[Lab1 F.C.] Il senso dell'orbita
Posted: Mon May 23, 2022 3:40 pm
Traccia: La Promessa
Il senso dell'orbita
Nella sala interrogatori sono in due.
Un giovane prestante, in divisa, dall'atteggiamento compunto, sul forzato, e una donna anziana ma dal fisico non appesantito, col vestito fresco di stiratura e i tratti del volto segnati da rughe positive di espressione, segni di chi ha avuto negli anni un approccio più accogliente che scontroso verso la vita.
Il registratore è in funzione.
- Agente scelto Franco Montana per il caso Blesi. Ore 15,53.
Inizio l'interrogatorio del testimone. Dichiari le sue generalità, prego signora.
- Come sei formale, Franco. - chiosa lei, gli occhi che saettano... - No, non arrabbiarti. - mette le mani avanti subito dopo, guardandolo in faccia.
- Divagherai ancora?
- No, è una promessa.
- Dirai quello che hai visto dell'accaduto e basta? - chiede lui, serio in viso.
- Sì, è una promessa.
Il registratore riparte.
- Agente scelto Franco Montana per il caso Blesi. Ore 15,58.
Do inizio all'interrogatorio della testimone. Dica le sue generalità.
- Mi chiamo Elvira Cenci, ho 68 anni e risiedo in Via Roma 52.
- Cosa ha visto da casa sua ieri sera?
- Il mio giardino è di fronte a quello della villa dei Blesi. Ieri sera alle dieci era buio ma il lampione mi ha permesso di vedere la scena - rabbrividisce la donna.
- Vada avanti.
- Siamo vicini da tempo. Non siamo amici, ma non mi sono sorpresa dei toni arrabbiati della lite che stavano facendo. In realtà, ieri non ne capivo l'argomento. Le parole chiare erano solo insulti tra marito e moglie finché lei è uscita in giardino, in vestaglia e scarmigliata. Correva verso il cancello, mi ha visto alla finestra e ha gridato il mio nome. Nel tempo che ho lasciato dov'ero e sono uscita di casa, lei era già per terra. Capisce? - si mette le mani davanti alla faccia, scuotendo il capo.
- La scena che ha visto in quel momento, la descriva.
- Lui era chino su di lei, coperti parzialmente dalla staccionata del cancello. Non aveva niente in mano che io riuscissi a vedere, ma lei non si muoveva. Era a terra, lunga distesa. "Luigi!" lo chiamo, anche se ho paura per me, ma di certo mi ha vista. - si contorce le mani.
- E allora?
- Lui ha il cellulare in mano e dice: "Mia moglie è esamine a terra in giardino. Urgente ambulanza Via Roma 63."
- Vada avanti.
- Mi sono fatta coraggio, ho attraversato la strada e li ho raggiunti. "E' viva?" ho gridato aprendo il loro cancello. "C'è battito nel collo" sta dicendo al 112. "L'hai colpita? gli chiedo, dura. Intanto, le sollevo la testa sul mio grembo e lui le apre la bocca a forza e le soffia dentro. Bisogna dire che l'ha fatto fino all'arrivo dell'ambulanza.
- Come si presentava l'aspetto della signora Blesi?
- Sembrava morta. Non reagiva e io non ho sentito nessun battito.
- Cosa le ha detto il marito?
- Niente. Non ha voluto spiegarmi quei pochi secondi che io non ho visto tra la finestra e la mia porta per andare a vedere.
- Ha altro da aggiungere?
- No.
- Fine registrazione ore 16,20.
- Posso andare, Franco?
- Sì, Elvira. Hai raccontato dell'accaduto di ieri sera per intero. Sei stata brava.
La donna sa che tecnicamente ha fatto la sua parte di persona informata sui fatti, ma c'è un rovello che la segue: perché Franco, anche lui abitante in Via Roma, è uscito dal giardino dei Blesi alle due del pomeriggio dello stesso giorno?
Lui glielo ha spiegato più di una volta: il testimone deve limitarsi ai fatti specifici e non allargarsi ad altri eventi che non spetta a lui correlazionare.
Sarà, ma il senso dell'orbita delle cose sembra essersi inceppato. Anche a causa sua: Elvira lo capisce.
Il senso dell'orbita
Nella sala interrogatori sono in due.
Un giovane prestante, in divisa, dall'atteggiamento compunto, sul forzato, e una donna anziana ma dal fisico non appesantito, col vestito fresco di stiratura e i tratti del volto segnati da rughe positive di espressione, segni di chi ha avuto negli anni un approccio più accogliente che scontroso verso la vita.
Il registratore è in funzione.
- Agente scelto Franco Montana per il caso Blesi. Ore 15,53.
Inizio l'interrogatorio del testimone. Dichiari le sue generalità, prego signora.
- Come sei formale, Franco. - chiosa lei, gli occhi che saettano... - No, non arrabbiarti. - mette le mani avanti subito dopo, guardandolo in faccia.
- Divagherai ancora?
- No, è una promessa.
- Dirai quello che hai visto dell'accaduto e basta? - chiede lui, serio in viso.
- Sì, è una promessa.
Il registratore riparte.
- Agente scelto Franco Montana per il caso Blesi. Ore 15,58.
Do inizio all'interrogatorio della testimone. Dica le sue generalità.
- Mi chiamo Elvira Cenci, ho 68 anni e risiedo in Via Roma 52.
- Cosa ha visto da casa sua ieri sera?
- Il mio giardino è di fronte a quello della villa dei Blesi. Ieri sera alle dieci era buio ma il lampione mi ha permesso di vedere la scena - rabbrividisce la donna.
- Vada avanti.
- Siamo vicini da tempo. Non siamo amici, ma non mi sono sorpresa dei toni arrabbiati della lite che stavano facendo. In realtà, ieri non ne capivo l'argomento. Le parole chiare erano solo insulti tra marito e moglie finché lei è uscita in giardino, in vestaglia e scarmigliata. Correva verso il cancello, mi ha visto alla finestra e ha gridato il mio nome. Nel tempo che ho lasciato dov'ero e sono uscita di casa, lei era già per terra. Capisce? - si mette le mani davanti alla faccia, scuotendo il capo.
- La scena che ha visto in quel momento, la descriva.
- Lui era chino su di lei, coperti parzialmente dalla staccionata del cancello. Non aveva niente in mano che io riuscissi a vedere, ma lei non si muoveva. Era a terra, lunga distesa. "Luigi!" lo chiamo, anche se ho paura per me, ma di certo mi ha vista. - si contorce le mani.
- E allora?
- Lui ha il cellulare in mano e dice: "Mia moglie è esamine a terra in giardino. Urgente ambulanza Via Roma 63."
- Vada avanti.
- Mi sono fatta coraggio, ho attraversato la strada e li ho raggiunti. "E' viva?" ho gridato aprendo il loro cancello. "C'è battito nel collo" sta dicendo al 112. "L'hai colpita? gli chiedo, dura. Intanto, le sollevo la testa sul mio grembo e lui le apre la bocca a forza e le soffia dentro. Bisogna dire che l'ha fatto fino all'arrivo dell'ambulanza.
- Come si presentava l'aspetto della signora Blesi?
- Sembrava morta. Non reagiva e io non ho sentito nessun battito.
- Cosa le ha detto il marito?
- Niente. Non ha voluto spiegarmi quei pochi secondi che io non ho visto tra la finestra e la mia porta per andare a vedere.
- Ha altro da aggiungere?
- No.
- Fine registrazione ore 16,20.
- Posso andare, Franco?
- Sì, Elvira. Hai raccontato dell'accaduto di ieri sera per intero. Sei stata brava.
La donna sa che tecnicamente ha fatto la sua parte di persona informata sui fatti, ma c'è un rovello che la segue: perché Franco, anche lui abitante in Via Roma, è uscito dal giardino dei Blesi alle due del pomeriggio dello stesso giorno?
Lui glielo ha spiegato più di una volta: il testimone deve limitarsi ai fatti specifici e non allargarsi ad altri eventi che non spetta a lui correlazionare.
Sarà, ma il senso dell'orbita delle cose sembra essersi inceppato. Anche a causa sua: Elvira lo capisce.