[MI 158] Puzzle 2021
Posted: Sun Nov 14, 2021 11:58 pm
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Traccia di mezzanotte: rinascita.
Un occhio di qua e l'altro di là. Così appariva Luca. Gli altri lo guardavano con sguardo perplesso e a lui veniva da sorridere. Poi si rendeva conto che non era tanto divertente o, forse sì, lo era.
Camminava con gli occhi di un camaleonte e nessuno voleva giocare a nascondino con lui.
Un Freaks avrebbero detto. Leggeva contemporaneamente da due libri, uno a destra e l'altro a sinistra senza muovere il capo.
Adorava pomodori e olive che gli venivano offerti attraverso le sbarre di una gabbia o da una botola.
Già, perché un giorno, venne accusato di un fatto ingiurioso, il peggiore che un uomo potesse commettere: aver guardato senza discrezione due bellissime gemelle, fidanzate con i due fratelli boss più spietati della città.
E da quel momento iniziarono le disavventure del ragazzo dagli occhi roteanti.
Fu così che le donne, spaventate da quello sguardo, si rivolsero ai loro boy chiedendo di far sparire quel mostro. Scurzo e Tarzan non persero tempo: raggiunsero Luca e con la cortesia di chi impugna una mannaia insanguinata, lo invitarono a sparire all'istante. Ma non avevano fatto i conti con quella sua bizzarra espressione, e rimasero ipnotizzati da quei bulbi. Se la diedero a gambe per ritornare dopo poco in compagnia di Toniuzzo, detto l'implacabile, che da nulla al mondo fu mai impressionato. Cieco dalla nascita.
Toniuzzo gentilmente, con una scatola di dolci, si rivolse con tono garbato al ragazzo strabico: “Posso offrirti dei biscotti al cioccolato?”
Non ebbe il tempo di finir la frase che Luca si precipitò con i palmi aperti in segno di carità.
“Ormai conosco tutti i vostri punti deboli” disse soddisfatto Toniuzzo porgendogli un biglietto di sola andata per la Tasmania.
“Si dice che la tigre non sia estinta, qualcuno l'ha vista” rispose Luca.
“L'ho sentito anch'io, comunque non è una tigre: è un marsupiale”
“Un canguro?”
Toniuzzo con molta pazienza spiegò la differenza tra mammifero e marsupiale o, meglio, tra placentare e marsupiale. Lui, che non aveva finito le elementari, si era fatto una cultura scientifica non perdendosi nulla degli Angela.
“Dovunque capiti, dì che ti manda Toniuzzo, avrai tutte le porte aperte.”
“Mi dispiace, andrei molto volentieri in Tasmania, ma non posso: domani ho appuntamento dal dentista e temo che ce ne saranno molti altri; devo fare l'isee per il bonus occhi strabici e completare il puzzle da 3000 pezzi iniziato la settimana scorsa”.
“Bello! Che immagine ha il puzzle?”
“Una cartina del mondo del 1614.”
“Posso aiutarti?”
“La vedo un po' dura.”
“Sono uno specialista, riesco a incastrare i pezzi perfettamente anche se non li vedo.”
“Ma in questa scatola ci sono finiti un puzzle di Topolino, uno con le ninfee di Monet, una natura morta di Morandi e uno dei barbapapà”
“Affascinante! Quattro puzzle!”
“Già, che a loro volta ho messo in una scatola dei Minions e poi in un cielo stellato di Van gogh.”
“Comunque ne avrai del tempo per finirli, se non accetti la proposta.”
“Mi dispiace ma devo desistere.
Bong! Un colpo dritto sulla testa, come una catapulta, precipitò su Luca che perse i sensi all'istante. Si ritrovò in una stanza buia con una grata in alto e lo scatolone di puzzle misti in basso.
Stette per molti mesi nutrendosi di pomodori e olive, in abbondanza, poiché incarcerato in quel crocevia dove regnava il caporalato dei san marzano e del cosiddetto oro verde.
Provò a ricomporre i diversi puzzle finiti nello scatolone, anche due contemporaneamente. Ma lo spazio era ristretto e non avrebbe mai potuto distenderli insieme. Non si scoraggiò: le pareti intorno erano libere e si ingegnò per trovare un modo per attaccarli su queste.
Di notte gli faceva puntualmente visita una coppia di lumache che lasciavano vistose scie luccicanti. Provò a raccogliere la bava per vedere se poteva fungere da collante e con sorpresa constatò che i piccoli pezzi restavano attaccati al muro. Ma la quantità di quel legante naturale era troppo poca per fissare migliaia di tessere e con la bava prodotta in una notte riusciva ad attaccarne solo 5 o 6 pezzi alla volta: un'impresa impossibile. Doveva trovare qualcosa per aumentare la quantità di collante. Chiese a Toniuzzo, dopotutto si era dimostrato gentile e ogni volta che doveva fare una ricerca su google con la tastiera in braille e la guida vocale, si entusiasmava.
“La farina! il miglior collante che ci sia!” esclamò Toniuzzo entusiasta per aver soddisfatto la richiesta “Ma a che ti serve?”
“Per attaccare i puzzle al muro.”
“Ma non ce n'era bisogno, se me lo dicevi ti trasferivo in un'altra stanza con un grande tavolo.”
“Grazie, approfitterei ora.”
“Troppo tardi, è occupata con l'ultimo sequestro: una scolaresca.”
“Oh!”
“E se non succede niente entro una settimana potrai divertirti con un altro puzzle: sistemare l'orecchio giusto, al posto giusto, di ogni singolo bambino.”
“Ma sei un mostro!”
“Senti chi parla. Non si può neanche scherzare...figurati che mi impressiono con l'ago della siringa, quasi svengo ogni volta.”
“Ma non eri cieco?”
“Ti svelo un segreto: ci vedo benissimo.”
“Ma allora perché...”
“Per farmi dare la pensione d'invalidità: una premonizione o una dote ereditata? Comunque fin quand'ero nella pancia ho avuto questa intuizione.”
“Sono l'unico a saperlo?”
“Sì.”
“Allora se vuoi che non si sappia in giro, fammi uscire subito.”
“Cosa ti fa pensare che non possa accopparti in quest'istante?”
“Scherzavo, anche tu lo hai fatto.”
Il tempo passava e qualche puzzle iniziava a prendere forma. Poi, avvenne un fatto imprevisto: le due famose gemelle, quelle impressionate dal difetto di Luca, furono improvvisamente afflitte da una forma di strabismo fulminante, tanto che le pupille andarono per proprio conto in direzioni diverse. Questa volta furono i mariti a raccapricciarsi e le rinchiusero in compagnia di quel che era un ragazzo.
“Chi si rivede?” chiese Luca.
“Ti ho già visto, chi sei?” disse una delle due.
“Come chi sono? Guarda i miei occhi.”
“Che c'è di strano, sono uguali ai nostri” risposero “Dove siamo?”
“Nel posto dove mi ci avete mandato.”
“Se lo abbiamo fatto, non dev'essere poi così male, visto che ci siamo finite anche noi. Scusa, dov'è il bagno? E le nostre camere?”
“Vi chiamo il maggiordomo. Toniuzzoooo! Accompagna le signore!”
“Prego, da questa parte.”
“E voilà! Suite numero 36!”
Giunsero in una stanza buia e umida, con un acquitrino putrido sul pavimento, topi che sguazzavano e che si arrampicavano su muri e soffitto.
Le due di fronte a quella visione si diedero una testata a vicenda e stramazzarono a terra.
Toniuzzo inciampò sui loro corpi: “Mai una soddisfazione! Questi giovani d'oggi hanno troppe pretese” commentò.
“Non sono poi così giovani, le avevo conosciute vent'anni fa” si fece sentire Luca dalla stanza accanto.
“Forse è ora di andare in pensione da questo lavoro, un bel chiosco su una spiaggia dei Caraibi per passare la vecchiaia, a vendere olio e vino della mia terra.”
“Toniuzzo! Ma se hai più di ottant'anni!”
“Io? Impossibile, sono nato alla fine della guerra, la prima. Ne ho più di cento.”
“Sì, è ora di andare in pensione.”
“Non vedo l'ora.”
“Cosa aspetti?”
“Non vedo l'ora.”
“Mmm”
“Che ore sono? non vedo l'ora, si dev'essere scaricata la pila.”
“Ora di andare a dormire. Una domanda Toniuzzo.”
“Dimmi.”
“Se sono qui a causa di quelle due, ora, visto che non c'è più la causa, potrei uscire?”
“Lo chiedo al capo.”
“Ma non sei tu il capo?”
“Certo, lo chiedo a me stesso. Sì, puoi uscire. Buona fortuna.”
“Grazie.”
E fu così che Luca rimise piede nella luce. L'idea dell'olio e del vino ai Caraibi lo aveva solleticato...
E quando Toniuzzo poté andarci con lo spirito, le sue terre furono sequestrate per dar vita a una cooperativa di inserimento lavorativo per persone con difficoltà. Luca ne divenne il presidente e le due gemelle redivive il suo braccio destro e sinistro.
Il loro fiore all'occhiello era un vino prodotto da più vitigni con quantità precise e tenute segrete. Quell'annata fu speciale e il nuovo novello lo battezzarono Puzzle 2021.
Traccia di mezzanotte: rinascita.
Un occhio di qua e l'altro di là. Così appariva Luca. Gli altri lo guardavano con sguardo perplesso e a lui veniva da sorridere. Poi si rendeva conto che non era tanto divertente o, forse sì, lo era.
Camminava con gli occhi di un camaleonte e nessuno voleva giocare a nascondino con lui.
Un Freaks avrebbero detto. Leggeva contemporaneamente da due libri, uno a destra e l'altro a sinistra senza muovere il capo.
Adorava pomodori e olive che gli venivano offerti attraverso le sbarre di una gabbia o da una botola.
Già, perché un giorno, venne accusato di un fatto ingiurioso, il peggiore che un uomo potesse commettere: aver guardato senza discrezione due bellissime gemelle, fidanzate con i due fratelli boss più spietati della città.
E da quel momento iniziarono le disavventure del ragazzo dagli occhi roteanti.
Fu così che le donne, spaventate da quello sguardo, si rivolsero ai loro boy chiedendo di far sparire quel mostro. Scurzo e Tarzan non persero tempo: raggiunsero Luca e con la cortesia di chi impugna una mannaia insanguinata, lo invitarono a sparire all'istante. Ma non avevano fatto i conti con quella sua bizzarra espressione, e rimasero ipnotizzati da quei bulbi. Se la diedero a gambe per ritornare dopo poco in compagnia di Toniuzzo, detto l'implacabile, che da nulla al mondo fu mai impressionato. Cieco dalla nascita.
Toniuzzo gentilmente, con una scatola di dolci, si rivolse con tono garbato al ragazzo strabico: “Posso offrirti dei biscotti al cioccolato?”
Non ebbe il tempo di finir la frase che Luca si precipitò con i palmi aperti in segno di carità.
“Ormai conosco tutti i vostri punti deboli” disse soddisfatto Toniuzzo porgendogli un biglietto di sola andata per la Tasmania.
“Si dice che la tigre non sia estinta, qualcuno l'ha vista” rispose Luca.
“L'ho sentito anch'io, comunque non è una tigre: è un marsupiale”
“Un canguro?”
Toniuzzo con molta pazienza spiegò la differenza tra mammifero e marsupiale o, meglio, tra placentare e marsupiale. Lui, che non aveva finito le elementari, si era fatto una cultura scientifica non perdendosi nulla degli Angela.
“Dovunque capiti, dì che ti manda Toniuzzo, avrai tutte le porte aperte.”
“Mi dispiace, andrei molto volentieri in Tasmania, ma non posso: domani ho appuntamento dal dentista e temo che ce ne saranno molti altri; devo fare l'isee per il bonus occhi strabici e completare il puzzle da 3000 pezzi iniziato la settimana scorsa”.
“Bello! Che immagine ha il puzzle?”
“Una cartina del mondo del 1614.”
“Posso aiutarti?”
“La vedo un po' dura.”
“Sono uno specialista, riesco a incastrare i pezzi perfettamente anche se non li vedo.”
“Ma in questa scatola ci sono finiti un puzzle di Topolino, uno con le ninfee di Monet, una natura morta di Morandi e uno dei barbapapà”
“Affascinante! Quattro puzzle!”
“Già, che a loro volta ho messo in una scatola dei Minions e poi in un cielo stellato di Van gogh.”
“Comunque ne avrai del tempo per finirli, se non accetti la proposta.”
“Mi dispiace ma devo desistere.
Bong! Un colpo dritto sulla testa, come una catapulta, precipitò su Luca che perse i sensi all'istante. Si ritrovò in una stanza buia con una grata in alto e lo scatolone di puzzle misti in basso.
Stette per molti mesi nutrendosi di pomodori e olive, in abbondanza, poiché incarcerato in quel crocevia dove regnava il caporalato dei san marzano e del cosiddetto oro verde.
Provò a ricomporre i diversi puzzle finiti nello scatolone, anche due contemporaneamente. Ma lo spazio era ristretto e non avrebbe mai potuto distenderli insieme. Non si scoraggiò: le pareti intorno erano libere e si ingegnò per trovare un modo per attaccarli su queste.
Di notte gli faceva puntualmente visita una coppia di lumache che lasciavano vistose scie luccicanti. Provò a raccogliere la bava per vedere se poteva fungere da collante e con sorpresa constatò che i piccoli pezzi restavano attaccati al muro. Ma la quantità di quel legante naturale era troppo poca per fissare migliaia di tessere e con la bava prodotta in una notte riusciva ad attaccarne solo 5 o 6 pezzi alla volta: un'impresa impossibile. Doveva trovare qualcosa per aumentare la quantità di collante. Chiese a Toniuzzo, dopotutto si era dimostrato gentile e ogni volta che doveva fare una ricerca su google con la tastiera in braille e la guida vocale, si entusiasmava.
“La farina! il miglior collante che ci sia!” esclamò Toniuzzo entusiasta per aver soddisfatto la richiesta “Ma a che ti serve?”
“Per attaccare i puzzle al muro.”
“Ma non ce n'era bisogno, se me lo dicevi ti trasferivo in un'altra stanza con un grande tavolo.”
“Grazie, approfitterei ora.”
“Troppo tardi, è occupata con l'ultimo sequestro: una scolaresca.”
“Oh!”
“E se non succede niente entro una settimana potrai divertirti con un altro puzzle: sistemare l'orecchio giusto, al posto giusto, di ogni singolo bambino.”
“Ma sei un mostro!”
“Senti chi parla. Non si può neanche scherzare...figurati che mi impressiono con l'ago della siringa, quasi svengo ogni volta.”
“Ma non eri cieco?”
“Ti svelo un segreto: ci vedo benissimo.”
“Ma allora perché...”
“Per farmi dare la pensione d'invalidità: una premonizione o una dote ereditata? Comunque fin quand'ero nella pancia ho avuto questa intuizione.”
“Sono l'unico a saperlo?”
“Sì.”
“Allora se vuoi che non si sappia in giro, fammi uscire subito.”
“Cosa ti fa pensare che non possa accopparti in quest'istante?”
“Scherzavo, anche tu lo hai fatto.”
Il tempo passava e qualche puzzle iniziava a prendere forma. Poi, avvenne un fatto imprevisto: le due famose gemelle, quelle impressionate dal difetto di Luca, furono improvvisamente afflitte da una forma di strabismo fulminante, tanto che le pupille andarono per proprio conto in direzioni diverse. Questa volta furono i mariti a raccapricciarsi e le rinchiusero in compagnia di quel che era un ragazzo.
“Chi si rivede?” chiese Luca.
“Ti ho già visto, chi sei?” disse una delle due.
“Come chi sono? Guarda i miei occhi.”
“Che c'è di strano, sono uguali ai nostri” risposero “Dove siamo?”
“Nel posto dove mi ci avete mandato.”
“Se lo abbiamo fatto, non dev'essere poi così male, visto che ci siamo finite anche noi. Scusa, dov'è il bagno? E le nostre camere?”
“Vi chiamo il maggiordomo. Toniuzzoooo! Accompagna le signore!”
“Prego, da questa parte.”
“E voilà! Suite numero 36!”
Giunsero in una stanza buia e umida, con un acquitrino putrido sul pavimento, topi che sguazzavano e che si arrampicavano su muri e soffitto.
Le due di fronte a quella visione si diedero una testata a vicenda e stramazzarono a terra.
Toniuzzo inciampò sui loro corpi: “Mai una soddisfazione! Questi giovani d'oggi hanno troppe pretese” commentò.
“Non sono poi così giovani, le avevo conosciute vent'anni fa” si fece sentire Luca dalla stanza accanto.
“Forse è ora di andare in pensione da questo lavoro, un bel chiosco su una spiaggia dei Caraibi per passare la vecchiaia, a vendere olio e vino della mia terra.”
“Toniuzzo! Ma se hai più di ottant'anni!”
“Io? Impossibile, sono nato alla fine della guerra, la prima. Ne ho più di cento.”
“Sì, è ora di andare in pensione.”
“Non vedo l'ora.”
“Cosa aspetti?”
“Non vedo l'ora.”
“Mmm”
“Che ore sono? non vedo l'ora, si dev'essere scaricata la pila.”
“Ora di andare a dormire. Una domanda Toniuzzo.”
“Dimmi.”
“Se sono qui a causa di quelle due, ora, visto che non c'è più la causa, potrei uscire?”
“Lo chiedo al capo.”
“Ma non sei tu il capo?”
“Certo, lo chiedo a me stesso. Sì, puoi uscire. Buona fortuna.”
“Grazie.”
E fu così che Luca rimise piede nella luce. L'idea dell'olio e del vino ai Caraibi lo aveva solleticato...
E quando Toniuzzo poté andarci con lo spirito, le sue terre furono sequestrate per dar vita a una cooperativa di inserimento lavorativo per persone con difficoltà. Luca ne divenne il presidente e le due gemelle redivive il suo braccio destro e sinistro.
Il loro fiore all'occhiello era un vino prodotto da più vitigni con quantità precise e tenute segrete. Quell'annata fu speciale e il nuovo novello lo battezzarono Puzzle 2021.