[MI 154] Una dieta

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Il mio commento

Traccia di mezzanotte: la cucina


Sono riuscito a mozzarle la testa di netto.
Un colpo secco e deciso.
Sto diventando bravo.
Che cos'è questo odore?
Cazzo, le cipolle.
Le ricette con lo zucchero sono le più complicate.
Vuoi caramellarle e loro si bruciano.
E in cucina non funziona nemmeno la psicologia inversa, cazzo.
Perché se tu dici: “Ora le faccio bruciare, così si caramellano”. Niente.
Si bruciano ancora di più.
Però sono buone.
Il miglior contorno, a mio avviso.
Il gusto acidulo delle cipolle smorzato dalla dolcezza dello zucchero.
Imbattibile.
È proprio lo zucchero a dare quel di più.
Forse sa di infanzia?
Non mi intendo di tutte quelle puttanate dei ricordi sbloccati, i sapori collegati alle immagini, ma se ci fanno mille teorie su, qualcosa di giusto ci sarà. Chissà.
In fondo amo anche il caramello.
Ma non sono mai riuscito a farlo in casa. Si brucia ogni volta.
Dopo il terzo pentolino con il fondo nero, mia moglie mi ha proibito di provarci ancora.
«Ti prego, abbi pietà. Ti scongiuro.»
Che fastidio.
Mamma mia, che cazzo di fastidio.
Forse mi frega il sudore.
Perché le prime volte credevo di legare male i bavagli, ma oggi mi sono messo di impegno: ho tirato dove dovevo tirare e stretto dove dovevo stringere.
Evidentemente sudano freddo, mugugnano e il bavaglio scende giù.
Ora mi toccherà rimettere le cose a posto, per non sentirlo.
No, non ne ho voglia.
Accendo la tv a un volume più alto e le urla vengono coperte.
C'è il telegiornale.
Una corrispondente sta dicendo qualcosa a quello in studio, che fa dei cenni di assenso e continua a dire: «Raccontaci tutto, Carmen.»
Carmen ha una voce nasale orribile, che in altri contesti avrei odiato, ma in questo caso è davvero perfetta. Un coprente ideale.
C’è un corteo per i diritti delle persone di colore da qualche parte.
«Black lives matter è un movimento partito negli Stati Uniti e, pian piano, è arrivato anche da noi, con qualche mese di ritardo.»
Quanto sei saccente, Carmen.
Hai proprio un tono da maestrina.
Come se nel cazzo di oceano Atlantico ci fosse la tua bella cattedrina, con la tua bella sediolina e questo sì, questo no, questo forse tra qualche mese, quando saranno maturi.
Decide lei le contaminazioni culturali.
«L’uguaglianza fra esseri umani è un fatto, ma per alcuni è ancora un’opinione e questa gente è oggi qui a combattere contro chi è sordo al cambiamento» dice a conclusione.
Forse era questo il sogno di Martin Luther King.
Forse il militante sta applaudendo dalla tomba la nostra corrispondente.
Spengo la tv.
Non ne posso più di queste stronzate.
Guardo Kumar nell’angolo della cucina: è in ginocchio a fianco al mobiletto della macchina del caffè e ha i grandi occhi bianchi sgranati, in netto contrasto con la pelle color ebano.
Ogni atomo del suo corpo ha paura di me.
Nell’angolo opposto c’è Francesca. Ha la pelle bianca come formaggio spalmabile e la testa mozzata, perché davvero le sue urla erano insopportabili.
Ancora devo cucinare e assaggiare entrambi, ma ti posso dire con certezza, cara la mia saccente Carmen, che c’è un abisso di sapore fra le due razze. Una fossa delle Marianne.
E anche fra uomo e donna.
Ne ho mangiati tanti di esseri umani ed è un’esperienza sensoriale completamente diversa.
Che marcino e combattano pure, ma nel mio piatto resteranno sempre due mondi differenti. Che dico, opposti.
«Eccola qua.»
Mi giro di scatto.
C’è mia moglie sulla porta della cucina.
Ha un sorriso soddisfatto.
Con la mano sinistra trascina una donna imbavagliata e legata, che negli occhi ha, se possibile, un terrore maggiore di quello di Kumar, le cui urla stanno diventando ingestibili.
«Ce l’ho fatta» dice mia moglie, completamente sorda ai lamenti infernali che ci circondano.
«È lei…?» chiedo.
Sono spiazzato, perché l’avevo sfidata neppure due giorni fa a rapire Barbara Confettini, la chef più amata d’Italia e ora me la ritrovo incaprettata sul pavimento della cucina.
Mia moglie è della stessa parrocchia di Carmen.
Per lei non riusciamo mai a dare una spinta in più ai nostri pasti. Hanno tutti lo stesso sapore.
«Le cipolle si sono bruciate, eppure ho seguito la ricetta» dico subito, sulla difensiva.
Ma lei è troppo felice per farsi impensierire dal forte odore, che la cappa non riesce a tirare via.
«Tranquillo. Adesso cucinerà lei per noi.»
La donna alle parole di mia moglie sussulta sul pavimento, con un movimento innaturale del bacino, come fosse un serpente che striscia sulla difensiva.
È disorientata e, nonostante mia moglie sia più brava di me a imbavagliare, emette dei gemiti ritmici, perfettamente udibili oltre il panno.
Probabilmente pensava di essere uccisa, ma il fatto che debba dilettarsi con intingoli a base di carne umana non sembra sollevarla.
Mia moglie però ha poca pazienza e non le darà di certo il tempo per metabolizzare il prossimo impiego.
Le toglie il bavaglio, le stringe le guance tra le mani e le si avvicina fino quasi a sfiorarle il naso.
«Adesso io ti slego mani e piedi e tu cucini questi due per noi. Prova anche solo un secondo a non fare ciò che ti dic-»
«La prego, signora! Mi risparmi! La posso pagare! Tutti i soldi che ho! La scongiuro!»
Kumar ha iniziato a urlare come un ossesso e ha interrotto mia moglie proprio mentre dava indicazioni alla Confettini.
E mia moglie odia più di ogni altra cosa essere interrotta mentre sta parlando.
Lascia per un momento la chef e si volta verso l’uomo originario dell’India. Afferra il manico del coltello, con cui ho tagliuzzato le cipolle, e con un unico movimento lo infila nell’occhio destro di Kumar, arrivando fino in fondo e facendo uscire la punta dalla nuca.
«Cristo» dice la Confettini, con un filo di voce, quindi gira la testa per evitare di guardare.
Nella stanza regna di nuovo il silenzio.
«Non capisco come fai, diventano ingestibili» dice mia moglie, voltandosi verso di me.
«Ho letto che la paura irrigidisce i muscoli e rende la carne più gustosa» dico, sperando di trovare subito il link all’articolo che spiega il processo, perché mia moglie è una che esige le fonti.
«È vero?» chiede lei alla chef, con cui ha recuperato lo stretto contatto interrotto da Kumar.
La Confettini non risponde.
Ha un colorito pallido e le labbra che tremano.
«È vera questa cosa della paura, Barbara?»
Il fatto di essere chiamata per nome ha come il potere di risvegliarla.
La donna ha un sussulto e si limita a dire: «No.»
«Perché?» la incalza mia moglie.
«Perché si riempie di adrenalina e si irrigidisce. Almeno funziona così per la macellazione degli animali» farfuglia la chef.
«E questi due cosa ti sembrano? Non sono forse animali?» intervengo.
Mia moglie mi fulmina con lo sguardo e per la prima volta da quando è rientrata in casa il sorriso calmo le scompare dalle labbra.
«Stiamo cercando di mettere a proprio agio la nostra ospite» mi rimprovera e dà un buffetto affettuoso sulla guancia della Confettini.
«Su, su, al lavoro. Sono molto affamata» le dice infine, quindi la slega e la tira su, spingendola con delicatezza verso il piano cottura.
«Cosa ti serve?» chiedo, pronto a passare utensili e condimenti.
«Intanto taglia una bella porzione di coscia dalla donna» risponde mia moglie e sfila il coltello dalla testa di Kumar.
Mentre mi accingo a una bella sfida con il rigor mortis, la Confettini manda in cottura un soffritto di carote e cipolle.
«Perché lo fate?» chiede d’un tratto. Di nuovo con un tono bassissimo. Paura e curiosità si sono unite in un impasto perfetto nella sua voce.  
«È l’unica dieta che ci ha fatto ottenere il peso forma. Siamo rinati. E le abbiamo provate tutte, eh» risponde mia moglie con naturalezza.
«Neppure il veganesimo ha funzionato» dico io, a corollario.
«Ma da quando mangiamo umani ho i capelli più lucenti, la pelle perfetta. Persino le smagliature sono sparite» rincara la dose mia moglie.
La Confettini non parla più e si limita a rosolare la carne che le passo.
Finalmente il puzzo di cipolle bruciate viene coperto da un odore dolciastro, che si diffonde in tutta la cucina.
«Quanto è umami, Barbara? Eh?» chiede mia moglie, ma non riceve risposta.
 
 
 
 

Re: [MI 154] Una dieta

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Quella dei cannibali è la prima idea che mi è passata per la testa leggendo la traccia  :asd: sono contento che qualcuno più bravo di me abbia pensato la stessa cosa
Ho trovato il racconto molto divertente. Mi è piaciuto come hai gestito il flusso di pensieri del protagonista, la tendenza (sua e della moglie) a normalizzare un comportamento mostruoso. L'unica volta che ho pensato d'impulso «questo qui ragiona come un "cattivo"» è stata qui
Loscrittoreincolore ha scritto: «E questi due cosa ti sembrano? Non sono forse animali?»
Oltre al divertimento per la situazione grottesca - parlo dello stesso divertimento che si prova vedendo uno splatter, ad esempio - verso la fine mi ha anche colpito la lucidità con cui mostri proprio il processo di cui parlavo prima. Cioè, l'orrore del racconto non è nel sangue e nella carne (cosa che mi aspettavo, vista anche l'attesa che i pensieri iniziali del protagonista creano), ma l'oggettificazione estrema che l'umano compie nei confronti del proprio simile. Sì, c'è la punch line alla fine, ma è anche inquietante perché per i protagonisti fare a pezzi un'altra persona è una soluzione come un'altra a un problema banale, avere una dieta sana. Penso che la carenza di empatia sia un grosso problema della nostra società, quindi mi ha colpito in modo particolare. E anche la povera chef ne resta shockata, aspettandosi chissà quale motivazione profonda e/o folle: d'altronde, è più semplice antagonizzare qualcuno se si mostra come un pazzo, rispetto che come una persona qualsiasi. E mi piace pensare che, forse per il terrore, forse per altro, alla fine anche lei finirà per condividere i gusti dei due protagonisti.

Tutto sommato lo trovo un testo molto equilibrato tra la componente comica e quella orrorifica  (y)

Re: [MI 154] Una dieta

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Dopo aver letto la prima riga ho pensato a una testa umana.
Mi sono fermata alla quinta e mi sono chiesta perché: pote anche essere la testa di una pecora, di una gallina, di qualsiasi altra cosa di genere femminile.
E da lì in poi ho divorato il tuo racconto con quel brividino di compiaciuto orrore, senza trovare risposta al mio perché.
Rare le coppie che condividono interessi di questo tipo, ma divertente che nemmeno i cannibali sono esenti da certe dinamiche.
Racconto molto bello dall'inizio alla fine che ho letto con grande soddisfazione.

Re: [MI 154] Una dieta

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Caspita! Bello splatter Quentin ti fa un baffo a te! 
Come sempre  mi piace il tono surreale che usi, ma in questo racconto ciò che apprezzo è la motivazione: la dieta perfetta. Non la crudeltà o la patologia psichiatrica o chissà che altro.
Una pratica esigenza cilnica. 
Mi resta una curiosità: che fine farà la chef? Diveggerà piatto o continuerà a cucinare? 
Infine una considerazione : deve essere difficile cucinare carne così…fresca, quindi complimenti alla cuoca! 

Re: [MI 154] Una dieta

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Poeta Zaza ha scritto: Lieta che tu abbia mantenuto la promessa di esserci, @Loscrittoreincolore   :)

Ma il tuo horror è terribile... quindi è ben scritto, ovvio. Però non è il mio genere. :ciaociao:
felice che tu l'abbia apprezzato nonostante non sia il tuo genere, cara <3 considera che io scrivo e leggo horror, ma guai a vedere film del genere! Forse scritti mi fanno meno paura, chissà 😂 grazie del passaggio comunque!

Re: [MI 154] Una dieta

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Mina ha scritto: Quella dei cannibali è la prima idea che mi è passata per la testa leggendo la traccia  :asd: sono contento che qualcuno più bravo di me abbia pensato la stessa cosa
Ho trovato il racconto molto divertente. Mi è piaciuto come hai gestito il flusso di pensieri del protagonista, la tendenza (sua e della moglie) a normalizzare un comportamento mostruoso. L'unica volta che ho pensato d'impulso «questo qui ragiona come un "cattivo"» è stata qui
Oltre al divertimento per la situazione grottesca - parlo dello stesso divertimento che si prova vedendo uno splatter, ad esempio - verso la fine mi ha anche colpito la lucidità con cui mostri proprio il processo di cui parlavo prima. Cioè, l'orrore del racconto non è nel sangue e nella carne (cosa che mi aspettavo, vista anche l'attesa che i pensieri iniziali del protagonista creano), ma l'oggettificazione estrema che l'umano compie nei confronti del proprio simile. Sì, c'è la punch line alla fine, ma è anche inquietante perché per i protagonisti fare a pezzi un'altra persona è una soluzione come un'altra a un problema banale, avere una dieta sana. Penso che la carenza di empatia sia un grosso problema della nostra società, quindi mi ha colpito in modo particolare. E anche la povera chef ne resta shockata, aspettandosi chissà quale motivazione profonda e/o folle: d'altronde, è più semplice antagonizzare qualcuno se si mostra come un pazzo, rispetto che come una persona qualsiasi. E mi piace pensare che, forse per il terrore, forse per altro, alla fine anche lei finirà per condividere i gusti dei due protagonisti.

Tutto sommato lo trovo un testo molto equilibrato tra la componente comica e quella orrorifica  (y)
Ma quale più bravo? Mi fai arrossire 😄 grazie infinitamente per il commento e per le puntuali osservazioni, perché hai saputo cogliere tutto ciò che ho lasciato lungo la strada e ti ringrazio! La mancanza di empatia era ciò su cui puntavo e la chef rimane senza parole, perché c'è una bizzarra coerenza in tutto ciò! Grazie di nuovo <3

Re: [MI 154] Una dieta

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Almissima ha scritto: Dopo aver letto la prima riga ho pensato a una testa umana.
Mi sono fermata alla quinta e mi sono chiesta perché: pote anche essere la testa di una pecora, di una gallina, di qualsiasi altra cosa di genere femminile.
E da lì in poi ho divorato il tuo racconto con quel brividino di compiaciuto orrore, senza trovare risposta al mio perché.
Rare le coppie che condividono interessi di questo tipo, ma divertente che nemmeno i cannibali sono esenti da certe dinamiche.
Racconto molto bello dall'inizio alla fine che ho letto con grande soddisfazione.
Grazie infinitamente per il commento e per il passaggio, cara <3 scrivi cose molto simili e avere il tuo apprezzamento è un onore!

Re: [MI 154] Una dieta

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Cicciuzza ha scritto: Caspita! Bello splatter Quentin ti fa un baffo a te! 
Come sempre  mi piace il tono surreale che usi, ma in questo racconto ciò che apprezzo è la motivazione: la dieta perfetta. Non la crudeltà o la patologia psichiatrica o chissà che altro.
Una pratica esigenza cilnica. 
Mi resta una curiosità: che fine farà la chef? Diveggerà piatto o continuerà a cucinare? 
Infine una considerazione : deve essere difficile cucinare carne così…fresca, quindi complimenti alla cuoca! 
Ciao, Cicciuzza! Che onore <3 felice che anche a te sia piaciuto e sì, cuocere quella coscia deve essere stata un'impresa! La chef vediamo, magari ci faccio un seguito 😂

Re: [MI 154] Una dieta

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Ciao, carissimo, bentrovato! Da te mi aspettavo lo splatter, la vis comica e pure l'abbondanza di "a capo" :D
Questa ben costruita versione cannibale non mi è peraltro apparsa scontata. C'è l'indovinato intermezzo del telegiornale, non mi aspettavo la complicità della moglie, né il rapimento della chef. E che la finalità di tanto horror sia la linea perfetta, va oltre la satira. Meditate gente...
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
Pagina autrice fb: virginialess/21 Blog "Noi nonne": https.//virginialess.wordpress.com

Re: [MI 154] Una dieta

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sefora ha scritto: Ciao, carissimo, bentrovato! Da te mi aspettavo lo splatter, la vis comica e pure l'abbondanza di "a capo" :D
Questa ben costruita versione cannibale non mi è peraltro apparsa scontata. C'è l'indovinato intermezzo del telegiornale, non mi aspettavo la complicità della moglie, né il rapimento della chef. E che la finalità di tanto horror sia la linea perfetta, va oltre la satira. Meditate gente...
Ma grazie! Felicissimo che ti sia piaciuto e che tu abbia colto tra le linee! Grazie davvero <3

Re: [MI 154] Una dieta

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@Loscrittoreincolore bravo.
Hai saputo correggere con intelligenza l'idea un po' scontata della deviazione gastronomica. 
Forse qualche cazzo di troppo appanna l'eleganza complessiva con un che di artificioso, ma quisquilie.
Deliziosa la resa del ménage, quella spezia sadomaso, la glassa naturopatica. 
Un vero gioiellino!
https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/gia ... /mens-rea/
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Re: [MI 154] Una dieta

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aladicorvo ha scritto: @Loscrittoreincolore bravo.
Hai saputo correggere con intelligenza l'idea un po' scontata della deviazione gastronomica. 
Forse qualche cazzo di troppo appanna l'eleganza complessiva con un che di artificioso, ma quisquilie.
Deliziosa la resa del ménage, quella spezia sadomaso, la glassa naturopatica. 
Un vero gioiellino!
Ma grazie! Di cuore <3 felice che sia piaciuto anche a te, cara <3

Re: [MI 154] Una dieta

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Loscrittoreincolore ha scritto: Ne ho mangiati tanti di esseri umani ed è un’esperienza sensoriale completamente diversa.
Ciao @Loscrittoreincolore tutt'altro che incolore. La frase che ho citato sopra la toglierei. Non serve e toglie un po’ di brivido. Non me lo dire che ne hai mangiati tanti, lasciamelo immaginare.

Che horrible coppia! Ho cucinato carne per oggi, ma penso che ripiegherò nell’insalata.
Sorprendente e scellerato come sempre!
😜👍

Re: [MI 154] Una dieta

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Ma ciao! Grazie mille anche a te per il passaggio e per il commento! Felice che ti sia piaciuta questa interpretazione, cara <3
@Monica ha scritto: Ciao @Loscrittoreincolore tutt'altro che incolore. La frase che ho citato sopra la toglierei. Non serve e toglie un po’ di brivido. Non me lo dire che ne hai mangiati tanti, lasciamelo immaginare.

Che horrible coppia! Ho cucinato carne per oggi, ma penso che ripiegherò nell’insalata.
Sorprendente e scellerato come sempre!
😜👍

Re: [MI 154] Una dieta

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@Ciao Loscrittoreincolore!
Ma che bel racconto!
Praticamente l'ho... divorato!
Mi piace e mi convince questa coppia di "buongustai", mi piace il distacco emotivo e la disumanizzazione che li caratterizza.
Molto più inquietante questo che il fatto di uccidere e nutrirsi di esseri umani (ma sono punti di vista...).
Loscrittoreincolore ha scritto: Come se nel cazzo di oceano Atlantico ci fosse la tua bella cattedrina,
Non credo che la sua cattedrina si trovi nell'oceano Atlantico, forse volevi dire al di là.
Anche se manco da un pò, confermo che leggerti è sempre un'esperienza! 

Re: [MI 154] Una dieta

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caipiroska ha scritto: @Ciao Loscrittoreincolore!
Ma che bel racconto!
Praticamente l'ho... divorato!
Mi piace e mi convince questa coppia di "buongustai", mi piace il distacco emotivo e la disumanizzazione che li caratterizza.
Molto più inquietante questo che il fatto di uccidere e nutrirsi di esseri umani (ma sono punti di vista...). Non credo che la sua cattedrina si trovi nell'oceano Atlantico, forse volevi dire al di là.
Anche se manco da un pò, confermo che leggerti è sempre un'esperienza! 
Ma ciao! Grazie per il passaggio e il commento 💙 la cattedrina la intendevo proprio nell'Oceano fra Europa e America a fare da filtro! Quindi nell'esatta metà 😄 grazie, di nuovo, cara 💙

Re: [MI 154] Una dieta

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Ciao @Loscrittoreincolore 
Ho apprezzato questo horror con punte per me quasi di comica naturalezza, proprio la naturalezza con cui hai scritto. Tutto appare così logico, quasi routine casalinga per questa coppia diabolica che l’orrore diventa quasi un piacevole compendio, non fa impressione, si vuole approfondire, complice anche la cipolla caramellata con zucchero…
Pur non amando molto questo genere (ma amo leggere tutto) ti faccio i complimenti per questo pezzo, anche perché sono dello stesso parere del protagonista circa il suo giudizio  alle notizie del telegiornale.
Forse avrei descritto maggiormente la paura della Confettini, come minimo in quella situazione doveva farsela addosso…
L’orrore che intendo io, che tendo talvolta ad accennare, pur essendo sempre orrore è d’altra natura e origine e determinati uomini ne sono vittime e carnefici, vi vengono immersi loro malgrado e alcuni, forse pensando di sfuggirne, ne entrano a farvi parte. A volte, per non impazzire, si arriva fin davanti alle porte dell’inferno. Il risultato è sempre l’assoluto dolore, fino alla follia.
In fondo il mondo d’oggi è assolutamente pervaso da questa follia.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 154] Una dieta

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Alberto Tosciri ha scritto: Ciao @Loscrittoreincolore 
Ho apprezzato questo horror con punte per me quasi di comica naturalezza, proprio la naturalezza con cui hai scritto. Tutto appare così logico, quasi routine casalinga per questa coppia diabolica che l’orrore diventa quasi un piacevole compendio, non fa impressione, si vuole approfondire, complice anche la cipolla caramellata con zucchero…
Pur non amando molto questo genere (ma amo leggere tutto) ti faccio i complimenti per questo pezzo, anche perché sono dello stesso parere del protagonista circa il suo giudizio  alle notizie del telegiornale.
Forse avrei descritto maggiormente la paura della Confettini, come minimo in quella situazione doveva farsela addosso…
L’orrore che intendo io, che tendo talvolta ad accennare, pur essendo sempre orrore è d’altra natura e origine e determinati uomini ne sono vittime e carnefici, vi vengono immersi loro malgrado e alcuni, forse pensando di sfuggirne, ne entrano a farvi parte. A volte, per non impazzire, si arriva fin davanti alle porte dell’inferno. Il risultato è sempre l’assoluto dolore, fino alla follia.
In fondo il mondo d’oggi è assolutamente pervaso da questa follia.
Ciao, caro! E grazie per il passaggio e il commento approfondito! Non c'è attestato migliore di un apprezzamento da parte di chi non ama un genere particolare, perché significa che si è fatto un buon lavoro! Grazie davvero infinitamente 💙

Re: [MI 154] Una dieta

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Ippolita ha scritto: :pop: Ti superi ogni volta, Mattia. Mi hai lasciato così, come l'omino che mangia i popcorn. Che incubo pazzesco. 
Notevole il fatto che riesci sempre a infilare nei tuoi racconti un po' di satira sociale. 
Se smetto di cucinare arrosti e cosciotti dico a mio marito che è colpa tua, @Loscrittoreincolore;)
Grazie per aver partecipato!
Ma grazie a te, cara! Felicissimo che ti sia piaciuto e che tu abbia colto le parti di satira! 💙

Re: [MI 154] Una dieta

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Alba359 ha scritto: Porcazozzetta @Loscrittoreincolore  
 E per fortuna che l'altra mia idea per la traccia di questo contest l'abbiamo bocciata sul nascere, (La morte) era il titolo.
Neanche troppo fuori dalla realtà, alla fine, la saponatrice di Correggio cucinava biscottini col sangue della sue vittime e poi li offriva alle sue clienti.
Bel racconto, complimementi!
Ciao! Felicissimo del tuo apprezzamento e del commento! Grazie di 💙
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