[Lab1] El sueño de la razón
Posted: Sat May 14, 2022 3:11 pm
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Un testo breve per la tua passione
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Mina wrote: «Resteremo per sempre amici, vero?» Domandò Luca, una punta di paura nella voce.Forse aggiungerei, con una punta di paura...
Mina wrote: Siamo a casa tua, si sono solo spente delle candele, e non c’è nessun altro qui. Devi solo accendere l’interruttore.»Credo che sarebbe più corretto attivare l'interruttore o tirare su la leva dell'interruttore.
Mina wrote: «Okay, se vuoi che parli, allora parlo. Non so cosa sta succedendo, ma è colpa tua. Colpa della tua paura. Non potevi accettare la morte come fanno tutte le persone normali, vero? Dovevi per forza fare questo tentativo?»Arrivati a questo punto, con questo passaggio, sono rimasto disorientato.
Mina wrote: Resteremo per sempre amici, vero?» Domandò Luca, una punta di paura nella voce.con una punta di paura ecc.
Mina wrote: Basta così», lo interruppe Simone, «hai già dimostrato il tuo punto».Non mi intendo di sedute spiritiche. Che vuol dire hai già dimostrato il tuo punto? Sono inciampata leggendo questa frase.
Mina wrote: Luca? Simone? Siete voi?» Un’eco di una voce femminile.Avrei usato l’articolo determinativo. L’eco di una voce
Mina wrote: Aspetta!» Passi di corsa le vennero dietro.Le corsero dietro. (Quel passi di corsa le vennero dietro mi sembra un po’ contorta come frase)
Mina wrote: Okay, se vuoi che parli, allora parlo. Non so cosa sta succedendo, ma è colpa tua. Colpa della tua paura. Non potevi accettare la morte come fanno tutte le persone normali, vero? Dovevi per forza fare questo tentativo?»Chi è che dice Okay ecc.? Mi sono persa in questo punto
«Bravissimo, continua a parlare».
Mina wrote: ma non ho trovato neanche quello.»Al posto del secondo neanche potresti usare “neppure io trovo… ecc.
Un attimo di silenzio, poi Simone rispose: «Già. Neanche io trovo più il mio, e ce l’avevo al collo. Cosa sta...»
Mina wrote: lasciata in pace.»
Mina wrote: fatto niente».Per uniformità del testo è bene scegliere se mettere il punto all’interno delle caporali o all’esterno. Va bene in entrambi i casi ma la regola scelta dovrebbe essere rispettata per tutto il testo.
Mina wrote: «Ma morirai lo stesso, come tutti gli altri. È tutto finito. È questa l’unico per sempre.»È questo l’unico per sempre. Al di là del refuso quel per sempre lo avrei messo in corsivo.
Mina wrote: «HO TOCCATO QUALCOSA!»Scrivere in maiuscolo, dà il senso della voce che urla ma lo trovo poco elegante e più adatto a una chat che a un racconto di narrativa.
Kasimiro wrote: Lascio qualche nota.Scusate se commento i commenti ma vedo che sia @Kasimiro che @monica hanno segnalato la parte sopra.
Resteremo per sempre amici, vero?» Domandò Luca, una punta di paura nella voce.
Forse aggiungerei, con una punta di paura...
Gualduccig wrote: Scusate se commento i commenti ma vedo che sia @Kasimiro che @monica hanno segnalato la parte sopra.@Gualduccig nulla da eccepire al tuo commento. Riflettendo, i tre punti punti che hai specificato esaltano il valore che hai descritto. Io non sono quasi mai sicuro di quello che dico, infatti ho aggiunto un forse...
Ecco, io uso spesso la forma utilizzata da @Mina (nella mia ignoranza la associo all’ablativo assoluto del latino) e la trovo molto efficace: alle mie orecchie (1) dà più ritmo alla frase, (2) porta in primo piano il dettaglio, (3) alleggerisce lo stile rendendolo meno scolastico.
A voi incontrare una simile struttura fa inceppare la lettura (come capita quando percepiamo qualcosa di stonato o inappropriato)?
Mina wrote: Luca lasciò scivolare il ciondolo con l’agata sulla tavola di legno. Tutto attorno, candele bianche e ciotole di terracotta in cui bruciavano incenso e salvia. Il soggiorno si stava riempiendo di quell’odore acre. Faceva caldo, ma le finestre dovevano restare chiuse.io penso che siano ad un tavolo rotondo, li immagino così perchè si accingono a richiamare la spirito di Giada. Ma fino a questo punto:
Rivolse uno sguardo solenne a Simone, e lui ricambiò. Si afferrarono le mani l’un l’altro e chiusero gli occhi.
Mina wrote:Non riuscivo a immaginare la scena. Forse dovevi mostrare che sono seduti al tavolo.
«Giada, se ci sei, palesa la tua presenza».
Mina wrote: . «Simone?»Il primo a parlare è Luca, ma già dopo poche battute ci si perde. Quando ci sono delle battute, tipo botta e risposta, ci vorrebbero delle tag di dialogo oppure una battuta che ci faccia riconoscere al volo chi è a parlare.
«No, non usare quel tono. Dev’essere stata una folata di vento.»
«In una stanza chiusa?»
«Una folata di vento. Dove sta l’interruttore?»
«Aspetta, vado io. Tu resta qui.»
«E chi si muove?» Sbuffò. «Tu e la tua idea di lasciare i cellulari nell’altra stanza».
«Avrebbero interferito con il campo energetico».
«Non c’è nessun campo energetico».
«Non parlare così, non mentre siamo al buio».
«Allora, questa luce?»
«Ci sto arrivando».
«Si è spento anche l’incenso e le altre erbe», constatò Simone.
«Già. Però è strano, non ne sento più neanche l’odore.»
«Non è strano».
«E invece lo è. Prima l’odore era così forte da svenire, e ora nulla.»
«La spiegazione è la stessa: hai dimenticato una finestra aperta».
«No, ne sono sicuro. E anche se fosse, l’odore non svanirebbe così velocemente».
«Cosa vorresti dire?»
«E fa meno caldo, o sono io? Né troppo caldo, né troppo freddo.»
«Cosa vuoi dire?»
«E anche questo buio non mi convince. È troppo nero, non trovi? Non si vede assolutamente nulla.»
«Allora, questa luce?»
Mina wrote: è la sua voce, ma lei è-»Qui ha usato il trattino, non l'em dash, che è la lineetta: alt+0151 sul tastierino numerico.
Mina wrote: Il tempo aveva rotto anche quella promessa.Forse dovevano morire tutti e tre? perché è il tempo a rompere la promessa? a me è rimasto il dubbio.
Mina wrote: «Simone?»Sei riuscito a far capire che ha usato un certo tono senza spiegarlo. Molto efficace.
«No, non usare quel tono.
Mina wrote: Luca allora aprì gli occhi, e si accorse che tutte le candele si erano spente.mi è suonato un po' strano, perché quando si hanno gli occhi chiusi si percepisce se l'ambiente è buio, se c'è luce forte o fioca.
Mina wrote: finestre dovevano restare chiuserestavano chiuse/erano chiuse.
Mina wrote: Qualsiasi energia positiva è invitata a manifestarsi»Taglierei.
Mina wrote: No, non usare quel tono.Ottima, realistica, rende benissimo la sensazione di terrore che piano piano si insinua.
Mina wrote: «Allora, questa luce?»Cito questo passaggio ma in realtà è solo per fare un esempio, avrei potuto prendere altri pezzi di dialogo: personalmente avrei arricchito le battute con qualche descrizione o qualche accenno a gesti, espressioni, ecc. Ad esempio:
«Ci sto arrivando».
«Si è spento anche l’incenso e le altre erbe», constatò Simone.
«Già. Però è strano, non ne sento più neanche l’odore.»
«Non è strano».
«E invece lo è. Prima l’odore era così forte da svenire, e ora nulla.»
«La spiegazione è la stessa: hai dimenticato una finestra aperta».
«No, ne sono sicuro. E anche se fosse, l’odore non svanirebbe così velocemente».
«Cosa vorresti dire?»
«E fa meno caldo, o sono io? Né troppo caldo, né troppo freddo.»
Mina wrote: Sat May 14, 2022 3:11 pmE anche questo buio non mi convince. È troppo nero, non trovi? Non si vede assolutamente nulla.»Terrificante. Molto lovecraftiana questa scena. Il terrore e lo smarrimento che pian piano si insinua nella testa dei personaggi, la consapevolezza di essere in una dimensione oscura di morte, in un non-luogo. Molto efficace e originale come idea, come tuo solito.
«Allora, questa luce?»
«È quasi... denso, non trovi?»
«Luca, la luce?»
«Non trovo l’interruttore. Non trovo niente, in realtà.»
«Come sarebbe a dire che non trovi niente?»
«Non lo so, io- Non lo so»
Mina wrote: Sat May 14, 2022 3:11 pmPer sempre è per sempre, no?» La voce di Giada era un sussurro vicinissimo all’orecchio di SimoneBello, ma per amplificare il senso di paura invertirei:
Mina wrote: Sat May 14, 2022 3:11 pmFinalmente un corpo solido, reale. «Simone?» Un corpo freddo e immobile. Inerte. La risata di Giada, bassa e continua. «Simone?»Molto bene qui, in perfetto stile horror. Anzi, avrei proprio chiuso il racconto con queste battute, eliminando l'ultima scena.
«Simone è morto».
Mina wrote: «Qualsiasi energia positiva è invitata a manifestarsi».
@Monica wrote: Le corsero dietro. (Quel passi di corsa le vennero dietro mi sembra un po’ contorta come frase)Ho cercato di descrivere il panorama sonoro in cui si svolge il racconto indipendentemente da qualunque punto di vista, perciò questo passaggio l'ho descritto solo tramite il suono (suono di passi che corrono) piuttosto che descrivendo l'azione, che al buio non si può vedere. Forse avrei potuto trovare soluzioni più eleganti
@Monica wrote: Per uniformità del testo è bene scegliere se mettere il punto all’interno delle caporali o all’esterno. Va bene in entrambi i casi ma la regola scelta dovrebbe essere rispettata per tutto il testo.Di solito uso il punto fermo esterno se nella battuta di dialogo c'è un solo periodo, interno se ce n'è più di uno. Ad esempio:
Nightafter wrote: Questo incipit che è piacevole da leggere, a mio avviso trova un inciampo proprio nell’indicare che quell’acqua oltre al consueto odore di cloro, avesse anche sentore di “qualcosa di indefinito”.Obiezione giustissima
Orbene, amica mia, sarà che ho una mente contorta, sarà che mi perdo sovente in questioni di lana caprina, ma quell’odore indefinito, legato alla piscina, in aggiunta al consueto odore di cloro, mi suscita qualche pensiero trasversale che non giova al racconto.
Cosa potrà mai essere un secondo odore, nell’acqua di una piscina?
La memoria si mette in moto, fruga tra lontani ricordi di giornate estive trascorse in piscina o delle raccomandazioni fatte a noi bambini dall’istruttore di nuoto, nelle lezioni tenute alla piscina comunale della città.
Ovvero: “Ragazzi! Non fate la pipì in acqua che si vedono salire le bolle.”
Ecco, purtroppo questo credo sia il secondo odore citato dal tuo racconto, che rischia di venire in mente, nell’immediato al lettore leggente.
Forse mi fermerei solo al cloro.
Alba359 wrote: Forse dovevano morire tutti e tre? perché è il tempo a rompere la promessa? a me è rimasto il dubbio.L'idea è che si erano promessi di stare assieme per sempre, ma il tempo, attraverso la morte, separa inevitabilmente le persone
Alba359 wrote: specialmente quando Simone muore, perché noi non vediamo nulla solo suoni.è la prova che ho voluto fare con questo racconto, cercare di costruire un horror basato solo sui suoni, senza accennare a nessun altro senso e senza mostrare nessun'azione
Joyopi wrote: Allora, questa luce?»Hai ragione su tutto, e infatti leggendo questo esempio ho pensato "scritto così sarebbe stato molto più efficace"
«Ci sto arrivando».
«Si è spento anche l’incenso e le altre erbe», constatò Simone, con voce stranita.
«Già. Però è strano, non ne sento più neanche l’odore.» rispose l'altro, annusando l'aria.
«Non è strano».
«E invece lo è. Prima l’odore era così forte da svenire, e ora nulla.»
«La spiegazione è la stessa: hai dimenticato una finestra aperta» disse Simone, cercando di convincere per prima se stesso.
«No, ne sono sicuro. E anche se fosse, l’odore non svanirebbe così velocemente».
«Cosa vorresti dire?»
«E fa meno caldo, o sono io? Né troppo caldo, né troppo freddo.» Adesso il terrore nel tono della voce era percepibile.
Lo sai, non devo insegnarti nulla. Ti ho "corretto" questo passaggio solo perché ho immaginato come l'avrei scritto io e ho pensato che intermezzando le battute di dialogo il testo ne guadagna in comprensione (chi parla) e in ritmo. Così com'è il ritmo è veloce, molto veloce, mentre secondo me vista la natura più o meno horror della scena un ritmo più basso farebbe aumentare la tensione.
Alberto Tosciri wrote:è una formula di rito nelle sedute spiriticheNon me ne intendo ma credo che non sia così facile, non basta dire agli spiriti “buoni” di farsi avanti e ai “cattivi” di non disturbare.
Alberto Tosciri wrote: hai dovuto comunque inserire molte spiegazioni nel parlato su cose che i protagonisti toccavano oppure no, su cose che vedevano oppure no. A mio parere i dialoghi sono eccessivi in quei punti, spiegano in maniera troppo evidente.Hai ragione. Penso di essere inciampato quando ho scelto due intenti incompatibili: quello di descrivere solo i suoni, e quello di avere un POV impersonale. In questo modo, per descrivere la perdita degli altri sensi, non ho potuto fare affidamento alle riflessioni di uno dei personaggi (come se avessi scelto un loro POV) e ho dovuto farlo capire per forza solo attraverso le linee di dialogo