[MI 161] Colombe di terra
Posted: Sun Jan 23, 2022 8:47 pm
Traccia di mezzanotte - L'antipatico.
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Joshua e Judas erano due bambini nati e cresciuti assieme nel loro piccolo villaggio di pietra. Al tempo dei giochi della loro età correvano a piedi nudi con gli altri coetanei sulle strade di polvere, delimitate da muri bianchi con piccoli orti e piante da frutto. I bambini erano molti e come si sa facevano chiasso, ma era piacevole sentire le loro grida argentine, vedere le nuvole di polvere sollevate dalle loro corse, contro le quali inveiva qualche vecchio che andava alla sinagoga o qualche donna che accompagnava le figlie al mercato, alcune con il capo già coperto, che guardavano a occhi bassi con un misto di divertimento e invidia i loro coetanei maschi liberi di correre, saltare e urlare.
Ma il tempo passava per tutti e con il suo passare sembrava far calare un’ombra di misteriosa aspettativa, di inquietudine.
I ragazzi cominciavano a cambiare. Quel giorno erano nervosi senza sapere il motivo. Sarebbe passato, pensavano, e intanto continuavano nei loro giochi. Il gruppo di cui facevano parte Joshua e Judas si era avvicinato a un pozzo dove le donne e le bambine andavano ad attingere l’acqua.
Judas si procurò una brocca, la riempì d’acqua e la portò al gruppo. Tutti bevvero qualche sorso, Joshua bevve per ultimo e qualcuno suggerì di utilizzare l’acqua per uno dei loro giochi.
—Facciamo delle colombe di terra!
Lo facevano spesso quando non potevano scorrazzare per le strade del villaggio per via del caldo, impastando terra argillosa con acqua.
—Ma vince sempre Joshua!— disse con un sorriso cattivo Judas.
Risero anche gli altri. Tutti sapevano di cosa era capace Joshua. Si sedettero e si misero a impastare argilla. Judas guardava di nascosto il lavoro di Joshua che impastava e modellava veloce l’argilla. Le colombe sembravano nascere sotto le sue mani. Come sempre.
Judas allungò un piede e disfò una colomba del suo rivale.
Joshua alzò appena gli occhi.
—Perché?— disse cupo.
—Perché volevo farlo. E tu perché… Perché sorridi sempre quando passano i soldati romani a cavallo? Ti piacciono?
Joshua non rispose e ricominciò in silenzio a impastare la terra che fino a poco prima aveva formato la sua colomba. Judas si alzò di scatto, andò verso gli altri ragazzi e incurante delle loro proteste calpestò con rabbia le colombe che stavano fabbricando. Poi ritornò verso Joshua. Rimase attonito nel vedere come in così poco tempo avesse ricostruito la colomba distrutta. E ne aveva fatte tre, perfette, acquattate, come pronte a spiccare il volo. Si avvicinò furioso per calpestarle. Joshua si alzò in piedi, batté le mani; le tre colombe ebbero un fremito levandosi in volo e volteggiando sopra di loro nel cielo azzurro.
I ragazzi risero e saltarono di gioia, erano abituati a vedere Joshua fare quel gioco. Judas ci rimase male, anche se sapeva bene che sarebbe andata così. Sputò a terra con rabbia.
—Sei bravo. Ma io non rido della tua magia. E non rido davanti ai romani!
Si voltò e se ne andò. Un albero dai fiori rosa sembrava guardarlo.
Erano passati tanti anni. Ora Joshua aveva la barba. Anche Judas aveva la barba e piangeva fuori le mura di Gerusalemme.
—Lo sapevi!— gridava camminando nella solitudine.
—Volevo esserti amico! Volevo combattere con te!
Si mise una mano sul volto per asciugare le lacrime, ma la ritrasse inorridito: aveva ancora l’odore dell’argento delle trenta monete che aveva scaraventato a terra nel Tempio, davanti ai sacerdoti.
—Lo sapevi! Sorridevi ai nostri nemici fin da bambino, ci dicevi di non odiarli… Io non volevo crederci. Io volevo combattere i nemici e tu potevi essere il nostro capo! Potevi! Ma io non avevo capito. La tua guerra non è una guerra di spade, di rivolte, di re e di domini su questa terra. Adesso... Adesso ho capito. Troppo tardi, ma ho capito!
Si fermò davanti a un albero. Si levò i sandali sentendo la polvere sotto i piedi, come da bambino.
—E sono cresciuto con te!— urlò disperato rivolto al cielo.
Si arrampicò sull’albero, si legò una fune al collo, assicurò l’altro capo a un ramo robusto. Un attimo prima di buttarsi dall’albero fece in tempo a vedere che sui rami luccicavano tanti piccoli fiori rosa, come lacrime.