[CN2021/R] La "barbona" di Paularo
Posted: Thu Jan 06, 2022 4:38 pm
Il mio commento
Traccia n. 2
Mi piacerebbe tu ascoltassi in loop: Iron & Wine - Flightless Bird, American Mouth
*traduzione dal friulano: “Non è stata una grande perdita, tanto era un ubriacone”
Traccia n. 2
Mi piacerebbe tu ascoltassi in loop: Iron & Wine - Flightless Bird, American Mouth
“Porca miseria, lo avevo capito che la bimbetta era una sveglia, ho fregato tutti, ma non lei”, pensò il vero Babbo Natale non appena ebbe finito di leggere la letterina e telefonò al Polo:
«Hello? Qui Rovaniemi, sono l’elfo Ugo, come posso aiutarti?»
«Ciao elfo Ugo, sono io, ho bisogno di una gentilezza».
«Io chi?»
«Io Babbo Natale, il grande capo, quello rosso, quello vero!»
«Mmhh... Parola d’ordine!»
«Pizza margherita».
«Urca! Scusami grande capo, ma qui è una bolgia, in questi giorni non si capisce niente».
«Non preoccuparti Elfo Ugo, le ferie sono vicine. Per favore, prendi nota: Eva, la bambina Eva di Paularo, anni sette, lentiggini e fossette ha espresso il desiderio di avere una sorpresissimissima».
«Una cosa?»
«Una sorpresissimissima. Una sorpresa grande! Ma grande, grande, hai capito?»
«Sì, segnato. Sorpresa grandissimissima. Ma che regalo vuole?»
«Non lo dice, parla con l’elfo indovino, consultate il libro dei sogni».
«Ok Babbo Natale, consideralo già fatto! Ci vediamo dopo».
Mancavano ancora parecchie ore alla “prima mezzanotte” e il vero Babbo N. si sedette in poltrona, si versò un altro bicchiere di vin brulé e si rimise a guardare se stesso nell’ennesimo film di Natale, cullato dal crepitio del camino e da quella sensazione di leggerezza che ti sa dare un bel bicchiere di vin brulé se fatto bene. Inutile dire che Babbo N. era un campione mondiale di facimento di vin brulé.
Amava il suo lavoro, ma quello sbalzo spazio temporale lo stordiva a tal punto che aveva bisogno di raggiungere costantemente il giusto livello di pre-intronamento e poi diciamocelo: essere Babbo N. era diventato sempre più complicato. Parcheggiare le renne tra i pannelli solari era un casino, evitare gli spuntoni antipiccione un’impresa titanica. Più di una volta aveva pensato di affidarsi ad Amazon; Amazon gli piaceva, ma poi sarebbe andata a finire che il signor Amazon si sarebbe sostituito a lui… No! Continuare ad essere Babbo N. alla vecchia maniera era un atto di coraggio, era rivoluzione! E pensando a questo aggiunse un altro po’ di vin brulé nel bicchiere.
Nel frattempo al Polo Nord:
«Oh, raga, ha chiamato Lui in persona. Ha chiesto una sorpresa grande grande, ma grandissima per la bimba Eva di Paularo, anni sette, lentiggini e fossette. Passaparola».
«Ok, elfo Ugo e che sorpresa?»
«Non specificato, Lui ha detto di parlare con elfo indovino».
Un altro elfo:
«Oh, raga, ha chiamato Lui in persona. Ha chiesto una sorpresa grandissima, ma grandissima che più grande non si può, anzi, un’e-nor-me sorpresa per la bimba... Passaparola». E così di elfo in elfo fino ad arrivare a elfo indovino che cercò nel libro dei sogni. No, non in quello di Freud, neanche in quello della Smorfia, in un altro che avevano loro a Rovaniemi: sveglia digitale con unicorno, l’atelier di gioielli, Barbie magia delle feste…
«Trovato! Barbie sarà la sorpresa».
«Ma... e-nor-me quanto grande è?», si chiesero gli elfi e l’elfo pratico decretò:
«5 metri».
Lo dissero all’elfo sarto che corse all’emporio a comprare 70 metri di velo bianco glitterato».
«Finito!».
«Neanche argento?»
«Niente, ho giusto 80 metri di boa di struzzo e altri animali. Fuxia».
«Va bene, lo abbinerò a un tubino nero, magari lo svaso sotto. Dammi 10 metri di fodera bianca, devo fare un paio di guanti».
Elfo emporista guardò elfo sarto un po’ titubante, ma si sa che gli stilisti sono matti.
Intanto in officina avevano ricevuto l’ordine di fare una colata di cloruro di polivinile e elastomero, avvertito i pittori di tenersi pronti con i pennelli e elfo parrucchiere era già in allerta.
Alla fine per far uscire quella Barbie dal laboratorio dovettero usare il paranco.
5 metri di Barbie, dentro un tubino nero, svasato, capelli biondi, tacco 12, orecchini, guanti bianchi al gomito e lungo boa fuxia: faceva la sua sporca figura.
«Ossignore», esclamò Babbo N. arrivando non si sa bene da dove. «Chi è questa “barbona”?»
«La sorpresona!», risposero in coro gli elfi.
«Ah, beh», e scoppiò in una sonora risata che coprì la voce di elfo polemico che sussurrò tra sé:
«Eccallà, barbona, sorpresona… sembrano quegli scemi di non ci vuole un pennello grande, ma un grande pennello. Per dipingere serve il colore, altroché pennello!»
«Non c’è più tempo per aggiustare le cose, le cose si aggiusteranno col tempo!», aggiunse Babbo N.
Gli elfi legarono la bambolona al carretto trainato dalle renne e vroom, partirono.
Quella mattina Paularo si svegliò con una “barbona” lunga 5 metri distesa lungo l’asfalto di via Roma.
Bellissima.
Aveva solo un tallone un po’ ammaccato, a furia di sbatterlo sui tetti del mondo.
Il vigile “simpatia Aldo” arrivò a sirene spiegate chiamato da anonimi.
Convinse Eugenia, l’ottantenne, a prestargli due sedie per bloccare la strada a mo’ di transenne.
«A livello prudenziale» spiegò “simpatia” che, avvicinandosi con circospezione alla bambolona vide e lesse il biglietto che "la barbona” teneva con il guanto:
Cara Eva, spero di non averti delusa. Per sempre tuo B.N.
Insospettito, suonò al campanello della casa di Eva; la settenne corse ad aprire e il vigile urlò:
«Chi ti manda questa cosa?»
Lei si spaventò.
Intervenne il padre che sgridò il vigile in malo modo e poi con lo stesso malo modo chiese a Eva: «Chi ti manda questa cosa?»
Eva incredula e tra le lacrime raccontò della letterina e del vicino.
Il vigile disse: «Ci penso io! »
Si recò a grandi passi nella casa a fianco. Venne ad aprire Lui, stanco, sgangherato (perché aveva girato il mondo tutta la notte), puzzante di renne , camini e vin brulé.
«Parlami della lettera!», gli ordinò il vigile.
L’altro bofonchiò qualcosa di incomprensibile e “simpatia” stabilì:
«E’ ubriaco».
Solo Eva si accorse che Babbo N. le faceva l’occhiolino.
«Sarà uno scherzo di quegli stupidi di Ovaro», decretò allora il vigile, «andiamocene a casa a festeggiare il Santo Natale e domani ci penseremo» ma, il barista del paese, che aveva visto già l'affare, si offrì di portarla nel giardino dietro al bar.
«Ho un sacco di posto là, non darà fastidio a nessuno e tu, Eva, potrai venire a trovarla tutte le volte che vorrai». Corse al bar e nel suo blog scrisse: Venghino signori venghino a vedere “la barbona” più grande del mondo.
E in effetti la gente incuriosita cominciò ad arrivare a Paularo, la voce si sparse e, nei fine settimana, la coda per vedere "a barbona” arrivava fino a Tolmezzo. In paese aprirono una trattoria, un albergo, due b&b, il barista cominciò a far pagare il biglietto e Eva pretese la percentuale. Accordata!
"La barbona” aveva così successo che la società Noicamperisti, per farsi pubblicità, ottenne il permesso di costruire il camperone più grande del mondo, poi fu la volta del cavallone, del vespone e l’amministrazione comunale dovette dire basta perché Paularo era finito, non c’era più spazio per sistemare anche la macchinona, il Kenone, il monopattinone e, come tutte le più belle cose… la gente si stancò, la pioggia e il freddo ingrigirono “la barbona”, la neve irrigidì i suoi legamenti e nessuno se prese cura, nemmeno Eva che nel frattempo, grazie ai soldi guadagnati, era andata all’università a Venezia e si sa che chi va a Venezia non torna più in dietro e così ora a Paularo c’è solo un ammasso di cose di plastica, il bar è tornato ad essere quello di sempre, qualcuno è morto… e il vecchio barbuto?
Boh, dal giorno successivo alla comparsa della “barbona” di lui si son perse le tracce.
«No je stade une gran piardite», mormorano in paese, «tant al jere un cjochele».*
Solo Eva sa la verità e tutti gli anni scrive una lettera indirizzata a:
Al mio Babbo Natale
Tähtikuja 1,
96930 Rovaniemi
Lapponia
Finlandia.
E la conclude sempre così: Grazie Babbo Natale per avermi cambiato la vita.
Ah, ora Eva è diventata degustatrice di minestroni e gira l’Italia e il mondo mettendo stellette ai ristoranti e dando la caccia alla ricetta perfetta.
*traduzione dal friulano: “Non è stata una grande perdita, tanto era un ubriacone”