Re: Trent'anni dopo

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Ciao Irene.
È il primo testo che commento in questo nuovo forum. Ricordo di averlo letto nel WD. Mi piace questo breve, delicato eppure intenso, crudele frammento. Delicato perché i parchi circondati dai tigli in mezzo ai quali giocano i bambini evocano pace, serenità; un mondo perfetto, come amo spesso dire e ricercare nei testi degli altri e anche nei miei.
Intenso perché in Anna si respira una vita vissuta e dal primo approccio con Elena si intuisce subito che non è stata una vita serena da bambina; si sente un grande dolore passato e mai dimenticato. Affievolito dal tempo forse, ma mai dimenticato. Crudele, e qui sta il nocciolo, perché la crudeltà dei bambini, di alcuni bambini direi, non di tutti, è davvero orribile, specie quando prendono di mira uno di loro, il più debole, il più isolato, facendogli passare quegli anni d'infanzia, che dovrebbero essere i più belli della sua vita, come un inferno in terra. Non è dato sapere cosa abbia passato o subito Anna per colpa di Elena e delle sue compagne d'infanzia, si può solo immaginare e immagina dolorosamente e tristemente meglio chi di quei dolori può averne ancora il ricordo che lo assale tutti i giorni, anche da adulto, come Anna. E come me. Ecco perché sono particolarmente sensibile quando si tratta di storie dove c'entrano i bambini; sto molto attento a calibrare gioie e dolori. Più dolori a dire la verità, sublimati però verso qualcosa di superiore, che aiuta, nobilita, redime, consola, fa risplendere e ricompensa.
Anna ha la fortuna di avere una bambina e si è presa cura di lei, i modi sono molteplici, affinché non venisse a trovarsi nella sua situazione, per questo è apparentemente tranquilla. Ma non ha dimenticato quello che ha subito nella sua infanzia, mi pare di intuirlo dal fatto che non saluta Elena quando va via.
Mi chiedo perché nel breve dialogo avuto con lei poco prima, quando Elena sembra scusarsi, Anna le dica che non è il caso, che erano solo bambine. Ma mentre lo dice non ci crede nemmeno lei stessa, come se a parlare fosse un'altra persona. Come se avesse ancora paura. Deve avere passato un periodo molto brutto. Ma è molto indicativo il fatto che non saluti Elena, che mentre quest'ultima si alza per andarsene, con la mano alzata in segno di saluto, Anna non ricambi il gesto, non dica nulla e si metta gli occhiali da sole, come a volersi anche materialmente separare, creare una barriera da quella visione disturbante. E non le importa nulla che anche Elena abbia una figlia come lei; infatti quest'ultima non ha alcun peso nella storia, come pure avrebbe potuto averne per una sorta di comparazione.
Io so che Anna non dimenticherà mai. Non farà nulla di eclatante nei confronti di Elena o di altre come lei che le hanno fatto del male, ma non perdonerà mai. Non si può baciare sulla guancia chi ti ha fatto del male. Non dico che ci si debba vendicare, quello no: ci penserà la vita a chiedere il conto alla fine.
Purtroppo la vita umana è fatta anche così.
Pur nella tristezza della storia devo dire che ci sono entrato in sintonia, afferrandone innumerevoli risvolti che spero non esulino troppo dalle tue intenzioni.

A rileggerti.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: Trent'anni dopo

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Ciao Unius! Grazie mille per la tua bella analisi. Sono contenta che il frammento ti sia piaciuto e che tu abbia deciso di commentarlo :)
. Ma non ha dimenticato quello che ha subito nella sua infanzia, mi pare di intuirlo dal fatto che non saluta Elena quando va via.
Mi chiedo perché nel breve dialogo avuto con lei poco prima, quando Elena sembra scusarsi, Anna le dica che non è il caso, che erano solo bambine. Ma mentre lo dice non ci crede nemmeno lei stessa, come se a parlare fosse un'altra persona. Come se avesse ancora paura. Deve avere passato un periodo molto brutto. Ma è molto indicativo il fatto che non saluti Elena, che mentre quest'ultima si alza per andarsene, con la mano alzata in segno di saluto, Anna non ricambi il gesto, non dica nulla e si metta gli occhiali da sole, come a volersi anche materialmente separare, creare una barriera da quella visione disturbante. E non le importa nulla che anche Elena abbia una figlia come lei; infatti quest'ultima non ha alcun peso nella storia, come pure avrebbe potuto averne per una sorta di comparazione.
Io so che Anna non dimenticherà mai. Non farà nulla di eclatante nei confronti di Elena o di altre come lei che le hanno fatto del male, ma non perdonerà mai
Ottima osservazione!
Sì, Anna minimizza davanti a Elena perché lei stessa è stupita dalle scuse di Elena: quelle scuse hanno infatti in parte confermato che non era lei (da bambina) a essere sbagliata, ma erano le “amiche” a essersi comportate in modo sbagliato. In pratica Anna (come in genere tutti gli insicuri o chi ha subito bullismi o altro) pensava quasi di essere lei l’esagerata, quella che non sapeva “stare al gioco”, l’imbranata, la troppo timida, e quindi quasi giustificava quei dispetti un po’ come se se li fosse meritati. Ma il fatto che poi, una di quelle amiche, da adulta, le chiedesse scusa voleva dire che non era stata lei l’esagerata. Questo pensiero, se da un lato la rinfranca, dall’altro la fa sentire doppiamente male per tutte le volte che, in seguito, non ha saputo difendersi (a parole) quando invece sarebbe stato opportuno farlo: lei sorrideva… Alla fine quindi , dopo aver sorriso ad Elena, lei sta rivivendonella sua testa un po’ tutti quegli episodi e quelli successivi, è come distratta da quei pensieri, ma forse non ha nemmeno più voglia di essere troppo gentile, quindi non la saluta con la sua consueta gentilezza. Non so se perdonerà, di sicuro non potrà mai ricordare con leggerezza (mentre la figlia, fortunatamente, sembra essere più sicura di quanto non fosse lei alla sua età). Eh eh eh… tendo a “costruire” dei personaggini sempre un po’ problematici… :D
Grazie ancora, Unius!
https://lapoesianonsimangia.myblog.it/c ... i-sono-io/

Re: Trent'anni dopo

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Irene ha scritto: gio gen 07, 2021 3:33 pm ... scusami @AlbertoTosciri, mi sono accorta di averti chiamato con il tuo "vecchio" nome: volevo dire "grazie Alberto"! :D
Figurati dai... il fatto che tu e altre persone gentili come te mi chiamino con il vecchio nik di Unius mi fa piacere. :)
Ciao.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
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