[MI 158 Fuori concorso] Vola piano

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Commento

Mimma spense il motore e scese dall'automobile. Quella sera, per fortuna, aveva trovato parcheggio vicino all'entrata dell'oratorio, e meno male, perchè, anche senza controllare l'orologio, aveva la sensazione di essere in ritardo.
La strada era illuminata dalla luce lattiginosa di una sera di metà ottobre; qualche passante dall’aria frettolosa percorreva il marciapiede sul lato opposto della strada rispetto al suo, e molte luci ai piani alti delle case erano accese. Si scostò un ricciolo scuro, il solito, che le ricadeva sul lato destro della fronte e si trovò in un attimo davanti al cancello.
Per entrare in oratorio c'erano da sempre due entrate: il cosiddetto cancello di legno, ormai riservato alle attività della scuola, e il cosiddetto cancello di ferro, da cui entravano i componenti di tutti gli altri gruppi. Quando si trovò davanti a quest'ultimo, si accorse che il cancello era chiuso. Perplessa, si fermò sul marciapiede e iniziò a guardarsi attorno, con il libro dei canti sottobraccio.
-Che strano – disse a mezza voce – Ma come mai è chiuso? E dove sono tutti gli altri?
Oltre al coro, che faceva le prove tutti i lunedì, ed era il motivo per cui si trovava lì, c'era spesso un viavai continuo, fra riunioni dei vari gruppi scout e sportivi che si allenavano in palestra. Quella sera, invece, il nulla. Si guardò intorno, lungo la strada, aspettandosi di vedere qualche altro corista in arrivo, ma intorno a sé non c'era nessuno. Anche i passanti che aveva intravisto poco prima, con la coda dell’occhio, dovevano essere rientrati nelle loro abitazioni. Era tutto come al solito, insomma, a parte l’assenza di altre persone nelle sue immediate vicinanze, tanto che per un attimo pensò di avere sbagliato ad appuntarsi la data delle prove sull’agenda, e che quella fosse la loro serata libera.
Mimma si voltò di nuovo verso il cancello, e finalmente qualcosa si mosse. Il meccanismo di apertura automatica entrò in funzione con il solito rumore mastodontico, e il cancello si aprì di quel tanto che bastava per far passare una persona. Non fece in tempo a entrare, però, perchè una figura si affacciò dall'altra parte. Un'amica che lei conosceva bene, alta all'incirca come lei, con i capelli chiari e lisci e un sorriso smagliante.
- Mimma!
-Paola!
Le due donne si abbracciarono, come non facevano da molto tempo.
-Come stai? Non ci vediamo da secoli! Ma... come sei vestita?
Paola infatti indossava una felpa di pile colorata, rosa e verde, un paio di pantaloni lunghi verde scuro e un paio di scarponcini marroni pesanti.
-Sai, ho approfittato della bella giornata, oggi, e sono andata a fare una gita in montagna. Ho fatto un po' tardi, così sono venuta direttamente qui, senza passare da casa.
- Oh, hai fatto proprio bene-  rispose Mimma – E poi, guardati, stai davvero benissimo! Non ti vedo da così tanto tempo che mi sembra di non riconoscerti.
- Beh, lo sai, dopo tutto quello che è successo... non è poi così strano, non trovi? Eppure sono io, te lo assicuro. Canto ancora fra i contralti, molto a orecchio, sai che ho sempre fatto così. Insomma, mi arrangio.
- Che fortuna che hai! Ci hai sempre messo poco a imparare i canti nuovi, al contrario di me. Non so se ne sarò mai capace.
Mimma fece un sospiro, ammirato più che invidioso. Era una persona che non si lasciava andare a sentimenti negativi come l'invidia, e il fatto di rivedere Paola dopo tutti quei mesi la rendeva così contenta che, per un attimo, non riuscì a pensare ad altro.
-Davvero, Paola, te lo devo proprio dire. Sarà perché sono mesi che non ci vediamo, ma sei davvero una meraviglia.
Paola sorrise in modo aperto e spontaneo. Dopo il primo abbraccio, entrambe avevano fatto qualche passo indietro ed erano rimaste a qualche metro di distanza. Mimma era ancora fuori dal cancello, mentre Paola era dall'altra parte.
-Grazie. Sarà... sono successe tante cose in questo periodo. Hai saputo che Guido ha pubblicato un libro sul rapporto tra fede e scienza? Sono così orgogliosa di lui.
Guido era il marito di Paola. Anche lui era impegnato in molte attività legate all'oratorio, e con la moglie aveva fatto molti viaggi in diverse parti del mondo per attività legate alle terre di missione.
-Ah, sì – rispose Mimma con vivacità – L'hanno detto due domeniche fa a Messa. Sarei voluta andare alla presentazione del libro, ma nei giorni scorsi ero così stanca, non mi sentivo proprio bene, e non sono riuscita ad andare.
-Capisco. Ma stiamo parlando solo di me. Tu invece, che mi racconti? Come stai?
-Eh, come ti dicevo, per alcuni giorni non mi sono sentita molto bene. Sarà stato il cambio di stagione, non so. Stamattina, poi, non ti dico: ho sentito un dolore fortissimo dappertutto, che quasi non mi riuscivo ad alzare. Dopo, però, è passato tutto: per fortuna è durato poco.
All’improvviso e per la prima volta da quando si erano incontrate, gli occhi di Mimma furono offuscati da un velo di tristezza. Paola le sorrise comprensiva.
-A che pensi?
-Se entro, se oltrepasso il cancello... non potrò più uscire, vero?
-È così. Ma ti assicuro che il dolore è finito. Scivola via, come l'olio, e da qui in avanti è solo pace. Come dicono i Salmi: è come olio prezioso che scende...
- Ma io avevo ancora tante cose da fare. Doveva venire mia sorella, fra qualche settimana, a portare l'olio nuovo per tutto l'anno dalla campagna, già che siamo in argomento. E i miei nipoti? Sono ancora così piccoli! Come faranno senza di me?
Paola sorrise ancora.
-Non saranno senza di te. Non potranno vederti, certo, come Guido non può vedere me, nemmeno i miei figli, o le ragazze della comunità in Madagascar. Tu però potrai vedere tutti loro, in un modo nuovo. Nemmeno io te lo so spiegare, finchè non ne fai parte non lo puoi sapere. È un mistero, e come tale non si spiega. Devi solo passare il cancello, e cominciare questa esistenza nuova.
-Ma... come mai parli di esistenza? Nonostante come sia andata a finire, tu parli ancora di esistenza?
-Fidati, Mimma, si tratta solo di questo.
-E se non ne fossi all'altezza?
-Lo sei. Il cancello si sarebbe aperto comunque. Io ti sono solo venuta incontro. So che non te lo aspettavi, e che è successo tutto da un momento all'altro, ma chi rimane, prima o poi, troverà un senso a questa tua chiamata. E noi non saremo dimenticate, e continueremo a fare cose per chi è rimasto.
-E adesso, cosa succede? Riprendiamo a cantare? Ci sono le prove anche adesso?
-Certo! Dai, entra, ti stanno aspettando.
Mimma non disse altro. Si girò a fissare la strada un'ultima volta, poi raggiunse l'amica. Il soprano e il contralto si abbracciarono di nuovo, mentre il cancello si chiudeva alle loro spalle. Questa volta, in silenzio. 
Tanto la notte capirà: http://www.argentovivoedizioni.it/scheda.aspx?k=capira
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)

Re: [MI 158 Fuori concorso] Vola piano

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Mi faccio un auto commento, perchè sento il bisogno di dare una nota esplicativa breve a chi leggerà. 
Questo racconto è pronto da alcuni giorni, e anzi l'avevo in testa da qualche settimana. Ho aspettato a inserirlo qui per diversi motivi, uno dei quali è perchè continua a non piacermi, nonostante un po' di modifiche. Non lo dico per fare la modesta, sia chiaro, l'ho scritto più che altro come sfogo, e mi rendo conto che scrivere per sfogarsi e basta non è la motivazione giusta. Tutto qui. 
Tanto la notte capirà: http://www.argentovivoedizioni.it/scheda.aspx?k=capira
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)

Re: [MI 158 Fuori concorso] Vola piano

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pale star ha scritto: si aprì di quel tanto che bastava
via quel "di" :)
pale star ha scritto: Un'amica che lei conosceva bene, alta all'incirca come lei, con i capelli chiari e lisci e un sorriso smagliante.
Allora, un consiglio di ordine generale. Sto per suonare duro e antipatico, ma lo faccio con le migliori intenzioni. Ecco: secondo me una descrizione di questo tipo non serve a molto. Non dà al lettore alcun tipo di informazione rilevante. Cosa significa "alta all'incirca come lei"? Con capelli chiari e lisci"? "Sorriso smagliante", poi, davvero no.
Tu scrivi molto bene. E, secondo me, puoi fare molto meglio di così.
Invece di questa descrizione neutrale, perché non usare parole tue? Perché non dire, ad esempio (un esempio stupido, sia chiaro, e tu potrai fare di meglio!) alta come quegli alberi di natale per famiglie che si comprano al supermercato? O, insomma, usare un'immagine che TI PIACE?
Sorriso smagliante: è un'immagine trita e ritrita. Anche qui, usa un'immagine tua. Che so: "Quando sorrideva faceva pensare a quella cazzo di luce dei che i dentisti ti sparano in faccia per stordirti prima di rovistarti in bocca". 
Non so se mi sto spiegando bene. Ciò che intendo, è che per me lettore è importante leggere qualcosa di sincero. E per essere sincero, il testo deve essere qualcosa di tuo. Non so dirlo meglio di così :) 
Spero che tu capisca il senso di questo intervento. Se ti scrivo quanto sopra, è perché penso che tu sia brava, e che tu possa fare meglio di così :) 
pale star ha scritto: Era una persona che non si lasciava andare a sentimenti negativi come l'invidia, e il fatto di rivedere Paola dopo tutti quei mesi la rendeva così contenta che, per un attimo, non riuscì a pensare ad altro.
Eviterei anche parti come questa. Suonano un po' come spiegozzi. Sarebbe meglio se tu ci facessi vedere queste caratteristiche attraverso azioni precise, piuttosto che spiegarle. il classico show don't tell insomma. Che non è una legge sacra, assolutamente, ma aiuta molto a creare connessione tra testo e lettore, secondo me :)



Per il resto, il racconto è scritto molto bene. Hai creato un'atmosfera molto suggestiva, carica di una leggera tensione, che trova scioglimento nel finale. Proverei solo a lavorare un po' sulla scrittura, cercando di dare un tocco personale al tuo racconto.
Spero di esserti stato utile. 
Piaciuto
Ciao

Re: [MI 158 Fuori concorso] Vola piano

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m.q.s. ha scritto: via quel "di" :) Allora, un consiglio di ordine generale. Sto per suonare duro e antipatico, ma lo faccio con le migliori intenzioni. Ecco: secondo me una descrizione di questo tipo non serve a molto. Non dà al lettore alcun tipo di informazione rilevante. Cosa significa "alta all'incirca come lei"? Con capelli chiari e lisci"? "Sorriso smagliante", poi, davvero no.
Tu scrivi molto bene. E, secondo me, puoi fare molto meglio di così.
Invece di questa descrizione neutrale, perché non usare parole tue? Perché non dire, ad esempio (un esempio stupido, sia chiaro, e tu potrai fare di meglio!) alta come quegli alberi di natale per famiglie che si comprano al supermercato? O, insomma, usare un'immagine che TI PIACE?
Sorriso smagliante: è un'immagine trita e ritrita. Anche qui, usa un'immagine tua. Che so: "Quando sorrideva faceva pensare a quella cazzo di luce dei che i dentisti ti sparano in faccia per stordirti prima di rovistarti in bocca". 
Non so se mi sto spiegando bene. Ciò che intendo, è che per me lettore è importante leggere qualcosa di sincero. E per essere sincero, il testo deve essere qualcosa di tuo. Non so dirlo meglio di così :) 
Spero che tu capisca il senso di questo intervento. Se ti scrivo quanto sopra, è perché penso che tu sia brava, e che tu possa fare meglio di così :)  Eviterei anche parti come questa. Suonano un po' come spiegozzi. Sarebbe meglio se tu ci facessi vedere queste caratteristiche attraverso azioni precise, piuttosto che spiegarle. il classico show don't tell insomma. Che non è una legge sacra, assolutamente, ma aiuta molto a creare connessione tra testo e lettore, secondo me :)



Per il resto, il racconto è scritto molto bene. Hai creato un'atmosfera molto suggestiva, carica di una leggera tensione, che trova scioglimento nel finale. Proverei solo a lavorare un po' sulla scrittura, cercando di dare un tocco personale al tuo racconto.
Spero di esserti stato utile. 
Piaciuto
Ciao
Sì, assolutamente, utilissimo, tra l'altro vai a citare proprio certe cose che ho inserito alla fine. Nel non essere contenta, sono andata a fare danni.  :D Come quando fai gli esami all'università con le risposte a scelta multipla, metti una risposta d'istinto, poi torni a rileggere la domanda, fai una gran confusione e vai a correggere la risposta. Peccato che quella messa per prima fosse corretta! 
Tanto la notte capirà: http://www.argentovivoedizioni.it/scheda.aspx?k=capira
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)

Re: [MI 158 Fuori concorso] Vola piano

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pale star ha scritto: Sì, assolutamente, utilissimo, tra l'altro vai a citare proprio certe cose che ho inserito alla fine. Nel non essere contenta, sono andata a fare danni.  :D Come quando fai gli esami all'università con le risposte a scelta multipla, metti una risposta d'istinto, poi torni a rileggere la domanda, fai una gran confusione e vai a correggere la risposta. Peccato che quella messa per prima fosse corretta! 
Eheh sì capisco, ma ci sta. Credo che l'officina qui serva proprio a mettersi in gioco con testi di cui non siamo completamente sicuri.
Uno spazio come questo è un dono. Permette di ricevere consigli che, se uno ha le orecchie per ascoltare, spesso si rivelano utili :)

Re: [MI 158 Fuori concorso] Vola piano

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m.q.s. ha scritto: Eheh sì capisco, ma ci sta. Credo che l'officina qui serva proprio a mettersi in gioco con testi di cui non siamo completamente sicuri.
Uno spazio come questo è un dono. Permette di ricevere consigli che, se uno ha le orecchie per ascoltare, spesso si rivelano utili :)
Giustissimo! Mai fare i primi della classe, sempre mettersi in discussione. 
Tanto la notte capirà: http://www.argentovivoedizioni.it/scheda.aspx?k=capira
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)

Re: [MI 158 Fuori concorso] Vola piano

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@pale star   :)

Ben trovata qui!
Comincio col dirti che, trattandosi di un MI, ancorché fuori concorso, bene avresti fatto a citare la traccia (Rinascita)  per tutti i lettori.
Con te, con questo racconto particolare, inauguro il doppio commento: 
- il primo è quello che faccio man mano che leggo, senza conoscere il finale;
- il secondo, è quello che faccio DOPO che so di tutta la vicenda.
Il tratto in cui mi riconosco, nella tua scrittura, è l'eccedere  nelle virgole. Per assurdo, noto le tue in esubero, ancorché assolutamente corrette, e non le mie quando mi rileggo...
Ad esempio, qui sotto:
pale star ha scritto: Quella sera, per fortuna, aveva trovato parcheggio vicino all'entrata dell'oratorio, e meno male, perchè, anche senza controllare l'orologio, aveva la sensazione di essere in ritardo.
Magari, capovolgendo la sintassi,  qualcuna la puoi sfrondare.

Perché ha l'accento acuto.
pale star ha scritto: Si scostò un ricciolo scuro, il solito, che le ricadeva sul lato destro della fronte e si trovò in un attimo davanti al cancello.
Le descrizioni di particolari fisici no mi sembrano non funzionali.
(ma a una seconda lettura, sì)
pale star ha scritto: c'era spesso un viavai continuo,
è un doppione. Basterebbe: C'era un viavai continuo (non serve "spesso").
pale star ha scritto: Quella sera, invece, il nulla.
Toglierei "invece"
(ma alla seconda lettura lo lascerei)
pale star ha scritto: con il solito rumore mastodontico,
vedrei meglio "disturbante"
pale star ha scritto: Un'amica che lei conosceva bene, alta all'incirca come lei, con i capelli chiari e lisci e un sorriso smagliante.
Invece di tratti fisici, metterei brevemente qualche aspetto del suo carattere e personalità.
(a una seconda lettura, toglierei "alta all'incirca come lei" e cambierei l'aggettivo smagliante con altre parole tue che diano l'idea che le illuminava 
l'espressione.)
pale star ha scritto: sab nov 27, 2021 8:49 ami! Ma... come sei vestita?
Paola infatti indossava una felpa di pile colorata, rosa e verde, un paio di pantaloni lunghi verde scuro e un paio di scarponcini marroni pesanti.
Mi sembrava superfluo
pale star ha scritto: sab nov 27, 2021 8:49 amChe fortuna che hai!
toglierei il doppio "che"
pale star ha scritto: sab nov 27, 2021 8:49 amil fatto di rivedere Paola dopo tutti quei mesi la rendeva così contenta che, per un attimo, non riuscì a pensare ad altro.
capito dopo, ma comunque cambierei con:

... così contenta che in quel momento non riusciva a focalizzare altro.
pale star ha scritto: sab nov 27, 2021 8:49 amStamattina, poi, non ti dico: ho sentito un dolore fortissimo dappertutto, che quasi non mi riuscivo ad alzare. Dopo, però, è passato tutto: per fortuna è durato poco.
All’improvviso e per la prima volta da quando si erano incontrate, gli occhi di Mimma furono offuscati da un velo di tristezza. Paola le sorrise comprensiva.
Qui non capivo, ma dopo sì. Posso dire che hai fatto bene il "passaggio".
pale star ha scritto: sab nov 27, 2021 8:49 amMimma non disse altro. Si girò a fissare la strada un'ultima volta, poi raggiunse l'amica. Il soprano e il contralto si abbracciarono di nuovo, mentre il cancello si chiudeva alle loro spalle. Questa volta, in silenzio. 
Bello il finale!

Brava, @pale star  - mi è piaciuta la delicatezza di questo testo.
Spero che le mie annotazioni ti siano utili. In generale, in questo racconto, tendi a fare molto tell e poco show (come me - ahahah - )  e  metti poco di tuo nelle espressioni. 
Nel mio piccolo, ti consiglio questo: fai dei tuoi modi di dire tra amici la tua "cifra" di autore, per esempio. Metti nel racconto quella metafora, quella similitudine, che li ha fatti ridere in una certa occasione. Mettici un tuo modo di dire, o fai una descrizione personale e originale di un cancello di ferro, o dell'apparire - tra il ricordo e la realtà - di un'antica amica. 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 158 Fuori concorso] Vola piano

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Poeta Zaza ha scritto: @pale star   :)

Ben trovata qui!
Comincio col dirti che, trattandosi di un MI, ancorché fuori concorso, bene avresti fatto a citare la traccia (Rinascita)  per tutti i lettori.
Con te, con questo racconto particolare, inauguro il doppio commento: 
- il primo è quello che faccio man mano che leggo, senza conoscere il finale;
- il secondo, è quello che faccio DOPO che so di tutta la vicenda.
Il tratto in cui mi riconosco, nella tua scrittura, è l'eccedere  nelle virgole. Per assurdo, noto le tue in esubero, ancorché assolutamente corrette, e non le mie quando mi rileggo...
Ad esempio, qui sotto: Magari, capovolgendo la sintassi,  qualcuna la puoi sfrondare.

Perché ha l'accento acuto. Le descrizioni di particolari fisici no mi sembrano non funzionali.
(ma a una seconda lettura, sì) è un doppione. Basterebbe: C'era un viavai continuo (non serve "spesso"). Toglierei "invece"
(ma alla seconda lettura lo lascerei) vedrei meglio "disturbante" Invece di tratti fisici, metterei brevemente qualche aspetto del suo carattere e personalità.
(a una seconda lettura, toglierei "alta all'incirca come lei" e cambierei l'aggettivo smagliante con altre parole tue che diano l'idea che le illuminava 
l'espressione.) Mi sembrava superfluo toglierei il doppio "che" capito dopo, ma comunque cambierei con:

... così contenta che in quel momento non riusciva a focalizzare altro. Qui non capivo, ma dopo sì. Posso dire che hai fatto bene il "passaggio". Bello il finale!

Brava, @pale star  - mi è piaciuta la delicatezza di questo testo.
Spero che le mie annotazioni ti siano utili. In generale, in questo racconto, tendi a fare molto tell e poco show (come me - ahahah - )  e  metti poco di tuo nelle espressioni. 
Nel mio piccolo, ti consiglio questo: fai dei tuoi modi di dire tra amici la tua "cifra" di autore, per esempio. Metti nel racconto quella metafora, quella similitudine, che li ha fatti ridere in una certa occasione. Mettici un tuo modo di dire, o fai una descrizione personale e originale di un cancello di ferro, o dell'apparire - tra il ricordo e la realtà - di un'antica amica. 
Grazie, grazie! Sto prendendo nota delle annotazioni che state facendo (bello l'appunto sulle virgole; in effetti forse ho un po' di horror vacui sull'argomento  :D ) e cercherò di farne tesoro. La cosa importante per me in questo momento è che comunque stia piacendo un racconto che, ripeto, ho scritto per sfogarmi e per auto consolarmi, in generale poco convinta. 
Tanto la notte capirà: http://www.argentovivoedizioni.it/scheda.aspx?k=capira
"Anna, non fare come quelle band che mi parlano del loro secondo disco quando devono ancora pubblicare il primo!" (cit.)

Re: [MI 158 Fuori concorso] Vola piano

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@pale star , ciao!
Mi piace commentare questo tuo racconto per poter partecipare a MI159 in una sorta di circolarità virtuosa (si spera).
Allora: ho letto prima tutto il racconto e poi il tuo auto commento e sì, devo dire che anch'io l'ho trovato meno efficace, ad esempio, di quello per il MI157. Ho avuto la sensazione di un ingaggio personale che influenzava la forma con l'emozione. Quasi come se facessi fatica a staccarti dl soggetto e vederlo con la neutralità utile alla revisione. Sbaglio?
Intendiamoci, in alcuni passaggi ti ho riconosciuta appieno e la trama mi ha sorpreso, non me l'aspettavo proprio, quindi l'insieme è gradevole, ma...
Qualche osservazione puntuale:
-Molto bella l’atmosfera urbana serale che crei all’inizio. Semplice e efficace:
pale star ha scritto: pale starLa strada era illuminata dalla luce lattiginosa di una sera di metà ottobre; qualche passante dall’aria frettolosa percorreva il marciapiede sul lato opposto della strada rispetto al suo, e molte luci ai piani alti delle case erano accese
-Anch'io lotto con l'abbondanza di virgole che, seppur giuste, bloccano il fluire del discorso e rendono le frasi un po' involute: miglioreremo!

- Qui "cancello è una ripetizione:
pale star ha scritto: pale starQuando si trovò davanti a quest'ultimo, si accorse che il cancello era chiuso.
-   Ecco un esempio di inciso (con la coda dell'occhio) che forse spezza il flusso della frase senza dare valore aggiunto rispetto a "intravisto":
pale star ha scritto: pale starAnche i passanti che aveva intravisto poco prima, con la coda dell'occhio, dovevano essere rientrati nelle loro abitazioni.
- idem per questo "insomma":
pale star ha scritto: pale starEra tutto come al solito, insomma, a parte l’assenza di altre persone nelle sue immediate vicinanze, tanto che per un attimo pensò di avere sba..
- anche qui ripeti cancello. Penso che un sinonimo (barriera metallica?) avrebbe potuto essere più efficace:
pale star ha scritto: Mimma si voltò di nuovo verso il cancello, e finalmente qualcosa si mosse. Il meccanismo di apertura automatica entrò in funzione con il solito rumore mastodontico, e il cancello si aprì di quel tanto che bastava per far passare una persona.
- Qui manca di caratterizzazione, secondo me (certo, c'è il tema degli 8-000 caratteri, non lo scordo):
pale star ha scritto: Un'amica che lei conosceva bene, alta all'incirca come lei, con i capelli chiari e lisci e un sorriso smagliante.
-Con questo passaggio, secondo me inizia la parte meno efficace del racconto: i dialoghi:
pale star ha scritto: - Mimma!
-Paola!
A parte che (mio gusto, ovvio), il doppio nome di saluto non mi esalta, ho trovato i dialoghi mediamente poco incisivi, fatti di luoghi comuni più che di "colore" o "narrazione"

- col senno di aver letto tutto, ma se una non può uscire e l'altra non è ancora entrata, come si possono abbracciare? Esattamente sul confine?
pale star ha scritto: Le due donne si abbracciarono, come non facevano da molto tempo.
- questa parte, sempre con il senno del letto, la trovo ingannevole. Forse poteva essere sostituita da un ricordo di loro due insieme? Per caratterizzare e dare spessore:
pale star ha scritto: -Sai, ho approfittato della bella giornata, oggi, e sono andata a fare una gita in montagna. Ho fatto un po' tardi, così sono venuta direttamente qui, senza passare da casa.
DUBBIO: non è che è morta in montagna?

- Bello il momento della presa di coscienza. Semplice ed efficace
pale star ha scritto: All’improvviso e per la prima volta da quando si erano incontrate, gli occhi di Mimma furono offuscati da un velo di tristezza. Paola le sorrise comprensiva.
-A che pensi?
-Se entro, se oltrepasso il cancello... non potrò più uscire, vero?
Beh, mi fermo qui. Non ho ancora letto gli altri commenti per non esserne influenzato, quindi spero di non essere stato ripetitivo!
Spero anche di non essere risultato pedante: posso dire che mentre scrivevo, riflettevo su come certe cose riguardassero anche la mia scrittura. Come dire la  trave nell'occhio, no?

Ciao!

Re: [MI 158 Fuori concorso] Vola piano

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pale star ha scritto:
 e molte luci ai piani alti delle case erano accese.
perché specificare "ai piani alti" ?
pale star ha scritto:  il cosiddetto cancello di legno, ormai riservato alle attività della scuola, e il cosiddetto cancello di ferro, 
perchè "cosiddetto"? Uno era in legno e uno era in ferro (il cosiddetto siggerisce che non fosse né l'uno di legno né l'altro di ferro. 
pale star ha scritto: in arrivo, ma intorno a sé non c'era nessuno.
"a sé" non è del tutto sbagliato, ma superfluo, dà un'immagine di prossimità fisica, mentre solo "intorno" dà un'immagine panoramica.  
pale star ha scritto:  con il solito rumore mastodontico
mastodontico è un aggettivo che si attribuisce a elementi che hanno fisicità, come persone o cose. 



Il tuo racconto ha un suo perché ma ha poca creatività. Altri prima di me si sono già espressi e concordo.
Non voglio risultare antipatica con i piccoli dettagli che ho messo in evidenza, ma conosci qual è il compito di chi deve commentare: siamo in dovere di farlo in tutta onestà. Ho letto la tua precisazione ed è vero, se ci lavori  puoi migliorarlo molto. Ti suggerisco di cercare vocaboli ed espressioni nuove o meno solite che diano un'impronta di ricerca e di lavoro approfondito. Applicandoti sui vocaboli, snellendo descrizioni superflue, che non servono all'economia del racconto vedrai che il testo spiccherà il volo. 


Ciao e alla prossima

Re: [MI 158 Fuori concorso] Vola piano

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L ha scritto: DUBBIO: non è che è morta in montagna?
@L no, semplicemente era una passione che, per forza di cose, aveva dovuto abbandonare. In questo caso doveva diventare un simbolo della sua rinascita, che si è già sviluppata, mentre quella dell'altra amica deve ancora iniziare.
Per il resto, grazie delle annotazioni preziose! Siamo tutti d'accordo che questo non mi sia riuscito granché bene. Fa niente.  (y)
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Re: [MI 158 Fuori concorso] Vola piano

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Adel J. Pellitteri ha scritto: perché specificare "ai piani alti" ?
Per dare un'idea di un allontanamento graduale dal mondo dei vivi. Lei vede ancora quello che era il suo quotidiano, ma inizia ad allontanarsi, appunto come le luci delle case che ci sono, ma a distanza.

Adel J. Pellitteri ha scritto: perchè "cosiddetto"? Uno era in legno e uno era in ferro (il cosiddetto siggerisce che non fosse né l'uno di legno né l'altro di ferro. 
Nel mio pensiero sarebbe dovuto essere un altro riferimento al quotidiano conosciuto dalle protagoniste, una sorta di linguaggio convenzionale che per loro era di uso comune ma che altri non avrebbero capito. 

Adel J. Pellitteri ha scritto: mastodontico è un aggettivo che si attribuisce a elementi che hanno fisicità, come persone o cose. 
Già, ma mi piaceva l'idea di dare fisicità a un rumore. 

@Adel J. Pellitteri grazie per le osservazioni! Ho cercato di spiegare le tue obiezioni perchè mi sono resa conto di avere usato probabilmente un linguaggio troppo chiaro per me e poco per uin lettore estraneo (come ho detto, questa volta ho scritto per sfogo e auto consolazione, parlando più a me stessa che a un lettore potenziale). Forse l'errore principale che ho commesso è stato questo. Grazie!  :)
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Re: [MI 158 Fuori concorso] Vola piano

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Ciao @pale star 
In passato, nel WD, ho scritto anche io qualcosa sul passaggio all’altra vita, mi hai fatto venire in mente di recuperare il testo e ripostarlo. Certo, sono argomenti particolari e ognuno li immagina secondo le sue credenze, la sua fantasia. Inizialmente non si capisce subito di cosa si tratta, ma questo è nell’ordine delle cose penso, nel caso si vada aldilà non ci si rende forse subito conto di quanto sta avvenendo, o forse no, chi può dirlo. L’idea dei due cancelli mi è piaciuta. Ma perché due se se ne apre solo uno? Come se si potesse scegliere mentre invece dovrebbe essere un passaggio unico. Qui però si tratta di passaggi che erano comuni alle due donne nella loro vita quotidiana, forse perché in un certo senso si abituassero, per dire. Viene voglia di sapere chi sono quei passanti che Mimma vede nel suo tragitto, visto che è già morta. Sono morti anche quei passanti? E nel caso, dove stanno andando? Ma sono solo mie curiosità, le possibilità di interpretazione potrebbero essere diverse.
Quando Paola dice a Mimma di essere andata a fare una gita in montagna, visto il suo abbigliamento, ho avvertito una certa stonatura, come se stesse mentendo o comunque non raccontando le cose com’erano. Secondo me, al punto in cui era, anche il suo linguaggio doveva essere staccato dalle cose di questo mondo però, sinceramente, non saprei cosa consigliarti, anche io ho questo dubbio su come e di cosa parlerebbe un’anima già oltre a una appena arrivata. Parrebbe logico che usi ancora immagini della terra, della vita di prima, anche per non spaventare i nuovi arrivati.
Qui Paola dice
pale star ha scritto: Paola sorrise ancora.
-Non saranno senza di te. Non potranno vederti, certo, come Guido non può vedere me, nemmeno i miei figli, o le ragazze della comunità in Madagascar. Tu però potrai vedere tutti loro, in un modo nuovo. Nemmeno io te lo so spiegare, finchè non ne fai parte non lo puoi sapere. È un mistero, e come tale non si spiega. Devi solo passare il cancello, e cominciare questa esistenza nuova.
Queste parole non mi convincono, non sono rassicuranti. Paola è nell’aldilà e certe cose dovrebbe saperle bene, perché parla di un mistero che come tale non si può spiegare?
E qui Mimma:
pale star ha scritto: Ma... come mai parli di esistenza? Nonostante come sia andata a finire, tu parli ancora di esistenza?
-Fidati, Mimma, si tratta solo di questo.
Mi da l’impressione di non essere pienamente credente se ha dubbi su una ulteriore esistenza, per quanto certamente sarà diversa. Parla come se dopo la morte ci fosse il nulla e Paola che cerca di convincerla del contrario con quel “fidati”.
Mimma dovrebbe avere maggiore consapevolezza secondo me, rendersi conto di non essere più in un corpo mortale ma ancora “viva” nel senso che la sua anima vive e chiedersi al limite come sarà questa nuova vita, non avere dubbi se ci sarà una nuova esistenza.
Apporterei qualche correzione di vedute, ulteriori pensieri che però mi rendo conto essere qualcosa di molto soggettivo su un argomento del genere; ognuno vede con la sua sensibilità e convinzione.
Come scrittura nulla da eccepire, scritto bene e i dialoghi fra le due amiche sono un punto di forza, sei molto brava nei dialoghi, io poi, che non sono esperto di dialoghi  al femminile, ho proprio avuto l’impressione di sentire le voci di queste due amiche, anche con le loro diverse tonalità.
A rileggerti, ciao.
 
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
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