[MI164] Ortensie

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traccia di mezzanotte: la prima volta

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Le ortensie sono fiori complessi. Non si capisce come facciano a diventare così tondi senza alcuna costrizione.
Stanotte ha piovuto. Il sole scalda la terra umida. Gli effluvi della salvia, del basilico e dei fiori di lillà profumano l’aria. Si sente anche una nota di gelsomino.
Come tutte le mattine si siede a fare colazione in giardino. La sua poltroncina preferita di fianco al tavolino in finto rattan. Tutto molto comodo ed elegante.
Sono trent’anni ormai che inizia la giornata così.
Prima di bere un sorso di caffè, si accende una sigaretta. È incredibile come il profumo dei fiori sia più forte del fumo.
Questa mattina riflette sul fatto che non sa più cosa si significhi essere innamorati. Si ricorda perfettamente cosa voglia dir provare dolore, entusiasmo, delusione, ma quella sensazione che fa alzare gli occhi verso un'altra persona proprio non se la ricorda più.
Osserva la linea netta dell’ombra delle sue gambe sull’erba. Da un lato il verde è denso e chiaro, dall’altra ci sono ancora alcune gocce di rugiada che brillano.
Spegne la sigaretta, appoggia le mani ai braccioli e ad occhi chiusi inspira piano.
Il sole sulle gambe le sembra quello di Riccione. Sente una lieve brezza che parla di mare e grasse nuvole solitarie nel cielo. Sembra ci sia salsedine nell’aria, impossibile lì fra le montagne, ma il garrito del gabbiano è vero, sono quelli del fiume che passa sotto casa.
All’improvviso si ricorda della sua preoccupazione ragazzina: portava l’apparecchio per i denti, un vecchio modello che incapsulava ogni singolo dente, con un filo di ferro che veniva teso fino a far male. A tredici anni si chiedeva cosa sarebbe successo se avesse baciato qualcuno in quello stato, si sarebbe agganciato a qualcosa nella bocca dell’altro?
Sorride a quei pensieri di ragazzina, ma continua a ricordare, forse a fantasticare su quello che successe dopo.
Poco prima dell’esame di terza media il dentista le libera il sorriso. Sente anche adesso il sollievo di allora. Esce dallo studio come se fosse una star, sorridendo a tutto il mondo con i denti bianchi e diritti. Si sente bellissima ed è molto felice di partire così per le vacanze.
 
Mentre pensa alla gioia della partenza le mani si contraggono leggermente, come se stesse davvero tenendo la maniglia del treno per aiutarsi a salire. Suda anche leggermente, così come faceva negli scompartimenti dove l’aria condizionata era una parola priva di significato. Davanti ai suoi occhi interiori scorrono le immagini della pianura, le rotaie, una linea diritta verso il mare.
E poi all’improvviso Riccione, con i turisti, le voci, la stazione, il taxi, lei e sua mamma nella hall dell’albergo. Una puntata in camera per mettersi il costume e scappare in spiaggia a vedere se ci sono ancora i suoi amici degli anni precedenti.
Ci sono tutti e ce ne sono anche di nuovi. Tutti seduti al bar a succhiare ghiaccioli con i piedi sporchi di sabbia. Avrebbe passato quattro settimane da sogno.
Come al solito viene presa in giro per la pelle chiara, ma quell’anno sembra che gli scherzi siano un pochino più provocatori. C’è anche un ragazzo nuovo, più grande, ha 15 anni ed è molto silenzioso. Al sole gli occhi paiono gialli e la bocca è strana, le labbra sembrano callose.
Non è più nella sua poltroncina, adesso passeggia per le strade di Riccione. Il ragazzo nuovo al suo fianco le racconta che viene da Mirandola, che suona il corno e che lui a scuola non ci va più: fa il fruttivendolo con suo padre e per questo poteva anche permettersi di andare in vacanza. Le offre il gelato e lei si emoziona come se di colpo fosse cresciuta di qualche anno.
Lui finge di ignorarla, ma la studia da lontano e appena si avvicina un altro ragazzo compare al suo fianco senza dire nulla.
Alla mattina quando guarda giù dal balcone della sua camera, lo vede in strada che l’aspetta fuori dall’albergo per accompagnarla in spiaggia. Le porta la borsa con dentro i libri. Lui le spiega la passione per la musica e non capisce la passione di lei per i romanzi.
Passano tre settimane di batticuore, di confidenze con le amiche, di informazioni scabrose su come si fa cosa, a soprattutto quando si fa qualcosa. Lei è confusa. Le piace che lui la rispetti, ma allo stesso tempo vorrebbe avere la certezza di piacergli.
Mancano pochi giorni al rientro a casa e lui la prende per mano. Invece di dirigersi verso la spiaggia la porta verso i cespugli di ortensie di fianco all’albergo.
“Hai visto che fiori belli e complicati?” le dice “Un po’ come te.”
Sono appena le nove e non c’è in giro ancora nessuno mentre lui china il viso verso di lei. Le labbra si appoggiano le une sulle altre, lui le apre un poco e con una punta di lingua si fa strada. Lei pensa di morire seduta stante, che le labbra sono morbide nonostante il callo del corno, si sente le gambe cedere e mentre fa i conti con un mare di nuove sensazioni, non può fare a meno di pensare che ha dato il suo primo meraviglioso bacio al gusto di brooklyn alla menta.
È un bacio eterno, di quelli che fermano il tempo. Lui le appoggia una mano sul petto “Hai il cuore impazzito.” Per fortuna sono abbracciati, lei non avrebbe il coraggio di guardarlo negli occhi, si vergogna di quello che prova, che vorrebbe essere baciata ancora e ancora.
Seduta ad occhi chiusi nel suo giardino si sofferma su quel preciso momento. Non si ricorda come ci si sente ad essere innamorati, ma non c’è dubbio che conosca benissimo la sensazione della passione innocente e acerba.
Molti baci dopo, è in treno con sua mamma sulla via verso casa. Il cuore è pesante. Ha il ragazzo e già non lo vedrà più fino alla prossima estate. Non sa che a Natale gli scriverà una lettera per lasciarlo, perché le storie a distanza non funzionano. Non sa nemmeno che inizierà il liceo più sicura di sé, perché piace a qualcuno.
Proprio mentre superano la stazione di Mirandola la madre le chiede: “Hai delle novità da raccontarmi su questa vacanza?”
Lei nega con indifferenza.
“Allora cosa ho visto dal balcone della camera? Cosa stavi facendo con quel ragazzo fra le ortensie?”
Mette a fuoco sua madre e per la prima volta si sente adulta: “Sono affari miei.”
 
Il sole la abbaglia mentre si accende la seconda sigaretta della giornata. Finisce il caffè e pensa che non ha nessuna importanza sapere come ci si sente da innamorati, conta avere un cuore pronto ad emozionarsi e delle ortensie da guardare.

Re: [MI164] Ortensie

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ciao @Almissima. 

Le ortensie sono fiori complessi. Non si capisce come facciano a diventare così tondi senza alcuna costrizione.
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Il tuo incipit è l'aggancio al passato. Un cespuglio di bellissimi fiori a palla dove ci si può nascondere. Inizia così il tuo racconto da amarcord.
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Stanotte ha piovuto. Il sole scalda la terra umida. Gli effluvi della salvia, del basilico e dei fiori di lillà profumano l’aria. Si sente anche una nota di gelsomino.
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Atmosfera decisamente mediterranea.
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Come tutte le mattine si siede a fare colazione in giardino. 
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tempo permettendo... :D
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La sua poltroncina preferita di fianco al tavolino in finto rattan. 
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è da un po che non se ne fa più di quello vero... hai ragione
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Sono trent’anni ormai che inizia la giornata così.
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adesso metto a fuoco la sua presunta età. Ma già dal tono si capisce che ha già  un vissuto. Il registro è decisamente verso una storia melanconica.
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Prima di bere un sorso di caffè, si accende una sigaretta. È incredibile come il profumo dei fiori sia più forte del fumo.
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all'aperto è normale che le essenze disciolte nell'aria siano più evidenti...
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Questa mattina riflette sul fatto che non sa più cosa si significhi essere innamorati. Si ricorda perfettamente cosa voglia dir provare dolore, entusiasmo, delusione, ma quella sensazione che fa alzare gli occhi verso un'altra persona proprio non se la ricorda più.
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questo si non serve, ti è scappato...  continui la rappresentazione di lei e del suo stato d'animo. 
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Spegne la sigaretta, appoggia le mani ai braccioli e ad occhi chiusi inspira piano.
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una sigaretta accesa con il fumo che vola verso l'alto è quello che ci vuole per un tuffo nel passato. I ricordi sono sempre molto fumosi... :P
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 A tredici anni si chiedeva cosa sarebbe successo se avesse baciato qualcuno in quello stato, si sarebbe agganciato a qualcosa nella bocca dell’altro?
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eccoci ai soliti problemi della adolescenza: il primo bacio a bocca che sa di  metallico
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Davanti ai suoi occhi interiori scorrono le immagini della pianura, le rotaie, una linea diritta verso il mare.
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cosa intendi per occhi interiori? forse all'immaginazione?
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E poi all’improvviso Riccione, con i turisti, le voci, la stazione, il taxi, lei e sua mamma nella hall dell’albergo. Una puntata in camera per mettersi il costume e scappare in spiaggia a vedere se ci sono ancora i suoi amici degli anni precedenti.
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non ci sono mai andato ma so che è un posto dove ci si diverte...
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 le labbra sembrano callose.
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???????? carnose?
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Non è più nella sua poltroncina, adesso passeggia per le strade di Riccione.
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il salto nel passato lo avevi già fatto. Forse questo lo potevi evitare... va bene che spezzare il racconto alternando presente e passato può essere utile
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 Il ragazzo nuovo al suo fianco le racconta che viene da Mirandola, che suona il corno e che lui a scuola non ci va più:
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adesso capisco perché ha le labbra callose... suona il corno... :P
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“Hai visto che fiori belli e complicati?” le dice “Un po’ come te.”
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mmmm!!! a quindici anni ed è già in grado di riconoscere se una donna è complicata... beato lui. Io ci ho messo una vita.. :P
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Seduta ad occhi chiusi nel suo giardino si sofferma su quel preciso momento. Non si ricorda come ci si sente ad essere innamorati, ma non c’è dubbio che conosca benissimo la sensazione della passione innocente e acerba.
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altro salto temporale... 
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“Allora cosa ho visto dal balcone della camera? Cosa stavi facendo con quel ragazzo fra le ortensie?”
Mette a fuoco sua madre e per la prima volta si sente adulta: “Sono affari miei.”
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degna conclusione in chi ha imparato la lezione attraverso la prima delusione..
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Il sole la abbaglia mentre si accende la seconda sigaretta della giornata. Finisce il caffè e pensa che non ha nessuna importanza sapere come ci si sente da innamorati, conta avere un cuore pronto ad emozionarsi e delle ortensie da guardare.
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Insomma che storia triste. lascia l'amaro in bocca. Vi è un vuoto nella vita della tua protagonista. Un vuoto di vita iniziato da quella esperienza e che non è mai stato ricolmato. Mi pare strano avere ancora pensieri positivi verso l'amore in queste condizioni. Forse ci dovevi dire di più su di lei e della sua fase successiva di vita che mancando crea questo vuoto nel racconto. Per il resto tutto okay... ciao 
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI164] Ortensie

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Almissima ha scritto: conta avere un cuore pronto ad emozionarsi e delle ortensie da guardare.
Un bel messaggio, Gli amori passano ma le emozioni restano per sempre.
Il racconto mi è piaciuto molto e non ho appunti da farti notare, o forse, soltanto questo:
Almissima ha scritto: Non è più nella sua poltroncina, adesso passeggia per le strade di Riccione.
non serve sottolineare che siamo immersi nel suo ricordo, farci tornare al presente distrae e non serve alla narrazione.
Complimenti @Almissima  hai sempre ottimi argomenti.

Re: [MI164] Ortensie

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Almissima ha scritto: dom mar 06, 2022 3:44 pmLe ortensie sono fiori complessi. Non si capisce come facciano a diventare così tondi senza alcuna costrizione.
Stanotte ha piovuto. Il sole scalda la terra umida. Gli effluvi della salvia, del basilico e dei fiori di lillà profumano l’aria. Si sente anche una nota di gelsomino.
Come tutte le mattine si siede a fare colazione in giardino. La sua poltroncina preferita di fianco al tavolino in finto rattan. Tutto molto comodo ed elegante.
L'incipit così garbato e pieno di fiori e profumi mi ha rapita, così come la colazione in giardino: un sogno. Ho sentito, però, la mancanza del soggetto esplicitato prima di "si siede".
Almissima ha scritto: dom mar 06, 2022 3:44 pmcosa si significhi
Un piccolo refuso.
Almissima ha scritto: dom mar 06, 2022 3:44 pmAll’improvviso si ricorda
Temo molto, nella scrittura, le locuzioni avverbiali come questa sopra. Secondo me si può evitare, facendo magari un accenno più ampio al mare che, mi pare, accende il ricordo.
Almissima ha scritto: dom mar 06, 2022 3:44 pmdella sua preoccupazione ragazzina
L'omissione della preposizione "di" o "da" prima di "ragazzina" è una semplice dimenticanza, o voluta? Se voluta, dà vita a un'espressione molto originale e simpatica.
Hai scelto di declinare la traccia con la più classica delle prime volte: il primo bacio, difficile da dimenticare e che emoziona anche a distanza di anni. Ne è scaturito un racconto grazioso, che si legge con piacere e in cui ci si ritrova senza difficoltà. Grazie, @Almissima.
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Re: [MI164] Ortensie

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@Almissima ciao
Complimenti per il racconto: sei capace di dare energia nuova a una tematica decisamente sfruttata.
Ci riesci, secondo me, grazie a un approccio minimalista e focalizzato sull'emozione del dettaglio.
Direi che hai adottato uno stile giapponese (come un altro racconto che ho letto in questo MI e che non ho ancora commentato) che a me garba assai.
Nello spirito di CdM, cerco di condividere anche alcuni spunti personali (magari qualcosa ti è utile):
Almissima ha scritto: Gli effluvi della salvia, del basilico e dei fiori di lillà profumano l’aria.
Pensi che si possa eliminare gli effluvi? Forse è più scorrevole ed efficace "La salvia, il basilico e i fiori di lillà profumano l’aria."?
Almissima ha scritto: Il sole sulle gambe le sembra quello di Riccione. Sente una lieve brezza che parla di mare e grasse nuvole solitarie nel cielo.
A me il riferimento Riccione ha fatto crollare l'immedesimazione poetica dell'incipit. Temo che nell'immaginario collettivo sia più un divertimentificio che un luogo della poesia e per non correre i rischi in una revisione potrebbe forse assumere un forma simile a "Il sole sulle gambe le sembra quello del mare. Sente una lieve brezza che parla di onde e grasse nuvole solitarie nel cielo." Cosa ne pensi? In fondo qui il riferimento alla città non serve, credo.
Almissima ha scritto: Sorride a quei pensieri di ragazzina, ma continua a ric...
Penso che tu abbia già usato efficacemente "preoccupazione ragazzina" (bello!) poco prima e qui trovo non utile ripetere "ragazzina". Funziona benissimo senza qualificare i pensieri in alcun modo.
Almissima ha scritto: Suda anche leggermente, così come faceva negli scompartimenti dove l’aria condizionata era una parola priva di significato
:D scherzi, vero? In quei vagoni si sudava abbondantemente !  :D
Almissima ha scritto: ai suoi occhi interiori
occhi interiori non mi convince
Almissima ha scritto: Tutti seduti al bar a succhiare ghiaccioli con i piedi sporchi di sabbia.
:D succhiare i ghiaccioli con i piedi? Mai provato!  :D :D :D
Almissima ha scritto: Al sole gli occhi paiono gialli e la bocca è strana, le labbra sembrano callose
Quel "callose", seppur tecnicamente ineccepibile (visto che suona il corno), mi ha però indotto un senso di disgusto che mi ha accompagnato per tutto il proseguio, quasi temendo il momento del bacio! 
Almissima ha scritto: compare al suo fianco senza dire nulla.
forse così è più ficcante?
Almissima ha scritto: Lei è confusa
Non precisamente questo "Lei"; ma trovo che potresti eliminarne parecchi per rendere tutto più fluido senza perdere di comprensibilità
Almissima ha scritto: “Hai visto che fiori belli e complicati?” le dice “Un po’ come te.”
uhm... qui penso che sarebbe più evocativo mettere (compatibilmente con gli 8k caratteri) la frase iniziale "Non si capisce come facciano a diventare così tondi senza alcuna costrizione." al posto di "Un po’ come te.". Spiegherebbe appieno l'incipit, chiudendo il cerchio della memoria
Almissima ha scritto: coraggio di guardarlo negli occhi, si vergogna di quello che prova, che vorrebbe essere baciata ancora e ancora.
Seduta ad occhi chiusi nel suo giardino si sofferma su quel preciso momento.
Come hai fatto precedentemente lascerei una riga vuota a sottolineare la cesura temporale
Almissima ha scritto: Il sole la abbaglia mentre si accende la seconda sigaretta della giornata. Finisce il caffè e pensa che non ha nessuna importanza sapere come ci si sente da innamorati, conta avere un cuore pronto ad emozionarsi e delle ortensie da guardare.
Bellissimo! Il finale come tutto il racconto. Al di là del dovere di condividere spunti, l tua storia mi è piaciuta davvero molto!

Re: [MI164] Ortensie

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È sempre complicato riportare le sensazioni adolescenziali, ci riesci abbastanza bene. Forse avrei lasciato qualche cosa "non detta", lasciandola intuire, ma sono opinioni personali e lasciano il tempo che trovano.

Ho apprezzato il fatto che scrivi con tutti e 5 sensi, non è semplice (io dimentico sempre l'olfatto, forse perché non sento molti odori per allergia cronica).
Mi è piaciuta la chiusura.
Nel complesso racconto carino.

Alla prossima.

Re: [MI164] Ortensie

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Meraviglioso. Le descrizioni sono potentissime, evocano immagini che il lettore è in grado di vedere e sensazioni che è in grado di provare. Molto accattivanti anche l'incipit e la chiusura. Adoro le descrizioni dei dettagli del mondo naturale e le prime righe del tuo racconto le vorrei incorniciare. Ho apprezzato anche come hai gestito il tema del ricordo e del primo amore. Complimenti  :sss:

Re: [MI164] Ortensie

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@Alba359 @Ippolita @L'illusoillusore @Poeta Zaza @ITG @Mina @ivalibri 
Vi ringrazio di tutti i vostri commenti. Diligente ho già rimosso il refuso, le ripetizioni e pure Riccione aggiungendo qualche spazio qua e la, mi sono tenuta però gli effluvi.
Mi fa tanto piacere di essere riuscita a trasmettere questa nostalgia melanconica che non lascia spazio al desiderio di un nuovo amore, ma semplicemente si accontenta di provare qualcosa.
Grazie, grazie, grazie

Re: [MI164] Ortensie

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Ciao @Almissima 
Decisamente un racconto poetico, dolce, sulla prima adolescenza, sulle prime sensazioni, sui primi amori...
Finisce un po' bruscamente con la risposta finale della ragazza alla madre, quel primo tenue segno di ribellione all'autorità, all'invadenza dei genitori, così tipico dell'adolescenza.
Mi è piaciuto molto il passaggio quando alla ragazza tolgono l'apparecchio dei denti ed esce fuori sorridendo a tutti come un'attrice... si sente quasi la sensazione dell'inizio vero della sua vita perché per quanto si dica che la bellezza fisica non conti ma sia importante quella dell'animo... a quell'età non c'è animo che tenga in confronto a un bel sorriso; ti consente di affrontare il mondo.
In passato ho scritto un paio di racconti con ragazzini presi in giro per problemi di denti e occhiali da vista con lenti come fondi di bottiglia e di tragedia in dramma sono finiti male, anzi malissimo, senza nessuna possibilità di salvezza, di gioia, men che meno di assaporare un amore.
Per fortuna nel tuo racconto tutto è andato come dovrebbe sempre naturalmente andare, con momenti di intensità nel dare e ricevere quel primo bacio, quelle sensazioni non saranno mai dimenticate, sia dalla ragazza che anche dal ragazzo. Si tratta della scoperta della bellezza della vita.
Molto belle le descrizioni dei luoghi, uno spaccato di un altro mondo per me, molto piacevole, sereno.
Mi è piaciuto.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI164] Ortensie

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Ciao @Almissima  comincio col dirti subito che il racconto mi è piaciuto molto, c'è il bel vissuto dell'adolescenza, le tue decrizioni sono complete ma non stancanti. il lettore si immerge recuperando perfino ricordi personali. Quanti adolescenti "non" hanno portato l'apparecchietto ai denti? Qunti non hanno trascorso l'estate al mare o non hanno vissuto lì il primo amore? Credo davvero pochi.  Non sono brava a scendere nel dettaglio della lingua o approfondire l'analisi della scrittura, vado più ad orecchio e quindi a sensazioni, e quelle me le hai offerte su un piatto d'argento. Descrivi un passaggio cruciale tra l'essere una bambina e diventare un'adolescente, fa strano però che tutto venga rivissuto da una donna che non ricorda più come ci si senta ad essere innamorati; complice un  raggio di sole di cui avverte il calore sulle gambe, lei torna  al sole di Riccione e da qui lo svolgersi del tema.
La chiusa dà un minimo di speranza, ok, non ricorda il palpito dell'innamoramento ma se sono bastati un raggio di sole e il profumo delle ortensie a farle tornare quelle sensazioni vuol dire che il suo cuore è ancora disposto a innamorarsi.
Leggendo non ho avvertito alcun intoppo nella costruzione della trama né nella lettura dei singoli periodi. A me sembra davvero un buon testo. Complimenti 

Re: [MI164] Ortensie

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Eccomi @Almissima , avevo promesso che avrei recuperato almeno in parte la mia latitanza durante lo scorso MI, in cui non avevo fatto commenti per mancanza di tempo. Riprendo dal tuo, perché è il racconto che avevo votato come migliore e anche adesso, a distanza di qualche settimana, rimango del mio parere.
Dal punto di vista del linguaggio non ho trovato nessun inciampo. 
Mi è piaciuto il fatto che i protagonisti del racconto non siano mai chiamati per nome. Non so se lo hai fatto apposta, ma mi è sembrata una scelta ottima, perché in questo modo hai permesso a tutti coloro che leggono il racconto di identificarsi con un personaggio o con l'altro. 
Da tutto il testo traspare una grande semplicità, come sono poi certe relazioni nate in quel periodo della vita. Magari non si sa come comportarsi perché è tutto nuovo, ma è proprio questo non sapere che rende il tutto al tempo stesso semplice e spontaneo. 
Ho apprezzato anche il modo in cui hai inserito la boa; non so se le ortensie siano dei fiori diffilici da trattare (diciamo che più che avere il pollice verde, il mio è marrone scuro tendente al nero), ma il paragone che fa il ragazzo è inserito bene nel resto della storia. Mi è sembrato giusto anche l'inserimento del flashback e il fatto che il ricordo sia vivido ma non malinconico e che bastino pochi elementi per farsi trasportare dalle emozioni. Non importa l'età (e infatti l'età della protagonista nel presente non viene resa nota), certe emozioni e sensazioni rimangono le stesse e non sbiadiscono, e meno male.
(mentre scrivevo mi è venuto in mente che anch'io tempo fa mi sono presa una cotta per un ragazzo che suonava il corno al Conservatorio. In effetti mi tirò un due di picche clamoroso, ma ebbe il pregio di insegnarmi qualche elemento teorico di come si guida, facendomi fare bella figura quando poi iniziai a studiare per la patente. Quindi, dai, nonostante il due di picche tramite biglietto, ha fatto anche qualcosa di utile  :D )
Tanto la notte capirà: http://www.argentovivoedizioni.it/scheda.aspx?k=capira
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)

Re: [MI164] Ortensie

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Ciao @Almissima 

E’ davvero molto bello questo prologo iniziale:

“Le ortensie sono fiori complessi. Non si capisce come facciano a diventare così tondi senza alcuna costrizione.
Stanotte ha piovuto. Il sole scalda la terra umida. Gli effluvi della salvia, del basilico e dei fiori di lillà profumano l’aria. Si sente anche una nota di gelsomino.
Come tutte le mattine si siede a fare colazione in giardino. La sua poltroncina preferita di fianco al tavolino in finto rattan. Tutto molto comodo ed elegante.
Sono trent’anni ormai che inizia la giornata così.”

Riesci a comunicare visivamente tutte le sensazioni fisiche e interiori legate alla magia di questo momento mattutino della protagonista.
Non hai scritto una sola parola per descriverne la figura, ma riusciamo già a materializzarla davanti ai nostri occhi, immaginarne il tipo fisico, l’aria pacata e serena di un’anziana donna che sa godere dei piccoli piaceri quotidiani della sua vita.
La vediamo come una signora sobriamente elegante, che mostra ancora i tratti di una bellezza giovanile che le rughe e il tempo non hanno cancellato.
Possiede sensibilità e gusto per il bello, che esprime nelle cose che la circondano, nel soffermarsi a speculare sul miracolo naturale che si compie nella perfezione di un fiore.

La tua storia procede, con mano felice e attraente alla lettura, nel farci parte dei suoi ricordi di adolescente all primo amore.
Un amore estivo, pieno di poesia e trepidazioni che quasi tutti noi abbiamo vissuto a quell’età, col nostro bagaglio d'incetezze, di pudori, di ansia e desiderio di scoperta nell’avvicinarci all’esperienza del nostro primo bacio.

“Le labbra si appoggiano le une sulle altre, lui le apre un poco e con una punta di lingua si fa strada. Lei pensa di morire seduta stante, che le labbra sono morbide nonostante il callo del corno, si sente le gambe cedere e mentre fa i conti con un mare di nuove sensazioni, non può fare a meno di pensare che ha dato il suo primo meraviglioso bacio al gusto di brooklyn alla menta.
È un bacio eterno, di quelli che fermano il tempo. Lui le appoggia una mano sul petto “Hai il cuore impazzito.” Per fortuna sono abbracciati, lei non avrebbe il coraggio di guardarlo negli occhi, si vergogna di quello che prova, che vorrebbe essere baciata ancora e ancora.”

Davvero fresco questo tuo racconto, come lo è un mattino di primavera, leggero e intenso, intriso di una nostalgia non dolorosa come talvolta accade nel rivivere momenti felici della nostra età più verde, ma dolce invece, con una chiusura che invita a mantenere viva la nostra capacità interiore di emozionarci.
Di saper ancora, a dispetto degli anni, di lasciarci incantare dalla bellezza e dalla perfezione di un fiore.

Ottima prova di scrittura, complimenti.
Un abbraccio e a presto rileggerti.  <3

Re: [MI164] Ortensie

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Ciao @Almissima , ho letto con interesse il tuo racconto a tema: il primo bacio. Di seguito ti scrivo un mio parare spero approfondito, sia perché oggi vorrei postare un racconto, sia perché, naturalmente, spero di esserti utile. Oggi mi voglio esercitare in un modo diverso di commentare, perciò sottolineerò i punti di forza e i punti di debolezza della tua storia.

Punti di forza:

- Lo stile. La storia è scritta in uno stile a un tempo scorrevole e piano (nel senso del ritmo che dai alle tue frasi) e, insieme, molto dettagliato. Al lettore riesce facile immedesimarsi nella psicologia della protagonista, una donna di una certa cultura che ripensa a un episodio giovanile, per lei molto importante, con un senso di nostalgia, di rimpianto, ma anche di affetto per un sé del passato che ora non c'è più, ma che è bello rammemorare, almeno, nella luce retrospettiva dell'autobiografia. Perciò lo stile è senz'altro un punto di forza della storia, perché ci aiuta a immedesimarci nella protagonista.

- Contenuto: Come scriverò di sotto, la storia non si distingue, a dire il vero, per originalità, ma il contenuto che riesci a veicolare è comunque interessante. A mio avviso sono ben descritti i riti di passaggio (il giorno in cui è tolto l'apparecchio, l'incontro con gli amici estivi, nel frattempo cresciuti, la dichiarazione d'amore un po' goffa del ragazzo) e danno un senso del progredire della vita del protagonista che, tutto sommato, è universale, e appartiene a a tutti noi. Sempre a livello contenutistico (ma anche stilistico) ho ritenuto interessante da parte tua il fatto che hai spezzato la storia in più punti di vista diversi, quasi a voler rappresentare come, a seconda del punto del tempo in cui la vogliamo guardare, la nostra vita ha significati diversi.

Punti di debolezza:

- Personaggi: se la scrittura della protagonista è ben delineata, sembrano accessori i ruoli degli altri personaggi della storia, che non hanno una vera psicologia. Capisco che si tratta di un racconto di poche battute, ma, almeno, il ragazzo con cui esce la protagonista avrebbe meritato di essere delineato meglio, anziché svolgere semplicemente una "funzione" nella storia. La sua unica (mi pare) linea di dialogo è goffa e irrealistica, anche per un adolescente. Sicuramente potresti dedicare maggiore sforzo nel delineare questo personaggio, se mai deciderai di rimettere mano alla storia.

Originalità: Naturalmente, non tutte le storie "devono" essere originali, però non posso riscontrare in quanto scritto da te un'originalità particolare. Non è per forza un difetto. Anzi, quando si tenta di essere originali a tutti i costi, spesso si ottengono risultati non molto buoni, però volevo segnalarti questo perché magari, quando sottoporrai le tue storie a un editore o a una rivista, potranno chiedersi cosa hanno le tue di "quel qualcosa in più" rispetto alle altre, delle tante che si scrivono. Un consiglio non richiesto, ma che mi sentivo da darti.

Per finire, storia piacevole e interessante, scritto in uno stile molto dettagliato, ma che manca, a mio avviso, di un'adeguata caratterizzazione degli altri protagonisti e di un tocco d'originalità.

Spero di esserti stato utile col mio commento! Ho cercato di scrivere valutazioni che potessero esserti utili, ma, naturalmente, ogni mia critica lascia il tempo che vale.

A presto,
Domenico
https://domenicosantoro.art.blog/
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