[MI 167] I girasoli

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Traccia di mezzanotte: La perdita

Girasoli. Girasoli a perdita d'occhio. Le corolle spiegate ad accogliere i raggi del sole e i capolini, aranciati ed enormi, sembravano sorridere a Nunzia. Tutti insieme.
Nunzia veniva qui da bambina e si sdraiava in mezzo al campo, l'orgoglio di suo padre, l'unico in paese a coltivare girasoli, arte appresa durante il suo soggiorno al nord come bracciante. Distesa in mezzo a quei fiori alti, fingeva di stare in mezzo a una folla. Li nominava uno a uno, Francesco, Luigi, Luisa, Nello, Nina, Maria. Loro guardavano in alto, impettiti a recitare ciascuno la sua parte. E Nunzia recitava pure, era la maestra, o la regina, o la ladra. Quello era il suo angolo di mondo in cui, sola, ritrovava il senso di stare in compagnia.
Ora era più alta di loro. Poteva guardarli dall'alto al basso o anche dritto negli occhi. Ricordò quando giocava con quella una folla di bambini, di scolari ordinati, tutti uguali nel loro grembiulino.
L'ultima volta che era andata lì aveva tredici anni. L'anno dell'incidente. Il caldo dell'estate arroventava le strade. Il gelato in piazza con le amiche, fragola e cioccolato, sceglieva sempre quei due gusti perché si combinava bene il dolce con l'aspro. La panchina dal lato del municipio in cui si sedevano per guardare i ragazzi che passavano. Vanni e Toni le sorridevano. I primi tempi si chiedeva quale dei due le piacesse di più. Le piacevano entrambi, in realtà. Come fragola e cioccolato, perché scegliere un gusto solo? Ma poi decise che le piaceva di più Vanni. Non poteva continuare a guardare entrambi, altrimenti nessuno dei due si sarebbe fatto avanti.
Il primo bacio se lo scambiarono una sera, dopo il concerto in piazza per il santo patrono. Un bacio veloce, con le bocche chiuse. Per un bacio vero si doveva andare fuori dal paese, dove non ti vedeva nessuno. La statale verso il cimitero. Nunzia abbracciata a Vanni su un motorino, i capelli sventolavano liberi al vento. La curva a gomito sullo sterrato. Nunzia che volava, lo stomaco stretto, più stretto che per il bacio.
Fece a tempo a vedere i girasoli da lontano. Il resto dell'estate lo passò tra l'ospedale e la casa. I medici a ricostruirle il femore per rimetterla in piedi, i genitori a rattopparne l'umore.
Aveva perso la normale deambulazione, una lieve zoppia le sarebbe rimasta per sempre. E aveva perso anche Vanni. A quel tempo nessuno metteva il casco.
Nunzia si guardò i piedi tra i fusti dei fiori. Il vecchio incidente poteva essere archiviato. Di Vanni nessuno parlava più. Forse sopravviveva solo nei pensieri dei suoi genitori. Ma ormai erano morti anche loro. Nunzia si era sposata, come tutte le sue amiche di quell'estate. Aveva vissuto la sua vita, l'incidente alle spalle come punto di partenza. Solo per Vanni era stato un punto di arrivo.
Nunzia si addentrò tra i girasoli, alla ricerca del luogo in cui si metteva da bambina. Si sentì spaesata tra quei fusti che non riconosceva. Provò ad accarezzarne qualcuno. Poi iniziò a chiamarli: - Francesco!
- Luigi!
Li chiamò uno per uno: - Luisa, Nello!
Poteva essere la maestra, una maestra di mezz'età.
- Nina, Maria. Prendete il quaderno e la penna.
La magia era compiuta, bastava crederci. I girasoli si erano trasformati nei suoi scolari.
- Oggi scriveremo una poesia.
Bastava crederci e apparve anche Vanni tra gli altri alunni. Era lì, un ragazzino tra gli altri. Accarezzò i petali e sentì i suoi capelli tra le dita, proprio come quando l'aveva baciata. Poi iniziò a dettare:
-     Pensieri alti e gialli
      Svettano verso il sole
      Infiorescenze di terra e acqua
      Battiti di memoria
      come scampoli di luce
      che sferzano il buio.
     
     

Re: [MI 167] I girasoli

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ciao @ivalibri. Colorita elaborazione della traccia. Non colgo però un grave risvolto di questa perdita. Tutto appare smorzato dal tempo della vita della protagonista che passa troppo veloce. Non colgo pesantezza e la chiusa appare quasi estranea al contesto. Secondo me sei stata troppo impegnata su altri fronti e hai dato quello che hai potuto, compatibilmente agli impegni :asd:
ciao  <3
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 167] I girasoli

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ivalibri ha scritto: -     Pensieri alti e gialli
      Svettano verso il sole
      Infiorescenze di terra e acqua
      Battiti di memoria
      come scampoli di luce
      che sferzano il buio.
     
Bella - bella - bella! Brava, @ivalibri  (y)


Bella l'idea di declinare la traccia della perdita sulla morte di un amico, la cui assenza viene sublimata dalla protagonista nel farlo rivivere nel suo mondo: un campo di girasoli, lo sfondo in cui fa animare i fiori e i suoi amati ricordi chiamandoli per nome. 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 167] I girasoli

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Un racconto che mi ha commossa non poco per la presenza di due dolorose coincidenze: all'età di Nunzia persi un amico strettissimo per un incidente in motorino, lo stesso motorino su cui giravamo insieme. Era la fine di maggio. 
L'altra coincidenza sono i girasoli: ne avevo appena comprato un bel mazzo luminoso quando m'informarono di un lutto improvviso e terribile. Non riesco più a guardarli senza provare affanno.
I ricordi personali non hanno offuscato però la levità del tuo racconto, nel quale hai saputo intrecciare serenamente la morte con la vita e la desolazione col gioco spensierato, alternando con garbo il piano della fantasia con quello della realtà.
Grazie, @ivalibri.
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Re: [MI 167] I girasoli

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Grazie, caro @bestseller2020,
Eh si, hai ragione, non ho avuto molto tempo da dedicare al racconto!
Grazie per le tue riflessioni!
Grazie, cara @Poeta Zaza
Se non mi avessi costretta con la traccia non avrei provato a scrivere versi!
Sono contenta del tuo apprezzamento.
Grazie anche a te, @Kasimiro per le tue belle parole.
Ciao @Ippolita
Mi dispiace per quello che ti è successo e di aver toccato due nervi scoperti con il mio racconto. Non ci si pensa quando si scrive, ma possono esserci coincidenze come quelle che hai raccontato.
In effetti il mio intento era molto più lieve, come hai giustamente evidenziato.
Sono contenta del tuo apprezzamento.
A presto

Re: [MI 167] I girasoli

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Ciao  @ivalibri , mi è piaciuto il tuo racconto. Per la leggerezza (in senso positivo) con cui tratti un argomento di per sé tragico.
La protagonista ha elaborato i fatti ed è andata oltre, ha superato la tentazione di crogiolarsi nel dispiacere.
Non ha rimosso, non ha dimenticato. E quando si ritrova in un campo di girasoli ritorna ragazzina e libera i ricordi.
Racconto ben strutturato e logico. Scrittura fresca e scorrevole.

Re: [MI 167] I girasoli

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ivalibri ha scritto: Grazie, cara @Poeta Zaza
Se non mi avessi costretta con la traccia non avrei provato a scrivere versi!
Davvero ci sono spunti lirici nella tua penna, Ivana Librici  (y)  (oltre ai  :libri:  )  @ivalibri   ;)

Sai che domenica 30 aprile ore 16,00 ci sono le tracce per i Lampi di Poesia?

Prova a leggerle, magari ti ispirano   :libro:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 167] I girasoli

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Ciao @ivalibri 

  
Un racconto bello, malinconico, struggente. Quei girasoli sono come compagni silenziosi, testimoni eterni di Nunzia e della sua vita. Non ha mai dimenticato il suo primo amore, Vanni, ma è riuscita ad andare avanti, la vita lo richiedeva e certo anche l’aspettativa della sua anima. In questo andare avanti io colgo certamente bellezza e amore ma anche dolore, rimpianto. A certe cose, a tutto ciò che si vive, non è possibile mettere una pietra sopra e ricominciare da capo. Per questo subentra l’oblio, molte cose non le ricordiamo più, altrimenti sarebbe pesante vivere ricordando ogni attimo. Ma non si dimenticano i momenti salienti, si ricomincia a vivere senza dimenticare, come ha fatto Nunzia.
La sua zoppia è come un ricordo eterno di Vanni nel suo corpo, della loro adolescenza e il ritrovarsi da adulta fra i suoi amici girasoli, chiamarli con i nomi della sua infanzia e immaginare in mezzo a loro Vanni significa che quel tempo lontano si è cristallizzato nell’eternità, vivrà per sempre, inappagato, incompiuto, desiderato, rimpianto. È sperabile che una forza, qualunque cosa sia purché appartenente al Bene, consenta a Nunzia di ritornare a vivere quella vita interrotta.
Mi piace vederla così, forse esagero.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 167] I girasoli

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@ivalibri , come hai potuto sfuggirmi, pensavo di averti commentato!
Rimedio immediatamente: adesso vorrei ricordarmi le parole esatte che avevo pensato per il tuo racconto, ma che ovviamente non ho scritto.

Nunzia, io l'ho immaginata così: una ragazzina che ha perso, non solo, un caro amico e la capacità di deambulare normalmente; quella sera lei ha perso anche una parte della sua essenza, quella che le avrebbe permesso una vita carica di eventi che le avrebbero formato un carattere lanciato verso il futuro. La disgrazia, per quanto solo in determinati momenti, la blocca nel passato, nei ricordi di un'infanzia felice.
Bellissimi anche i versi. Complimenti e scusami per il ritardo.
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