[MI160] E Luce sia
Posted: Sun Dec 12, 2021 9:54 pm
Traccia di mezzanotte. Blackout
Niente può fermare la vita di una città come quella abitata da gente che conosce l'arte di arrangiarsi.
I mercati del rione sanità sono gremiti sino a sera. Fiumi di denaro contante passano di mano in mano con grande felicità dei bancarellari. I centri commerciali sono chiusi da ben due settimane a causa del blackout e una marea di persone bisognose di ogni sorta di generi alimentari e non, si accalcano sfidando borseggiatori e truffatori. Con le banche chiuse, i bancomat che non erogano niente, il pagamento tramite carte elettroniche è impossibile.
Il traffico delle auto è sparito e quelle poche che ancora girano, è grazie al mercato nero della benzina. Ma Francesco, detto Patacca, classe 1950, ha tirato fuori la vecchia carrozza in disuso con cui portava all'altare gli sposi e dopo averla ripulita, l'ha adibita al trasporto delle persone. Si è fatto imprestare “ Ciuffo”, l'ormai vecchio ronzino dal suo amico Dario con cui divide spese e guadagni.
Esegue la tratta verso Piazza del Plebiscito assieme al nipote Pietruccio:
“Zio! Ciuffo sta a cacà di nuovo!!”.
“Ancora? Per la miseria!
Nel mentre Daniele con Pinuccio stanno organizzando il colpo della sera: scassinare la serranda del garage e rubare la 500 FIAT all'interno custodita. Si sono portati appresso un litro di benzina poiché sanno che l'auto è ferma senza un goccio di carburante nel serbatoio.
Anche Antonio è in agitazione: alla moglie Rita si sono rotte le acque e si dispera. Lui esce sul balconcino di casa e si mette a strillare: “o'criature sta nascendo! Chiamate l'infermiera!”
La richiesta d'aiuto viene ripresa dalle donne che richiamate dalle grida a loro volta rilanciano il messaggio che prende a rimbalzare nei stretti vicoli. L'ospedale è troppo lontano e auto in giro funzionanti non ve ne sono.
Anche Mariuccia è lontana dal luogo dove Rita è in pieno travaglio. Viene raggiunta da un ragazzino in bicicletta che l'avvisa della donna che sta per partorire. Realizza che per arrivare sul posto ci vuole almeno un'ora e si domanda come fare per arrivare in tempo utile. Prende ad allungare il passo lungo la strada senza illuminazione che data l'ora di tarda sera è deserta. Pensa alla povera donna che ha scelto un brutto momento per partorire. Sa bene di non poter chiamare nessuno, tanto i cellulari neanche funzionano. Spera di poter incrociare qualcuno in auto per darle un passaggio.
Ma ecco apparire dal fondo della via una carrozza trainata da un cavallo. Mariuccia non esita a mettersi in mezzo alla strada per bloccarla. Francesco, detto Patacca, tira le redini per fermare Ciuffo, che molto volentieri, ferma il suo trottare.
“Ma vuole farsi ammazzare?” esclama, mentre Mariuccia gli spiega la situazione d'emergenza. Patacca non è per niente intenzionato a portarla dov'è richiesta. Dice che è impegnato a portare da tutt'altra parte, le persone che hanno pagato la corsa. Mentre discutono animatamente, ecco una faccia sporgersi fuori dall'interno della carrozza per chiedere qual'è il problema. Alla notizia della situazione di emergenza l'uomo invita la donna a salire e ordina a Patacca di dirigersi nel luogo indicato. All'interno, Massimiliano, Federico e Karim parlano con la donna che a sua volta, non può fare a mano di notare i vestiti eleganti dei tre. Massimiliano le spiega che dato che è la sera di vigilia di Natale stanno andando a una festa.
Sanno bene del momento di blackout e delle difficoltà che molte persone stanno vivendo ma loro non ci possono fare niente. Mariuccia neanche risponde per non sembrare irrispettosa o per non avanzare alcun rimprovero e pensa: “beati voi giovani”. Ma tra i tre si accende la discussione su cosa sarebbe meglio fare: “io direi di andare a dare una mano alla nostra amica con le doglie: che ne pensate? Sarebbe il nostro primo intervento da neolaureati in medicina che facciamo e per giunta la notte di Natale!” esclama Massimiliano. “Ma sì! Facciamolo! Il dovere prima di tutto”. Ed ecco che sono arrivati a destinazione e Mariuccia è veloce a scendere dalla carrozza. Conosce molto bene il rione sanità per averci vissuto la sua infanzia e averci messo casa.
Anche se poi dovette trasferirsi in periferia non si è dimenticata dei suoi ex vicini.
Una voce da un balcone gli grida” Corri Mariù! Rita, la figlia di Lella sta con le acque rotte e si dispera!”.
A sentire quel nome, Francesco detto Patacca, ha un sussulto: “Per San Gennaro! Ma è la figlia di mia sorella! Sapevo che aspettava ma che stesse lì per lì!”.
L'esercito di salvatori si catapulta dentro la casa di Antonio, che sorpreso di quanta gente venuta per soccorrere la moglie prende a piangere.
“ Ho avuto paura per Rita e il bambino, madonna mia! Ma chi lo diceva che proprio in questo casino succedesse di queste doglie! I dottori avevano detto che se ne parlava a fine mese o inizio dell'anno prossimo!”.
La camera da letto viene adibita a sala parto. I tre amici si sono messi in camicia e tirato su le maniche. Mariuccia è corsa a mettere la pentola sul fuoco per scaldare l'acqua. Antonio esegue gli ordini e tira fuori asciugamani e panni di ogni genere. La situazione sembra seria. Rita da quel che si rileva ha il bambino in posizione podalica.
I quattro cercano di far ruotare il bambino nella posizione cefalica: sono minuti di ansia.
Rita si dispera e si lamenta ma qualcuno la conforta e incoraggia.
Il vicinato è tutto lì ad ascoltare le voci che provengono dalla casa di Antonio e molti sono già sull'uscio impazienti. Arrivano pure Daniele e Pinuccio che si sono liberati prima del previsto, avendo rinunciato a fare il colpo del furto della 500. Si catapultano dentro casa e incontrano lo zio Francesco, detto Patacca e il cugino Pietruccio. Il silenzio sembra scendere per dare spazio a quello che ben presto si dovrebbe sentire. Si è fatta mezzanotte e neanche pochi secondi ecco un possente vagito annunciare la nascita del nuovo arrivato.
Un urlo di gioia investe la casa che prende a propagarsi per tutto il vicinato.
Dentro la camera da letto piangono quasi tutti dalla commozione. La madre Rita, papà Antonio, Mariuccia e i tre amici si congratulano. Tra ringraziamenti vari e gli auguri di Natale qualcuno stappa le bottiglie di spumante e tutti si danno alla gioia.
Sarà la magia del Natale che ha trasformato quella sala parto improvvisata in una camera povera di un alloggio di Nazaret? Rita madida di sudore guarda con tanto amore la sua bambina. A fianco di lei Antonio che anche lui non ha occhi che per lei. I tre amici e Mariuccia si accingono a scrivere il certificato di nascita. Come la chiamate? Chiede Massimiliano. “ Volevamo chiamarla Maria Luce ma con questo blackout mi pare fuori luogo” dice Antonio con un filo di voce. La luce? Quella che manca? Ma sì! Questa bimba ve ne porterà tanta in sostituzione!” Dice Massimiliano.
Ma Antonio ribatte. Parla di quella luce elettrica che da casa sua manca ancor prima del blackout.
Confessa di che gliel'hanno staccata per morosità due settimane prima. Parla del lavoro perso presso dove lavorava e che era a ridosso della produzione della Whirlpool: i primi ad andare a casa sono stati loro e senza neanche avere disoccupazione.
Ma allora chiamatela Maria Sole. Il sole è una bella fonte di luce e come dite voi napoletani “ il sole è tutto! Il sole mio che sta a fronte a me! E che ti riscalda gratuitamente tutto l'hanno!
I tre amici a questo punto si disfano di orologi, anelli e portafogli e li posano sul letto.
“ Dato che noi in questo momento ci sentiamo padrini di questa bimba, vogliate accettare questo aiuto, anche se sappiamo che avrete una vita difficile per l'impegno economico che vi aspetta.”
Antonio è commosso: “questo blackout finirà prima o poi. Questo periodo buoi finirà! Da oggi noi sappiamo cosa illuminerà le nostre giornate. Adesso guarda Rita e allunga delicatamente la mano verso la testolina pelata della figlia.
“ Io ho deciso che la chiameremo Maria Luce! E luce sia.”
Niente può fermare la vita di una città come quella abitata da gente che conosce l'arte di arrangiarsi.
I mercati del rione sanità sono gremiti sino a sera. Fiumi di denaro contante passano di mano in mano con grande felicità dei bancarellari. I centri commerciali sono chiusi da ben due settimane a causa del blackout e una marea di persone bisognose di ogni sorta di generi alimentari e non, si accalcano sfidando borseggiatori e truffatori. Con le banche chiuse, i bancomat che non erogano niente, il pagamento tramite carte elettroniche è impossibile.
Il traffico delle auto è sparito e quelle poche che ancora girano, è grazie al mercato nero della benzina. Ma Francesco, detto Patacca, classe 1950, ha tirato fuori la vecchia carrozza in disuso con cui portava all'altare gli sposi e dopo averla ripulita, l'ha adibita al trasporto delle persone. Si è fatto imprestare “ Ciuffo”, l'ormai vecchio ronzino dal suo amico Dario con cui divide spese e guadagni.
Esegue la tratta verso Piazza del Plebiscito assieme al nipote Pietruccio:
“Zio! Ciuffo sta a cacà di nuovo!!”.
“Ancora? Per la miseria!
Nel mentre Daniele con Pinuccio stanno organizzando il colpo della sera: scassinare la serranda del garage e rubare la 500 FIAT all'interno custodita. Si sono portati appresso un litro di benzina poiché sanno che l'auto è ferma senza un goccio di carburante nel serbatoio.
Anche Antonio è in agitazione: alla moglie Rita si sono rotte le acque e si dispera. Lui esce sul balconcino di casa e si mette a strillare: “o'criature sta nascendo! Chiamate l'infermiera!”
La richiesta d'aiuto viene ripresa dalle donne che richiamate dalle grida a loro volta rilanciano il messaggio che prende a rimbalzare nei stretti vicoli. L'ospedale è troppo lontano e auto in giro funzionanti non ve ne sono.
Anche Mariuccia è lontana dal luogo dove Rita è in pieno travaglio. Viene raggiunta da un ragazzino in bicicletta che l'avvisa della donna che sta per partorire. Realizza che per arrivare sul posto ci vuole almeno un'ora e si domanda come fare per arrivare in tempo utile. Prende ad allungare il passo lungo la strada senza illuminazione che data l'ora di tarda sera è deserta. Pensa alla povera donna che ha scelto un brutto momento per partorire. Sa bene di non poter chiamare nessuno, tanto i cellulari neanche funzionano. Spera di poter incrociare qualcuno in auto per darle un passaggio.
Ma ecco apparire dal fondo della via una carrozza trainata da un cavallo. Mariuccia non esita a mettersi in mezzo alla strada per bloccarla. Francesco, detto Patacca, tira le redini per fermare Ciuffo, che molto volentieri, ferma il suo trottare.
“Ma vuole farsi ammazzare?” esclama, mentre Mariuccia gli spiega la situazione d'emergenza. Patacca non è per niente intenzionato a portarla dov'è richiesta. Dice che è impegnato a portare da tutt'altra parte, le persone che hanno pagato la corsa. Mentre discutono animatamente, ecco una faccia sporgersi fuori dall'interno della carrozza per chiedere qual'è il problema. Alla notizia della situazione di emergenza l'uomo invita la donna a salire e ordina a Patacca di dirigersi nel luogo indicato. All'interno, Massimiliano, Federico e Karim parlano con la donna che a sua volta, non può fare a mano di notare i vestiti eleganti dei tre. Massimiliano le spiega che dato che è la sera di vigilia di Natale stanno andando a una festa.
Sanno bene del momento di blackout e delle difficoltà che molte persone stanno vivendo ma loro non ci possono fare niente. Mariuccia neanche risponde per non sembrare irrispettosa o per non avanzare alcun rimprovero e pensa: “beati voi giovani”. Ma tra i tre si accende la discussione su cosa sarebbe meglio fare: “io direi di andare a dare una mano alla nostra amica con le doglie: che ne pensate? Sarebbe il nostro primo intervento da neolaureati in medicina che facciamo e per giunta la notte di Natale!” esclama Massimiliano. “Ma sì! Facciamolo! Il dovere prima di tutto”. Ed ecco che sono arrivati a destinazione e Mariuccia è veloce a scendere dalla carrozza. Conosce molto bene il rione sanità per averci vissuto la sua infanzia e averci messo casa.
Anche se poi dovette trasferirsi in periferia non si è dimenticata dei suoi ex vicini.
Una voce da un balcone gli grida” Corri Mariù! Rita, la figlia di Lella sta con le acque rotte e si dispera!”.
A sentire quel nome, Francesco detto Patacca, ha un sussulto: “Per San Gennaro! Ma è la figlia di mia sorella! Sapevo che aspettava ma che stesse lì per lì!”.
L'esercito di salvatori si catapulta dentro la casa di Antonio, che sorpreso di quanta gente venuta per soccorrere la moglie prende a piangere.
“ Ho avuto paura per Rita e il bambino, madonna mia! Ma chi lo diceva che proprio in questo casino succedesse di queste doglie! I dottori avevano detto che se ne parlava a fine mese o inizio dell'anno prossimo!”.
La camera da letto viene adibita a sala parto. I tre amici si sono messi in camicia e tirato su le maniche. Mariuccia è corsa a mettere la pentola sul fuoco per scaldare l'acqua. Antonio esegue gli ordini e tira fuori asciugamani e panni di ogni genere. La situazione sembra seria. Rita da quel che si rileva ha il bambino in posizione podalica.
I quattro cercano di far ruotare il bambino nella posizione cefalica: sono minuti di ansia.
Rita si dispera e si lamenta ma qualcuno la conforta e incoraggia.
Il vicinato è tutto lì ad ascoltare le voci che provengono dalla casa di Antonio e molti sono già sull'uscio impazienti. Arrivano pure Daniele e Pinuccio che si sono liberati prima del previsto, avendo rinunciato a fare il colpo del furto della 500. Si catapultano dentro casa e incontrano lo zio Francesco, detto Patacca e il cugino Pietruccio. Il silenzio sembra scendere per dare spazio a quello che ben presto si dovrebbe sentire. Si è fatta mezzanotte e neanche pochi secondi ecco un possente vagito annunciare la nascita del nuovo arrivato.
Un urlo di gioia investe la casa che prende a propagarsi per tutto il vicinato.
Dentro la camera da letto piangono quasi tutti dalla commozione. La madre Rita, papà Antonio, Mariuccia e i tre amici si congratulano. Tra ringraziamenti vari e gli auguri di Natale qualcuno stappa le bottiglie di spumante e tutti si danno alla gioia.
Sarà la magia del Natale che ha trasformato quella sala parto improvvisata in una camera povera di un alloggio di Nazaret? Rita madida di sudore guarda con tanto amore la sua bambina. A fianco di lei Antonio che anche lui non ha occhi che per lei. I tre amici e Mariuccia si accingono a scrivere il certificato di nascita. Come la chiamate? Chiede Massimiliano. “ Volevamo chiamarla Maria Luce ma con questo blackout mi pare fuori luogo” dice Antonio con un filo di voce. La luce? Quella che manca? Ma sì! Questa bimba ve ne porterà tanta in sostituzione!” Dice Massimiliano.
Ma Antonio ribatte. Parla di quella luce elettrica che da casa sua manca ancor prima del blackout.
Confessa di che gliel'hanno staccata per morosità due settimane prima. Parla del lavoro perso presso dove lavorava e che era a ridosso della produzione della Whirlpool: i primi ad andare a casa sono stati loro e senza neanche avere disoccupazione.
Ma allora chiamatela Maria Sole. Il sole è una bella fonte di luce e come dite voi napoletani “ il sole è tutto! Il sole mio che sta a fronte a me! E che ti riscalda gratuitamente tutto l'hanno!
I tre amici a questo punto si disfano di orologi, anelli e portafogli e li posano sul letto.
“ Dato che noi in questo momento ci sentiamo padrini di questa bimba, vogliate accettare questo aiuto, anche se sappiamo che avrete una vita difficile per l'impegno economico che vi aspetta.”
Antonio è commosso: “questo blackout finirà prima o poi. Questo periodo buoi finirà! Da oggi noi sappiamo cosa illuminerà le nostre giornate. Adesso guarda Rita e allunga delicatamente la mano verso la testolina pelata della figlia.
“ Io ho deciso che la chiameremo Maria Luce! E luce sia.”