ho sempre avuto qualche problema con le virgole, purtroppo. E credo che sarà sempre, ahimè, un mio punto debole. @L'illusoillusore
Sai che non ci ho proprio pensato a inglobare tutto in una sola giornata? 
Hai ragione, avrei potuto eliminare quei fastidiosi incipit con in giorni della settimana, che fanno troppo "diario" e non sono per nulla eleganti.
Insomma, sono  contenta che, nonostante gli evidenti difetti, a molti sia piaciuto il mio racconto, anzi direi sorpresa. Secondo me non lo meritava. Grazie a tutti!

Re: [MI173] Over temperature

11
Ciao @ScimmiaRossa 

E’ interessante nel tuo racconto il legame tra l’aumento della temperatura e la volontà omicida.

Non ho idea se il tema ti sia stato solleticato da qualche articolo sull’argomento, o semplicemente ti sia nata sull’onda dei patimenti climatici che l’attuale estate ci ha costretti a subire in ogni angolo del territorio nazionale.

Sembra strano ma in realtà esiste davvero uno studio sul possibile connubio tra alta temperatura e istinto omicida.

“Si parla di “legge termica del crimine”, così è chiamata la teoria di Adolphe Quetelet, la quale sostiene che nelle stagioni calde aumentano i crimini, contro le persone, mentre nei mesi freddi quelli contro la proprietà.
In altre parole, il sociologo positivista inventava la “meteognomica” (thermic law of crime) spiegando che le motivazioni di efferati omicidi estivi, erano da ricercare nell’eccessivo calore.

Uno studio a Los Angeles ha esaminato le temperature della città rispetto al tasso di criminalità.
É stato scoperto che la criminalità complessiva aumenta del 2,2%, mentre quella violenta del 5,7%, nei giorni con temperature massime giornaliere superiori a 29,4 °C.
Una tendenza simile è stata osservata anche a Londra, così come nel resto degli Stati Uniti, dove il tasso di omicidi aumenta di circa il 3% quando fa caldo.”

Dunque il clima torrido rappresenterebbe un fattore scatenante perché con l’innalzarsi della temperatura si diventa fisiologicamente insofferenti e la stanchezza fisica può indurre più facilmente e più frequentemente a perdere la calma.
il cervello entra in deficit di “riserva energetica”, la mente si annebbia e la ragione umana va a farsi benedire.

Il racconto è gradevole, sebbene possa apparire eccessivo il “salto” dall’insoffernza repressa a una volontà omicida.

Insomma, trovo sia un filo debole il percorso che muove da un cattivo rapporto col caldo e l’estate (insoddisfacente per le ovvie ragioni che presenti nel parlare della sua infanzia) e la decisione di far fuori i molesti vicini di casa.
Pur con tutto il carico di livore del giovane personaggio, che ha subito lo stop della ventola del PC, che mal si rapporta con la figura paterna, che possiede una spiccata misoginia verso le rappresentanti del mondo femminile (nazifeministe) che definisce fioritamente "troie" a ogni piè sospinto, che non digerisce i maschi “maranza” ( e questo si può anche condividere). però onestamente non mi pare che il tuo protagonista presenti turbe così gravi da giustificare la futura strage.

Averi, volendo percorrere questa strada, calcato la mano su comportamenti ossessivi e paranoici che ne giustificassero l’eccesso finale.

Mi dirai: “Eh! Ma allora, quelli che ammazzano il vicino perché il cane gli ha fatto pipì sullo zerbino di casa?”
Ti direi che hai ragione, la gente è matta anche senza il caldo.

Ma la realtà e la cronaca, infatti, non generano racconti avvincenti.

Mi piace l’uso del torpiloquio per donare una patina di realismo er grinta alla scrittura, ma farei attenzione nel dosarlo, l’eccesso ne indebolisce la forza espressiva.

Tutto questo per dire che scrivi bene, sei una sicura narratrice, ma che devi porre maggiore attenzione agli elementi e all’impianto delle tue narrazioni.

Un saluto e un abbraccio. <3

Re: [MI173] Over temperature

12
Nightafter ha scritto: Tutto questo per dire che scrivi bene, sei una sicura narratrice, ma che devi porre maggiore attenzione agli elementi e all’impianto delle tue narrazioni.
Ciao! Le tue considerazioni mi sono molto utili, ti ringrazio tantissimo di questo.
Credo che tu abbia colto il punto: a volte faccio davvero fatica a costruire trame credibili e ben strutturate per i miei racconti.
Il problema, però, è che non so perché. Non so se sia per mancanza di metodo e di esercizio (se è così c'è poco da fare se non continuare a scrivere), o se non sia piuttosto una grave mancanza del mio immaginario narrativo.
Ti confesso che più di una volta mi sono chiesta se scrivere facesse al caso o se non fosse piuttosto meglio lasciar perdere e cimentarmi in altre attività. E non perché io abbia velleità letterarie o aspiri a diventare chissà quale grande scrittrice. È perché vedo proprio che manco totalmente di fantasia. Sai quando leggi certi racconti fantasy o di fantascienza, scritti da autori che, seppur alle prime armi, danno prova di una immaginazione fervidissima, capace di creare mondi totalmente nuovi e del tutto inventati?
Ecco io non potrei mai. Io non ho questo dono. O prendo spunto dalla realtà e dal mio vissuto, restando il più fedele possibile alla realtà che mi circonda, oppure non riesco a scrivere, manco di ispirazione.

Solo che, come hai detto giustamente tu, "la realtà e la cronaca non generano racconti avvincenti."
E questo purtroppo è un grosso problema, che non so nemmeno se abbia una soluzione. 

Re: [MI173] Over temperature

13
Mia dolce @ScimmiaRossa 

Lungi da me l'intenzione, col mio commento, di farti entrare nel campo del dubbio sulla natura e finalità della propria scrittura.
Sull'utilità dello scrivere, partendo dal concetto di non avere immediati obiettivi di successo letterario, posso dirti che questa è una grande fortuna.

Provo a spiegare secondo la mia visione ed esperienza della cosa.
Tutto parte da una pulsione interiore, che si possiede o meno, al voler esprimere e comunicare qualcosa che nasce dalla nostra dimensione interiore.
Se vuoi la chiamiamo creatività, o voglia di fare qualcosa che ci piace e gratifica, anche se non necessariamente debba piacere e gratificare altri.
Io ho avuto fin da piccolo una vocazione artistica verso il disegno figurativo, disegnavo bene e mi piaceva farlo.
Ho fatto studi artistici, avevo la passione del fumetto e ne disegnavo di continuo.
Poi la vita mi ha condotto a fare un altro mestiere, e i fumetti li disegnavo per hobby. Un hobby che richiedeva molto impegno e tempo.
Dietro non c'era più l'aspettativa di divenire un grande fumettista, per cui li facevo per mio piacere.
Perché il fumetto era un mio mezzo espressivo, realizzavo la voglia di comunicare storie al mondo, anche se il mondo non le avrebbe mai viste.
Tu dirai: "Mi sembri scemo!"
E io ti dirò che è qualcosa di peggio: è follia. 
La follia luminosa che coglie tutti quelli che nascono con una scintilla di creatività (o artistica) all'interno della propria mente.
Questi folli, a seconda del destino e della propria capacità divengo sempre dei piccoli sconosciuti artisti e in alcuni casi (pochi) degli artisti affermati e famosi.

"Ti confesso che più di una volta mi sono chiesta se scrivere facesse al caso o se non fosse piuttosto meglio lasciar perdere e cimentarmi in altre attività."

Questo ti sarà possibile, solo se possiedi altre doti con le quali mettere a frutto la tua "voglia" di "fare".
Ovvero, se sai cantare in maniera ammirevole, se sai suonare molto bene un qualsiasi strumento, se sai dipingere talentuosamente, se sai fotografare come Olivero Toscani, se sai fare dei film come Wim Wenders, altrimenti non ti resta che continuare a scrivere.

Io quando non ho più avuto tempo per disegnare le mie storie, ho scoperto che le potevo raccontare scrivendo.
Infatti, è il mezzo espressivo più rapido che posseggo, dato che sono stonato, suono la chitarra da cani, le foto mi vengono tutte sfocate e gli unici film che ho fatto sono di compleanni di mia figlia e poi mia nipotina.

Tornando alla fortuna della nostra condizione di scrittori, che non hanno il problema di concorrere al premio Strega della prossima stagione, credo che la nostra sia una condizione privilegiata: nessuna casa editrice che ti batte il tempo per consegnare l'ultimo manoscritto, nessun limite sugli argomenti e i temi che vogliamo affrontare narrativamente (salvo il rispetto delle regole dei contest a cui partecipiamo).
Questa grande libertà apre i confini della nostra mente, che può contenere il mondo o inventarne uno a nostra misura e fantasia.

Dici di non sentirti abbastanza creativa, cosa che da ciò che leggo nei tuoi racconti non mi risulta in assoluto.
Intanto diciamo che non c'è nulla di nuovo da inventare.
Tutto è già stato fatto e scritto nei milioni di anni che hanno preceduto la nostra esistenza.
A noi resta solo la possibilità di ispirarci a ciò che già esiste e riproporlo (il più possibile se ci riesce ) con parole nostre, o almeno con una chiave di interpretazione filtrata dalla nostra sensibilità ed esperienza personale.
Che t'importa se non sei versata per la fiction o la fantascienza, se solo la realtà ti ispira?
Io scrivo storie prevalentemente autobiografiche, di situazioni ed esperienze che mi appartengono.
Certamente cerco di renderle ( o almeno spero di riuscire a renderle ) leggibili  e sopportabili al lettore, costruendo la narrazione dei fatti secondo un modo e un linguaggio che trovo adatto ai miei limitati mezzi.
E' il nostro modo di guardare e riscrivere la realtà che la eleva dalla banale cronaca e qualcosa di raccontabile.
Io ti leggo e questa capacità in te la colgo sempre.

La mia critica ai tuoi racconti è solo di positiva incitazione a lavorare di attenzione e cesello sui tuoi soggetti, cosa che avviene fisiologicamente nel proseguire a scrivere con passione e accanimento, quindi maturando e affinando i propri mezzi espressivi.
Poi scrivere è come farsi di "ero", se continui ti infogni, ma stai da dio. Se smetti vai in carenza, ti deprimi, ti suicidi e poi smetti.

Quindi poche ciance, tu sei una buona penna che promette di divenire una penna ottima. Guai a te se smetti.

Ciao (scusa il pippone)  :P

Re: [MI173] Over temperature

14
@ ScimmiaRossa ciao, comincio con un complimento: il tuo racconto mi dice che hai una scrittura fluida e ben ritmata. La storia, però, è leggermente appesantita dal turpiloquio che, seppure calzante con il personaggio, diventa troppo ripetitivo. Ho capito, lo hai usato come alimentatore della rabbia, ma in queste scene è sempre meglio intercalare contrazioni mascellari o il sibilo tra i denti e simili. Quando si racconta una scena del genere, la rabbia verbale e sfogata a parolacce non è sufficiente, si deve operare al contrario e dalla superficie (le espressioni verbali, appunto) scendere dentro il personaggio descrivendo sensazioni che scavano nella mente e tormentano il corpo, insomma "devi fare percepire il percorso che fa il sangue prima che arrivari alla testa dell'omicida". In sintesi, potremmo definirlo un trhiller psicologico, ma manca dell'affondo "intimo" che consenta al lettore di provare il brivido. Rimane comunque un buon racconto. 
ScimmiaRossa ha scritto:
Ti confesso che più di una volta mi sono chiesta se scrivere facesse al caso o se non fosse piuttosto meglio lasciar perdere e cimentarmi in altre attività. E non perché io abbia velleità letterarie o aspiri a diventare chissà quale grande scrittrice. È perché vedo proprio che manco totalmente di fantasia. Sai quando leggi certi racconti fantasy o di fantascienza, scritti da autori che, seppur alle prime armi, danno prova di una immaginazione fervidissima, capace di creare mondi totalmente nuovi e del tutto inventati?
Ecco io non potrei mai. Io non ho questo dono. O prendo spunto dalla realtà e dal mio vissuto, restando il più fedele possibile alla realtà che mi circonda, oppure non riesco a scrivere, manco di ispirazione.
Anch'io scrivo solo della realtà che conosco, non sentirlo come un difetto, l'importante è saperla approfondire, la realtà, rivoltarla come un calzino, catturarne tutte le sfumature. Scrivere della vita reale rientra nel genere mainstream (corrente letteraria dominante) o fiction (che non è affatto un declassamento, anzi). 

Ciao e alla prossima
Rispondi

Torna a “Racconti”