[MI166] Bello come il mare

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Commento all'altrui racconto qui

Traccia di mezzanotte: La strada

Titolo del racconto: Bello come il mare


L'altoparlante annuncia l'arrivo del mio treno. Piego l'aletta della pagina che sto leggendo e chiudo il libro. Salgo sul treno e cerco la mia poltrona, lato finestrino. Usciamo dalla stazione e già la vista del mare sulla mia sinistra scorre rassicurante e maestosa. Tra me e il mare solo degli scogli. Ho la possibilità di assistere a questo spettacolo ogni giorno, al ritorno dal lavoro.
Il treno rallenta e si ferma nella stazione successiva. Un uomo e una donna entrano nel vagone e si sistemano di fronte a me.
Quanti ne abbiamo oggi? Questo mese scade la rata di abbonamento a Cover, se non sbaglio” dice l'uomo.
Sì, sì. Io l'ho già pagata!” Risponde la donna “Come si potrebbe fare senza?”
Ridono.
Cover... Cover... Ho già sentito questo nome. Ah, ecco, l'ho visto scritto sul bollettino che stamane Claudio ha posato sul tavolino dell'ingresso. Sì. Sopra le bollette da pagare.
Mi sono trasferita circa un anno fa, qui le persone parlano una lingua diversa dalla mia e molte cose devo ancora impararle e capirle.

Il mare è mosso, la schiuma bianca copre e riscopre gli scogli. Quel movimento culla i miei pensieri. Provengo da un paese senza il mare e non riesco a staccare lo sguardo da quell'immensa distesa d'acqua blu.
Il treno sta per entrare in galleria, appoggio la testa sullo schienale e chiudo gli occhi. Fortunate le persone che vivono qui da sempre - penso - e fortunata anch'io, che ho conosciuto Claudio e ci siamo innamorati. Perché altrimenti chissà se sarei mai venuta qui.
A palpebre chiuse penso a quel tratto di costa che sta per presentarsi oltre la galleria. Mi pregusto la meraviglia di un'insenatura con una piccola spiaggia di sabbia chiara, circondata da pini marittimi. Un piccolo paradiso. Mi trovo a sorridere. Chissà cosa può pensare qualcuno che mi stia guardando adesso. Mi stacco dallo schienale e giro attorno lo sguardo per vedere se qualcuno mi ha sorpresa a sorridere, ma ognuno è occupato per i fatti suoi: chi legge, chi chiacchiera col vicino, chi sonnecchia, chi digita i tasti del telefonino.
La luce aumenta, siamo quasi alla fine della galleria. Mi riappoggio allo schienale e mi volto verso il finestrino. La prossima fermata è la mia, ma fino all'ultimo voglio assaporarmi la vista di questo panorama fantastico. Le chiome dei tre pini, uno, due e tre, la staccionata che ben conosco, gli scogli e... un fiume. Non il mare. Dov'è il mare? Cos'è questo fiume? Al di là del fiume un muro brullo.
Ma cosa... Ehi!” L'adrenalina mi immobilizza.
Mi accorgo di aver lanciato un grido, mi sento tutti gli sguardi addosso. Devo avere l'espressione parecchio smarrita, perché una donna dal fondo del vagone mi sorride con compassione.
Una ragazza guarda fuori dal finestrino “Problemi di connessione!” Dice con aria di sufficienza.
Un signore si alza. “Se dura troppo, chiederò il rimborso di questa rata. Ah, questa volta, giuro...”
Io non l'ho ancora pagata, voglio vedere se non pago se hanno il coraggio di esiliarmi” dice un terzo, incrociando le braccia.
Già. Sarebbe da provarci una volta o l'altra, per vedere come fanno quelli di Cover ad applicare la clausola di esilio, se smettiamo tutti di pagare le rate!” Rincara un giovane che ha tutta l'aria di dire sul serio.

La donna che mi aveva sorriso nel frattempo si è alzata dal suo posto e viene a sedersi accanto a me.
Nuova di qua?” Mi chiede.
No, io... Non... Veramente vivo qui. Da un anno.”
La donna sospira. “Tu, Cover...” Aspetta una risposta.
La risposta non le arriva perché il mio mento è giù e non vuole risalire.
Qualcuno paga Cover per te, allora, sennò non potresti vivere qui.”
Sì,” riesco finalmente a formulare una frase “immagino di sì.” Mi ricordo del bollettino di stamane. “Il mio compagno, credo.”
Questa città è di proprietà di Cover, l'azienda che l'ha creata. Ha spalmato ogni cosa con una pellicola su cui proietta delle immagini. E' una tecnologia che serve per dare una veste diversa da quella che hanno le cose effettivamente, più bella, insomma, più consona a ciò che si vorrebbe vedere.”
Il mio compagno non me ne ha mai parlato...”
Capisco. Avete mai fatto un viaggio fuori di qui assieme? Voglio dire... Hai mai visto il tuo compagno in un altro posto che non fosse questa città?”
Corrugo la fronte, immagino che prenda la mia risposta come un no.
Ti consiglio di proporgli di andare in gita fuori da qui. Se non accetta, può essere un problema, voglio dire...”
Ebbene?” Ruoto il polso per sollecitare la donna a svelarmi la verità, ma mi sa che ho già capito.
Cover è una pellicola sottile che ricopre oggetti. O anche persone.”
L'altoparlante del treno annuncia la mia fermata. Mi dimentico di ringraziare quella donna che mi porge la mia borsa. Meno male, altrimenti sarei scesa senza.
Con un balzo sono giù dal treno, la stazione sembra quella di sempre. Un display con una scritta blu dice: COVER ON. Probabilmente è stata riattivata la connessione.
Cosa faccio ora? Ho voglia di chiedere spiegazioni a Claudio? Ho voglia di far finta di non sapere, per spingerlo fuori da questa città per vedere com'è il suo vero aspetto?
Raggiungo la biglietteria automatica. Acquisto un biglietto per ritornare al mio paese. È stata una bella illusione. Ora è giusto che finisca.

Re: [MI166] Bello come il mare

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@Otta Ciao, scrivo un po' al volo perché sono sul cell. Ho trovato interessante il trasognato monologo interiore della protagonista. Lo stile è asciutto. Solo un po' macchinosa e tardiva l'introduzione della svolta della trama, secondo il mio modesto parere sarebbe meglio rilasciare più informazioni all'inizio. La storia mi ha ricordato un po' il libro e film Solaris. Ti do anche il mio benvenuto nel forum.
https://domenicosantoro.art.blog/

Re: [MI166] Bello come il mare

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Ciao @Otta  
Scrivi molto bene e l'idea che hai avuto per stare nella traccia è bella e originale. Alcune cose, però, vorrei chiedertele.
Otta ha scritto: Piego l'aletta della pagina che sto leggendo e chiudo il libro.
Qui per esempio, piego ad aletta un angolo della pagina, le pagine dei libri non sono munite di alette segnalibro, a meno che nel mondo dove vive lei non le abbiano inventate. Se così fosse, l'incipit non ci fornisce elementi per intuirlo.
Otta ha scritto: Salgo sul treno e cerco la mia poltrona,
Se prende ogni giorno lo stesso treno dovrebbe sapere dove andare.  Dunque i posti a sedere sono assegnati ai rispettivi viaggiatori, anche se pendolari,  e invece di sedili ci sono delle poltrone. Ma questo non basta a farci capire che quella che hai inventato è una città in un mondo fantascentifico.
Tutto si scopre alla fine. Tutto il resto del racconto appare calato ai giorni nostri.
Otta ha scritto: Sì, sì. Io l'ho già pagata!” Risponde la donna “Come si potrebbe fare senza?”
A Cover city pagare la rata è obbligatorio, avrebbe duvuto dire qualcosa tipo, come potrei dimenticarmene, soldi ben investiti…
Otta ha scritto: a staccare lo sguardo da quell'immensa distesa d'acqua blu.
Il mare è blù, non serve specificare il colore, a meno che non sia notte,  sera al tramonto o di diversi riflessi per le condizioni metereologiche.
Otta ha scritto: Ebbene?” Ruoto il polso per sollecitare la donna a svelarmi la verità, ma mi sa che ho già capito.
Non ho capito bene il gesto che fa. Ruoto il polso...
Otta ha scritto: e fortunata anch'io, che ho conosciuto Claudio e ci siamo innamorati. Perché altrimenti chissà se sarei mai venuta qui.
Alla fine, la protagonista si chiede se Claudio abbia l'aspetto che lei conosce. Allora si sono conosciuti a Cover city. Fuori lei l'avrebbe visto come realmente è. Lei stessa afferma che è venuta in quel posto per lui, allora come si sono innamorati? su qualche sito per cuori solitari? Tutta una fila di domande vengono appresso. Allora lei doveva conoscere quella città, almeno per sentito dire, possibile che la tecnologia Cover non sia pubblicizzata per attirare cittadini paganti? E Claudio, come spera di tenere un segreto simile?
Otta ha scritto: Acquisto un biglietto per ritornare al mio paese. È stata una bella illusione.
Ottima decisione, ma una telefonata al bastardo la farà mentre torna a casa sua, vero?
Bel Racconto, ti ho già detto che l'idea è ottima, ma anche la fantascienza ha delle regole. Tutto deve essere verosimile, e gli avvenimenti coerenti.
Sarebbe bello se tu lo migliorassi, lo rileggerei molto volentieri.
Bentrovata al MI.

Re: [MI166] Bello come il mare

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 @Alba359  ciao, mi stai dando preziosi consigli!

Giusto, o piego l'angolo della pagina oppure piego ad aletta l'angolo.

Riguardo a "Salgo sul treno e cerco la mia poltrona." No, non ha un posto assegnato, ma cerca una poltrona da cui si vede bene il mare, quindi vicino al finestrino e lato mare. Forse avrei dovuto dire "scelgo la mia poltrona"... 
Mi sono basata sul fatto che quando uno prende il treno tutti i giorni ha i suoi posti preferiti, li cerca, e se non sono occupati si va a sedere quasi sempre in quelli. Questo intendevo, ma se mi dici così vuol dire che non l'ho reso chiaro.

Il mare è azzurro al mattino presto, grigio chiaro se pioviggina, plumbeo sotto tuoni e lampi, nero quando fai il bagno di notte, blu intenso quando il cielo non ha nuvole in pieno giorno, ha riflessi arancioni al tramonto, bianco sulle creste... Si è capito che mi manca il mare?  :)
Ho vissuto 40 anni guardando il mare tutti i giorni, eppure ho capito il privilegio che avevo solo quando mi sono trasferita. 

Per "ruoto il polso" intendevo quando fai il segno con la mano di andare avanti... Forse avrei potuto dire "roteo la mano per incitare la donna a proseguire" ? 
Alba359 ha scritto: Alla fine, la protagonista si chiede se Claudio abbia l'aspetto che lei conosce. Allora si sono conosciuti a Cover city. Fuori lei l'avrebbe visto come realmente è. Lei stessa afferma che è venuta in quel posto per lui, allora come si sono innamorati? su qualche sito per cuori solitari? Tutta una fila di domande vengono appresso. Allora lei doveva conoscere quella città, almeno per sentito dire, possibile che la tecnologia Cover non sia pubblicizzata per attirare cittadini paganti? E Claudio, come spera di tenere un segreto simile?
Giuste osservazioni!
Dunque... Si sono conosciuti in rete, come molte coppie oggigiorno. Vero è che potevo darlo come indizio, hai ragione, prima che il lettore se lo domandasse. 
Sul fatto che la protagonista dovesse sapere l'esistenza di una città particolare come quella, ci avevo pensato anch'io. Per questo dico che lei arriva da un altro paese. Ma a quanto pare non è sufficiente. Forse avrei dovuto scrivere Paese con la maiuscola per indicare proprio un altro stato, ma non basterebbe. È plausibile che Cover voglia attirare lì più persone possibili per guadagnare.
Devo risolvere questo nodo.
Potrebbe essere che quella è una città pilota, dopodiché, se tutto va bene, se non ci sono incidenti, se tutto fila liscio, allora Cover si metterebbe a pubblicizzare in grande scala la sua tecnologia, costruirebbe così altre città simili, ecc. ecc.... 
Grazie per avermi fatto questo appunto.

Sul fatto di come Claudio pensasse di tenere nascosta la cosa... Beh, come hai detto tu è un bastardo. È un manipolatore, gli piace giocare sul filo del rasoio. Purtroppo, qui non c'entra la fantascienza: di uomini così ne ho conosciuti!

Grazie delle questioni che hai sollevato, dei complimenti e di avermi incitato a rivedere alcuni punti.

Re: [MI166] Bello come il mare

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Ciao @Otta ti faccio i complimenti per l'idea che hai avuto, spiazzante. Ottima anche la scrittura. Mi sarebbe piaciuto sapere com'era nei dettagli questa Cover City! Ma nello stesso tempo anche una certa astrazione risulta affascinante. Forse avrei tenuto più in sospeso la rivelazione di Cover, in modo da far rimanere il lettore più spaesato, e iniziasse anche lui a farsi domande. Mi sembra che precipiti subito il mistero svelato. Però, caspita, non è facile in pochi caratteri.
A rileggerti

Re: [MI166] Bello come il mare

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Ciao @Domenico S., dici stile asciutto, eh? Mi sto allenando a scrivere velocemente, perché a scrivere sono leeeenta...  :facepalm:
Con tutte le storie che mi frullano in testa e che vorrei raccontare, devo per forza velocizzarmi e togliere gli orpelli!  :)

Appena ho letto il tuo commento sono subito andata a cercare in rete Solaris, credo che il parallelo l'hai trovato nell'oceano del pianeta Solaris. Lì è gelatinoso e inquietante per il segreto che racchiude.
Il mio mare invece è la proiezione di un mare che non è lì nella realtà. Gli abitanti di Cover sanno che è una finzione, l'hanno scelta e gli sta bene così. Addirittura la pagano l'illusione di un mare.
La protagonista ci si è trovata, non l'ha scelta, e quindi scappa a gambe levate.

Re: [MI166] Bello come il mare

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Ciao @Kasimiro, piacere di averti spiazzato!   :yahoo:
Kasimiro ha scritto: Forse avrei tenuto più in sospeso la rivelazione di Cover, in modo da far rimanere il lettore più spaesato, e iniziasse anche lui a farsi domande. Mi sembra che precipiti subito il mistero svelato. Però, caspita, non è facile in pochi caratteri.
In realtà avrei avuto ancora 2000 caratteri a disposizione.
Forse condenso troppo, poteva starci ancora un po' di spaesamento della protagonista per fare incuriosire il lettore... Come ho detto più su, mi sto allenando per velocizzarmi e qui ho tagliato gli orpelli. Non so se avrebbe giovato al ritmo, ma magari qualche parola in più ci sarebbe stata... 
Kasimiro ha scritto: Mi sarebbe piaciuto sapere com'era nei dettagli questa Cover City! Ma nello stesso tempo anche una certa astrazione risulta affascinante.
In un racconto più lungo è un'ambientazione che mi divertirei a costruire pezzetto per pezzetto. E lo farò, perché scrivendo questo racconto me ne sono venuti in mente altri 10! 
Sono d'accordo con te che da lettore è anche affascinante immaginarsela l'ambientazione. A me piace 
quando leggo che non mi venga detto tutto e che mi si lasci finire di costruire...

Re: [MI166] Bello come il mare

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Ciao @Otta
E ben ritrovata. Con questo racconto confermi la tua bravura. Mi piace come scrivi e anche l'idea del racconto. Mi è piaciuto che l'inizio sia fuorviante, non ci si aspetta un risvolto fantascientifico e distopico. Questo è sicuramente uno degli aspetti che più ho apprezzato.
Anch'io ho notato la frase iniziale sull"aletta del libro che non funziona.
Infine un dubbio su Claudio: la pellicola ricopre anche lui ma se è il suo compagno lei dovrebbe anche toccarlo e dunque sapere come sono le sue fattezze. È vero che anche il mare si presuppone che gli abitanti possano toccare. Non so aggiungerei che si tratta di una pellicola multisensoriale o qualcosa del genere (oppure magari sbaglio ed è solo un dubbio mio...). 
Grazie per aver partecipato!

Re: [MI166] Bello come il mare

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Bentrovata @Otta, ho apprezzato molto lo svolgimento della trama: decisamente azzeccato. Un racconto surreale che ci mostra anche una realtà  ben più concreta: la capacità che hanno gli uomini di illudere una donna, mostrando una visione falsa di se stessi e del mondo che dicono di potere offrire. Quindi hai raggiunto un doppio risultato, quello sul piano paesaggistico e quello sul piano dei sentimenti. Ho letto gli appunti e alcuni sono ottimi suggerimenti, ma io mi sono lasciata trasportare dalla trama e  posso dirti che  mi hanno fatto strizzare gli occhi  solo l'aletta sulla pagina e il giramento del polso, per il resto – leggendo d'un fiato – non mi sono posta altre domande. Complimenti. Mi piace molto come scrivi. Ben venuta tra noi.

Re: [MI166] Bello come il mare

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@Otta ciao e ben trovata!
Decisamente un bel racconto il tuo, con un'evoluzione inattesa e ben scritto. Come tutti i racconti di 8000 caratteri che costruiscono mondi immaginari lascia molti punti interrogativi (la prima volta che la protagonista si è recata in città, cos'ha visto? Com'è che non ha notato la "falsità del fidanzato...) ma non lo trovo importante perché quel che conta è se il racconto funziona e com'è confezionato: il tuo è stato come una bella (e buona) scatola di cioccolatini!
a rileggerti!

Re: [MI166] Bello come il mare

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Ciao @ivalibri
ivalibri ha scritto: un dubbio su Claudio: la pellicola ricopre anche lui ma se è il suo compagno lei dovrebbe anche toccarlo e dunque sapere come sono le sue fattezze. È vero che anche il mare si presuppone che gli abitanti possano toccare.
Io l'ho pensata come una pellicola sottilissima, nell'ordine di qualche micron, spruzzata tramite spray. Claudio ce l'ha sul viso e guardandolo in faccia si vede ciò che ci è proiettato sopra, non il suo vero viso. Differenze potrebbero apprezzarsi, toccandolo? Il senso del tatto è diverso dal senso della vista... È molto difficile distinguere le persone al tatto. Non si percepisce ad esempio se un naso è un po' più piccolo o un po' più grande, se ci sono cicatrici, macchie, se il viso è asimmetrico...

Al posto del mare ci ho messo un fiume, dell'acqua, comunque. In questo modo è più facile "travestirlo" da mare.

Per il resto, beh... Ci studierò su  :lol:

Grazie per gli apprezzamenti! Anche quelli, se sono sinceri, aiutano a comprendere quale direzione prendere! 

Re: [MI166] Bello come il mare

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Grazie  @Adel J. Pellitteri
Adel J. Pellitteri ha scritto: Un racconto surreale che ci mostra anche una realtà  ben più concreta: la capacità che hanno gli uomini di illudere una donna, mostrando una visione falsa di se stessi e del mondo che dicono di potere offrire.
Diciamo che la sensazione di questa illusione la conosco molto bene e magari mi ha aiutato a scrivere il racconto! Soprattutto la parte in cui la protagonista scopre che era tutta una grande finzione  O_-

Re: [MI166] Bello come il mare

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Il racconto è interessante, mi è piaciuto il colpo di scena finale e come viene presentata la svolta fantascientifica, di una storia che pareva realistica. All'inizio pensavo che Cover fosse una rivista (ma "Quanti ne abbiamo oggi?" non riuscivo a capirlo, pensavo non avessero soldi per pagarla), poi mi sono perduto quando ho letto che il mare è stato sostituito dal fiume, ma non riuscivo ancora capire cosa fosse allora questo Cover, pensando in estremo fosse una promozione telefonica. Rileggendolo poi sono riuscito a capire e dare un senso a tutto.
Otta ha scritto: Salgo sul treno e cerco la mia poltrona, lato finestrino.
Un treno non ha poltrone ma sedili, a meno che non si riferisca ad un treno in prima classe.
Otta ha scritto: Il mare è mosso, la schiuma bianca copre e riscopre gli scogli.
Va riscritto "copre e scopre",  perché  il prefisso "ri-" è usato per un azione che si ripete, e andrebbe usato se per esempio il mare già avesse scoperto gli scogli.
Otta ha scritto: dom apr 10, 2022 9:04 pmHa spalmato ogni cosa con una pellicola su cui proietta delle immagini.
Una pellicola non mi sembra possa essere spalmata (a meno che non sia una sostanza liquida che forma una sorta di film sottile), piuttosto andrebbe meglio "Ha coperto".
Otta ha scritto: Un display con una scritta blu dice: COVER ON. Probabilmente è stata riattivata la connessione.
Se questo Cover lo si legge ovunque sembra impossibile che in un anno non l'abbia mai capito.

Alla fine della storia ho pensato a varie interpretazioni, tra cui che la stessa protagonista sia parte di Cover, e che dunque la sua esistenza prima di Cover sia un'illusione. Pertanto a lei risulterà impossibile uscire dalla città.
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