[MI 172] Lacrime e pioggia
Posted: Tue Aug 09, 2022 2:40 pm
Traccia di Mezzogiorno: La scelta
[MI 172] Lacrime e pioggia
Eri sceso dall’ultimo vagone,
le spalle curve come un peso addosso,
il treno in lontananza,
la stazione.
Lo sguardo a indicarle l’obiettivo:
un tratto di cammino,
e via con gli aghi appuntiti
dentro,
circondati dagli aghi
di pineta
e rabbuiato il cielo vi guardava.
Le avevi detto: “Incontriamoci a X. Aspettami alla stazione alle quindici di domani.”
Chiara in macchina, tu in treno. Un cenno tuo del capo, al momento dell’incontro, e via camminare, una accanto all'altro, ma come già protesi a un diverso percorso, e tanti aghi intorno, e dentro, a pungere.
E un cielo rabbuiato, incombente, che vi soffiava un vento contro e freddo.
Si parlava di un voi senza futuro
e ti spegnevi a tratti nell’ascolto
d’intermittenza d’acqua che cadeva,
e in quella nuova pioggia,
a stille riflettevi:
Che di noi nel destino?
Chi sa dove?
A un certo punto vi siete fermati, a raccontarvi il tempo e lo spazio del vostro amore, a turno o accavallandovi, ognuno con le mani sulle spalle dell’altro, gli occhi negli occhi. Che si dicevano:
“Non ci guarderemo più?”
“Non ti vedrò più ridere con le nuvole negli occhi mentre rotola il vento con la foglie spinte?”
Avete sorriso complici al primo di tanti ricordi. Forse.
Tu prendevi in mano la situazione:
“Non posso fare diverso da così. Mia moglie ha la leucemia. Ha bisogno di me, del mio amore intero: niente di meno. Aiutami a lasciarci andare."
Chiara ti batteva coi pugni il petto, gridando decine di volte no. “Non mi è possibile. È come strapparmi la pelle.”
Tu le rispondevi, soffocando le lacrime:
“Il nostro amore non finisce: si trasforma...altrove.”
Vi siete tenuti stretti mentre il tempo si fermava per voi: la stessa nuvola non cambiava contorni mentre la osservavi, come se si sforzasse di non rovesciarvi addosso il carico d’acqua che le premeva dentro, per riguardo.
Vi siete tenuti per mano e avete alzato il viso verso le stille d’acqua, che venivano a lavare le vostre lacrime, il vostro dolore offerto alla coscienza più alta del bene.
E vi vedevi osservati da una nube,
quella ancora d’un chiaro opalescente,
non velata,
che avrebbe individuato due figure
d’anime sperse con quegli aghi dentro
- e intorno -
nel mondo d’una pineta sconosciuta...
Tu le dicevi, con la voce rotta dall’emozione:
“Lo vedi il nostro "dove"? È sempre là, nella terra del quando il paradiso...”
Ma dai suoi occhi solo un lampo e il viso, in chiaroscuro, trovava l’ombra d’un sorriso.
... arresi alla coscienza
la più alta
a lacrimare
col favore della pioggia
che dolce carezzava,
aspergeva,
i vostri visi tersi,
tesi
in oblazione.
Avete fatto una scelta giusta, compiuta in nome dell’amore, un donare senza condizioni e in piena libertà, senza scarabocchi sull’anima, sapendo che sarà anche rimpianto, ma libertà dai rimorsi di una coscienza che saprà ricompensarvi con la consapevolezza dei giusti.
E siete comunque l’una per l’altro, fermi nel Tempo e nello Spazio. Come il vostro ultimo bacio. Irripetibile.
Da nascosta, io assisto all’evento conclusivo del vostro amore.
Ho saputo dell’incontro e ti ho seguito, marito mio.
Ironia della sorte, ho intercettato l’ultima telefonata. Non avevo mai subodorato nulla.
Sono stata sveglia tutta la notte scorsa, mentre anche tu m’è parso fingessi di dormire.
Guardavo la luna, offuscata; sembrava seguire - ipnotizzata - il mio andare a ritroso, e chiarirmi sensazioni appannate alla distanza.
Anch’io ho frazionato il nostro amore, a tappe, per poi tornare all’equazione completa, che ha te come soluzione.
Dopo l’elaborazione di stanotte, la rabbia e i brividi di gelosia sono stati riconvertiti altrove e non me li trovo più addosso.
Neanche dopo avere assistito all'ultimo atto: lacerante.
Quale la mia scelta? Palesarmi adesso oppure no? Vanificare un futuro di dedizione totale da parte tua, il tuo amore intero, per ammantarlo di colpa e di vergogna?
I segreti sono nuvole schiacciate sotto l'orizzonte di chi ne ha paura, oppure gonfie d'un alone di nascosta grazia, e pure.
No, sacrificio per sacrificio, sarà silenzio la mia scelta.
In nome di un amore intero: il nostro. Irrinunciabile.
[MI 172] Lacrime e pioggia
Eri sceso dall’ultimo vagone,
le spalle curve come un peso addosso,
il treno in lontananza,
la stazione.
Lo sguardo a indicarle l’obiettivo:
un tratto di cammino,
e via con gli aghi appuntiti
dentro,
circondati dagli aghi
di pineta
e rabbuiato il cielo vi guardava.
Le avevi detto: “Incontriamoci a X. Aspettami alla stazione alle quindici di domani.”
Chiara in macchina, tu in treno. Un cenno tuo del capo, al momento dell’incontro, e via camminare, una accanto all'altro, ma come già protesi a un diverso percorso, e tanti aghi intorno, e dentro, a pungere.
E un cielo rabbuiato, incombente, che vi soffiava un vento contro e freddo.
Si parlava di un voi senza futuro
e ti spegnevi a tratti nell’ascolto
d’intermittenza d’acqua che cadeva,
e in quella nuova pioggia,
a stille riflettevi:
Che di noi nel destino?
Chi sa dove?
A un certo punto vi siete fermati, a raccontarvi il tempo e lo spazio del vostro amore, a turno o accavallandovi, ognuno con le mani sulle spalle dell’altro, gli occhi negli occhi. Che si dicevano:
“Non ci guarderemo più?”
“Non ti vedrò più ridere con le nuvole negli occhi mentre rotola il vento con la foglie spinte?”
Avete sorriso complici al primo di tanti ricordi. Forse.
Tu prendevi in mano la situazione:
“Non posso fare diverso da così. Mia moglie ha la leucemia. Ha bisogno di me, del mio amore intero: niente di meno. Aiutami a lasciarci andare."
Chiara ti batteva coi pugni il petto, gridando decine di volte no. “Non mi è possibile. È come strapparmi la pelle.”
Tu le rispondevi, soffocando le lacrime:
“Il nostro amore non finisce: si trasforma...altrove.”
Vi siete tenuti stretti mentre il tempo si fermava per voi: la stessa nuvola non cambiava contorni mentre la osservavi, come se si sforzasse di non rovesciarvi addosso il carico d’acqua che le premeva dentro, per riguardo.
Vi siete tenuti per mano e avete alzato il viso verso le stille d’acqua, che venivano a lavare le vostre lacrime, il vostro dolore offerto alla coscienza più alta del bene.
E vi vedevi osservati da una nube,
quella ancora d’un chiaro opalescente,
non velata,
che avrebbe individuato due figure
d’anime sperse con quegli aghi dentro
- e intorno -
nel mondo d’una pineta sconosciuta...
Tu le dicevi, con la voce rotta dall’emozione:
“Lo vedi il nostro "dove"? È sempre là, nella terra del quando il paradiso...”
Ma dai suoi occhi solo un lampo e il viso, in chiaroscuro, trovava l’ombra d’un sorriso.
... arresi alla coscienza
la più alta
a lacrimare
col favore della pioggia
che dolce carezzava,
aspergeva,
i vostri visi tersi,
tesi
in oblazione.
Avete fatto una scelta giusta, compiuta in nome dell’amore, un donare senza condizioni e in piena libertà, senza scarabocchi sull’anima, sapendo che sarà anche rimpianto, ma libertà dai rimorsi di una coscienza che saprà ricompensarvi con la consapevolezza dei giusti.
E siete comunque l’una per l’altro, fermi nel Tempo e nello Spazio. Come il vostro ultimo bacio. Irripetibile.
Da nascosta, io assisto all’evento conclusivo del vostro amore.
Ho saputo dell’incontro e ti ho seguito, marito mio.
Ironia della sorte, ho intercettato l’ultima telefonata. Non avevo mai subodorato nulla.
Sono stata sveglia tutta la notte scorsa, mentre anche tu m’è parso fingessi di dormire.
Guardavo la luna, offuscata; sembrava seguire - ipnotizzata - il mio andare a ritroso, e chiarirmi sensazioni appannate alla distanza.
Anch’io ho frazionato il nostro amore, a tappe, per poi tornare all’equazione completa, che ha te come soluzione.
Dopo l’elaborazione di stanotte, la rabbia e i brividi di gelosia sono stati riconvertiti altrove e non me li trovo più addosso.
Neanche dopo avere assistito all'ultimo atto: lacerante.
Quale la mia scelta? Palesarmi adesso oppure no? Vanificare un futuro di dedizione totale da parte tua, il tuo amore intero, per ammantarlo di colpa e di vergogna?
I segreti sono nuvole schiacciate sotto l'orizzonte di chi ne ha paura, oppure gonfie d'un alone di nascosta grazia, e pure.
No, sacrificio per sacrificio, sarà silenzio la mia scelta.
In nome di un amore intero: il nostro. Irrinunciabile.