[MI 157] Il calore di un momento
Posted: Sun Oct 31, 2021 10:52 pm
Commento
Traccia di mezzogiorno
Tentai il tutto per tutto avanzando un'obiezione.
«Ma... la canzone dice “poi via di nuovo verso il vento...”»
«Perché, l'assassino non poteva tornare indietro?»
« Sì... ma la canzone non lo dice.»
«Eh, pazienza. Te l'ho detto che nel tuo tempo pensate troppo. Dai, su, non sei contenta? Vedrai che un giorno qualcuno aggiungerà una strofa e parlerà anche di te. Sei già nella storia, come quei due cretini dei gendarmi. Ti ho spiegato che su questa sabbia facevano fatica a muoversi. Stai buona adesso, che non ho voglia di fare fatica.»
E meno male che il pescatore doveva essere uno di poche parole.
Traccia di mezzogiorno
Ci vorrà poco, mi avevano assicurato, questione di un minuto, ed erano stati di parola. Del resto, forse avevano avuto modo di preparare prima tutto quello che serviva. Quando avevo compilato la domanda di iscrizione al concorso di scrittura, infatti, mi era stato chiesto di indicare anche quella preferenza.
La cerimonia di premiazione svanì in un attimo dalla vista, senza che avessi il tempo di stringere le mani che si congratulavano con me per la vittoria. Non riuscii neanche a capire come avessero fatto a mantenere la promessa dell'incontro, nel suo ambiente naturale, con uno dei miei personaggi letterari, se di letteratura si poteva parlare, preferiti. Immaginavo quello che mi sarei trovata davanti agli occhi, lo conoscevo a memoria e pensavo che non ci sarebbero state sorprese. Credevo di essere pronta, insomma, ma stavo dando troppe cose per scontate.
Il fresco piacevole (nella sala della premiazione c'era l'aria condizionata) si sciolse in un sole così giallo da sembrare bianco. Mi misi una mano sulla fronte, come si vedrebbe fare in un film qualsiasi, e lo vidi, a pochi passi di distanza da me. Camminai per raggiungerlo, su una spiaggia fatta di sabbia fine ma un po' sporca. Era seduto, guardava nella mia direzione, ma sembrava non vedermi.
«Buongiorno» dissi io.
Sapevo che era un uomo di poche parole, ma mi sarei aspettata una risposta al mio saluto. Invece niente, si limitò ad alzare lo sguardo e a piantare gli occhi nei miei.
Era proprio come me l'ero immaginato fin dall'infanzia. Aveva la pelle abbronzata e coriacea di chi passa la vita a contatto con sole, acqua e sale, e vestiva in modo essenziale. Aveva una camicia verde scuro, ecco, questa forse era l'unica stranezza. Chissà perché, avevo sempre pensato che fosse vestito di bianco.
«La disturbo? Mi posso sedere?»
Il vecchio indicò con la mano destra una piccola stuoia di fianco a sé, sempre in silenzio. Stava trafficando con un fuoco di dimensioni ridotte, su cui si stava arrostendo del pesce di qualche specie indistinta.
Sentivo il sole scottare sopra di me e attraverso la stuoia, ma ero talmente felice all'idea di essere di fianco a lui che cercavo di non pensarci.
«Però, qualcosa non mi torna» dissi più a me stessa che al vecchio. «Non ci dovrebbe essere l'ombra dell'ultimo sole? Cioè, mi scusi, va bene lo stesso, eh, ci mancherebbe, trovarmi qui con lei è bellissimo. Io però mi aspettavo che ci saremmo visti intorno al tramonto, all'ombra dell'ultimo sole, appunto. Lei è uno dei miei personaggi preferiti, la conosco da sempre... oh, mi scusi, il fatto è che quando sono agitata parlo tanto.»
Il vecchio alzò la testa e mi guardò. Solo allora vidi il solco di cui avevo sentito tanto parlare.
«Cosa vuoi sapere?» chiese finalmente.
«Tanto per cominciare, il solco lungo il viso. Come se lo è fatto?»
«Il solco? Ah, questo? Eh, ma come parli complicata. Non è un solco, è una cicatrice. Niente, me la sono fatta da ragazzo, il morso di un cane.»
«Ah, quindi l'assassino non c'entra niente.»
Il vecchio smise di botto di stuzzicare il fuoco.
«Quale assassino?»
«Ma sì, quello che viene alla spiaggia, ha gli occhi enormi di paura, lei gli offre pane e vino, e non gli chiede chi sia.»
«Sembra che tu sappia molte cose di me.»
«Veramente, sono qui proprio perché ci sono molte cose su di lei che non so. Cioè, lei è il protagonista di una delle canzoni più note del mio tempo, eppure la sua storia non è per niente chiara.»
Il vecchio fece una risata breve.
«Però. Dici che ci sono tante persone che si interessano a me?»
«Assolutamente.»
«Allora te lo chiedo di nuovo, cosa vorresti sapere?»
«L'assassino.»
«Eh.»
«Cioè, arriva questo assassino, lei gli dà da mangiare, poi arrivano due gendarmi a cavallo, le chiedono se lo abbia visto, e...»
«E poi?»
«Eh, e poi cosa succede?»
«Non capisco la domanda.»
«Cioè, sono state fatte moltissime interpretazioni sulla canzone, su di lei e sul finale. Hanno scritto dei libri, su di lei e sul suo creatore. C'è chi l'ha paragonata a Gesù, c'è chi sostiene che la canzone sia una specie di parabola evangelica, che lei si comporti da ribelle nei confronti della giustizia umana. Vorrei sapere se questa è l'interpretazione giusta, cioè se queste erano in effetti le sue intenzioni, e cosa succede in effetti nella canzone e nel finale.»
Il vecchio rise di nuovo.
«Macché Cristo e non Cristo. Voi del vostro tempo pensate troppo.»
La risposta così drastica mi colse del tutto impreparata.
«Cioè, tutte le interpretazioni sul testo della canzone sono sbagliate?»
«Ma certo» e a quel punto iniziò a sembrare quasi arrabbiato. «Io sono solo un pescatore che ha seguito le leggi di ospitalità che tutti conoscono. Se uno straniero ti chiede aiuto, tu glielo dai. Basta, finita lì. Ma tu pensa. E magari, avete anche preso la mia storia come esempio.»
«Eh... sì. Pensi che ci sono anche dei politici, o presunti tali, che la usano come simbolo per le loro campagne elettorali.»
Il pescatore sospirò esasperato.
«Dammi retta, si vive meglio senza tutti questi ragionamenti.»
«Quindi, l'assassino alla fine se ne va, la lascia vivo, e lei continua a fare tutto come sempre?»
«Certo.»
«E i gendarmi se ne vanno, e tutto come sempre?»
«A parte che i gendarmi, a cavallo su questa sabbia, farebbero fatica a muoversi, comunque sì.»
«Incredibile.»
«Un po' di pesce?»
«No, grazie, credo che il tempo a disposizione stia finendo, dovrei tornare nel mio tempo.»
«Ah, davvero? E come farai?»
C'era una nota beffarda nella domanda.
«A pensarci bene, non mi hanno detto come tornare. Aspetto un richiamo da parte loro, un segnale, non so.»
«Forse perché sanno che non tornerai.»
«Come, prego?»
«Ti ho già detto che non hai capito il testo della canzone.»
«Perché?»
Il pescatore sfilò un coltello da sotto la camicia.
«Non hai capito il finale. L'assassino non se ne va. Lui e il vecchio sono d'accordo, da prima che arrivino i gendarmi.» Tentai il tutto per tutto avanzando un'obiezione.
«Ma... la canzone dice “poi via di nuovo verso il vento...”»
«Perché, l'assassino non poteva tornare indietro?»
« Sì... ma la canzone non lo dice.»
«Eh, pazienza. Te l'ho detto che nel tuo tempo pensate troppo. Dai, su, non sei contenta? Vedrai che un giorno qualcuno aggiungerà una strofa e parlerà anche di te. Sei già nella storia, come quei due cretini dei gendarmi. Ti ho spiegato che su questa sabbia facevano fatica a muoversi. Stai buona adesso, che non ho voglia di fare fatica.»
E meno male che il pescatore doveva essere uno di poche parole.