I mostri esistono

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Edmond era disteso nel letto della sua stanza e guardava la luce filtrare dalla finestra. Sentiva che niente gli mancava e che, finalmente, forse era riuscito a intraprendere il percorso che desiderava: ci stava riuscendo, avrebbe raggiunto i suoi obiettivi, sarebbe stato finalmente felice.
Si alzò dal letto, prese il telefono, le sigarette, l'accendino e il portafogli, e uscì dalla sua camera. Salutò il ragazzo iraniano, Farid, che sorrideva sempre a tutti, poi la donna bionda che lavorava alla reception, uscì dalla residenza e si trovò per strada, in una giornata limpida e soleggiata. Prese il caffè e un arancino al solito bar, tornò indietro in camera sua, mise i libri e il computer dentro al suo zaino e andò nella auletta studio al secondo piano in cui avrebbe passato il suo pomeriggio a studiare per l'esame di Agosto. Attorno alle 17 arrivò un messaggio: era di Svetlana, che chiedeva come stesse e a che ora volesse vederla. Edmond, quando nell'anteprima del messaggio lesse il mittente, ebbe un piccolo sussulto. Aspettò qualche minuto, lesse tutto il contenuto del messaggio, poi aspettò ancora qualche minuto e rispose se verso le 20 potesse andarle bene. Lei disse di sì e propose una passeggiata insieme, lui accettò di buon grado. Verso le 19 mise in fretta il libro che stava leggendo ormai con scarso interesse e il suo computer nello zaino e ritornò in camera sua. Posò lo zaino per terra, aprì la finestra della sua camera e fumò una sigaretta. Controllava spesso l'ora sul telefono. Andò in bagno, si tolse la maglietta e si guardò allo specchio compiaciuto, poi prese un'altra maglietta e la indossò.
Alle 19.58 uscì dalla camera, salutò il russo che lavorava alla reception e che si faceva chiamare da tutti Black e uscì dalla residenza. Appena si girò alla sua sinistra vide Svetlana, che lo salutò col suo solito dolce sorriso e la sua voce suadente. I due cominciarono a camminare e a raccontarsi delle rispettive giornate. Decisero di andare verso zattere, c'era ancora il tramonto. Qui, la donna accese una sigaretta ,e i due si sedettero su una panchina. I movimenti di lei erano lenti e contenuti, il tono di voce basso, i suoi occhi azzurri e intensi guardavano a volte Edmond, a volte qualcos'altro. Non c'erano molte persone che passeggiavano, anche loro parlavano poco e intimamente, si poteva distinguere il rumore dell'acqua che si infrangeva dolcemente sugli scalini in pietra. I due continuarono la camminata e andarono verso S. Marco, mentre si faceva buio. Svetlana chiese se Edmond volesse andare in un bar un po' piú avanti. Edmond accettò e Svetlana girò agilmente a sinistra in una calle stretta, poi a destra e i due entrarono in una via piú larga,  si sedettero sulle sedie di un bar che stava subito di fronte a loro. Svetlana chiese cortesemente a Edmond di prendere da bere per lei e gli diede i soldi, Edmond tornò con un bicchiere di prosecco. C'era una canzone che proveniva dall'interno del bar e Svetlana la cercò su Shazam. Sembrava felice e sorrideva, ma il suo sorriso, come anche il suo volto, per quanto ispirassero dolcezza, trasmettevano anche malinconia e solitudine. Altre volte come questa, Edmond ebbe quasi la sensazione di vedere una bambina o una adolescente nel corpo di una donna ,che cerca il titolo di una canzone che le piace e beve prosecco, o forse era solo una donna che aveva paura di invecchiare. 
I due tornarono alla residenza ed Edmond, come spesso accadeva, andò in camera sua e aspettò lei, che aveva detto sarebbe arrivata in 10 minuti, il tempo di una sigaretta.
Edmond balzò giù dal letto appena sentì i suoi passi nel corridoio e si avvicinò alla porta, attese qualche secondo col cuore in gola, sentì bussare, attese ancora  qualche secondo e aprì la porta e Lana , sorpresa e compiaciuta, gli disse " hai aperto subito" ed Edmond rispose ,un po' imbarazzato, sorridendo" ho sentito i passi nel corridoio" lei rise e si sedette sul letto. Lui la baciò , e le disse "da quanto tempo ,eh?", lei sorrise, guardandolo intensamente, poi chiuse gli occhi e lo baciò. Le tolse il vestito e vide il suo corpo : le sue gambe lunghe e magre, i suoi piedi perfetti con le unghie colorate di un viola scuro, i suoi fianchi, i suoi seni, mise eccitato le mani sui suoi glutei e la baciò con passione. Lo fecero più volte, alternando tra una volta e l’altra battute, discorsi, carezze, complimenti , silenzi. A volte la sua bellezza e il suo corpo  di donna adulta lo avevano messo in soggezione: erano entrambi alti, ma lui era più giovane e magro. Non aveva mai avuto rapporti completi con una donna più grande di lui e, in realtà, lei era stata la sua prima volta.
In piena notte, ormai prossima all'alba, lei disse che doveva andare, si vestì , baciò Edmond e lo salutò . Edmond vide l'ora sullo schermo del telefono, lo posò sul piccolo scaffale in legno e si addormentò .
Pochi giorni dopo i due si videro alla stessa ora e lui, un po' sospettoso, le chiese cosa avesse fatto nel pomeriggio di quel Sabato. Lei rispose che aveva preso il sole con il ragazzo della reception, il russo che si faceva chiamare da tutti Black, che lei aveva detto, un mese prima, essere stato un suo amico, che però si era rivelato una pessima persona.
Edmond si innervosì, ma cercò di non perdere la calma. Le chiese cosa avessero fatto, lei disse che avevano preso il sole un paio di ore e che avevano parlato poco. Edmond le chiese , dopo una ventina di minuti, se fosse un suo amico, e lei rispose di sì. Edmond capì dentro di sè che non era la verità. Rifiutò di vederla quella sera, ma quando Edmond stava per entrare in ascensore, appena aperte le porte, lei vi uscì, con indosso il vestito che sapeva essere il preferito di lui, e andò verso la porta della sua camera, si fermò di fronte ad essa e , guardandolo, disse:
"vieni?" 
Edmond la stava guardando fermo, in silenzio. Entrò in camera con lei. Lei prese una sigaretta dalla borsa e aprì la finestra, Edmond fece uno scatto e violentemente la richiuse. Lei lo guardò e gli disse" sul serio?" e lui rispose , adirato, " sì" ,  quindi si sedette sul letto, lei lo guardò con rancore  e se ne andò.
Edmond si sentì in colpa, triste, la desiderava ardentemente, ma intimamente aveva capito. Forse aveva capito già da un po' di tempo ma non voleva vedere. 
Il giorno dopo le scrisse se potessero parlare, lei accettò.
Edmond le disse che non voleva continuare la loro relazione in quel modo, voleva un maggiore distacco emotivo. Svetlana disse che se lo aspettava, ma che quello che stava cercando era proprio una connessione. Lui la giudicò per il suo alcolismo, la sua abitudine di uscire fino a tardi la notte, per il suo lavoro, su cui in realtà non sapeva quasi nulla, l'importante era giudicarla. Lei disse che quindi non era abbastanza per lui, che vedeva che , quando gli parlava, a lui lei non piaceva.
Sembrava scossa, per un attimo perse la lucidità che Edmond aveva sempre visto in lei: in ogni situazione , infatti, sembrava che sapesse cosa fare, cosa dire, come muoversi. 
Disse che se non riusciva a parlare chiaramente era per lo stress del lavoro.
Edmond ripensò poi al dialogo di quel giorno, a quando lei gli chiese
"cosa hai fatto ieri sera poi?" 
"niente, tu?" 
e lei disse ,con un attimo di esitazione ," Ho dormito".

Re: I mostri esistono

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Ciao @bwndy.
Non so da quanto tempo scrivi ed è la prima volta che leggo qualcosa di tuo. La prima cosa che colpisce in questo racconto è la totale assenza di discorsi diretti. Ora, se questo aspetto è fondamentale in un monologo, non lo è altrettanto in un racconto dove sussiste un narratore. 
Nonostante la semplicità della trama, ho trovato dei momenti a tratti poetici e intensi, mentre altri mi hanno fatto storcere più di una volta il naso.
Più che un racconto, ho avuto la sensazione di leggere un elenco di azioni, tutto molto “piatto”, ma sono sicura che se tu introducessi dei dialoghi il risultato migliorerebbe sensibilmente. 
bwndy ha scritto: Edmond era disteso nel letto della sua stanza e guardava la luce filtrare dalla finestra. Sentiva che niente gli mancava e che, finalmente, forse era riuscito a intraprendere il percorso che desiderava: ci stava riuscendo, avrebbe raggiunto i suoi obiettivi, sarebbe stato finalmente felice.
L’incipit è una parte delicatissima e fondamentale. Quello che scrivi deve “agganciare” il lettore e incuriosirlo. La presenza del  un narratore “onnisciente”  appesantisce la lettura; per questo asciugherei la frase tagliando del tutto le spiegazioni sullo stato d’animo di Edmond.
bwndy ha scritto: gio lug 08, 2021 1:55 amSi alzò dal letto, prese il telefono, le sigarette, l'accendino e il portafogli, e uscì dalla sua camera. Salutò il ragazzo iraniano, Farid, che sorrideva sempre a tutti, poi la donna bionda che lavorava alla reception, uscì dalla residenza e si trovò per strada, in  una giornata limpida e soleggiata.
bwndy ha scritto: gio lug 08, 2021 1:55 amAppena si girò alla sua sinistra vide Svetlana, che lo salutò col suo solito dolce sorriso e la sua voce suadente. I
Elenco di azioni.  Una sequenza così rischia di annoiare il lettore a meno che gli elementi che descrivi siano importanti nel prosieguo della storia. In questo caso, direi che puoi tagliare. Ti ho evidenziato l’aggettivo possessivo perché puoi ometterlo.
È chiaro che la camera da cui esce è la sua.
bwndy ha scritto: gio lug 08, 2021 1:55 amAppena si girò alla sua sinistra vide Svetlana, che lo salutò col suo solito dolce sorriso e la sua voce suadente
Appena si girò vide Svetlana che lo salutò [font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]con un dolce sorriso e la voce suadente.[/font]


bwndy ha scritto: gio lug 08, 2021 1:55 ambwndyI due cominciarono a camminare e a raccontarsi delle rispettive giornate. Decisero di andare verso zattere, c'era ancora il tramonto. Qui, la donna accese una sigaretta ,e i due si sedettero su una panchina. I movimenti di lei erano lenti e contenuti, il tono di voce basso, i suoi occhi azzurri e intensi guardavano a volte Edmond, a volte qualcos'altro. Non c'erano molte persone che passeggiavano, anche loro parlavano poco e intimamente, si poteva distinguere il rumore dell'acqua che si infrangeva dolcemente sugli scalini in pietra.
Questo passaggio contiene immagini molto belle. 👍 È quello che ho preferito.
bwndy ha scritto: gio lug 08, 2021 1:55 amarrivata in 10 minuti, 
dieci minuti.  

In questo passaggio ci sono tante cose da rivedere compresa la punteggiatura. 
bwndy ha scritto: gio lug 08, 2021 1:55 amEdmond balzò giù dal letto appena sentì i suoi passi nel corridoio e si avvicinò alla porta, attese qualche secondo col cuore in gola, sentì bussare, attese ancora  qualche secondo e aprì la porta e Lana , sorpresa e compiaciuta, gli disse " hai aperto subito" ed Edmond rispose ,un po' imbarazzato, sorridendo" ho sentito i passi nel corridoio" lei rise e si sedette sul letto. Lui la baciò , e le disse "da quanto tempo ,eh?", lei sorrise, guardandolo intensamente, poi chiuse gli occhi e lo baciò. Le tolse il vestito e vide il suo corpo : le sue gambe lunghe e magre, i suoi piedi perfetti con le unghie colorate di un viola scuro, i suoi fianchi, i suoi seni, mise eccitato le mani sui suoi glutei e la baciò con passione. Lo fecero più volte, alternando tra una volta e l’altra battute, discorsi, carezze, complimenti , silenzi. A volte la sua bellezza e il suo corpo  di donna adulta lo avevano messo in soggezione: erano entrambi alti, ma lui era più giovane e magro. Non aveva mai avuto rapporti completi con una donna più grande di lui e, in realtà, lei era stata la sua prima volta.
Edmond, appena sentì dei passi nel corridoio, balzò giù dal letto. Si avvicinò alla porta e restò in attesa col[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif] cuore in gola.[/font] Quando sentì bussare era già pronto. Cercò invano di indugiare ancora qualche secondo prima di aprire. 
«Che rapidità!» disse Svetlana compiaciuta.
«Ho sentito i passi nel corridoio.»  
Lei sorrise divertita e si sedette sul letto.

Il racconto ha un buon potenziale e sono certa che lavorandoci ancora potrai migliorarlo  tanto.

Re: I mostri esistono

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Ciao @bwndy      
è il primo racconto tuo che leggo, direi che apprezzo la tua voglia di scrivere, pertanto ti lascio qualche mio piccolo commento.

“mise i libri e il computer dentro al suo zaino e andò nella auletta studio al secondo piano”

(dove sta questa auletta? Fin qui ci hai parlato di una “camera sua”, lasciando intuire che risieda in una specie di residence o “casa dello studente”, se si tratta di un residence, difficilmente si può pensare che sia munito di “aulette” atte allo studio, se invece è buona la seconda ipotesi
(come credo) meriterebbe che spendessi due parole per far comprendere chiaramente dove il protagonista risieda.)

“Edmond, _quando nell'anteprima del messaggio lesse il mittente_, ebbe un piccolo sussulto. _Aspettò qualche minuto,_ lesse tutto il contenuto del messaggio, poi aspettò _ancora_ qualche minuto e rispose se verso le 20 potesse andarle bene.”

(Il periodo si dilunga troppo, appesantendo la lettura, a mio avviso sfoltirei eliminando le parti che ho lasciato in corsivo inclinato, per dire le stesse cose in maniera più sintetica e rapida.)


“I due cominciarono a camminare e a raccontarsi delle rispettive giornate. Decisero di andare verso zattere,”

("zattere" è un luogo? Allora meglio illustrare brevemente cosa sia, se invece si tratta di oggetti allora manca l’articolo determinativo “Le”)

“c'era ancora il tramonto. Qui, la donna accese una sigaretta ,e i due si”

(“,e“ non vanno mai insieme. O “virgola” oppure “e” congiunzione.)

“i suoi occhi azzurri e intensi guardavano a volte Edmond, a volte qualcos'altro. Non c'erano molte persone che passeggiavano, anche loro parlavano poco e intimamente, si poteva distinguere il rumore dell'acqua che si infrangeva dolcemente sugli scalini in pietra. I due continuarono la camminata e andarono verso S. Marco, mentre si faceva buio.”

(“andarono verso S. Marco”, qui si desume che la location sia Venezia. Ora se si ambienta un racconto a Venezia, meriterebbe di far maggiormente partecipare questa meravigliosa e suggestiva città alla storia. A mio gusto qualche nota caratteristica non guasterebbe.
A esempio: “, i suoi occhi azzurri e intensi guardavano a volte Edmond, a volte qualcos'altro”, questa sarebbe l’occasione per dare con una frase la
suggestione del luogo. Esempio: “, i suoi occhi azzurri e intensi guardavano a volte Edmond, a volte il procedere lento di un vaporetto carico di turisti, che solcava il canale.”)

“Svetlana chiese se Edmond volesse andare in un bar un po' più avanti. Edmond accettò e Svetlana girò agilmente a sinistra in una calle stretta,”

(“Edmond accettò e Svetlana girò agilmente a sinistra in una calle stretta”, questa immagine è poco attinente alla scena, pare quasi che
Svetlana, con questo “agilmente”, stia scappando e lui le corra dietro.
A mio vedere, sarebbe più corretta una cosa del tipo: “Edmond accettò e seguì Svetlana, svoltarono a sinistra, in una calle stretta”.)

“poi a destra e i due entrarono in una via piú larga, si sedettero sulle sedie di un bar che stava subito di fronte a loro.”

(”si sedettero sulle sedie di un bar che stava subito di fronte a loro.”Mi sembra molto complesso. Si potrebbe solo dire: “ sedettero al tavolino di un bar.)

“attese ancora  qualche secondo e aprì la porta e Lana , sorpresa”
“In questo passaggio il nome “Svetlana” è scritto col diminutivo: “Lana”.
E’ una piccola cosa, ma disturba la lettura. Se dai un nome a un personaggio devi mantenerlo per tutto il racconto. Se lo modifichi o lo usi in alternativa con un nomignolo o un’abbreviazione, devi comunicarlo prima al tuo lettore. A esempio, potresti farlo già nella parte iniziale, dove il protagonista legge il messaggio di Svetlana al cell. Lì potresti scrivere che si trattava di un messaggio di Svetlana, che lui talvolta chiamava col diminutivo “Lana”.)


Allora, mi fermo qui con le indicazioni, benché ci sarebbero altre cose da segnalare per la forma macchinosa con cui sono espresse.
Direi, senza volere essere demotivante, che è un racconto che possiede tutte le problematiche di un debutto.

Hai voluto raccontare il difficile rapporto, in tema di comunicazione interpersonale, tra un giovane studente e una più adulta e navigata ragazza.
La passione giovanile per la prima donna adulta di un giovane studente.
E’ evidente che la Svetlana sia molto più navigata e giochi con lui come il gatto col topo.
Così come è evidente che lui soffra di gelosia perché sente di non conoscere e possedere realmente questa donna che ha una sua vita  libera e movimentata al di fuori del loro rapporto.

E’ evidente la tua voglia di scrivere. Questa è la prima e fondamentale cosa necessaria per farlo e desiderare di farlo bene.
Posso quindi consigliarti di perseverare, scrivere molto, rileggere con attenzione.
Quando affermi qualcosa o descrivi un luogo o una situazione, devi porti nella condizione di illuminare il percorso a un “non vedente”.
Infatti, il lettore non vede nulla di ciò che hai ideato nella tua mente, per cui il tuo compito è di prenderlo per mano e guidarlo, passo, passo, lungo il percorso del tuo racconto: illustrandogli dove si svolge e facendogli provare le sensazioni emotive e fisiche che il personaggio vive in quel momento.
Tutto questo rendendo le tue descrizioni semplici e comprensibili, senza salti di particolari significativi per la storia raccontata, ma allo steso tempo evitando le descrizioni laboriose e non necessarie.

In molte parti del tuo racconto descrivi pause di tempo che in realtà non sono credibili e giustificate, così come le molte sigarette accese con una infinità di pause nel prima e nel dopo. Sii più deciso e sintetico.

Infine ti consiglio quello che hanno consigliato a me quando ho iniziato a pubblicare i miei modesti raccont: riapassa un testo di grammatica e leggi tutti i libri che ti capitano a tiro.
Dopo tutto questo, ancora oggi scrivo come un cane, ma in maniera decisamente più leggibile di come scrivevo agli inizi.

Buon lavoro e un saluto. Ciao.

Re: I mostri esistono

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bwndy ha scritto: Sentiva che niente gli mancava e che, finalmente, forse era riuscito a intraprendere il percorso che desiderava: ci stava riuscendo, avrebbe raggiunto i suoi obiettivi, sarebbe stato finalmente felice.
Ciao @bwndy 
trovo che questa frase vada riformulata. La scriverei così:
Sentiva che non gli mancava niente e che forse era sulla strada giusta. --- Fine. In questo modo non sveli troppo, non appesantisci la struttura, instilli la curiosità nel lettore. " A cosa si riferisce? Cosa succederà ora?". 
Come l'hai scritta tu, invece, ci dice già troppo, senza tuttavia aggiungere nulla, anzi.
bwndy ha scritto: Prese il caffè e un arancino al solito bar,
Allora, eliminerei "solito". Tu sai che è il solito, ma io lettore no. 
bwndy ha scritto: tornò indietro in camera sua
senza "indietro"
bwndy ha scritto: in camera sua, mise i libri e il computer dentro al suo zaino e andò nella auletta studio al secondo piano in cui avrebbe passato il suo pomeriggio a studiare per l'esame di Agosto.
via tutti quei "suo". Non ci servono. Si capisce comunque che lo zaino è "suo", che la camera è "sua", che il pomeriggio è "suo" XD 
bwndy ha scritto: Attorno alle 17 arrivò un messaggio: era di Svetlana, che chiedeva come stesse e a che ora volesse vederla. Edmond, quando nell'anteprima del messaggio lesse il mittente, ebbe un piccolo sussulto. Aspettò qualche minuto, lesse tutto il contenuto del messaggio, poi aspettò ancora qualche minuto e rispose se verso le 20 potesse andarle bene. Lei disse di sì e propose una passeggiata insieme, lui accettò di buon grado. Verso le 19 mise in fretta il libro che stava leggendo ormai con scarso interesse e il suo computer nello zaino e ritornò in camera sua. Posò lo zaino per terra, aprì la finestra della sua camera e fumò una sigaretta. Controllava spesso l'ora sul telefono. Andò in bagno, si tolse la maglietta e si guardò allo specchio compiaciuto, poi prese un'altra maglietta e la indossò.
Oka, tutto questo paragrafo ci descrive minuziosamente come passa quelle due ore Edmond. Tuttavia, sebbene la parte in cui reagisce al sms di Svetlana sia bella (secondo me narra alla perfezione un tipo di comportamento comune e inconfessabile, la trovo riuscita), cercherei di asciugare un po'. Chiediti sempre: di questa cosa che ho scritto, quanta me ne serve davvero? Quale parte interessa al lettore? Esempio: ok, sapere che mette via lo zaino, si fuma una sigaretta, si toglie la maglia e si guarda compiaciuto: forse non è così fondamentale. O forse per te lo è, perché volevi trasmettere un "sentire" attraverso quelle azioni e magari solo io non ho colto a pieno.
bwndy ha scritto: col suo solito dolce sorriso
ti prego, elimina quel "dolce". 
bwndy ha scritto: voce suadente.
idem per "suadente"
bwndy ha scritto: una sigaretta ,e i due si sedettero su u
occhio agli spazi prima e dopo la virgola. Inoltre la virgola qui non ti serve.
bwndy ha scritto: ,che cerca il titolo di una canzone che le piace e beve prosecco, o forse era solo una donna che aveva paura di invecchiare. 
anche qui occhio agli spazi. Inoltre la frase è un po' confusa. Cosa intendi dire di preciso?
bwndy ha scritto: Lui la baciò , e le disse
via la virgola.
bwndy ha scritto: A volte la sua bellezza e il suo corpo  di donna adulta
il concetto che segue è bello, mi piace. Formalmente, però, troverei un modo per scrivere meglio questa parte. Magari prova qualcosa come: "La sua bellezza e quel corpo adulto a volte (ecc ecc)"
bwndy ha scritto: il russo che si faceva chiamare da tutti Black, che lei aveva detto, un mese prima, essere stato un suo amico, che però si era rivelato una pessima persona.
L'idea del manage, dell'ambiguità, mi piace molto, però questa frase è un po' involuta. Puoi scriverla meglio. Chessò, tipo: "il russo che si faceva chiamare da tutti Black. Un mese prima lei gli aveva detto che quel ragazzo era solo un amico, e che invece si era rivelato una pessima persona". 
Occhio, non sto dicendo che la mia frase sia meglio della tua eh, ci mancherebbe, il mio è solo un suggerimento.
bwndy ha scritto: Lui la giudicò per il suo alcolismo, la sua abitudine di uscire fino a tardi la notte, per il suo lavoro, su cui in realtà non sapeva quasi nulla, l'importante era giudicarla. Lei disse che quindi non era abbastanza per lui, che vedeva che , quando gli parlava, a lui lei non piaceva.
Questa parte è un po' troppo didascalica, secondo me. Lavoraci un po' per renderla più visiva, viva e fluida.

Più in generale trovo che la seconda parte del racconto sia un po' confusa (da quando Edmond ha il rapporto con Lena). Tanto che non avevo capito subito che, in seguito, si parlasse di Svetlana.
Al di là di qualcosa da sistemare, credo che la storia sia buona, anche il finale mi è piaciuto. Però certo, devi lavorarci su, limando alcune parti e mettendo in risalto i punti forti, ossia il gioco di rapporti che lega i vari personaggi. Ne può uscire di certo un bel lavoro!
Alla prossima

Re: I mostri esistono

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@m.q.s.
Ciao, guarda ci stanno tutti i tuoi commenti , secondo me sono calzanti.
L'unico commento con cui non posso essere d'accordo, ma per una ragione precisa, sono quelli sul "sorriso dolce", o sulla "voce suadente". Devo far capire come si comporta Svetlana, perchè lei è tutt'altro rispetto a quello che sembra, c'è una manipolazione in atto e devo far capire come avviene al lettore.
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