Oggi la mamma è piccola

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Oggi la mamma proprio non si vuole alzare. Per convincerla le riempio la faccia di baci, le faccio il solletico e mille linguacce, ma lei nasconde la testa sotto le coperte e dice che vuole solo dormire. Niente da fare, dico io. Sposto le coperte e la tiro giù dal letto. Che pesante che è la mia mamma.

Davanti al lavandino la mamma si guarda allo specchio da dietro una tenda di capelli che la fanno assomigliare al cane buffo dei vicini. Prendo una sedia, ci salgo in piedi e comincio a pettinarla. Piano piano trovo un occhio poi anche l'altro. Trovo anche due labbra dritte come le righe del mio quaderno. Farle lavare la faccia è un'altra sfida. Che sfaticata che è la mia mamma.

La spingo fino in camera come fosse sugli sci e le ciabatte si lamentano: frusc frusc frusc. La mamma vuole tornare a letto, ma io la metto davanti all’armadio a fare la bella statuina. Oggi si vestirà come piace a me: i calzini a fiori rosa e gialli, la gonna arancione che fa le onde come il mare e la camicetta rossa che le tinge le guance dello stesso colore. Che pallida che è la mia mamma.

Arriviamo in cucina seguite dal frusc frusc frusc delle ciabatte pigre che si fermerebbero su ogni scalino. Metto la mamma a tavola e le costruisco un treno di pane carico di burro e marmellata di fragole. La mia preferita e anche la sua. «Mangia», le dico. «La colazione è il pasto più importante di tutta la giornata e noi abbiamo bisogno di forze: io per crescere, tu per sorridere.» Che magra che è la mia mamma.

Avvolgo la mamma nella sciarpa bianca piena di minuscole nuvolette grige che le piace tanto. Fuori c'è il sole, ma la mamma è freddolosa negli ultimi giorni, così prendo anche una maglia verde che infilo spingendo dentro la mia borsa. Mi aggrappo alla sua mano svogliata e la trascino in strada. Che pigra che è la mia mamma.

Frusc frusc frusc. Ho scordato di metterle le scarpe, così le ciabatte ci hanno seguito fin sul marciapiede! Faccio sedere la mamma sul gradino, le tolgo quelle ciabatte invadenti e le riporto in casa. Loro non possono uscire! Meglio usare i sandali rossi, come la camicia: sarà proprio una mamma colorata, oggi. Che distratta che è la mia mamma.

Allaccio i sandali con la lingua tra i denti, riprendo la mano che non ha ancora trovato la voglia di fare niente e ricomincio a tirare: tic, tic, tic canticchiano i tacchetti con un ritmo tutto diverso da quel brutto frusc frusc frusc che ci perseguita in casa. Che lenta che è la mia mamma.

Tira tira, spingi spingi, arriviamo dalla dottoressa Fiorella che ci aspetta sulla porta con un sorriso tutto denti e una gonna color arcobaleno grande come una mongolfiera. La dottoressa Fiorella prende in consegna la mano della mamma, io le dico di comportarsi bene poi mi siedo sulla poltrona verde mela e tiro fuori il blocco da disegno. Che silenziosa che è la mia mamma.

Disegno la mamma sorridente e vestita di tutti i colori come piace a me. La disegno mentre giochiamo a palla, mentre mangiamo una torta al cioccolato, mentre legge un libro e si arriccia i capelli tra le dita, la disegno mentre lavora e mentre nuota.
La disegno in tutte le maniere, solo non la disegno con la bocca dritta come una linea e sdraiata nel suo letto. Che felice che è la mia mamma.

Manca qualcosa nel mio disegno, ma certo, manco io! Ricomincio a disegnare e mi infilo tra le braccia di tempera e carta della mamma. Qui mi schizza, lì mi imbocca, qua mi accarezza la testa, là mi abbraccia. Che affettuosa che è la mia mamma.

Manca ancora qualcosa al mio disegno. Guardo e riguardo, ma non riesco a capire. Ci sono i colori, ci sono io, c’è la mia mamma. Poi capisco. Disegno una nuvola grossa e grassa con le pance da panna montata, faccio una mano e poi anche l’altra. Disegno un cerchio, ci metto occhi, naso e una bocca che sorride. Per ultimo aggiungo i capelli, ricci come i miei. Che sorridente che era il mio papà.

La porta si apre, la dottoressa Fiorella mi consegna la mano della mamma. La prendo, la stringo, la tiro. La mamma mi guarda, io le regalo il mio disegno. Mamma lo prende, osserva e poi sorride come nel mio disegno. Sorrido anche io. Tic, tic tic io e mamma torniamo a casa. Che bella che è la mia mamma quando sorride.
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Linda e la montagna di fuoco

Re: Oggi la mamma è piccola

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Molto toccante, @Kikki. Bella idea, meriterebbe una serie di illustrazioni a fronte del testo.
Mi sono permesso di commentare questo racconto, anche se é di qualche mese fa, perché é passato sotto silenzio e mi piacerebbe che nessun racconto rimanesse "non commentato".
Un unico appunto: la parte "...[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]abbiamo bisogno di forze: io per crescere, tu per sorridere." la trovo pedante. La retorica, anche se bambinesca, penso appesantisca la narrazione.[/font]
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Nel complesso mi é piaciuta ;)[/font]

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]RC[/font]

Re: Oggi la mamma è piccola

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@RicMan  :) grazie per il passaggio. Sono d'accordo con te, ogni racconto dovrebbe avere almeno un commento, ma non sempre ci si riesce. L'editor di testo fa le bizze solo se fai copia incolla direttamente, fai così: copia il testo che vuoi copiare (se non vuoi quotare) incollalo in Note Pad che trovi anche online, tipo questo, ricopia da lì e incolla nel post. In questo modo niente bizze  :P

Grazie ancora per le tue considerazioni
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Re: Oggi la mamma è piccola

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Ciao @Kikki . Devo dire che il racconto mi è piaciuto, però ho una piccola remora (che credo abbia a che fare coi miei gusti personali, più che altro, ma te la esprimo comunque).

Costruisce bene l'atmosfera, quasi per eccesso, direi, accentuando i colori e il linguaggio, fatto di vezzeggiativi e ridondanze delle bambina. A ogni passaggio ho sentito come una marea salire, o un rumore inquietante di fondo farsi sempre più forte e minaccioso, in attesa di quello che sarebbe stato il colpo di scena finale. Il problema, ma magari, ecco, non è tale, è che poi questo colpo di scena non arriva. La storia ha un'evidente atmosfera horror, ma alla fine tutto si scioglie in questo grande sorriso che boh, mi ha lasciato un po' così. Hai pensato di sfruttare il finale in altro modo, per caso?
Io mi immaginavo già che la madre fosse un cadavere, che ad essere morta fosse la bambina, che fosse tutto un incubo o che boh, non lo so, ci fosse qualcosa di grottesco e macabro alla fine. 
O forse il tuo era un meta-colpo di scena? Della serie tutti si aspettano una svolta horror e invece no, c'è "solo" la rivelazione della causa delle depressione della madre?
Comunque di base funziona eh, volevo solo segnalarti questa dinamica che mi sono immaginato leggendolo. 

Per il resto ho poche annotazioni da muoverti: 

[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif] [/font]
  ha scritto: la gonna arancione che fa le onde come il mare
Bella l'immagine, ma io non associo "arancione" a mare. Forse se ci aggiungi un "al tramonto"?


Bello che la bambina riporti ciò che vede a esperienze sue quotidiane, come le righe dei quaderni (questa è un'immagine che mi è piaciuta molto).

Re: Oggi la mamma è piccola

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Tracker ha scritto: La storia ha un'evidente atmosfera horror,
ma dici davvero? Horror? È il testo per un illustrato, età 5-6 circa, è difficile parlare di cadaveri e già questo è un testo troppo complesso. Però mi piace molto il tuo suggerimento  :)
Tracker ha scritto: O forse il tuo era un meta-colpo di scena?
mi sa di no, mi dispiace deluderti, ma ho proprio l'impressione che il colpo di scena non ci sia perché non ci doveva essere  :P Capisco cosa vuoi dire e anche l'osservazione di @Shinobi, ma non so se avete ragione, non sento tutta questa tensione salire e preparare il racconto a un colpo di grazia o di scena. Immagino, però, che sia così, visto che lo avete segnalato entrambi.
Per me è una cosa nuova, non avevo mai pensato a questo aspetto di questo specifico racconto. È una storia molto semplice dal punto di vista della struttura
Tracker ha scritto: Bello che la bambina riporti ciò che vede a esperienze sue quotidiane, come le righe dei quaderni (questa è un'immagine che mi è piaciuta molto).
 a questa età i bambini faticano a immaginare cose che non conoscono, i richiami e i paragoni vengono fatti con elementi di vita quotidiana in modo da supportare l'immaginazione. Se no sarebbe un po' un parlare a se stessi, invece il linguaggio deve essere adeguato, adatto all'età.
Shinobi ha scritto: Però, immaginandola da un punto di vista di vita vissuta, direi che è proprio così che deve finire.
non è una grande avventura, solo uno spezzone di quotidianità di una bambina che vive una situazione diversa

Ragazzi, grazie a entrambi, mi avete aperto una prospettiva diversa su un racconto che pensavo semplice e univoco. Adesso ho proprio voglia di provare a scrivere la versione horror!  :flower:
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Re: Oggi la mamma è piccola

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Ciao @@Kikki 

Quanta dolcezza e quanta poesia in questa tua bella storia.
Una favola delicata, vista attraverso gli occhi di una bambina, gli occhi incantati di una innocenza che ci piacerebbe esistesse, non limitata al racconto fiabesco che ci hai offerto.
La storia è dura e crudele, poiché racconta una realtà che riempie di angoscia: una bambina che si prende cura di una madre che vegeta in preda a una grave depressione dovuta alla scomparsa luttuosa del padre della bimba.
Sei abilissima nell’invenzione delle sensazioni e della logica di questa bimba, che, con la fantasia, riveste gli accadimenti che vive di un colore confortante e ricco di speranza: il colore dell’amore assoluto perla sua mamma.
E’ tenerissimo il modo con cui lei trasforma in positivo, piccolo ogni atto della loro vita giornaliera, la cura impiegata nel “prendersi cura” della propria madre inferma, le amorose attenzioni a ogni particolare, dal cibo al vestiario, tutto visto con la lente fiabesca di una realtà sognata che lei ha deciso di vivere in sostituzione al dramma del presente.
Come reinventa nei suoi disegni, la realtà di un tempo, in cui erano una famiglia felice.
A parti invertite, la bimba è divenuta madre affettuosa e premurose di una madre ridotta a uno stato di infantile regressione.
Eccellenti, poi,  gli inserimenti onomatopeutici dei rumori che hai inserito,(ciabatte e sandali).
In qualche misura il tuo racconto mi ha riportato alle emozioni della mia infanzia, quando nell’ ingenuità di quegli anni, leggendo alcune storie del Cuore di De Amicis, mi scioglievo in un diluvio di lacrime di commozione.
Sono ormai troppo vecchio, duro e cinico per commuovermi, ma il clima così dolce e luminoso del tuo racconto, non posso nascondere che mi ha intenerito.  
Non posso che farti i complimenti per questa lettura così soavemente tonificante per l’ anima.

Complimenti,a presto rileggerti.
Un abbraccio e un saluto. :)
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