La camminata

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Un caldo infame mi appiccica i capelli alla fronte. Il sole mi abbaglia, ma io continuo risoluto a seguirlo passo dopo passo.
È davvero atletico e dalla falcata lunga. Non c’è salita che lo rallenti e io ansimo dietro di lui che nemmeno se ne accorge.
Tira sempre diritto senza girarsi nemmeno una volta. Eppure sul ghiaione dovrebbe avermi sentito: ho fatto franare mezza montagna. Non so nemmeno quante volte sono inciampato per stare al passo.
Alzo gli occhi e vedo le pareti di roccia. Mi auguro che voglia fermarsi qui. Non ce la faccio a salire lassù, sono già stremato adesso.

Ai piedi della prima parete si ferma e mi osserva mentre copro gli ultimi cento metri. Sono completamente sudato, il fiato l’ho lasciato a valle e mi irrita che lui si goda questo spettacolo mangiando la sua barretta.
Mi sorride e appena sono abbastanza vicino mi offre la sua borraccia.
“Acqua?”
Gliela strappo quasi di mano e me la bevo tutta a canna.
“Non si preoccupi, qui vicino c’è una sorgente e un laghetto” e mi sorride ancora gentile.
In questo momento non riesco a odiarlo, sono troppo stanco, mi fa male tutto, mi tremano le mani e non so nemmeno bene cosa fare.
L’educazione prende il sopravvento e gli offro una delle barrette che ho nello zaino. Mi cambio la maglietta sudata e non proferisco parola, perché la mia bocca è ancora troppo asciutta dallo sforzo di questa camminata forzata.

“Non va bene adeguarsi al ritmo degli altri. Lo sa, vero?”
“Lei si scopa mia moglie.”
Mi guarda basito, una sorpresa genuina.
“Io sono il marito della donna che lei si sbatte tutti i giovedì dalle 14.00 alle 18.00.”
Mi guarda come se fossi una rara specie di animale parlante.
“Lei mi ha seguito fin qui per dirmelo? Lo sapevo già.”
Non me l’aspettavo una reazione così tranquilla, un’ammissione senza se né ma. Adesso dovrei arrabbiarmi, ma se urlo magari scateno una frana che ci seppellisce tutti e due, mentre il mio obiettivo è che ci rimanga solo lui.
“Cosa sapeva già?”
“Che mi stavo scopando sua moglie.”
Questo deve essere matto come un cavallo. Si sta rollando una sigaretta in tutta tranquillità senza alcun imbarazzo e parla della relazione con mia moglie come se niente fosse. Dovrebbe avere paura, almeno preoccuparsi il minimo sindacale di essere qui isolato in compagnia del cornuto, che per quanto sfiatato è pur sempre arrabbiato.
“Certo che ci deve tenere davvero tanto a sua moglie per farsi una scarpinata di questo genere senza alcun allenamento, rischiando anche un infarto a vederla così.”
Mi prende anche in giro.
“Guardi che il fisico ce l’ho, gioco a tennis tutti i fine settimana e il giovedì.”
“Lo so. Io sono anche quello del sabato mattina e della domenica pomeriggio. Bisogna farlo spesso l’amore. Fa bene. È una questione ormonale. Per le donne poi è molto importante, ridona elasticità alla pelle, evita il prolasso dell’utero oltre a migliorare notevolmente l’umore. Non ha notato che sua moglie sorride molto di più?”
Sono confuso. Questo galletto mi spiega i benefici di portarsi a letto mia moglie e io lo sto pure ad ascoltare.
Sto cercando la mia rabbia, quella che ho provato quando mia moglie non era a casa una volta che ho saltato allenamento. Non era nemmeno da sua sorella o da mia madre. Nemmeno un’amica l’aveva vista. Mi ero preoccupato. Pioveva a dirotto: non che fosse successo qualcosa. Era così imbranata quella donna, incapace di prendersi cura di sé, di accendere il cervello quando necessario. Non aveva proprio idea della vita, sempre a leggere. Tutta casa e caffè con le amiche.

Era un giovedì di qualche mese fa. Dal pc ho localizzato il suo telefono. Si trovava in via Mazzini al 23. Cosa ci faceva lì? Che negozi c’erano in via Mazzini? La parrucchiera? L’estetista?
Ho preso l’auto e sono andato a vedere. Il 23 si trova stretto fra le vetrine di un pizza al taglio e un lavasecco. Alzando gli occhi ho visto un palazzo signorile, con i balconi dalle colonnine di pietra e in alto si intuiva un giardino pensile con i cespugli che strabordavano dal bordo.
Ma che ci faceva lì mia moglie? L’ho vista uscire in tutta fretta, un taxi l’aspettava. L’ho seguita per arrivare dritto a casa. Ho aspettato 5 minuti e sono tornato anch’io come se fossi tornato dal mio allenamento.
“Ciao, cara.”
“Ciao, amore.”
Bacio, bacio, l’ho annusata, non aveva profumi strani.
“Passato bene il pomeriggio?”
“Si caro, sono stata da una mia amica. Ci siamo prese il caffè e chiacchierato delle solite cose.”
Mi ero sentito tranquillo.

Alzo gli occhi e lo guardo bene. Non è così giovane come me lo ero immaginato, ma sempre più giovane di mia moglie. È un bell’uomo, mentre mia moglie… lasciamo perdere lei e le sue cosce cellulitiche, per non parlare della pancia che le era venuta in menopausa.
Lo fisso proprio e lui ricambia lo sguardo tranquillamente, come se avesse la coscienza a posto. Inizio a sentirmi stranamente a disagio. Il mio piano era seguirlo, riempirlo di botte e abbandonarlo sofferente e ammaccato in montagna. A pensarci bene però non mi ero ancora ripreso dalla salita e lui pareva fresco come una margherita di prato. Mi stava proprio antipatico.
“Allora lo ha notato o no, che sua moglie sorride di più?” incalza. Sta cercando di farmi salire la rabbia? Cosa vuole da me?
Mi mangio le altre barrette senza offrigliene nemmeno una, il bastardo deve morire di stenti.
“La smetta di fissarmi e dica qualcosa, almeno mi insulti! Ma le è talmente indifferente sua moglie? Se vuole scendo nei dettagli, le spiego per filo e per segno come passiamo le nostre ore a casa mia nel mio letto, perché sa io sono single quindi non dobbiamo andare in albergo. Sua moglie può dimenticarsi da me orecchini, mutandine, spargere capelli biondi per tutta la casa che non c’è nessuno a cui possa dare fastidio. Men che meno a me.”
“Stronzo” ruggisco. Mi alzo di scatto e mi butto addosso a lui.
Si scansa.
Inciampo e frano su queste maledette pietre che fanno un male cane. Mi sanguina una mano, ma sono riuscito a salvare il viso. Meno male che i pantaloni lunghi mi hanno salvato le gambe. Ma come faccio adesso a tenere la racchetta, e non solo quella, con la mano piena di sassetti nella ferita. Mi verrà certo un’infezione. Che coglione che sono.
“Prenda lo zaino e mi segua.”
Si issa lo zaino in spalla e senza degnarmi di uno sguardo si avvia, manco fosse un camoscio. Mentre l’unico portatore di corna sono io.
Non mi rimane altro che affrettarmi per seguirlo. Meno male che attraversa il ghiaione senza fare salite, perché mi fa male il ginocchio, un male cane.
Giriamo attorno a una roccia e troviamo un laghetto dall’acqua trasparente, liscia.
“Si sciacqui le mani, se non vuole che si infettino.”
Arrabbiato e offeso obbedisco. Mi sento come un bambino, che ripreso dal papà, mugugnando fa ció che gli è stato detto.
“Tornando a sua moglie, volevo sottolineare che non l’ho cercata io. È stata lei a venire da me.”
Adesso vuol far passare la mia Barbarella per una poco di buono piena di iniziativa che va alla ricerca di uomini. Non ci posso credere. La sua sfacciataggine non ha confini.
Riprendo fiato, mi asciugo le mani sui pantaloni e cerco di ricompormi. Non potendo saltargli addosso un’altra volta, cerco le parole per ferirlo, per dar fiato alla mia ira, alla mia lesa maestà.
Mi esce un “Ma cosa sta dicendo. Si vergogni! Mia moglie è una donna per bene, mai e poi mai avrebbe fatto una cosa del genere.”
Davvero Barbara non farebbe una cosa del genere? Magari i romanzi che legge sono pieni di sesso e passione e io non mi sono accorto che è cambiata. Anche Lady Butterfly, o come si chiama, aveva una relazione con il guardiacaccia di suo marito. Del resto, le sue amiche non si fanno problemi a tradire, lo so per esperienza personale.
“Sono d’accordo con lei, Barbara è una donna fantastica, passionale e a modo. Però è venuta a cercarmi lei”
Ma è proprio imbecille. Mi da ragione, non nega niente e io non so che pesci pigliare.
Ero partito con l’idea di picchiarlo, insultarlo, ma il suo modo di reagire fa sembrare tanto normale che mia moglie vada a letto con lui, come se fosse un diritto. Non che Barbara sia giustificata a cercarsi un altro, in fondo tutti i sabato sera abbiamo la nostra serata romantica. Anche se spesso ho la sensazione che lei mi voglia accontentare. Non è mai stata una tigre a letto. Chissà cosa ci trova questo tizio.
“Senta, io non capisco come lei possa parlare così di mia moglie. Che intenzioni ha?”
“Capisco che lei si senta confuso, ma se ha piacere le racconto esattamente com’è andata.”
Non mi rimane altro che annuire, non so nemmeno più bene cosa ci faccio qui.
“Sono certo che lei si ricordi di Ottavia. Alta, mora, sui trent’anni, terza abbondante, occhi grigi.”
“E chi se la dimentica quella puledra.”
“Ecco appunto. Quella era la mia compagna prima che venisse a fare la dichiarazione dei redditi nel suo studio.”
“Intendevo dire, bella ragazza, con tutto il rispetto.”
“Rispetto che lei le ha dimostrato documentando fotograficamente gli amplessi consumati sulla sua scrivania.”
“Ma si figuri!”
“C’è anche un’sua immagine seduto in poltrona e Ottavia fra le sue ginocchia: il viso si riconosce benissimo.”
In fondo se la sua ragazza era libertina, io che ci potevo fare: siamo tutti adulti e vaccinati.
“Si da il caso che a un certo punto lei abbia sostituito Ottavia con Miki, sua migliore amica. Ottavia non l’ha digerito e ha contattato sua moglie con tanto di immagini a riprova dei fatti. Lei poi, caro signore, ha anche avuto la malaugurata idea di vantarsi con Ottavia delle sue precedenti conquiste mostrandole tutta la sua raccolta di figurine, cosa che ovviamente ha detto anche a sua moglie. Barbara a questo punto era disperata, conosceva solo Ottavia, sapeva che aveva un compagno e sapeva anche dove abitava. Per inciso, Ottavia è una ragazza bellissima e dolcissima, ma dire di lei che è brillante, è un’esagerazione. Barbara al contrario ha fatto quattro domande al lavasecco e già aveva un appuntamento con me.”
“Come un appuntamento con lei?”
“Sono fisioterapista. Barbara ha preso appuntamento millantando un fantomatico stiramento alla schiena. Alla fine della seduta, appena dopo aver pagato, composta con la borsetta sulle ginocchia, mi ha raccontato il vero motivo della sua visita. Non credevo alle mie orecchie. Ero molto arrabbiato e Barbara spaventata è scappata via. Va da sé che Ottavia non ha avuto la forza di negare l’evidenza. Ero tornato single.
Ma la rabbia, la rabbia è davvero un potentissimo mezzo. Da solo in terrazza pensavo a sua moglie: triste, frustrata, offesa, annichilita, ma soprattutto sola come me. Pensavo anche a lei, a come vendicarmi, farle del male: quale modo migliore se non ricambiarla con la stessa moneta. Il giorno dopo ho richiamato sua moglie, ci siamo visti e l’ho guardata meglio. Doveva essere stata una bella donna. Il suo corpo morbido già lo conoscevo, volevo indagare la sua natura. Ci sono voluti tre pomeriggi in terrazza e qualche aperitivo di troppo che già ci rotolavamo nel letto. Ma lo sa che raramente ho incontrato donne così disinibite come sua moglie?”
Sono paralizzato dallo stupore. Suona tutto così vero, così credibile. Se non si trattasse di Barbara e me, la troverei addirittura una storia divertente: il traditore che diventa tradito. Non capisco la parte della disinibizione. Barbara con me non è mai andata oltre la missionaria, non è mai stata interessata o incuriosita dalle novità a letto. Io so di essere un buon amante, me lo dicono sempre le mie e le sue amiche. Mi ricordo di Ines che quando la baciavo, mentre mia moglie si rifaceva il trucco in bagno, mi diceva sempre che come me non c’era nessuno. Effettivamente poi è sparita per dedicarsi al suo allenatore.
Riesco a rimettere in moto la bocca spalancata.
“Come disinibita?”
“Sono quasi certo che lei non voglia sapere i dettagli, ma le voglio dire che Barbara è una donna intelligente e spiritosa, che si da letteralmente anima e corpo. Ho dovuto confessarle che me la sono portata a letto per vendetta, ma anche che mi sono perdutamente innamorato di lei.”
“Ma è più vecchia di lei e poi comunque è mia moglie.”
“Infatti è sua moglie e lei ci tiene tantissimo, tanto che non si è nemmeno accorto che i vestiti nell’armadio sono diminuiti, che spariscono libri e diversi altri oggetti che appartengono a Barbara. L’unica cosa che lei ha notato, è che sua moglie viene a letto con me di giovedí. Intanto noi abbiamo deciso di andare a convivere. Sua moglie si trasferisce da me, le piace da morire prendere il sole nuda in terrazzo. Non sapevamo bene come dirglielo che il suo matrimonio è finito, che vivrà da solo nel suo appartamento. Perciò sono davvero molto grato che lei abbia creato questa occasione per un confronto da uomo a uomo.”
Lo guardo pietrificato mentre si rimette lo zaino in spalla. Davanti ai miei occhi mi scorrono le serate che Barbara ha passato aspettandomi con la cena pronta, l’impegno che ci ho messo per non andare negli stessi locali che frequentavo con le mie amiche, i gioielli che le ho regalato per farla sentire amata, i viaggi che abbiamo fatto assieme per renderla felice, le avevo pure regalato l’abbonamento in palestra che si rimettesse in forma.
E adesso questa trama di lasciarmi per un fisioterapista che dice di amarla e se la porta a letto regolarmente?
Cerco di alzarmi, si è fatto tardi.
Magari lungo la strada posso dargli uno spintone, metterlo fuori combattimento quel tanto che capisca che la mia donna non la cedo così al primo venuto. Poi a casa faccio i conti con Barbara. Non siamo mica nel medioevo che vale dente per dente, occhio per occhio. A parte il fatto che adesso siamo pari, quindi io la perdono e possiamo continuare come prima, non è mica necessario buttare all’aria un matrimonio.
Una fitta lancinante mi attraversa il ginocchio, la gamba cede e mi ritrovo seduto dov’ero prima.
“Stia comodo, non faccia sforzi. Adesso scendo a valle e le mando i soccorsi. Passeranno due o tre ore e la vengono a prendere. Se ha fretta, può provare a chiamarli col cellulare, ogni tanto c’è copertura di rete anche qui.”
Sono basito.
“Ma non vorrà lasciarmi qui? Ma è matto?”
Dopo quattro passi si gira
“Non si preoccupi, Barbara e io la passiamo a prendere in ospedale dopo cena.”

Re: La camminata

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Un caldo infame mi appiccica i capelli alla fronte. Il sole mi abbaglia, ma io continuo risoluto a seguirlo passo dopo passo.
cambierei il "mi abbaglia" in m'abbaglia.
È davvero atletico e dalla falcata lunga. Non c’è salita che lo rallenti e io ansimo dietro di lui che nemmeno se ne accorge.
è davvero atletico: ha la falcata lunga e non c'è salita che lo rallenti. Io ansimo e lui nemmeno se ne accorge.
Alzo gli occhi e vedo le pareti di roccia. Mi auguro che voglia fermarsi qui. Non ce la faccio a salire lassù, sono già stremato adesso.
invece di lassù (che non mi sembra indicare nulla: le pareti di roccia? la cima? dove?) userei "oltre" oppure "ancora". Non è il dove che lo blocca, semplicemente non vuole più camminare.
Ai piedi della prima parete si ferma e mi osserva mentre copro gli ultimi cento metri. Sono completamente sudato, il fiato l’ho lasciato a valle e mi irrita che lui si goda questo spettacolo mangiando la sua barretta.
Mi sorride e appena sono abbastanza vicino mi offre la sua borraccia.
“Acqua?”
Gliela strappo quasi di mano e me la bevo tutta a canna.
“Non si preoccupi, qui vicino c’è una sorgente e un laghetto” e mi sorride ancora gentile.
In questo momento non riesco a odiarlo, sono troppo stanco, mi fa male tutto, mi tremano le mani e non so nemmeno bene cosa fare.
L’educazione prende il sopravvento e gli offro una delle barrette che ho nello zaino. Mi cambio la maglietta sudata e non proferisco parola, perché la mia bocca è ancora troppo asciutta dallo sforzo di questa camminata forzata.
Ti ho citato questo passaggio come esempio, ma vale un po' per tutto il racconto: riduci i possessivi, molti sono decisamente ininfluenti, appesantiscono senza apportare nulla al senso.
“Cosa sapeva già?”
“Che mi stavo scopando sua moglie.”
questo passaggio è riuscitissimo. Uno scambio di battute perfetto.
quella che ho provato quando mia moglie non era a casa una volta che ho saltato allenamento.
meglio: quella che ho provato la volta in cui ho saltato l'allenamento e non ho trovato mia moglie a casa.
(così la costruzione è un po' contorta)
Pioveva a dirotto: non che fosse successo qualcosa.
qui non capisco il senso della frase: cosa vuoi dire? Era preoccupato solo perché pioveva a dirotto? Non riesco a capire il nesso tra le due frasi.
lasciamo perdere lei e le sue cosce cellulitiche, per non parlare della pancia che le era venuta in menopausa.
perché un trapassato? che le è venuta
A pensarci bene però non mi ero ancora ripreso dalla salita e lui pareva fresco come una margherita di prato. Mi stava proprio antipatico.
anche qui usi il passato, ma l'azione era al presente, finora.
Forse il racconto era al passato e quando lo hai riscritto al presente ti sono sfuggite delle frasi?

Mi fermo qui con le pulci. Ho trovato l'idea del racconto molto carina e ben trovata. Inizio, con l'inseguimento, poi i due che scoprono le carte; e il finale "stai comodo, passiamo a prenderla" li trovo davvero ben riusciti. La parte centrale, con tutta la spiegazione da parte dell'amante invece mi sembra un po' farraginosa: ci sono tantissimi "colpi di scena" o passaggi, insomma: la ragazza di lui che va col marito, poi lui la tradisce con l'amica, allora lei si vendica e va dalla moglie, la moglie che si vendica a sua volta; le foto del tradimento, i dettagli sulla fidanzata bella ma non sveglia; i tradimenti del marito con le amiche di Barbara, il suo darle poca attenzione, altri dettagli come quello del prendere il sole nuda in terrazzo...
Insomma, secondo me questo dialogo mette troppa carne al fuoco, e soprattutto contorni per la carne che non servono, anzi fanno scemare un po' la tensione con tutti dei mini colpi di scena o gag da teatro di boulevard.
Quindi, personalmente asciugherei un po' tutto il lungo passaggio sulle rivelazioni, per mantenere lo stesso ritmo e coerenza dell'apertura e del finale.
Nel mio "personalmente" è implicito il fatto che tu possa non concordare con nessuna delle mie osservazioni, quindi vedi tu se e cosa ti possa servire, di tutto quel che ti ho detto.
Ciao, Almì :love:
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: La camminata

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Almissima ha scritto: Il sole mi abbaglia, ma io continuo risoluto a seguirlo passo dopo passo.
Pensavo a una trama fantastica: lui che segue il sole! Wow!
Almissima ha scritto: “Lei si scopa mia moglie.”
Frase ad effetto doppio, nel contesto. Sorpresa riuscita!
Almissima ha scritto: Mi guarda basito, una sorpresa genuina.
Due punti, non la virgola: anticipano una spiegazione.
Almissima ha scritto: Dovrebbe avere paura, almeno preoccuparsi il minimo sindacale di essere qui isolato in compagnia del cornuto, che per quanto sfiatato è pur sempre arrabbiato pericoloso.
Almissima ha scritto: rischiando anche un infarto a vederla così.”
Mi prende anche in giro.
Un "anche" di troppo. Mettici un "pure".
Almissima ha scritto: “Guardi che il fisico ce l’ho, gioco a tennis tutti i fine settimana e il giovedì.”
Due punti al posto della virgola.
Almissima ha scritto: l’ho annusata, non aveva profumi strani.
Anche qui, meglio i due punti.
Almissima ha scritto: A pensarci bene però non mi ero ancora ripreso dalla salita e lui pareva fresco come una margherita di prato. Mi stava proprio antipatico.
"però" mettilo tra due virgole.
Almissima ha scritto: Mi sento come un bambino, che ripreso dal papà, mugugnando fa ció che gli è stato detto.
Virgola prima di "ripreso". 
"ciò" va con l'accento grave.
Almissima ha scritto: Del resto, le sue amiche non si fanno problemi a tradire, lo so per esperienza personale.
Divertente!
Almissima ha scritto: Mi da ragione
Mi dà ragione
Almissima ha scritto: Ecco appunto.
virgola dopo Ecco
Almissima ha scritto: In fondo se la sua ragazza era libertina, io che ci potevo fare: siamo tutti adulti e vaccinati.
virgola dopo "fondo"
Almissima ha scritto: “Si da il caso
Si dà il caso
Almissima ha scritto: Io so di essere un buon amante, me lo dicono sempre le mie e le sue amiche. 
Divertente!
Almissima ha scritto: che si da letteralmente anima e corpo.
Almissima ha scritto: L’unica cosa che lei ha notato, è che sua moglie viene a letto con me di giovedí. 
Quella virgola non ci va, e giovedì si scrive con 'accento grave.
Almissima ha scritto: l’impegno che ci ho messo per non andare con le mie amiche negli stessi locali che frequentavo frequentava lei con le mie amiche
Almissima ha scritto: felice, le avevo pure regalato
meglio un punto e virgola
Almissima ha scritto: Mi ricordo di Ines che quando la baciavo, a differenza di mia moglie che mentre mia moglie si rifaceva il trucco in bagno, mi diceva sempre che come me non c’era nessuno.
Carinissimo questo racconto, @Almissima    :)

Hai avuto la penna felice nel tratteggiare questo incontro tra i due rivali in amore che si sono dati pan per focaccia, alla resa dei conti. Divertenti il giusto i dialoghi e le battute che insceni. Molto "show - don't tell", brava!
Spero che terrai da conto le mie "pulci". La preposizione da non va scritta al posto del dare alla terza persona, che si scrive . Non riesco a incidere più di tanto con le virgole, ma io insisto se tu non mi dici di smettere.  :si:  Perché, se migliori la punteggiatura, non ti manca più nulla per essere una grande narratrice!  (y)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: La camminata

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Divertente e molto piacevole da leggere. Come far ridere? Ecco la risposta. La classe non è acqua! Per me, scrivere è essere in grado di trasmettere: impressioni, suggestioni, pensieri, luoghi comuni. Hanno già analizzato il testo, a sufficienza, dal punto di vista dei refusi e degli errori di scrittura e punteggiatura. Da un racconto mi aspetto anche che faccia riflettere. Qui di spunti ce ne sono parecchi e, al di là del divertimento nel leggerlo e nell'esprimerlo, sono molto soddisfatta di essere arrivata alla fine. Mi  spiego meglio: hai saputo rendere tutte le figure reali e le hai rese vive, quella del marito tradito, quella dell'amante e delle donne. Ognuno farà, poi, le proprie considerazioni, in base al suo modo e alla scelta di vita messa in atto. Hai lasciato libero chi legge e questo, per me, è fondamentale ed è sintomo di saper usare le parole. Complimenti! Ben fatto! Una curiosità: quanto c'è di costruito?

Re: La camminata

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@Almissima ciao, molto originale questa storia sul possesso ( e anche sul maschilismo). Alla fine, per molte persone il tradimento è uno smacco personale e nulla di più, e poco importa se sono loro i primi traditori: il partner viene trattato come un oggetto, e si frigna se qualcuno ce lo porta via. Comunque, alla fine sembra che questa cerchia di amici abbia davvero poco di cui lamentarsi, visto che si tradiscono a vicenda eheh.

Poi, mi ricordo di aver già letto questa storia sul forum, o mi sbaglio?

Comunque, ho notato alcune cose che: nel racconto ci sono davvero tante ripetizioni: ripeti spesso "moglie", "scopare" anche verbi come guardare, come questo passo qui:
Almissima ha scritto: Non va bene adeguarsi al ritmo degli altri. Lo sa, vero?”
“Lei si scopa mia moglie.”
Mi guarda basito, una sorpresa genuina.
“Io sono il marito della donna che lei si sbatte tutti i giovedì dalle 14.00 alle 18.00.”
Mi guarda come se fossi una rara specie di animale parlante.
Insomma, l'idea è originale, ma forse andrebbero rviste le ripetizioni, o anche l'uso eccessivo dei pronomi personali come ti hanno fatto notare nei commenti precedenti.

Altro aspetto sono alcune frasi che il protagonista utilizza, molto aggressive, che però non rendono la rabbia del protagonista, che in effetti per tutto il racconto sembra rimanere statico, con pochi sbalyi d'umore o reazioni esagerate:
Almissima ha scritto: Mi mangio le altre barrette senza offrigliene nemmeno una, il bastardo deve morire di stenti.
(ok, non quotare parti del brano :P)
Insomma, nelle parole lui sembra arrabbiato, ma nei gesti è tranquillo e imperturbabile. Forse perchè alla fine è un immaturo a cui hanno tolto il gioco?

Anche dal finale, ad esempio: il protagonista nota che manca la moglie, ma non nota che, piano piano, mancano le sue cose, e che lei ha un' amante. Insomma. un bel maschilista.

A presto :P

Re: La camminata

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La lettura del mio primo racconto in questo sito. E sono felice di aver letto un gran bel pezzo.
Dinamico, ironico, sagace.
Mi hai tenuta al cappio fino alla fine, non è semplice catturare l'attenzione.
Scorrevole, e hai dato modo anche di pensare a molte varianti. Cioè hai reso libero il lettore di poter prendere altre conclusioni.
Anche questa una bella prova.
L'ambientazione, potrebbe ingannare che legge. Montagna, amanti, e il gioco è fatto, ne rimane solo uno.
Inoltre i due attori principali sono caraterizzati perfettamente.
Ti faccio una domanda da dove è arrivata l'idea di scrivere un racconto come questo?
Alla prossima
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