Il maestro

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Commento a "La grande onda" di Edotarg

Quando fu chiaro che c’era da passare parecchi mesi in casa, Ilaria si fece un bellissimo programma: non si sarebbe lasciata andare. Intanto, avrebbe imparato lo spagnolo. Tutti i suoi amici parlavano almeno due lingue, mentre lei si limitava a masticare un inglese scolastico. 
Inoltre, il governo aveva consentito a chi faceva jogging di continuare con la sua attività. Lei decise che ne avrebbe approfittato, per non stare troppo chiusa in casa. Ordinò subito da internet, oltre alle grammatiche di spagnolo, un bel paio di scarpe per il running, di un fiammante viola. Sperò le arrivasse il modello col colore della foto.
C’era poi il problema di Luca. A volte si presentava da lei e faceva il romantico, ma non sembrava intenzionato a qualcosa di serio. Certo, i congiunti potevano farsi visita, ma loro erano tali? Avvicinandosi all’età di trent’anni, la donna cominciava a desiderare qualcosa di più di una semplice avventuretta. E poi, Luca non la convinceva fino in fondo. Sosteneva sempre che le sue attività di merchandising stessero per spiccare il volo, ma poi, alla prova dei fatti, non la portava mai in un ristorante, né le faceva un regalo carino. Ilaria non si considerava una materialista, ma immaginava che l’uomo dei suoi sogni fosse qualcuno che ottenesse i suoi successi. Sì, lo sapeva, lei era soltanto una segretaria in uno studio notarile (e aveva ottenuto quel lavoro dopo una laurea in legge col massimo dei voti…), ma pensava di meritarsi qualcosa di più. È quello che pensiamo un po’ tutti, che nella vita non abbiamo esattamente quello che meriteremmo. A volte non abbiamo torto.
Ilaria si disse che, intanto che aveva finito col suo smart working (roba piuttosto leggera), avrebbe potuto cominciare col fare del fitness in casa. Era ancora discretamente in forma (si considerava piuttosto insignificante, nel complesso, ma le piacevano le sue gambe.) La sua amica Sara le consigliava di seguire uno di quei guru con un canale video online di esercizi. S’accorse, però, che avrebbe avuto bisogno di un tappetino. Andò al negozio online per ordinare subito uno. Secondo un articolo, vista la situazione di lockdown, era prevedibile che presto gli attrezzi ginnici da casa sarebbero stati di difficile reperibilità.
Soddisfatta, visto che le scarpe dovevano ancora arrivare, che il tappetino sarebbe arrivato con le scarpe e che la grammatica di spagnola non erano ancora sul tavolo, decise di concedersi il secondo caffè della giornata. Erano ancora le nove e mezza. Di solito lo beveva verso le undici. Ma, insomma, la situazione era particolare.
Navigò su internet. Per allontanare i pensieri angoscianti, lesse le notizie più leggere. Tutti parlavano di una nuova serie tv incentrata sul giochi degli scacchi. Sembrava vagamente interessante. Lei aveva imparato le mosse da piccola, grazie a un suo zio, ma non aveva mai veramente giocato. Erano le dieci del mattino. Una serie tv, alle dieci del mattino, in un giorno feriale? D’altra parte, non aveva ancora le scarpe per andare a correre, e la grammatica era ancora lungi da essere recapitata…
Finì di guardare tutte le puntate a sera inoltrata, ignorando i messaggi di Luca (ben gli stava.)
Il mattino dopo, un gentile fattorino recapitò le scarpe sotto casa sua.
“Bene” si disse.
Infilò la tutina da jogging. Le scarpe andavano a pennello. Fece dello stretching. Aprì la porta di casa. Annusò l’aria. Che freddo. Non era un po’ presto, per uscire a correre? Non sarebbe stato meglio andare verso l’una?
Si sedette sul divano, indecise cosa fare. Navigando sul cellulare, scoprì che c’erano delle applicazioni per giocare a scacchi. Scaricò quella che le sembrò più famosa. Vide che il software le assegnava un punteggio di “1200.” Si disse che sarebbe stata perfettamente in grado di difenderlo.
Nel pomeriggio Luca, con in mano il pacco che conteneva la grammatica di spagnolo, suonò al citofono.
«Che vuoi?»
«Apri, non fare la scema.»
«Sono impegnata.»
«Ho rischiato la vita per venire. Ho preso la metro.»
«Perciò sarai contagioso.»
«C’era poca gente. Non ti preoccupare.»
Ilaria cedette.
«Vedo che ti sei dedicata alle pulizie di casa…» disse il ragazzo, notando i piati sporchi, i vestiti sparsi per il salotto-cucina e le scatole del negozio online accatastate per terra.
«Spiritoso.»
«Che stai facendo?»
«Cerco di elevare la mente.»
«Questo era fuori» disse il ragazzo, dandogli la scatola con la grammatica di spagnolo.
«Sì, certo…» fece lei, poggiandola distrattamente sul tavolo.
«Con quale serie televisiva stai elevando la tua mente?» disse lui, andando a servirsi di una birra dal frigo.
«Nessuna. Cioè, ieri ho visto un paio di puntate di questa tipa pazzesca che è fortissima a scacchi, e ora sta imparando anch’io.»
«Come va?»
«Finora le ho perse tutte.»
«Non ti scoraggiare.»
«Non è mia intenzione.»
«Giocare a scacchi è difficile. Servono manuali. O qualcuno che t’insegni. So che è molto importante sapere le mosse d’apertura.»
«Secondo me se continuo a giocare imparo.»
«Sei sempre stata cocciuta. Come va con la corsa?»
«La corsa, giusto…» disse Ilaria, seccata. Guardò le scarpe nuove, costose, di quel bel viola, abbandonate in un angolo
«Faccio la aglio e olio…» disse Luca, cominciando ad armeggiare coi fornelli.
«Okay…» si rassegno la ragazza, che avrebbe preferito continuare a giocare. «Ancora una partitina.»
Il mattino dopo, si fece forza. Uscì a correre. Dopo venti minuti, sentì i polmoni bruciare e il fiato mancare. Non era mai stata particolarmente sportiva, ma non era neppure una fumatrice. Si chiese perché fare qualsiasi cosa fosse tanto difficile.
Dopo la doccia, si stese sul divano (già le facevano male le gambe) e ricominciò a giocare. Il suo punteggio era sceso a “500.” Perché non gliene andava bene una?
Quando stava per mollare, disinstallare la app, dedicarsi a qualcosa di più promettente, come lo studio dello spagnolo, le arrivò un messaggio da “DarkLord86,” l’ultimo utente con cui aveva giocato. Le concedeva una rivincita. Accettò.
«Oh…» disse, rispondendo mal volentieri al telefono.
«Oh. Sempre gentile» disse Luca, dall’altro capo dal telefono. «Stasera carbonara.»
«Carbonara… aglio e olio… mai che mi porti una bella bistecca.»
«I supermercati sono il caos. Ma vai mai fare la spesa?»
«La ordino da internet. Prendi due bistecche e una bottiglia di Chianti, altrimenti non presentarti neppure.»
Luca non si presentò. Ilaria si chiese se fosse riuscito a liquidarlo per sempre, ma, conoscendolo, sarebbe tornato alla carica. Intanto, continuava a perdere partita su partita contro DarkLord86. Mano a mano che giocava, si faceva un’idea di come potesse essere il suo opponente. Immagino una persona molto colta, forbita, ma gentile. Fondamentalmente, si era preso del tempo per insegnarle a giocare. Non era di certo uno che ci provava. Ilaria non aveva messo la sua foto nell’avatar, e aveva astutamente inserito un nickname gender neutral. Dark Lord aveva invece la foto di un’oscura figura incappucciata. Dopo un’infinità di tempo, si rese conto che era possibile chattare con l’opponente. Si chiese di dove fosse. Aveva nascosto l’opzione che ti svela la nazionalità.
Scrisse un messaggio in inglese. Lui non rispose. Continuò a batterla e a concederle una rivincita. Lei, per qualche motivo, accettò.
Nei giorni successivi prese alcune decisioni. Effettuò il reso delle scarpe, svolse qualche esercizio di spagnolo e continuò a giocare a scacchi. Le notizie che venivano dal mondo la riempivano d’angoscia, come accadde a tutti noi. Decise di troncare definitivamente con Luca. Si era fatta l’idea che l’uno per l’altra fossero un ripiego. Sapeva che, data la situazione, sarebbe rimasta sola per parecchi mesi, se non anni, ma si sentì che era disposto ad accettarlo. Più o meno mentre concettualizzava quest’istinto (sentiva d’essere maturata come persona), riuscì, quasi senza pensarci, a battere DarkLord86. Quella volta fu lei a chiedergli la rivincita, ma lui sparì per sempre. Aveva imparato qualcosa.
https://domenicosantoro.art.blog/

Re: Il maestro

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Domenico S. ha scritto: serie tv incentrata sul giochi degli scacchi
refuso: sul gioco
Domenico S. ha scritto: notando i piati sporchi,
refuso: piatti
Domenico S. ha scritto: ora sta imparando
Refiso: sto
Domenico S. ha scritto: Si chiese perché fare qualsiasi cosa fosse tanto difficile.
questa frase mi suona strana, non sarebbe più corretto scrivere: Sichiese perchè fare qualsiasi cosa le riuscisse tanto difficile. 
Domenico S. ha scritto: «I supermercati sono il caos. Ma vai mai fare la spesa?»
 Anche questa è strana: I supermercati sono nel caos. Ma vai mai a fare la spesa?
Penso si tratti di refusi.
Domenico S. ha scritto: Immagino
Non ci sono le caporali quindi c'è un refuso: Immaginò
Domenico S. ha scritto:  Le notizie che venivano dal mondo la riempivano d’angoscia, come accadde a tutti noi. 
Come accadde a tutti noi implica la voce narrante in prima persona, mentre per tutto il racconto la percezione è che
sia in terza
Domenico S. ha scritto: Sapeva che, data la situazione, sarebbe rimasta sola per parecchi mesi, se non anni, ma si sentì che era disposto ad accettarlo.
refuso: disposta

Ciao Domenico, non mi spiego il perché di tanti refusi (sebbene io sia la regina dei refusi), sembra quasi che tu non lo abbia riletto prima di postarlo.  Ok, capita. L'incipit incuriosisce, promette uno stravolgimento nella vita di Ilaria. È subito chiaro che imparare lo spagnolo e fare allenamenti non saranno portati a termine, mentre metti subito in chiaro che con Luca le cose non vanno come dovrebbero. Una serie tv vista fino a sera inoltrata e il coinvolgimento nelle partite a scacchi sono l'evoluzione che porteranno alla rottura con Luca (colpevole di non essersi presentato con Chianti e bistecca. E qui Ilaria mi è sembrata una stronza). La trama così com'è non mi pare abbia delle vere impennate, e il testo manca un po' di colore (vivacità). Dall'entrata in scena di DarkLord86 il lettore si aspetta molto, ma alla fine della storia, sebbene dia una lezione a Ilaria (o prenda egli stesso una lezione da questa, per me non è chiaro) spegne il finale piuttosto che accenderlo. Confesso: sono rimasta perplessa. Lei ha imparato cosa? Che resterà sola davvero per molto tempo? Che fosse maturata lo hai messo tra parentesi poco prima, quindi, o stai ripetendo il concetto oppure intendi dire altro che io non ho capito. Ho provato a vedere se c'era qualche indizio che mettesse in relazione Dark con Luca, ma non ne ho trovati. Ilaria, per altro, aveva già lasciato Luca (almeno in cuor suo) prima di vincere quella partita, quindi non riesco ad individuare gli scatti narrativi, il reale processo di evoluzione di Ilaria.
Mi spiace postare un commento così negativo, ma devi considerare, innanzi tutto, che questa è solo una mia opinione e che se l'ho scritto è solo perché mi piacerebbe capire ciò che non ho afferrato.

Sono sicura che mi saprai conquistare con un altro racconto.
 Perdonami e alla prossima.  :sss:

Re: Il maestro

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Domenico S. ha scritto: Quando fu chiaro che c’era da passare parecchi mesi in casa, Ilaria si fece un bellissimo programma: non si sarebbe lasciata andare.
Forse meglio "proposito" che programma.
Domenico S. ha scritto: Inoltre, il governo aveva consentito a chi faceva jogging di continuare con la sua attività.
Inoltre, il governo non impediva la pratica del jogging.
Domenico S. ha scritto: Ilaria non si considerava una materialista,
forse meglio "una interessata ai beni materiali"
Domenico S. ha scritto: Sì, lo sapeva, lei era soltanto una segretaria in uno studio notarile (e aveva ottenuto quel lavoro dopo una laurea in legge col massimo dei voti…), ma pensava di meritarsi qualcosa di più
Domenico S. ha scritto: Era ancora discretamente in forma (si considerava piuttosto insignificante, nel complesso, ma le piacevano le sue gambe.)
Perché quelle parentesi? Sono considerazioni alla pari con quelle delle altre frasi.
Domenico S. ha scritto: la grammatica di spagnola non erano ancora sul tavolo, decise di concedersi il secondo caffè della giornata. Erano ancora le nove e mezza. Di solito
la grammatica di spagnolo non era ancora sul tavolo
Domenico S. ha scritto: dandogli la scatola con la grammatica di spagnolo.
dandole
Domenico S. ha scritto: si rassegno la ragazza, che avrebbe preferito continuare a giocare. «Ancora una partitina.»
si rassegnò
Domenico S. ha scritto: mal volentieri al telefono.
«Oh. Sempre gentile» disse Luca, dall’altro ca
malvolentieri
Domenico S. ha scritto: Immagino una persona molto colta, forbita, ma gentile
Immaginò
Domenico S. ha scritto: Nei giorni successivi prese alcune decisioni
virgola prima di "prese"
Domenico S. ha scritto: dom set 05, 2021 8:15 amEffettuò il reso delle scarpe, svolse qualche esercizio di spagnolo e continuò poi riprese a giocare a scacchi. 
Il mio consiglio di cui sopra deriva dal fatto che, se lasci "continuò", sembra che giochi mentre fa spagnolo.
Domenico S. ha scritto: dom set 05, 2021 8:15 amLe notizie che venivano dal mondo la riempivano d’angoscia, come accadde a tutti noi  stava accadendo a tutti.
La voce narrante non può diventare co-protagonista del brano.
   


Ciao, @Domenico S.  :)

A parte le note che ti ho segnalato, ho trovato il tuo racconto ben scritto e orchestrato. Buono lo stile.
Però, devo dirti che non mi ha "preso", in quanto la vicenda narrata non ha picchi di inventiva, scorrendo
nel solco tracciato da tanta narrativa da lockdown da Covid.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: Il maestro

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Ciao @Domenico S. 

Il racconto si fa leggere perché ci si aspetta da un momento all’altro che la storia “parta” . Poi, in realtà,  il tutto prende una piega angosciante e alla fine la chiusa lascia uno strano sapore. La storia è distopica, la protagonista è disturbante nei suoi comportamenti. In fondo quanti di noi si possono specchiare in lei? In questo trovo la tua opera riuscita e solo da affinare.
Non ti segnalo ancora la presenza di refusi visto che chi mi ha preceduto lo ha fatto in modo puntuale. Ti evidenzio alcune parti che toglierei.
Ad esempio:
Domenico S. ha scritto: ma pensava di meritarsi qualcosa di più. È quello che pensiamo un po’ tutti, che nella vita non abbiamo esattamente quello che meriteremmo. A volte non abbiamo torto.
Queste intrusioni dell’autore (e ce ne sono altre) non riesco ad apprezzarle. Certe considerazioni le lascerei fare al lettore e ti assicuro che nascono spontanee leggendo.
Domenico S. ha scritto: Luca non si presentò. Ilaria si chiese se fosse riuscito a liquidarlo per sempre,
Si chiese se fosse riuscita
Domenico S. ha scritto: costose, di quel bel viola, abbandonate in un angolo
Spesso ometti la punteggiatura alla fine delle frasi.
Domenico S. ha scritto: Nel pomeriggio Luca, con in mano il pacco che conteneva la grammatica di spagnolo, suonò al citofono.
Trovo la costruzione un po’ faticosa. Oltretutto sembra che Luca sia il fattorino. Si capisce solo dopo che ha trovato il pacco davanti alla porta della ragazza. Perché non dirlo subito?
Domenico S. ha scritto: faceva un’idea di come potesse essere il suo opponente.
Di come potesse essere il suo avversario mi suonerebbe meglio.
Domenico S. ha scritto: Che vuoi?»
«Apri, non fare la scema.»
«Sono impegnata.»
«Ho rischiato la vita per venire. Ho preso la metro.»
«Perciò sarai contagioso.»
«C’era poca gente. Non ti preoccupare.»
Ilaria cedette.
Due annotazioni sul dialogo. Lo trovo piuttosto ruvido e non troppo verosimile. 
Quel che vuoi iniziale non ci sta proprio. Lei ha un semplice citofono (e oltretutto è in attesa di un pacco) Al suono del campanello nessuno risponderebbe “Che vuoi?”  Ma Chi è?
Anche apri non fare la scema non è credibile. Ci descrivi Luca come uno che vuol fare il romantico. A meno che tu prima non lo presenti diversamente o tu ci faccia capire che, magari, hanno litigato, questa risposta non funziona.
“Sono impegnata”. Anche qui non trovo verità. Non stanno parlando al telefono. 
Anche quando risponde “perciò sarai contagioso” è inverosimile.
Ok lei lo vuole scaricare. E da una che si comporta così ci sarebbe da scappare .

In totale, come ti ho detto all’inizio, la storia si legge con piacere, gli argomenti sono attuali, quindi come bozza la terrei e ci lavorerei su. 

Re: Il maestro

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Eccomi a commentare. Il testo mi sembra un po' pesante, onestamente. Non sono riuscito a leggerlo tutto,: alcune parti di testo le ho dovute saltare, perchè secondo me erano troppo prolisse.  
Lo stile è molto interessante, bisognerebbe soltanto sfrondare qua e là delle parti che, per quanto mi riguarda, meriterebbero una maggior attenzione e una maggiore cura. L'argomento di questo racconto, però, sembra interessante: si tratta, sostanzialmente di una situazione di vita vissuta che ha a che fare con l'esperienza di molte persone. Sarebbe stato bello aggiungere anche delle parti in cui Ilaria fa introspezione per far capire a chi legge come Ilaria è arrivata ad una maturazione di quel tipo: ha capito che Luca non l'ha mai amata veramente? Ha capito che stare con Luca la faceva stare male/la faceva sentire non a suo agio? Inoltre, mi piacerebbe capire qual è il mondo che attornia Ilaria, ovvero: a parte Luca, ha delle amiche? Ha una vita sociale o è un'Hikikomori? Per spiegare cosa intendo, ricorro ad un esempio che è molto vicino alla mia esperienza di studio. Quando hai a che fare con una qualsiasi Fantasia, appena si inizia a dare un'occhiata veloce allo spartito, ci si rende conto che i compositori la modellano basandosi su dei perni fondamentali, ovvero  degli spunti motivici (in lessico tecnico chiamati 'temi'. Possono essere due, tre, ma comunque (penso) non più di quattro), che possono essere sviluppati o no; puoi vederli esposti in blocchi (come nel caso della Fantasia op. 17 di Schumann) oppure essere messi in contrapposizione l'uno con l'altro (come ad es. succede nella Fantasia 'Wanderer' (op. 15, D 760). Lo stesso dovresti fare con i tuoi personaggi: presentarli, svilupparli (magari facendoli anche 'scontrare' caratterialmente) e poi portarli fino alla conclusione. Inoltre, vedo pochissimi a capo ed è questo che rende piuttosto pesante la lettura :( 
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