[MI167] L'importante nella vita

1
Traccia di mezzanotte: La perdita




L'importante non è quello che potresti perdere ma quello che puoi ritrovare.
Come pure non è importante non fare errori ma avere la forza nelle gambe per rialzarti.


Non sbagliare è impossibile. Qualcuno prima di me, tanti secoli or sono, affermò che siamo in questa terra per imparare. Da qui ne conseguo che l'errore è insito nella nostra vita; fa parte del gioco. A ogni errore però vi è una perdita di qual cosa. Hai giocato male la partita? Ecco! L'hai persa.
Hai giocato in borsa i tuoi risparmi in fondi speculativi e sei finito per perdere tutto.
Oppure hai perso tua moglie che ti ha lasciato, in quanto sei un ubriacone, e non sei stato capace di darle tranquillità. Sono fin troppe le cose che puoi perdere a causa tua, ma a volte, a seconda del tipo di persona che sei, puoi non avere colpe: sei incappato in una disgrazia, non te la sei cercata.            A queste perdite gratuite io sono abbonato. Ricordo bene che sin da piccolo dovetti fare i conti con la mancanza di tante cose: una famiglia, l'infanzia, l'innocenza. Di certo non ebbi colpe per meritarmi la totale privazione della libertà; cosa mai avrei potuto fare a soli cinque anni.
Però la necessità aguzza l'ingegno, ed è un istinto anch'esso insito nell'uomo. Per sostituire la mancanza d'affetto presi a inventarmi storie fantastiche.  Io ero sempre il protagonista e tante persone ruotavano attorno al mio universo. Ogni notte me ne raccontavo una e come era dolce addormentarsi cullato dalle mie avventure amorose. Che ridere: già pensavo all'amore. Sono stato uno scrittore rosa per necessità sin da piccolo.
Quindi la regola che imparai è che non è importante quello che non hai ma è come sostituirlo.
Un'altra regola  fu quella di fare buon uso delle cose. Ricordo che mi mancavano tanto i giocattoli e sognavo spesso di giocare con la pistola da cowboy. Con un tappo di bottiglia facevo la mia stella da sceriffo, appuntandola sulla maglia attraverso un pezzetto di legno incastrato all'interno del tappo. Ma il mio sogno finiva sempre male. Questa appena la puntavo per giocare all'uomo della legge (quanto mi piaceva essere dalla parte giusta) mi si disfaceva tra le mani o diventava un orribile ortaggio che tanto odiavo trovare nella minestra: la melanzana. Si vede che non fu destino che ne avessi una per giocare: pistola giocattolo, s'intende. Che strano: non c'è uomo che sia stato bambino senza averne desiderato una per giocare o dei soldatini. L'uomo è nato pistolero, soldato? Mi domando. L'uomo è nato per distruggere e il fare e rifare, disfare e rifare è anch'esso insito nel suo DNA?. Meno male che giocai con qualcosa di più istruttivo di una pistola. Fui un abile modellatore della plastilina e del famoso das: chi non se lo ricorda quella pasta modellabile grigia di colore che neanche sporcava le mani? Però prediligevo la prima per via dei suoi colori e del fatto che a fine lavoro, ed esserti preso un bel “bravissimo” dalla maestra, potevi disfare e riutilizzare per fare una cosa diversa, nuova. Anche con i Lego potevi fare e disfare. Strano: tutti amavamo fare con i mattoncini la nostra casa per poi avere il gusto di distruggerla. Ritorno alla questione della distruzione insita in noi. Certo che poi ne facevamo un'altra, magari anche più bella, ma non senza pensare di disfarla per rifarla. Fare, disfare, distruggere per ricostruire.
Ma poi sono diventato grande e ho capito che una famiglia non è una cosa che puoi fare e disfare.
I rapporti umani non sono come i lavori fatti con la plastilina o i Lego. Quando questi si rompono non si possono ricostruire. La regola si è ribaltata e oggi vige quella del “fare e non disfare”.
Non c'è niente che puoi plasmare a tuo piacimento, cambiarne la forma. Non ricordo bene chi fu a dire “ La vita non è difficile, il difficile è forgiarla”: forse Vassily Grosmann. Quindi non posso che attenermi alla regola aurea che sono io che devo essere modellabile rispetto alla non plasmabilità della vita. Le regole per stare nel mondo dei grandi già le avevo imparate e mai avrei pensato che le gravi perdite della mia vita mi sarebbero arrivate a causa del prossimo. Ecco il fattore che manda a gambe all'aria la regola del fare e non disfare: la disgrazia. Questa arrivò vent'anni fa e non fu come un fulmine a ciel sereno. Ma non fu neanche come un evento improvviso. Fu come se il piccolo seme della disgrazia fosse stato seminato dentro alle nostre vite e giorno dopo giorno, questo fosse cresciuto a dismisura sino a rivelarsi drammaticamente infestante. Messo radici profonde, cresciuto nel tronco, nella sua massa di rami e foglie: invadere e togliere la luce del sole alle nostre vite. Il fattore umano nella perdita della serenità: un altro fattore che sfugge alla regola. Già! Prima parlavo del prossimo. Quello a cui ti affidi con fiducia per risolvere un problema di salute e che invece ti distrugge nel corpo e nella mente irrimediabilmente. Domanda: è peggio un cane per dottore o un dottore cane? Vent'anni di emergenze sanitarie in cui ho visto la vita di mia moglie spegnersi lentamente e svanire dagli occhi dei miei due ragazzi la gioia dell'adolescenza. Anni alle prese con un sistema sanitario corrotto e abominevole, spalleggiato da un sistema giudiziario altrettanto corrotto e abominevole, dove gli avvocati sono il grimaldello per scardinare i tuoi diritti di giustizia. Ne siamo usciti tutti con le ossa rotte e distrutti economicamente. Costretti a mandare giù una ingiustizia come una purga medioevale. Quella costituita da litri e litri di schifezze rivoltanti, ingurgitate con violenza attraverso un imbuto conficcato nella gola. Ma ci siamo rialzati da terra grazie alla forza delle nostre gambe.
La più grande e straziante perdita della mia vita: la mia umanità. Adesso sono un mostro assetato di sangue. Covo la vendetta. In aggiunta ho scoperto che a ogni cosa che perdi te ne trovi un'altra che mai avresti pensato di ritrovarti dentro al cuore. Come un ospite si è insediato in casa tua e rivendica di appartenere alla tua famiglia rivendicando il ruolo di equilibrare quel che rimane della tua vita. Perché un equilibrio ci deve essere tra sofferenza e rabbia, quella che ti porterebbe alla pazzia se non fosse moderata. Ho conosciuto alla fine questo ospite: si chiama Odio. Questo mi ha preso per mano e mi consola. Mi fa reagire agli incubi della notte. Mi fa alzare di scatto dal letto alla mattina al grido “maledetti! Vi odio”. Questo è ciò che mi sorregge da tutte le cose che ho perduto e che mai potrò ritrovare. L'odio in sostituzione della perdita della giustizia. La fede in Dio in sostituzione di un equo giudizio. E tra le poche cose che sono riuscito a salvare vi è l'unità della mia famiglia: ecco una delle cose importanti nella vita. I miei ragazzi hanno imparato la regola della sostituzione della “perdita” allargando la visione del loro orizzonte. Vanno a parlare dal psicologo per demonizzare il trauma della loro adolescenza per tutto quello che hanno visto. Io cerco sempre di ricordare a loro la regola del “fare e non disfare”.
E oggi che vedo che troppi uomini credono che il paese che governano sia come una costruzione fatta di tasselli di plastica colorata che puoi fare e disfare, distruggere e ricostruire. A queste persone che credono che per la gente la vita sia solo un casa e niente altro. E che i rapporti umani siano cosa di poco conto, o magari anch'essi soggetti alla regola del fare e disfare alla stregua dei lego. A queste persone vorrei tanto parlare delle regole nella mia vita.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI167] L'importante nella vita

3
bestseller2020 ha scritto: Oppure hai perso tua moglie che ti ha lasciato, in quanto sei un ubriacone
Metterei una virgola dopo moglie.
bestseller2020 ha scritto: Sono fin troppe le cose che puoi perdere a causa tua, ma a volte, a seconda del tipo di persona che sei,
La virgola dopo il ma.
bestseller2020 ha scritto: cosa mai avrei potuto fare a soli cinque anni.
Dimenticato l'interrogativo
bestseller2020 ha scritto: Che ridere: già pensavo all'amore. Sono stato uno scrittore rosa per necessità sin da piccolo.
Non male!
bestseller2020 ha scritto: Un'altra regola  fu quella di fare buon uso delle cose. Ricordo che mi mancavano tanto i giocattoli e sognavo spesso di giocare con la pistola da cowboy. Con un tappo di bottiglia facevo la mia stella da sceriffo, appuntandola sulla maglia attraverso un pezzetto di legno incastrato all'interno del tappo. Ma il mio sogno finiva sempre male. Questa appena la puntavo per giocare all'uomo della legge (quanto mi piaceva essere dalla parte giusta) mi si disfaceva tra le mani o diventava un orribile ortaggio che tanto odiavo trovare nella minestra: la melanzana. Si vede che non fu destino che ne avessi una per giocare: pistola giocattolo, s'intende.
Non si capisce cosa usavi per sostituire la pistola. Alla fine si disfaceva o diventava un ortaggio. Ma all'inizio, cos'era?
bestseller2020 ha scritto: Ecco il fattore che manda a gambe all'aria la regola del fare e non disfare: la disgrazia. Questa arrivò vent'anni fa e non fu come un fulmine a ciel sereno. Ma non fu neanche come un evento improvviso.
Forse volevi dire che non fu neanche come un evento previsto o atteso?
bestseller2020 ha scritto: Vanno a parlare dal psicologo per demonizzare il trauma
refuso

Ciao @bestseller2020 una cruda e amara autoanalisi della vita. Un flusso di coscienza. La seconda parte mi è sembrata più potente, anche come scrittura.
Coraggioso e apprezzabile.
Alla prossima

Re: [MI167] L'importante nella vita

4
ciao @Kasimiro grazie del passaggio e per aver messo a posto la mia punteggiatura :D

Nei miei sogni avevo sempre in mano la mia desiderata pistola da cowboy ma, appena la maneggiavo di smontava o diventava una odiata melanzana. Insomma, iniziava con la materializzazione di un desiderio che poi per beffa di trasformava in una delusione. :asd:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI167] L'importante nella vita

5
bestseller2020 ha scritto: L'importante non è quello che potresti perdere ma quello che puoi ritrovare.
Come pure non è importante non fare errori ma avere la forza nelle gambe per rialzarti.
Due concetti forti, che condivido. 
Ma non basta il corsivo e andare a capo per farne due versi. @bestseller2020 .
Potevi fare di meglio.
bestseller2020 ha scritto: Per sostituire la mancanza d'affetto presi a inventarmi storie fantastiche.  Io ero sempre il protagonista e tante persone ruotavano attorno al mio universo. Ogni notte me ne raccontavo una e come era dolce addormentarsi cullato dalle mie avventure amorose. Che ridere: già pensavo all'amore. Sono stato uno scrittore rosa per necessità sin da piccolo.
Un bel paragrafo questo. Piaciuto!
bestseller2020 ha scritto: Messo radici profonde, cresciuto nel tronco, nella sua massa di rami e foglie: invadere e togliere la luce del sole alle nostre vite. Il fattore umano nella perdita della serenità: un altro fattore che sfugge alla regola.
post_id=33632 ha scritto:dom apr 24, 2022 8:29 pm
Espressioni profonde, Best.
bestseller2020 ha scritto: dom apr 24, 2022 8:29 pmL'odio in sostituzione della perdita della giustizia. La fede in Dio in sostituzione di un equo giudizio.
Secondo me, @bestseller2020 , le due frasi qui sopra non possono coesistere. Se si ha fede in Dio, non si odia.

In sintesi, trovo che hai attinto (spero non tutto) da una autoanalisi e, più che un racconto, vedo un flusso di coscienza.

Hai parlato non di una sola perdita ma di tante. 

Di ognuna, hai scritto della forza di sostituirla per superarla, di usarla come leva per sollevarti, per reinventarti.

Ogni prova arriva per farne esperienza: se l'accogliamo con tutta la nostra forza si trasformerà in valore aggiunto alla nostra vita.  

Grazie di esserci, Raffaele!  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI167] L'importante nella vita

6
bestseller2020 ha scritto: Ritorno alla questione della distruzione insita in noi.
Come in questo punto, trovo che si tratta, più che di un racconto, di varie digressioni. Ok, siamo al MI ma, il racconto deve essere un racconto.
la traccia l'hai centrata ma, certe espressioni non trovano motivo di essere espresse in questa trama.
bestseller2020 ha scritto: Che strano: non c'è uomo che sia stato bambino senza averne desiderato una per giocare o dei soldatini. L'uomo è nato pistolero, soldato?
tipo questa, che sembra una convinzione dell'autore e non del personaggio. Scusami se lo dico, ma davvero il protagonista non emerge, quello che il lettore avverte è un flusso di coscenza dettato dal risentimento. Un flusso di coscenza anche un pò disordinato. Io spero che questo testo non rispecchi la tua  esperienza personale. Se io volessi fare della mia vita un romanzo o un racconto, dovrei necessariamente uscire da me stessa, creare un personaggio, fargli interpretare la mia vita in una trama adeguata e avvincente, che crei empatia e che attragga i lettori. Questo perchè la vita così com'è non interessa a nessuno.

Se invece ci hai messo la tua esperienza reale, il mio commento non ha nessun valore e non prenderlo in considerazione.

 

Re: [MI167] L'importante nella vita

8
Poeta Zaza ha scritto: Secondo me, @bestseller2020 , le due frasi qui sopra non possono coesistere. Se si ha fede in Dio, non si odia.
ciao @Poeta Zaza . Odiare è umano; infatti, noi odiamo il male. Poi l'odio è una presenza che convive in qualsiasi persona che ne viene esposta. Odiare è una cosa terribile e lo capisco. Spesso ne sono io stesso terrorizzato. Spero di riuscire a digerire questo dramma personale. Di nuovo grazie! <3
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI167] L'importante nella vita

9
Ciao @bestseller2020, ciò che hai scritto è un soliloquio che lascia l'amaro in bocca.
Il concetto della perdita è declinato in vari aspetti della vita.
Più che odio, che citi, emerge l'amaro, che è una fase successiva all'odio. Significa che quell'odio è già in fase di elaborazione per lasciare spazio alla vita.
Nonostante tanto amaro, si percepisce uno spiraglio impresso nei versi iniziali.

Un concetto mi è piaciuto più di tutti: quando parli della fantasia come mezzo per superare le perdite. Anch'io credo che la fantasia sia salvifica.

La scrittura è scorrevole, la forma è quella di un flusso di coscienza.
È uno sfogo che vedrei bene in un blog.

Ciò che non vedo è la fantasia - che pure tu citi - e secondo me poteva essere esercitata per mitigare l'amaro. Persino le esperienze vissute possono essere sublimate dalla fantasia.

Re: [MI167] L'importante nella vita

11
@bestseller2020

Carissimo Best, innanzitutto complimenti per la punteggiatura, quasi perfetta.
Ogni volta che mi accingo a leggere qualcosa di tuo, si tratti di racconti o di poesie, ho la certezza che proverò emozioni vere, e di ciò ti ringrazio.
Hai presente quello che scrive Kafka in una sua epistola? Lo copio qui sotto, perché è sempre utile rileggerlo:
 
"Ma è bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che stiamo leggendo non ci sveglia come un pugno che ci martella sul cranio, perché dunque lo leggiamo? Buon Dio, saremmo felici anche se non avessimo dei libri, e quei libri che ci rendono felici potremmo, a rigore, scriverli da noi. Ma ciò di cui abbiamo bisogno sono quei libri che ci piombano addosso come la sfortuna, che ci perturbano profondamente come la morte di qualcuno che amiamo più di noi stessi, come un suicidio. Un libro deve essere un'ascia per rompere il mare di ghiaccio che è dentro di noi".
https://www.amazon.it/rosa-spinoZa-gust ... B09HP1S45C

Re: [MI167] L'importante nella vita

12
Ciao @bestseller2020

Un flusso di coscienza denso denso. Sono certa che molte delle cose che hai scritto appartengano in qualche modo al tuo vissuto e sono le parti più emozionanti. La luce della verità trapassa il foglio ed emoziona.  Il narrato ha un ritmo crescente e man mano che si va avanti dive ta sempre più “tagliente”.  Mi è piaciuta questa interpretazione della perdita, trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro. Complimenti.

Re: [MI167] L'importante nella vita

13
Ciao @bestseller2020
Ho trovato che la voce del tuo protagonista sia piuttosto aspra, il flusso di coscienza scava nei ricordi e nei ragionamenti in modo volutamente confuso e questo fa aumentare il senso di frustrazione del personaggio. La sua rabbia a tratti sfocia quasi in un'invettiva. L'esperimento che esce fuori è interessante anche se mi ha lasciata un po' spiazzata, non so esattamente per quale motivo. 
Ciao!

Re: [MI167] L'importante nella vita

14
@ivalibri ciao 
ivalibri ha scritto: L'esperimento che esce fuori è interessante anche se mi ha lasciata un po' spiazzata, non so esattamente per quale motivo. 
@Sarà il principio del "fare e non disfare" o la mia rappresentazione dell'odio?  <3

@@Monica che gradita sorpresa! grazie per il commento e ci vediamo al prossimo: lo sai che manchi da un po!  :si: <3

@Ippolita ciao... 
Ippolita ha scritto: Hai presente quello che scrive Kafka in una sua epistola? Lo copio qui sotto, perché è sempre utile rileggerlo:
Non lo conoscevo: credimi! Eppure di lui conosco tante citazioni del tipo: "tu sei quel coltello con il quale frugo dentro di me"- "vorrei essere vivo senza essere obbligato a vivere". Credo di avere l'animo traumatizzato come lui! Grazie per le tue belle parole: ogni volta una consolazione. Ciao  <3
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI167] L'importante nella vita

15
Ciao @bestseller2020 

Per come ti conosco ho capito subito leggendo che si trattava della tua vita.
Molto dolorosa.
Sarei tentato di raccontare la mia, non eccessivamente migliore, ma sarebbe un racconto lungo e a tratti doloroso come il tuo, non me la sento, non me la sono mai sentita di parlare apertamente di quello che ho passato. Qualche volta ho accennato qualcosa in racconti quà e là. Non auguro a nessuno una vita come quella che ho vissuto io, non ce la farebbe a superarla.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
Rispondi

Torna a “Racconti”