[MI 163] Una sneaker nel cielo
Posted: Sun Feb 20, 2022 11:57 pm
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Traccia di mezzanotte: amputazioni
“Pum!”
La vide volare nel cielo; sembrava aver messo le ali e sparì in lontananza verso la sfera aranciata.
Le piccole sneakers, ora con qualche macchiolina rossa, erano la cosa più bella che avesse ricevuto in tutta la sua vita: donate, forse dal cielo, e ora ritornate lassù, anzi ritornata.
Marika non pianse neanche, a differenza del suo compagno di giochi che si dileguò in un istante, prese un bastone e a saltelli, come una gazzella impaurita, ritornò verso casa lasciando una piccola scia a sua insaputa che, a differenza di pollicino la cui meta di partenza era tanto ambita, non avrebbe mai voluto vedere e nemmeno ritornare, su quei drammatici passi.
Si accorse, nel faticoso rientro, di una nube di fumo che proveniva dai paraggi del suo piccolo villaggio. Una nebbia sempre più densa e irrespirabile la fece stramazzare a terra. Ma prima che il suo gracile corpo toccasse il suolo fu sollevata misteriosamente, La foschia iniziò a diradarsi e percepì la sensazione di rivederla, stagliata all'orizzonte verso l'imbrunire.
Si sa che i bambini abbiano sempre avuto il desiderio di volare; e quel sogno infranto le dava almeno un piccolo sollievo: immaginare una parte di sé tra uno stormo di oche migranti o di qualunque altro volatile. E se poi fosse finita in pasto agli avvoltoi, forse il destino si sarebbe compiuto.
Per anni non ha avuto il coraggio di abbassare il capo sulla parte sinistra del corpo, fino a quando le regalarono un altro paio di sneakers. Allora nel suo sguardo riapparve il sorriso e fu felice di ammirarle, sgargianti e scintillanti, con quel profumo di gomma orientale, anche se quella sinistra poteva rimanere dello stesso numero per tutta la vita. E quella corsa straziante, saltellante, di alcuni anni prima, si trasformò in un'elegante, fluttuante movimento di gazzella che corre libera nella savana, e che l'avrebbe portata un giorno, al gradino più alto di quello speciale evento a cinque cerchi.
Traccia di mezzanotte: amputazioni
“Pum!”
La vide volare nel cielo; sembrava aver messo le ali e sparì in lontananza verso la sfera aranciata.
Le piccole sneakers, ora con qualche macchiolina rossa, erano la cosa più bella che avesse ricevuto in tutta la sua vita: donate, forse dal cielo, e ora ritornate lassù, anzi ritornata.
Marika non pianse neanche, a differenza del suo compagno di giochi che si dileguò in un istante, prese un bastone e a saltelli, come una gazzella impaurita, ritornò verso casa lasciando una piccola scia a sua insaputa che, a differenza di pollicino la cui meta di partenza era tanto ambita, non avrebbe mai voluto vedere e nemmeno ritornare, su quei drammatici passi.
Si accorse, nel faticoso rientro, di una nube di fumo che proveniva dai paraggi del suo piccolo villaggio. Una nebbia sempre più densa e irrespirabile la fece stramazzare a terra. Ma prima che il suo gracile corpo toccasse il suolo fu sollevata misteriosamente, La foschia iniziò a diradarsi e percepì la sensazione di rivederla, stagliata all'orizzonte verso l'imbrunire.
Si sa che i bambini abbiano sempre avuto il desiderio di volare; e quel sogno infranto le dava almeno un piccolo sollievo: immaginare una parte di sé tra uno stormo di oche migranti o di qualunque altro volatile. E se poi fosse finita in pasto agli avvoltoi, forse il destino si sarebbe compiuto.
Per anni non ha avuto il coraggio di abbassare il capo sulla parte sinistra del corpo, fino a quando le regalarono un altro paio di sneakers. Allora nel suo sguardo riapparve il sorriso e fu felice di ammirarle, sgargianti e scintillanti, con quel profumo di gomma orientale, anche se quella sinistra poteva rimanere dello stesso numero per tutta la vita. E quella corsa straziante, saltellante, di alcuni anni prima, si trasformò in un'elegante, fluttuante movimento di gazzella che corre libera nella savana, e che l'avrebbe portata un giorno, al gradino più alto di quello speciale evento a cinque cerchi.