[MI165] L'insolito passatempo

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Commento: https://www.costruttoridimondi.org/forum/viewtopic.php?p=31973#p31973

Traccia di mezzogiorno: Le scarpe

Il sole era da poco sorto. Il parco era per lo più vuoto, ma poche persone erano presenti: c'era chi prendeva una boccata di aria fresca, chi non rinunciava alla sua corsa mattutina, chi prima del lavoro amava passeggiare, e altri che avevano i loro personali motivi. Su una panchina, con vesti stracciate e la barba incolta, un uomo dormiva. Aveva un pezzo di cartone indosso che egli usava come coperta, e vicino, per terra, in una scatola vi era quel poco che era riuscito a racimolare e che sarebbe stato il suo spuntino. Una coppia di corridori passò proprio mentre quell'uomo si svegliò: vide i loro sguardi biechi e si innervosì. "Come ti ripaga la vita!", disse l'uomo tra sé e sbuffò. Poi sentì che qualcuno gli toccava i piedi. Per un po' rimase passivo. "Ora è il colmo", disse tra sé, "non ho niente, e un ladro mi ruba anche le scarpe, quel poco che mi rimane!". "Rubare?", fu la voce di un uomo che sentì. "Sto soltanto controllando". "Controllare cosa?", gli chiese il barbone che si alzò di scatto, mentre vide quell'uomo che barcollava. "Un attimo, non ho finito". Era un giovane dall'aspetto bizzarro, dai capelli neri e una barbetta in volto. Era vestito elegantemente con una giacchetta nera. Egli prese dalla tasca un taccuino e una penna. "Interessante", disse lui, "hai una scarpa sportiva a destra numero 42 e uno scarpone in pelle di camoscio numero 44 a sinistra, che però è il piede destro, mezzo scassato". Mentre parlava scriveva quelle informazioni. "Ma tu chi sei? Cosa vuoi? Lo vedi che sono un morto di fame?", gli disse il barbone. "Io, niente, voglio soltanto capire che scarpe indossa la gente", gli rispose l'altro. "Ognuno ha i suoi passatempi, questo è il mio". Poi prese un portafogli. Il barbone sbuffò: "No, non fare il solito sdolcinato, io non chiedo l'elemosina a nessuno". Quell'uomo nonostante prese una moneta e gliela lanciò schioccando le dita e, senza dire nient'altro, se ne andò. Il povero barbone in cuor suo comunque sperava che gli avesse dato tanto, quanto bastava per comprare un po' di pane. Invece si ritrovò tra le mani una monetina da cinque centesimi.

Quell'uomo camminava per il parco con sguardo basso, adocchiando della gente che passava le varie scarpe. Prima osservò le scarpaccie di un vecchietto, poi le calzature con il tacco di una ragazza in attesa di prendere l'autobus, e così via riempiendo i fogli di quel suo taccuino. Si ritrovò infine a correre insieme ad un corridore. "Chiedo scusa", gli chiese, "che numero di scarpe porti? A me sembra 39, hai un piede piccolo?". Il corridore si girò solo per vedere chi fosse ma non lo pensò, e deviò a destra. L'uomo, che non guardava altrove, si ritrovò a sbattere contro un albero e cadde. Si rialzò e si scosse la polvere. "Non ci voleva", disse lui, "ero vestito così bene!". La sfortuna lo colpì ancora: sentì delle gocce d'acqua. Guardò il cielo e una goccia gli cadde in un occhio e lo accecò. Sopraggiunse proprio quello che egli non voleva: la pioggia. "Ora sono fregato", disse tra sé, "non ho l'ombrello!".

Egli tuttavia poco dopo un ombrello lo vide, e subito ci si precipitò sotto. "Ehi!", disse un signore, un po' grassoccio e con in testa un cappello, mentre una donna gridò. "Ma chi sei? Hai fatto prendere uno spavento a me e mia moglie!", gli disse lui. "Vai via!", gli disse la donna. "Piove", disse l'altro, "grazie che ci sei tu a coprirmi, altrimenti mi sarei bagnato. A proposito, sono interessanti le vostre scarpe, che numero indossate? Che modello sono?". L'uomo disse sottovoce una cosa alla donna. Poi rispose all'altro: "Ti va se ne parliamo altrove? Stavo andando a lavoro, che ne pensi di venire con me?". "D'accordo", gli disse lui. Uscirono dal parco e superarono la strada. Si fermarono presso un edificio dove l'uomo salutò la moglie che prese un'altra via, lasciandole l'ombrello, e poco dopo insieme all'altro varcò una porta.

Il barbone si era ritrovato a vedere la scena, che avvenne vicino la panchina dove era ancora seduto. "Ha trovato qualcuno con cui condividere il suo interesse", pensò tra sé. Poi osservò la moneta. Vi era qualcosa di strano sul retro: non sembrava la solita immagine che vi era sulle monete da cinque centesimi e c'era qualcosa fuori posto. Gli venne in mente quanto gli disse una volta un uomo d'affari: "Alcune monete hanno errori di conio e valgono migliaia di euro piuttosto che il loro valore". Il barbone tutto contento volle andare da lui, che sapeva lavorasse in un ufficio non lontano, usando il cartone per coprirsi dalla pioggia. Uscì dal parco e superò la strada. Poi passò davanti la porta dell'edificio dove quel bizzarro uomo era entrato insieme a quel signore con il cappello. Vi era una targa con su scritto: "Psichiatra". Il barbone la vide e scoppiò a ridere.

Re: [MI165] L'insolito passatempo

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Mithrandir ha scritto: Il parco era per lo più vuoto, ma poche persone erano presenti: 
Quel "ma" avversativo si usa per dire qualcosa che contraddice la prima parte: in questo caso non lo fa.
Ti suggerisco:
Il parco era per lo più vuoto, e tra le poche persone presenti c'era chi prendeva una boccata d'aria fresca...
Mithrandir ha scritto: Una coppia di corridori passò proprio mentre quell'uomo si svegliò:
proprio mentre quell'uomo si svegliava:
Mithrandir ha scritto: gli chiese il barbone che si alzò di scatto, mentre vide  vedendo quell'uomo che barcollava.
Mithrandir ha scritto: le scarpaccie di un vecchietto, 
scarpacce
Mithrandir ha scritto: Si ritrovò infine a correre insieme ad un corridore. 
Per evitare cacofonie, meglio:
Si affiancò a un corridore.
Mithrandir ha scritto: l corridore si girò solo per vedere chi fosse ma non lo pensò, e deviò a destra. 
Cosa volevi dire?
Mithrandir ha scritto: L'uomo, che non guardava altrove, si ritrovò a sbattere contro un albero e cadde. 
In genere, se uno va a sbattere, è perché guarda altrove, non il contrario. :grat:
Mithrandir ha scritto: Il barbone si era ritrovato a vedere la scena, che avvenne era avvenuta vicino la panchina dove era ancora seduto.
Mithrandir ha scritto: Il barbone tutto contento volle decise di andare da lui, che sapeva lavorasse in un ufficio non lontano
Mithrandir ha scritto: Uscì dal parco e superò la strada. Poi passò davanti la porta dell'edificio dove quel bizzarro uomo era entrato insieme a quel signore con il cappello. Vi era una targa con su scritto: "Psichiatra". Il barbone la vide e scoppiò a ridere.
Un divertente finale per un simpatico aneddoto.   :D

Sono contenta tu sia ritornato tra noi a stretto giro di MI! @Mithrandir   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI165] L'insolito passatempo

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Ciao @Mithrandir 

ti segnalo i seguenti (parere personale!) 

Mithrandir ha scritto: "Ora è il colmo", disse tra sé, "non ho niente, e un ladro mi ruba anche le scarpe, quel poco che mi rimane!". "Rubare?", fu la voce di un uomo che sentì. "Sto soltanto controllando". "Controllare cosa?", gli chiese il barbone che si alzò di scatto, mentre vide quell'uomo che barcollava. "Un attimo, non ho finito". Era un giovane dall'aspetto bizzarro, dai capelli neri e una barbetta in volto. Era vestito elegantemente con una giacchetta nera. Egli prese dalla tasca un taccuino e una penna. "Interessante", disse lui, "hai una scarpa sportiva a destra numero 42 e uno scarpone in pelle di camoscio numero 44 a sinistra, che però è il piede destro, mezzo scassato". Mentre parlava scriveva quelle informazioni. "Ma tu chi sei? Cosa vuoi? Lo vedi che sono un morto di fame?", gli disse il barbone. "Io, niente, voglio soltanto capire che scarpe indossa la gente", gli rispose l'altro. "Ognuno ha i suoi passatempi, questo è il mio".
Risulta un po’ confuso, i pensieri vanno differenziati con altre virgolette e i dialoghi vanno sempre a capo quando cambia il personaggio che parla

Mithrandir ha scritto: Poi prese un portafogli. Il barbone sbuffò: "No, non fare il solito sdolcinato, io non chiedo l'elemosina a nessuno".
È inverosimile che il barbone si irriti se gli fanno l’elemosina, come farebbe a vivere, senza? Infatti, spera che l’uomo gli abbia dato abbastanza per il pane. 


La storia è ben congegnata, simpatica la "rivelazione" finale :) 
Già.

Re: [MI165] L'insolito passatempo

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Ciao  @Mithrandir , la storia c'è e ha una sua logica e la spiegazione nel finale, vedo però imprecisioni che, a parere mio, facendo più attenzione potresti correggere tu stesso.

Alle cose segnalate qui sopra da chi mi ha preceduto, io aggiungo una considerazione che riguarda il punto di vista: nel corso della lettura sembra dapprima il personaggio principale essere il barbone, poi l'eccentrico, e poi di nuovo il barbone. Questo crea un po' di confusione. Secondo me potresti evidenziare meglio che l'eccentrico è osservato tutto il tempo dal barbone, cosa che si capisce solo verso la fine.

Questo è il mio semplice parere  :)

Re: [MI165] L'insolito passatempo

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@Mithrandir  stavo facendo un commento dettagliato, ho provato a salvare la bozza, ma non riesco più a recuperarla. Vabbè, sintetizzo. Non ricordo di avere mai letto qualcosa di tuo, e mi dispiace dirti che questo testo presenta diversi punti deboli. L'incipit è macchinoso, l'avversativo "ma" dopo avere scritto che il parco è quasi vuoto non è l'ideale. 
Ripeti più volte "quell'uomo" riferendoti al tizio che prende appunti, meglio identificarlo diversamente tipo l'uomo con il taccuino  in mano o altro. Poi c'è il cambio del narratore, sarebbe onnisciente ma in realtà l'osservatore è il barbone. 
Anche quando affermi
Mithrandir ha scritto: ". Era un giovane dall'aspetto bizzarro, dai capelli neri e una barbetta in volto. Era vestito elegantemente con una giacchetta nera. Egli prese dalla tasca un taccuino e una penna
Questa descrizione non è molto bizzarra, mentre bizzarro è sicuramente l'atteggiamento. Poi "una barbetta in volto"? E dove dovrebbe essere?  Evita sempre queste ovvietà. Descrivi piuttosto se era folta, ispida, rada, rossa, bianca, di colore diverso dai capelli, lunga, corta, alla moda oppure ottocentesca con lunghe basette, incolta, ben pettinata, da filosofo, da adolescente, alla Van Dyke... La caratterizzazione è importantissima.
Sono certa che se metti a fuoco ogni frase, sfruttando tutti i suggerimenti riportati anche dagli altri commentatori riuscirai a sistemarlo. La storia è simpatica. 

Re: [MI165] L'insolito passatempo

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@Poeta Zaza , @Ilaris , @Otta, @Adel J. Pellitteri    Grazie per le correzioni,
Mithrandir ha scritto: Il corridore si girò solo per vedere chi fosse ma non lo pensò, e deviò a destra.
Poeta Zaza ha scritto: Cosa volevi dire?
Intendevo dire che il corridore vide quell'uomo, ma lo lasciò perdere.
Mithrandir ha scritto: L'uomo, che non guardava altrove, si ritrovò a sbattere contro un albero e cadde.
Poeta Zaza ha scritto: In genere, se uno va a sbattere, è perché guarda altrove, non il contrario. :grat:
Intendevo dire che non guardava altrove oltre le scarpe del corridore.
Poeta Zaza ha scritto: Sono contenta tu sia ritornato tra noi a stretto giro di MI! @Mithrandir   :)
Grazie. Avrei voluto scrivere qualcosa da pubblicare nell'officina in qeust'utlimo periodo, ma sono stato alle prese con un esame. In ogni caso, avendo in genere poca ispirazione (a meno che non continuo storie già iniziate), per allenarla cercavo di scrivere una storia sviluppando le vecchie traccie del MI.
Ilaris ha scritto: mar mar 29, 2022 2:55 pmRisulta un po’ confuso, i pensieri vanno differenziati con altre virgolette e i dialoghi vanno sempre a capo quando cambia il personaggio che parla
Sono ancora alla ricerca del mio stile preferito nei dialoghi, pensavo così non ci fossero problemi.
Ilaris ha scritto: mar mar 29, 2022 2:55 pmÈ inverosimile che il barbone si irriti se gli fanno l’elemosina, come farebbe a vivere, senza? Infatti, spera che l’uomo gli abbia dato abbastanza per il pane.
Diciamo che il barbone fa il finto modesto, non chiede soldi a nessuno, ma trova sempre qualcuno di buon cuore che comunque lo aiuta.

Re: [MI165] L'insolito passatempo

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Ciao @Mithrandir e ben ritrovato al MI!
La storia che racconti mi è piaciuta. Trovo anch'io che bisognerebbe curare di più la forma.
Nei dialoghi potresti usare di più gli a capo in modo da permettere a chi legge di capire con più immediatezza chi sta parlando e anche per dare maggiore ordine visivo al testo.
Mithrandir ha scritto: Sopraggiunse proprio quello che egli non voleva: la pioggia. "Ora sono fregato", disse tra sé, "non ho l'ombrello!".

Egli tuttavia poco dopo un ombrello lo vide, e subito ci si precipitò sotto. "Ehi!",
Ho notato anche nell'altro tuo racconto che hai postato nello scorso MI che usi il pronome egli. A me pare che qui sopra non sia necessario, anche perché essendo tutti i personaggi maschili non serve a far capire a chi ti riferisci (diversamente se ci fosse un personaggio femminile da cui differenziarsi). In questi casi è meglio omettere il pronome. Inoltre, nonostante sia corretto dal punto di vista grammaticale, i pronomi soggetto egli, ella, essi risultano desueti e danno l'idea di una prosa di altri tempi che non mi pare voluta.
Il finale è molto simpatico. 
Alla prossima!

Re: [MI165] L'insolito passatempo

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Il racconto, dal sapore di favola, mi è piaciuto. Mi è parso denso e con una sua originalità, seppur impreciso in alcuni punti e in altri un po' confuso. L'uomo fissato con le scarpe è una figura strampalata e simpatica, e la traccia è perfettamente rispettata. 
Ti lascio qui sotto qualche considerazione puntuale e ti ringrazio molto per aver partecipato. Un saluto, @Mithrandir.
Mithrandir ha scritto: dom mar 27, 2022 11:51 pmIl sole era da poco sorto. Il parco era per lo più vuoto, ma poche persone erano presenti: c'era chi prendeva una boccata di aria fresca, chi non rinunciava alla sua corsa mattutina, chi prima del lavoro amava passeggiare, e altri che avevano i loro personali motivi.
La costruzione "era da poco sorto", pur essendo del tutto corretta, a inizio racconto mi è parsa un po' ingessata: invece di aprire le porte al prosieguo, pare quasi le chiuda in faccia al lettore. Opterei per il più scorrevole "Il sole era sorto da poco", che introduce chi legge nelle piacevolezze del parco. "Ma poche persone erano presenti" è concettualmente inesatto a causa dell'avversativa: eliminerei del tutto la frase. 
"E altri che avevano i loro personali motivi" pare quasi un "eccetera", che nei racconti eviterei di usare. Mi fermerei pertanto a "passeggiare", o introdurrei un'altra attività circostanziata: la precisione ti serve ad accompagnare per mano il tuo lettore nell'aria frizzante del parco.
Mithrandir ha scritto: dom mar 27, 2022 11:51 pmAveva un pezzo di cartone indosso che egli usava come coperta
Il pronome "egli" lo puoi evitare, perché il soggetto è evidente.
Mithrandir ha scritto: dom mar 27, 2022 11:51 pm"Interessante", disse lui, "hai una scarpa sportiva a destra numero 42 e uno scarpone in pelle di camoscio numero 44 a sinistra, che però è il piede destro, mezzo scassato".
Molto carina l'idea delle due scarpe destre.
Mithrandir ha scritto: dom mar 27, 2022 11:51 pmQuell'uomo nonostante prese una moneta e gliela lanciò schioccando le dita e, senza dire nient'altro, se ne andò.
Dopo "nonostante" è saltato qualcosa: nonostante il rifiuto del vecchio?
Mithrandir ha scritto: dom mar 27, 2022 11:51 pmQuell'uomo camminava per il parco con sguardo basso,
Troverei un altro modo per identificare lo strampalato collezionista, per evitare la ripetizione di "Quell'uomo".
Mithrandir ha scritto: dom mar 27, 2022 11:51 pmscarpaccie 
Refuso.
Mithrandir ha scritto: dom mar 27, 2022 11:51 pmIl corridore si girò solo per vedere chi fosse ma non lo pensò,
Forse: "ma non si curò di lui"? "non lo degnò di attenzione"?
Mithrandir ha scritto: dom mar 27, 2022 11:51 pmL'uomo, che non guardava altrove, si ritrovò a sbattere
Eliminerei l'inciso "che non guardava altrove", inutile e non del tutto chiaro.
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Re: [MI165] L'insolito passatempo

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@Mithrandir 

Ciao, ti lascio un commento dettagliato perché vorrei partecipare al MI di oggi, spero di risultarti utile. Ti dico subito quale penso sia il difetto principale del racconto: c'è un rapido cambio di prospettiva fra i due protagonisti, senza che essi siano messi strettamente in relazione, come compartecipanti a una storia unica. In altre parole, di solito quando scrivi una storia lo fai da un unico point of view. Tu secondo me adotti due point of view differenti, e questo può infastidire il lettore, perché non si segue pienamente. Non è che in sé sia un errore avere due protagonisti, ma secondo me dovresti metterli meglio in relazione, o stabilire se stai scrivendo la storia del clochard, a cui avvengono alcune cose, fra le quali quella di incontrare un caso psichiatrico, o quella di un paziente psichiatrico con una fissazione che ricorda quella del personaggio di Nanni Moretti nel film (se non ricordo male) "Bianca." Dovendo fare una nuova stesura della storia, proverei a mantenerla dal punto di vista del clochard, immaginando che l'uomo con la fissazione delle scarpe sia una delle tante cose "strane" che gli succedono nella vita, come ad esempio trovare una moneta rara. Detto questo, devo dire che ti sei davvero attenuto alla traccia del Mezzogiorno d'inchiostro.

Comunque, i due differenti pov secondo me è il difetto che forse inficia un po' il racconto dal punto di vista del lettore. Almeno, dal punto di vita mio. La storia in sé è simpatica, con uno spunto divertente, ma, a mio avviso, potrebbe essere più sfaccettata. Ci arriva qualcosa del carattere e della psicologia di uno dei due protagonisti, il senzatetto, ma la seconda figura sembra più macchiettistica. Inoltre, se mi perdoni, ho trovato tutto sommato "scontata" la rivelazione finale. A mio avviso, sarebbe stato più interessante se avessimo scoperto che la persona con la fissazione delle scarpe è in realtà un rispettato professionista. Non so, un elemento del genere (per il mio gusto personale) avrebbe reso la storia più godibile.

Mi scuso se risulto troppo critico. Ho comunque riscontrato una buona abilità nel rendere l'atmosfera di "un giorno qualunque," inoltre le descrizione e dialoghi sono efficaci e la storia, fatto salvo quello che io ritengo un errore (il cambio di pov troppo brusco.) La situazione è bene descritta e sono piacevoli le reazioni dei personaggi all'innesco della storia. Nel complesso, conduci la storia nell'ambito un ben guidato divertimento, con buone abilità nel rendere verosimile e godibile una situazione in partenza inverosimile.

Inoltre ho trovato divertente che la persona con la fissazione delle scarpe "rimproveri" la senzatetto di averle spaiate. Mi è piaciuto anche che tu abbia cercato una via d'uscita, almeno temporanea, per la sua situazione al signore senzatetto. Come a dire, alla fine di una giornata tanto strana, tutto può accadere.

Nel complesso un racconto piacevole e divertente, fatte salve le mie critiche. Spero di esserti stato utile.
https://domenicosantoro.art.blog/
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