Lacrime dal cielo

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Traccia di mezzanotte



“Mamma, perché piove?”

Marta era a letto con la tenue luce del piccolo lume. Come tutte le sere aspettava che la mamma le raccontasse una storia, prima di dormire. Quella domanda le venne spontanea, nella fase dei perché. Certo, l'orario non era uno dei migliori per dare una risposta. Quesiti che solo un bambino riusciva ancora a porre, lasciando i genitori, il più delle volte, spiazzati.
Aria calda che si scontra con aria fredda, ci dicevano. E poi fanno un incidente?
L'aria che tuona: sembrerebbe il pensiero di un pazzo. Sì, ma perché poi scende giù l'acqua?
La mamma non era ferrata sull'argomento e per non rischiare di dire cose insensate pensò di mettere a dura prova la sua fantasia, come tutte le sere.
“Ti rispondo con una storia.”
"Che bello! Era quello che speravo."
    
C'era un gigante che regnava nei cieli, e ogni volta che vedeva qualcosa di brutto  piangeva. Le sue lacrime scendevano a scrosci, dal Medio Oriente, all'America Latina e dall'Africa Centrale, alla Cina. Per molti erano lacrime benedette, per altri una disgrazia infinita, poiché sommergevano ogni cosa.
Ecco perché le catastrofi portano avanti il mondo, sono una fortuna nella sciagura. Perché senza lacrime tutto diverrebbe arido, come il deserto. Nell'acqua c'è la vita e più acqua c'è e più questa si moltiplica.
Un giorno il grande omone si rese conto che le lacrime non sgorgavano solo dalla tristezza ma potevano anche derivare dall'amore, e il gigante stava imparando questa seconda opzione. Ma furono poche le occasioni a disposizione. Quando si rese conto che le sue lacrime davano la vita, sarebbe bastato lo sbocciare di un fiore per farlo piangere dall'emozione.
Se ne accorse un bambino che un giorno lo vide, con una barba morbida, lunga e folta che sembrava di panna montata.
Mamma, guarda quel signore lassù.”
Dove?” rispose.
In alto, nel cielo. Ora non c'è più.”
Sono le nuvole, che possono assumere ogni forma per un istante eterno.”
Un tuono improvviso e uno scroscio colpì solo il figlio.
Che coraggio, fare uno scherzo così a un bambino” brontolò la mamma.
Con questa calura mi ha fatto piacere” rispose con lo sguardo all'insù e un sorriso rivolto al gigante.
Passarono gli anni e quel bambino, ora cresciuto, non perse i contatti col signore barbuto.
Era diventato un nomade del mondo e dove passava la pioggia portava. C'è chi lo venerava e commosso piangeva. Quel che era un bambino, il gigante lo aveva adottato per imparare, e a qualcosa era servito. Ma il dolore era sempre superiore alla consolazione e le lacrime a questo associate erano più salate e riempirono i mari sempre di più.
Il bambino ormai vecchio, nel suo peregrinare, arrivò in un villaggio non lontano dal mare. Gli abitanti che non avevano più lacrime da versare per la siccità quasi triennale a cui dovettero sottostare, gli offrirono quel poco d'acqua che con sapienza riuscirono a dissalare.
Il vecchio accettò il dono, che sorseggiò come fosse la cosa più preziosa al mondo e si mise seduto a gambe incrociate ad aspettare.
Non tardò ad arrivare... e si creò in poche ore un fiume che arrivò fino al mare.
L'anziano impassibile si lasciò trasportare e gli abitanti giurarono di averlo visto innalzarsi verso il cielo.

“Ecco, è finita.”
zzz...
“Te la ridico domani, se me la ricorderò.”
Le diede un bacio e spense la luce.

Re: Lacrime dal cielo

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Ciao @Kasimiro . Che dolcezza l’ immagine di questa mamma. I bambini hanno una logica impressionante e fanno domande semplici alle quali noi adulti spesso non sappiamo rispondere con altrettanta semplicità.
Raccontare una fiaba è un modo straordinario per spiegare le cose più complesse. Anche Gesù utilizzava le parabole...
Realtà e fantasia si fondono in un affresco delicato e la pioggia ha un fascino al quale è difficile sottrarsi a ogni età.
Mi è piaciuto leggerti 💓🌼

Re: Lacrime dal cielo

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Kasimiro ha scritto: Perché senza lacrime tutto diverrebbe arido, come il deserto
Una favola ricca di immagini e allusioni profonde, forse un pochino contorta in alcuni passaggi, ma dal messaggio limpido. Dalla seconda metà, da quando cioè il bambino diventa adulto e inizia il suo peregrinare, fai uso di una prosa rimata: come mai? 
Kasimiro ha scritto: Un giorno il grande omone si rese conto che le lacrime non sgorgavano solo dalla tristezza ma potevano anche derivare dall'amore, e il gigante stava imparando questa seconda opzione.
Qui sopra secondo me puoi eliminare con tranquillità "il gigante", ridondante perché il soggetto è chiarissimo.
Kasimiro ha scritto: Un tuono improvviso e uno scroscio colpì solo il figlio.
Dove la madre vede solo una nuvola, il bambino vede Dio, che lo ringrazia con un pianto d'amore.

Kasimiro ha scritto: passarono gli anni e quel bambino, ora cresciuto, non perse i contatti col signore barbuto
Un modo grazioso per sottolineare che la fede può essere semplice.

Grazie, @Kasimiro, per il tuo racconto "lieto e pensoso".
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Re: Lacrime dal cielo

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Ciao @Kasimiro,
Intanto voglio dirti che apprezzo molto il tuo modo dolce e garbato di raccontare, una dote che mi pare tu abbia spontanea.
Molto bella la cornice in cui hai messo la storia, mi sono immedesimata nella mamma.
Ho visto che in questo racconto hai inserito una parte in rima: sarò sincera, secondo me funziona  se la mantieni in tutta la favola. In questo modo invece ha un effetto quasi di "disturbo". Capisco che con i tempi del MI non sia stato possibile farlo.
Inoltre ho trovato un po' troppo veloce la favola in alcuni passaggi, avrei letto volentieri di più.
Ciao!

Re: Lacrime dal cielo

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Grazie @monica per le tue parole. Mi è venuta un po' così, senza troppo pensarci. Come ha fatto la mamma nell'improvvisare la storia. 
Grazie @Ippolita, dal mio punto di vista non volevo dare un'idea precisa a questa entità, universale; ma mi sono lasciato tradire dal fatto che avesse una barba folta e bianca, che iconograficamente può avere diversi significati. Ma era anche un modo semplice per far confondere i lineamenti con le nuvole.
Ultimamente sto ascoltando, anche sull'onda dell'emozione, diverse interviste di Battiato, canzoni e programmi da lui ideati. Sono rimasto molto affascinato dai suoi discorsi sui grandi mistici, asceti; quando parla di illuminazione, meditazione, cosmo. Forse potrebbe avermi influenzato qualcosa.
L'uso delle rime non ha un perché ma è stato casuale. Forse sarebbe meglio che me lo ponessi, il perché.
Ciao @ivalibri, grazie per l'apprezzamento sul modo dolce e garbato di raccontare, rivolgendomi spesso a bambini mi viene d'istinto. Ma ti assicuro che mi piacerebbe essere anche sgarbato, come scrittura, e un po' invidio quelli che riescono a farlo, in modo tagliente, con stile.
ivalibri ha scritto: Ho visto che in questo racconto hai inserito una parte in rima: sarò sincera, secondo me funziona  se la mantieni in tutta la favola. In questo modo invece ha un effetto quasi di "disturbo". Capisco che con i tempi del MI non sia stato possibile farlo.
Mi è venuto spontaneo. Idealmente, penso che potrebbe anche funzionare un mix di frasi in rima e non, senza seguire una regola. Probabilmente bisogna essere molto bravi a calibrare. Ma se questo è di disturbo allora crolla tutto. Grazie, rivedrò questo aspetto.
Poeta Zaza ha scritto: Una originale e tenera favola per rispondere alle domande incalzanti e spiazzanti di un bambino,
Un bel modo per questa mamma di dare la buonanotte alla sua bimba. 
Se si prende l'abitudine a questi riti serali, è un bel crescere!
Grazie @Poeta Zaza, e sì, sarebbe proprio un bel rito.

Re: Lacrime dal cielo

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Kasimiro ha scritto: Era diventato un nomade del mondo e dove passava la pioggia portava. C'è chi lo venerava e commosso piangeva. Quel che era un bambino, il gigante lo aveva adottato per imparare, e a qualcosa era servito. Ma il dolore era sempre superiore alla consolazione e le lacrime a questo associate erano più salate e riempirono i mari sempre di più.
Il bambino ormai vecchio, nel suo peregrinare, arrivò in un villaggio non lontano dal mare. Gli abitanti che non avevano più lacrime da versare per la siccità quasi triennale a cui dovettero sottostare, gli offrirono quel poco d'acqua che con sapienza riuscirono a dissalare.
Da queste parti mi sono un po' persa e ho dovuto rileggere, per il resto la fiaba è molto carina.
Un poco di morale non guasta: ci vuole fiducia e pigliare a verso la natura. Ogni cosa sia benedetta!
Complimenti!

Re: Lacrime dal cielo

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ciao @Kasimiro. Credo anch'io  che hai voluto cimentarti in un racconto sulla fatidica ora della notte e quindi della favola da raccontare. Poi hai usato l'elemento della traccia, l'acqua, per definire il tutto. Sei stato breve, direi una favola dentro un racconto favola, per brevità; spero che mi capisca...
Questo racconto però mi porta a farmi una domanda: come mai i miei figli non mi chiesero mai di raccontare loro una favola? Sarà solo perché quando arrivavano a casa erano morti per la stanchezza per quanto avevano giocato? Mi sono evitato tante favole e risposte da dare... ah ah ah  :P
ciao alla prossima. (y)
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: Lacrime dal cielo

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Vi ringrazio per l'apprezzamento  @Alba359@L'illusoillusore@Loscrittoreincolore@Effy Kaligaris
bestseller2020 ha scritto: Questo racconto però mi porta a farmi una domanda: come mai i miei figli non mi chiesero mai di raccontare loro una favola? Sarà solo perché quando arrivavano a casa erano morti per la stanchezza per quanto avevano giocato? Mi sono evitato tante favole e risposte da dare...
Non saprei. Forse all'inizio non lo chiedono ma viene spontaneo a un genitore; poi diventa un rituale e allora non ne possono più fare a meno. Per me diventava un po' angosciante inventarmi ogni volta una storia, perché si creava un'aspettativa che mi metteva a dura prova. Per fortuna poi hanno iniziato a leggere da soli. Ma da quel momento ho scoperto che potevo scrivere io qualcosa e li ringrazio di questo.
Alla prossima @bestseller2020
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