[MI148] [MI157] Chardonnay
Posted: Sun Oct 31, 2021 11:33 pm
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Traccia di mezzogiorno: Se ti incontrassi
L'infermiera l'accompagnò per il corridoio fino al numero 314 .
«Non me ne importa un fico secco che è venuta fin qui dall'America. Non è orario di visita» disse risentita «Dunque un quarto d'ora. Non un minuto di più. Ha capito signorina?»
Spalancò la porta, la spinse dentro e la richiuse con un tonfo secco.
La donna sedeva in poltrona davanti a un finestrone affacciato sul parco. A fianco, un tavolino con una bottiglia di Chardonnay e due calici .
«Si sieda» disse «Non perda tempo in convenevoli, la vita è breve. Che vuole sapere?»
Ossuta, colorito grigiastro, capelli radi sul cranio, le avessero chiesto un aggettivo, mummificata sarebbe stato il primo.
«Mi parli di Jo. Sa, fin da bambina…»
«Certo. Tutti vogliono sapere di Jo» prese il calice dal tavolino e lo vuotò «Non mi guardi così. Lo sanno tutti che bevo. Medici, infermieri, tutti. Fanno tanto i severi, ma su questa faccenda chiudono un occhio. Del resto, alla mia età, che servirebbe negarmelo? E poi ho le mie ragioni per bere. Tutti le hanno, non crede?»
«Sono astemia»
«Mi dispiace. La vita dev'essere dura per quelli come voi» prese la bottiglia e riempì il bicchiere «Jo» lo disse a labbra strette, come fosse un'accusa «Una donna con le palle. Si dice così oggi, no?»
«Beh, mi sarei accontentata di fare l'impiegata se non fosse stato… »
«Per Jo, certo. Un faro nella nebbia della sua squallida esistenza»
«Squallida, insomma… sì. Comunque, è stato grazie a lei che sono diventata una scrittrice»
«Ma brava!» dette una sorsata «E quindi scrive. Di cosa, se è lecito?»
«La vita, le cose che sembrano irrilevanti e invece…»
«E invece lo sono» dette una sorsata e si nettò le labbra con la lingua «Il guaio dei vini zuccherini è che non sanno di essere vini. Per questo preferisco lo Chardonnay. È una questione di consapevolezza»
«Signora March, mi dica di Jo. Sono qui per questo»
«Perchè non mi chiede delle altre mie figlie? Tutti lo fanno»
«E che altro c'è da sapere? Suvvia…»
«Che non erano femmine, per esempio»
«No, scusi, in che senso?»
«Che le piccole donne non erano quello che vi è tanto piaciuto credere»
«Aspetti un momento! »
«Posso aspettare quanto vuole. Meg era l'unica femmina. Giallastra, forse il fegato, chissà. Noiosa da vomitare, si levò di torno con un bel matrimonio»
«E le altre?»
«Gli altri. L'avessero scoperto, lo capisce, mi sarebbero andati a morire in guerra come coglioni. Amos, divenne Amy. Non gli è dispiaciuto più di tanto, lo sapevamo. Ha avuto il suo, come dire… riscontro in Francia. Le peintre. Spettacoli d'avanguardia su la Rive Gauche. Sono andata a vederlo una volta. Pennacchi e lustrini. Una dea. Era felice. E andava bene così. »
«E Beth?»
«Beth è morta»
«Non mi basta»
«Se lo faccia bastare»
«Beth, la dolce, la comprensiva, praticamente una santa. Beth!»
«Santa un cazzo» disse e vuotò il bicchiere «Robert, questo era suo il nome, capito? Robert. Me li portava tutti a casa. Perché s'innamorava, il cretino. Ogni volta! E ogni volta era per sempre. E dovevo conoscerli e 'Mamma, stavolta è quello giusto, lo sento' e dopo tre settimane era da capo. E allora la sifilide, quella, non l'amore, quella se l'è mangiato vivo ! »
«Signora March, adesso mi parli di Jo»
«Jo…»
«Jo, spirito libero. L'artista, oltre gli schemi, le regole… Jo»
Lei strinse le labbra. Riempì ancora il bicchiere e lo vuotò d'un fiato.
«Non le fa bene bere così»
«Davvero? Grazie. Non lo sapevo»
«Jo»
Lei guardava fuori dalla finestra. Il volto, una maschera di gesso.
«Non ho molto tempo, signora March»
«E allora vada. Che aspetta?»
«La sua storia. Quella vera»
Lei tirò un gran respiro. Chiuse gli occhi «Certo, quella vera» e un'ombra di sorriso le stese le labbra pallide «A che le servirà, poi? … Mah»
«Vede, Jo è stata fonte s'ispirazione per molte donne. L'idea che si potesse essere se stesse nonostante tutto e tutti è stato un riferimento importante»
«Belle parole, cara. Dove le ha lette?»
«Jo è stata importante, molto importante» abbassò la voce «anche per me»
Lei la guardò «La signora Alcott è stata moto gentile. Forse in modo non del tutto disinteressato ma, in ogni caso, gentile» Si guardò le mani, annuì e risollevò la testa « Ma Fritz Bhaer, professore tedesco di filosofia, questo ha letto, no? Bene, non era quello che è stato scritto» riempì ancora il bicchiere, dette una sorsata e restò a guardare fuori dalla finestra.
«Continui, signora March. La prego»
Lei girò la testa «Ma perché vuole saperlo?»
«Perché una brutta verità è sempre meglio di una bella bugia»
«E questa è una grandissima cazzata, lo sa vero?»
«Per favore»
Lei sospirò «Jo era Jonathan, non so se per lei faccia differenza. Per noi mai. E se quello che aveva nelle mutande potrebbe cancellare quanto ha significato per lei, sappia che non abbiamo molto da dirci»
«Jonathan…»
«Sì. E sappia anche che ci sono guerre che non si combattono con divisa e fucile. E che quella di mio figlio non è stata meno crudele»
«Continui»
«Fritz Bhaer. Jo lo amò perdutamente. Per lui avrebbe venduto l'anima» chiuse gli occhi «E questo fece».
«Dov'è adesso Jo?»
«Piccoli uomini, I ragazzi di Jo, ah! Tutte balle» disse con una smorfia «Non c'è mai stato niente
del genere»
«Cosa allora?»
«Oh, una vita semplice: oppio, assenzio e, il sabato, morfina» si riempì il bicchiere « Poi i soldi che non bastavano e Fritz che gli diceva 'Sei un bel ragazzo, che ti costa?' e allora il marciapiede … Ma lei lo sa quanto è freddo per strada, eh? Lo sa?»
«Posso immaginarlo, d'inverno poi… »
«Anche d'estate, mi creda. Perché è un freddo che nasce dentro, che ghiaccia il cuore. Un freddo che non perdona»
«Ma la scrittura? Il sogno di diventare…»
«Oh scriveva, sì. Non ha mai smesso. E mandava i suoi racconti alle riviste, agli editori. Faceva anticamera sperando di parlare con qualcuno che lo ascoltasse. E un giorno ci riuscì. 'Forse ce l'ho fatta, mamma. È uno che conosco. Stasera lo vedo. Dice che ha una bella novità per me' Sì, lo aveva già incontrato. Ma non in ufficio. Una persona importante, con una reputazione» dette una gran sorsata a occhi chiusi «E così quello lo caricò in macchina, lo portò in una stradina appartata, tirò fuori un coltello e gli aprì il ventre come si fa coi polli»
«E lo ha… ucciso!»
« La reputazione, mia cara»
«E nessuno, la polizia?»
«Scherza? La cosa venne messa a tacere e, nel giro di qualche giorno, del tutto dimenticata»
«Ma è orribile!»
La donna annuì «Forse è per questo che mi lasciano in pace con il mio Chardonnay. Adesso ne vuole un calice?»
«Credo di sì»
Restarono in silenzio a bere e a guardare il giorno che scolorava.
«Signora March, è tempo che vada»
«Aspetti. Ho una cosa per lei»
La donna si alzò, andò ad aprire un vecchio baule e ne tirò fuori un cappello «Ecco. Lo indossi quando scrive. Jo diceva che senza non è la stessa cosa» «Grazie» e fece per andarsene.
«A proposito, cara, qual è il suo nome?»
«John. Ma credo che Jo sia meglio, non crede?»
Traccia di mezzogiorno: Se ti incontrassi
L'infermiera l'accompagnò per il corridoio fino al numero 314 .
«Non me ne importa un fico secco che è venuta fin qui dall'America. Non è orario di visita» disse risentita «Dunque un quarto d'ora. Non un minuto di più. Ha capito signorina?»
Spalancò la porta, la spinse dentro e la richiuse con un tonfo secco.
La donna sedeva in poltrona davanti a un finestrone affacciato sul parco. A fianco, un tavolino con una bottiglia di Chardonnay e due calici .
«Si sieda» disse «Non perda tempo in convenevoli, la vita è breve. Che vuole sapere?»
Ossuta, colorito grigiastro, capelli radi sul cranio, le avessero chiesto un aggettivo, mummificata sarebbe stato il primo.
«Mi parli di Jo. Sa, fin da bambina…»
«Certo. Tutti vogliono sapere di Jo» prese il calice dal tavolino e lo vuotò «Non mi guardi così. Lo sanno tutti che bevo. Medici, infermieri, tutti. Fanno tanto i severi, ma su questa faccenda chiudono un occhio. Del resto, alla mia età, che servirebbe negarmelo? E poi ho le mie ragioni per bere. Tutti le hanno, non crede?»
«Sono astemia»
«Mi dispiace. La vita dev'essere dura per quelli come voi» prese la bottiglia e riempì il bicchiere «Jo» lo disse a labbra strette, come fosse un'accusa «Una donna con le palle. Si dice così oggi, no?»
«Beh, mi sarei accontentata di fare l'impiegata se non fosse stato… »
«Per Jo, certo. Un faro nella nebbia della sua squallida esistenza»
«Squallida, insomma… sì. Comunque, è stato grazie a lei che sono diventata una scrittrice»
«Ma brava!» dette una sorsata «E quindi scrive. Di cosa, se è lecito?»
«La vita, le cose che sembrano irrilevanti e invece…»
«E invece lo sono» dette una sorsata e si nettò le labbra con la lingua «Il guaio dei vini zuccherini è che non sanno di essere vini. Per questo preferisco lo Chardonnay. È una questione di consapevolezza»
«Signora March, mi dica di Jo. Sono qui per questo»
«Perchè non mi chiede delle altre mie figlie? Tutti lo fanno»
«E che altro c'è da sapere? Suvvia…»
«Che non erano femmine, per esempio»
«No, scusi, in che senso?»
«Che le piccole donne non erano quello che vi è tanto piaciuto credere»
«Aspetti un momento! »
«Posso aspettare quanto vuole. Meg era l'unica femmina. Giallastra, forse il fegato, chissà. Noiosa da vomitare, si levò di torno con un bel matrimonio»
«E le altre?»
«Gli altri. L'avessero scoperto, lo capisce, mi sarebbero andati a morire in guerra come coglioni. Amos, divenne Amy. Non gli è dispiaciuto più di tanto, lo sapevamo. Ha avuto il suo, come dire… riscontro in Francia. Le peintre. Spettacoli d'avanguardia su la Rive Gauche. Sono andata a vederlo una volta. Pennacchi e lustrini. Una dea. Era felice. E andava bene così. »
«E Beth?»
«Beth è morta»
«Non mi basta»
«Se lo faccia bastare»
«Beth, la dolce, la comprensiva, praticamente una santa. Beth!»
«Santa un cazzo» disse e vuotò il bicchiere «Robert, questo era suo il nome, capito? Robert. Me li portava tutti a casa. Perché s'innamorava, il cretino. Ogni volta! E ogni volta era per sempre. E dovevo conoscerli e 'Mamma, stavolta è quello giusto, lo sento' e dopo tre settimane era da capo. E allora la sifilide, quella, non l'amore, quella se l'è mangiato vivo ! »
«Signora March, adesso mi parli di Jo»
«Jo…»
«Jo, spirito libero. L'artista, oltre gli schemi, le regole… Jo»
Lei strinse le labbra. Riempì ancora il bicchiere e lo vuotò d'un fiato.
«Non le fa bene bere così»
«Davvero? Grazie. Non lo sapevo»
«Jo»
Lei guardava fuori dalla finestra. Il volto, una maschera di gesso.
«Non ho molto tempo, signora March»
«E allora vada. Che aspetta?»
«La sua storia. Quella vera»
Lei tirò un gran respiro. Chiuse gli occhi «Certo, quella vera» e un'ombra di sorriso le stese le labbra pallide «A che le servirà, poi? … Mah»
«Vede, Jo è stata fonte s'ispirazione per molte donne. L'idea che si potesse essere se stesse nonostante tutto e tutti è stato un riferimento importante»
«Belle parole, cara. Dove le ha lette?»
«Jo è stata importante, molto importante» abbassò la voce «anche per me»
Lei la guardò «La signora Alcott è stata moto gentile. Forse in modo non del tutto disinteressato ma, in ogni caso, gentile» Si guardò le mani, annuì e risollevò la testa « Ma Fritz Bhaer, professore tedesco di filosofia, questo ha letto, no? Bene, non era quello che è stato scritto» riempì ancora il bicchiere, dette una sorsata e restò a guardare fuori dalla finestra.
«Continui, signora March. La prego»
Lei girò la testa «Ma perché vuole saperlo?»
«Perché una brutta verità è sempre meglio di una bella bugia»
«E questa è una grandissima cazzata, lo sa vero?»
«Per favore»
Lei sospirò «Jo era Jonathan, non so se per lei faccia differenza. Per noi mai. E se quello che aveva nelle mutande potrebbe cancellare quanto ha significato per lei, sappia che non abbiamo molto da dirci»
«Jonathan…»
«Sì. E sappia anche che ci sono guerre che non si combattono con divisa e fucile. E che quella di mio figlio non è stata meno crudele»
«Continui»
«Fritz Bhaer. Jo lo amò perdutamente. Per lui avrebbe venduto l'anima» chiuse gli occhi «E questo fece».
«Dov'è adesso Jo?»
«Piccoli uomini, I ragazzi di Jo, ah! Tutte balle» disse con una smorfia «Non c'è mai stato niente
del genere»
«Cosa allora?»
«Oh, una vita semplice: oppio, assenzio e, il sabato, morfina» si riempì il bicchiere « Poi i soldi che non bastavano e Fritz che gli diceva 'Sei un bel ragazzo, che ti costa?' e allora il marciapiede … Ma lei lo sa quanto è freddo per strada, eh? Lo sa?»
«Posso immaginarlo, d'inverno poi… »
«Anche d'estate, mi creda. Perché è un freddo che nasce dentro, che ghiaccia il cuore. Un freddo che non perdona»
«Ma la scrittura? Il sogno di diventare…»
«Oh scriveva, sì. Non ha mai smesso. E mandava i suoi racconti alle riviste, agli editori. Faceva anticamera sperando di parlare con qualcuno che lo ascoltasse. E un giorno ci riuscì. 'Forse ce l'ho fatta, mamma. È uno che conosco. Stasera lo vedo. Dice che ha una bella novità per me' Sì, lo aveva già incontrato. Ma non in ufficio. Una persona importante, con una reputazione» dette una gran sorsata a occhi chiusi «E così quello lo caricò in macchina, lo portò in una stradina appartata, tirò fuori un coltello e gli aprì il ventre come si fa coi polli»
«E lo ha… ucciso!»
« La reputazione, mia cara»
«E nessuno, la polizia?»
«Scherza? La cosa venne messa a tacere e, nel giro di qualche giorno, del tutto dimenticata»
«Ma è orribile!»
La donna annuì «Forse è per questo che mi lasciano in pace con il mio Chardonnay. Adesso ne vuole un calice?»
«Credo di sì»
Restarono in silenzio a bere e a guardare il giorno che scolorava.
«Signora March, è tempo che vada»
«Aspetti. Ho una cosa per lei»
La donna si alzò, andò ad aprire un vecchio baule e ne tirò fuori un cappello «Ecco. Lo indossi quando scrive. Jo diceva che senza non è la stessa cosa» «Grazie» e fece per andarsene.
«A proposito, cara, qual è il suo nome?»
«John. Ma credo che Jo sia meglio, non crede?»