Prima dell'alba

1
Che significa luogo ordinario? Ordinario per chi? E chi decide che un determinato luogo è ordinario e un altro no? Quali sono i parametri? E si applicano anche alle persone? Se fosse così credo proprio che io sarei una di quelle: una donna ordinaria in tutto e per tutto, una vita normale, aspirazioni comuni e un passato tranquillo. Una gran noia, insomma.
Esiste, però, un momento della giornata, in un luogo specifico, in cui mi tramuto in Dio: posso tutto e sono tutto, non ho confini.
Il posto in cui divento connessione tra passato, presente e futuro è la mia cucina un istante prima dell'alba. Non ha importanza la stagione, stai sicuro che poco prima che il sole faccia capolino dalle colline di fronte, io sono già lì, in piedi dietro la finestra dell'acquaio, che aspetto la luce.
Mi sveglio presto fin da ragazza, a quell'ora non c'è stanchezza nel mio corpo che invecchia, non importa quanto dormo: nel momento in cui le tenebre sfumano verso colori più caldi io sono sull'attenti con la mia tazza calda in mano e un groviglio di emozioni nello stomaco.
Mi sveglio impaziente di arrivare in cucina, so quanto può suonare da svitati, ma è così: apro gli occhi e non posso rimanere a crogiolarmi nel tepore delle coperte, nemmeno quando ho la certezza che la stufa si sia spenta e che tra due minuti esatti avrò le dita dei piedi congelate. Apro gli occhi e sono già lì; mentre mi vesto e mi lavo il viso sento l'aspettativa che cresce per il momento in cui, grazie all'esatta intersezione tra luogo e tempo, la mia mente potrà andarsene a spasso senza responsabilità alcuna.

La cucina per me è sempre stata il punto centrale della casa; da piccola, tornavo a casa da scuola e andavo subito lì perché era ora di pranzo e la mamma mi accoglieva con qualcosa di pronto; le conversazioni più importanti della mia vita hanno avuto luogo in cucina, in questa o in un'altra, non importa. In cucina ho deciso di sposarmi e formare una famiglia; sempre in cucina mio padre mi disse che stava morendo di cancro. In cucina ci siamo seduti io, mia sorella e mia madre dopo che papà è morto. Abbracciati di fronte al forno io e mio marito abbiamo pianto per il primo aborto. Appoggiate con i gomiti sul ripiano della credenza, io e mia sorella abbiamo deciso che lei sarebbe andata a fare l'università fuori, mentre io sarei rimasta con la mamma. I miei figli hanno imparato a disegnare e a parlare sul tavolo di legno lucidato dalla vita.
Forse perché era il luogo più raccolto e protetto della casa, forse perché in cucina c'è sempre qualcosa che ti può consolare. Mi ricordo, sempre da bambina, le ore che passavo in cucina con mia nonna a chiudere centinaia e centinaia di tortellini; non parlavamo tanto, ma eravamo in comunione di spirito e di pensieri, un meccanismo perfettamente oliato e funzionante che ripeteva quei gesti affidabili ereditati da generazioni e generazioni.

Prima dell'alba la mia cucina è tutto questo. Benché mia nonna non abbia fatto in tempo a vederla e la mamma venga di rado, loro sono qui con me, un'eredità che mi porto nei movimenti semplici di riempire la macchinetta di caffè e metterla sul fuoco, nel mescolare una zuppa perché non si attacchi e anche nel perdere lo sguardo nella luce che rivela, adagio, i campi prima delle colline, disegnando ombre dove prima c'era solo notte.
In quel momento tutto è possibile.
Vedo di fronte a me miriadi di possibilità, mi perdo a pensare alle vite che non ho vissuto, alla strada che ho intrapreso a discapito di altre, a tutto quello che potrei fare, ma che scelgo di non fare per alzarmi ancora una volta a guardare il sole che sorge ascoltando il silenzio e lasciandomi scaldare le dita dalla ceramica della tazza. Mi piace sentire la solidità delle piastrelle in cotto sotto lo strato spesso dei calzettoni e lasciare che i pensieri si perdano e volteggino tra i bracci del lampadario di bronzo, tra le prime lingue di fuoco che coprono il ciocco che ho appena infilato nella stufa. Non succede niente, è questo il bello. Il silenzio, d'inverno, è quasi totale; d'estate la natura si accende rumorosa insieme al sole e qui intorno abbiamo uccellini, api, cicale e zanzare in abbondanza per svegliare un reggimento.

In casa dormono ancora tutti, riesco quasi a vedere i sogni dei miei figli volteggiare insieme ai miei pensieri lungo il corridoio, mio marito esce presto, lui l'alba la vede dalla torre di controllo, io dalla cucina. Ogni tanto seguo i suoi aerei con lo sguardo e sorrido.
Un periodo, prima dei bambini, mi svegliavo sola tutte le mattine e mi era ostile anche la cucina; non trovavo pace tra quei legni scuri e le pentole di rame, dovevo uscire in balcone e lasciarmi schiaffeggiare dagli elementi, qualunque fossero. Solo dopo potevo rientrare e farmi un caffè. Con la coda dell'occhio sbirciavo la stufa spenta e la odiavo con ogni cellula del mio corpo, i piatti non lavati impilati nel lavandino mi facevano scoppiare a piangere, il tappo incastrato del barattolo del caffè era un affronto personale. Le colline erano minacciose e scure, incombevano sulla finestra della cucina come giganti agguerriti, il sole non splendeva abbastanza o accecava, la pioggia non nutriva, ma affogava. A quei tempi guardavo dalla finestra il meno possibile e mangiavamo molto cibo da asporto: pizza, sushi, cinese, kebab, addirittura ricordo anche una carbonara. Le mie mani si rifiutavano di agire in autonomia dal pensiero e così facevamo l'ennesima telefonata.

Poi un semino ha messo le radici, le ha piantate ben in profondità ed è germogliato e la cucina è tornata mia alleata: il legno si è schiarito, il rame si è messo a brillare, l'acquaio si è svuotato e le colline hanno preso la sfumatura smeraldo dell'erba dopo il temporale. Mano a mano che la mia pancia cresceva, ho ricominciato a sentire le storie della mia cucina, ho lasciato di nuovo la mente libera di fantasticare sul futuro.

Al suono della sveglia dei bambini, il sole fa l'ultimo balzo e lascia indietro le cime tondeggianti che fanno ombra al cielo e torno a essere una donna comune, ordinaria, speciale per se stessa negli istanti effimeri prima dell'alba.
https://www.edizioniel.com/prodotto/lan ... 866568070/
https://www.edizionipiuma.com/it/i-disobbedienti/
Linda e la montagna di fuoco

Re: Prima dell'alba

2
Meravigliosa Kikki, quanta verità e quanta dolcezza in questo racconto.
Anche per me la cucina contiene tutto questo, anche se è un'altra cucina, un'altra vita. ;-)
E hai detto benissimo tu, "le conversazioni più importanti della mia vita hanno avuto luogo in cucina, in questa o in un'altra, non importa".
Infatti, non importa quale cucina, l'importante è che sia cucina.
Credo che tutti dovremmo avere una cucina per essere felici. ;-)
... l'infelicità dell'angolo cottura... :-D

e poi, il finale:
"e torno a essere una donna comune, ordinaria, speciale per se stessa negli istanti effimeri prima dell'alba."
vale da sola tutto il racconto. (Non ci sarebbe stato bisogno eh, già il racconto valeva molto, ma quella frase è un gioiello).
Kikki, sono solo di passaggio, ma volevo ringraziarti per questo bel racconto, vero, delicato, sincero.
Grazie per avercelo regalato.
Un abbraccio.

Ps. ah, tu non ci crederai, ma la frase:
"Mi ricordo, sempre da bambina, le ore che passavo in cucina con mia nonna a chiudere..." è stata per me una illuminazione per quanto riguarda l'uso della virgola :-)

Ciao @Kikki, alla prossima.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: Prima dell'alba

3
paolasenzalai ha scritto: mar gen 05, 2021 11:43 pm Ps. ah, tu non ci crederai, ma la frase:
"Mi ricordo, sempre da bambina, le ore che passavo in cucina con mia nonna a chiudere..." è stata per me una illuminazione per quanto riguarda l'uso della virgola :-)
Ciao @Kikki, alla prossima.
La cucina è il centro del mondo per me, molto più della sala, salone, salotto o come si chiama. C'è tutto in cucina, tutti i sensi vengono soddisfatti. Grazie mille, Paoletta bella per queste parole che scaldano il cuore.

p.s. se vuoi taggare qualcuno cita un pezzo del testo, facciamo così finché non avremo il tag utente ;)
p.s. 2 felicissima per la virgola (y)
https://www.edizioniel.com/prodotto/lan ... 866568070/
https://www.edizionipiuma.com/it/i-disobbedienti/
Linda e la montagna di fuoco

Re: Prima dell'alba

4
sarò schematico.

trama: la trama è abbastanza semplice e fluida, scorre come il vino novello, che scende come succo di frutta e poi sale inebriando
personaggi: la protagonista troneggia il racconto, gli altri personaggi sono sfocati sullo sfondo (anche i figli)
contenuti: mi viene un aggettivo, questo è aggettivo è MERAVIGLIOSO. In questa storia dalla semplice trama c'è tutto, c'è il riscatto, c'è la lotta, c'è la tristezza, c'è la gioia, ci sono valori importanti, c'è la famiglia.
stile: molto piacevole e scorrevole, si legge senza alcun impedimento, è una crema senza alcun grumo.
grammatica e sintassi: impeccabile
giudizio finale: mi piace molto, però ho percepito (secondo il mio gusto) una distribuzione di pesi non ben calibrata, ovvero: la nascita dei figli è il fulcro del racconto, è la chiave di volta, nella parte prima di questa svolta non ho sentito il peso e l'importanza di ciò, capisco che qualcosa non va, capisco che manca qualcosa (che poi viene acquistata quando il seme mette radice), avrei voluto un richiamo più deciso a quella che poi è "la risoluzione del conflitto"
Si guadagna da vivere come collaboratore clinico degli aggiustaossa, scrittore per una naturale propensione a inventare storie assolutamente vere.

www.piovasco.weebly.com

Re: Prima dell'alba

5
Ciao @Kikki, bel racconto. Non so se sia autobiografico: se lo è t'invidio. Mi ha suscitato ricordi d'infanzia, quando la grande cucina era effettivamente il fulcro intorno al quale si svolgevano le giornate. Ora non più, non solo per me, che in una vita da zingaro mi sono abituato a non ritenere importanti luoghi e cose, troppe volte presi e lasciati, ma anche per tanta gente che comincia a correre prima dell'alba e finisce, stremata, una giornata come tutte le altre, senza amare veramente alcunché di quanto la circonda. E' vero, la cucina di una volta era il centro del mondo più o meno per tutti, quella di oggi - tranne pochi che considero privilegiati - un luogo in cui si transita per necessità.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Prima dell'alba

6
Ciao @Piovasco grazie del passaggio :)
Per me il fulcro era la cucina nelle sue diverse rappresentazioni di calore, famiglia, unione, cibo, affetto, tradizione, ricordi, decisioni, non l'avevo mai vista dal punto di vista dei figli..

@Cheguevara di autobiografico c'è la cucina di sicuro, i tortellini e pure la sensazione di prima dell'alba. Grazie delle tue parole :)
https://www.edizioniel.com/prodotto/lan ... 866568070/
https://www.edizionipiuma.com/it/i-disobbedienti/
Linda e la montagna di fuoco
Rispondi

Torna a “Racconti”