[MI152] Lacrime rivelatrici

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Traccia di mezzanotte



I ricordi tornano nei momenti più inaspettati, come coriandoli nascosti nelle tasche di vecchi cappotti.
Anche la neve svanirà dai tetti e di quest’inverno non rimarrà traccia, fino a quando non rispolvererò dal cassetto qualcosa che mi riporti a questi giorni assurdi, trascorsi a rammendare trame lise e senza speranza.
Prendo la valigia, un’occhiata alle porte affacciate sul corridoio, chiudo per sempre quella d’entrata senza far rumore. Il sole basso di gennaio riverbera stanco sopra i mucchi bianchi addossati ai margini del viale, spingo il pulsante e le luci della mia auto fanno trasalire il gatto che si scaldava sul cofano.
Vado via senza salutare. Percorro la strada sconnessa che mi avvicina a casa mia. Le ultime due settimane sembrano già così lontane, il tempo si slega dalla realtà: non sono mai stata di nuovo in quella casa, non sono mai tornata in questo paese e non ho mai rivisto mia sorella; voglio dimenticare l’oggi e il passato che avevo sepolto qui prima di ritornare.
Torno alla mia vita e alla mia città, senza rimpianti e soprattutto senza rimorsi. Era strano, infatti, pensare di risolvere antichi rancori, tornare nella casa e nel paese dove siamo nate, rivederci, stare un po' insieme, e per cosa? Solo per farci ancora del male.
Eravamo uguali in un certo senso. Io non cedevo mai e tu provocavi sempre: quello che ci mancava non era coesione, ma esempio e attenzione. Non avresti dovuto, io non volevo, tu hai nascosto, io ho scoperto… tutte frasi recitate decine e decine di volte.
So per certo che, giù al fiume, quel giorno tu c’eri, io ti ho vista!
Eri di spalle mentre alzavi le braccia, buttavi indietro la testa, i lunghi capelli e ti lasciavi baciare il collo.
Basta! Non so perché rimugino ancora e non la smetto, erano anni che ormai questa storia non tornava a galla. Perché mi hai chiamata? Al funerale di papà non ci siamo nemmeno guardate e stavo per ripartire, l’avessi fatto!
La strada luccica sotto i raggi che mancavano da giorni, svolto a destra e il fiume mi abbaglia; sotto i rami della quercia c’è il nostro passaggio per raggiungere la riva, troppe le volte che l’ho fatto tutto di corsa. Freno, accosto e scendo dall’auto. Tra le siepi, pesanti di fiocchi, percorro la strada sulle mie orme di bambina.
Sono andata via presto e penso di non essere mai stata qui, dopo averti sorpresa con Andrea, sì, credo che quella sia stata l’ultima volta.
Complici Il tempo e la stagione, non avete avuto nessun pensiero per me, io avrei dovuto essere da tutt’altra parte tranne lì sulla spiaggia, dietro a questo masso. Nascosta, ma neanche tanto, vi ho guardato e ho pianto, fino a quando la sofferenza non mi ha fatto stare così male da fuggire via.
Era un pomeriggio di fine agosto, Il fiume permetteva di bagnarsi e l’acqua calma nell’ansa lambiva la spiaggia. Eravate felici, troppo felici, per me che avevo già scelto l'abito da sposa.
L’acqua vi aveva sorretto, cullato, vi aveva conosciuto amanti e ora scorreva allegra dietro di voi: una cornice stupenda di un quadro terribile. Rimase scolpito nella mia mente per vent’anni, a ricordarmi quanto io sia stata cieca. Per tutto il tempo dell’università, e anche anni dopo, ho avuto quell’immagine di voi e di me che correvo via senza farmi vedere, quante volte mi sono pentita di non avervi chiamato; oggi non ci sarebbero state le tue scuse e le tue bugie.
Toccavo questa pietra e guardavo il fiume come sto facendo ora, voi eravate qui e lo giuro che tu eri avvinghiata all’uomo che che diceva di amarmi.
Lo giuro sulle lacrime che tornano tardive alle mie guance, che mi bagnano ancora le mani dove riluce il ricordo. Un ricordo che ora all’improvviso sembra più schietto, vivido e forse ancora più terribile, diverso.
Tra le lacrime adulte qualcosa si dipana all’improvviso. Una traccia che mi era impossibile valutare prima, porto il palmo sulla bocca, vorrei gridare. Un singhiozzo mi strozza alla gola, non posso credere di aver omesso a me stessa una cosa così ovvia. Torno col pensiero a quel giorno, alla mattina in cui ci siamo svegliate e tu mi dicesti che saresti andata comprare qualcosa per me, io avrei dovuto star fuori tutto il giorno. Ci siamo salutate alla stazione: stavo per prendere il treno, andavo in città per i documenti dell’università e tu tornavi verso la piazza del mercato. Ti eri appena girata, indossavi una camicetta trasparente e del nodo celtico sulla tua spalla sinistra, s’intuiva tutto il tratto. Volevo dirtelo subito per prenderti un po' in giro ma non lo feci, ormai avevamo l’età giusta per lasciar stare certi giochetti.

Soltanto ora vedo con chiarezza, quel tatuaggio, nella tela dei miei ricordi, non poteva scomparire e nemmeno apparire. Ho voluto credere che fossi tu?  Sono stata ingannata da un dolore troppo giovane? Da un rancore che ci trascinavamo da sempre o da qualche reminiscenza infantile?  Delle volte hai lasciato che io credessi alla mia versione solo per farmi del male, poi tornavi dicendo che scherzavi e che se mi andava di crederlo era solo peggio per me. Ora sono qui, disperata, mi è testimone l’acqua del fiume e delle mie lacrime, non potevi essere tu quella che abbracciava Andrea, non eri tu, semplicemente non eri tu. Né tra le lacrime che offuscavano i ricordi di quel giorno né tra quelle che oggi mi rendono, di te, il bene che non ci siamo mai permesse.

Re: [MI152] Lacrime rivelatrici

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Alba359 ha scritto: I ricordi tornano nei momenti più inaspettati, come coriandoli nascosti nelle tasche di vecchi cappotti.
Ciao @Alba359. Incipit bellissimo.

Prima di farti un po’ di pulci voglio dirti che questa storia mi ha colpita. Due sorelle che hanno perduto gli anni migliori per colpa di un malinteso mai chiarito. La cecità della ragazza che credeva di aver visto la sorella insieme al proprio fidanzato, la rivelazione finale grazie a quel “dettaglio mancante” a cui non aveva fatto caso anni prima: un nodo celtico tatuato sulla spalla.
Il contenuto è accattivante, la forma può essere migliorata. La scrittura non è sempre fluida e per ricostruire  la vicenda  ci ho impiegato un po’.  
L’acqua del fiume conserva il ricordo di un dolore mai sopito. La chiusa finale si apre alla speranza di una riconciliazione tra le sorelle.  💓
Alba359 ha scritto: Prendo la valigia, un’occhiata alle porte affacciate sul corridoio, chiudo per sempre quella d’entrata senza far rumore. Il sole basso di gennaio riverbera stanco sopra i mucchi bianchi addossati ai margini del viale, spingo il pulsante e le luci della mia auto fanno trasalire il gatto che si scaldava sul cofano.
La descrizione mi lascia un attimo perplessa. Hai la valigia in mano e stai uscendo da un luogo che potrebbe essere una casa di cura (tutte le porte affacciate sul corridoio mi fanno immaginare un ospedale) Ma poi mi dico. Forse no, da un ospedale o una clinica non si può uscire così. Magari un hotel... Poi, mi trovo quel gatto acciambellato a scaldarsi sul cofano. Non descrivi l’auto, ma penso che tu sia appena arrivata in quel posto. Altrimenti il cofano sarebbe freddo e coperto di neve. 
Capisci la mia perplessità?
Alba359 ha scritto: Vado via senza salutare
Questa frase non l’avrei messa a capoverso, visto che prosegue il primo “frame”.
Alba359 ha scritto: non sono mai stata di nuovo in quella casa, non sono mai tornata in questo paese
Anche questa frase non scorre troppo bene. Dunque, hai trascorso le ultime due settimane nella tua vecchia casa ma vuoi “dimenticare” di averlo fatto (?)
Alba359 ha scritto: buttavi indietro la testa, i lunghi capelli
Metterei un verbo prima di lunghi capelli. Tipo “sollevavi i lunghi capelli”
Alba359 ha scritto: Sono andata via presto e penso di non essere mai stata qui
Non essere mai stata più qui dopo averti sorpresa etc.
Alba359 ha scritto: tranne lì sulla spiaggia,
Forse dovresti sostituire “spiaggia” con un sostantivo diverso. Sei vicino a un fiume, se non ho capito male. Spiaggia non ė molto adatto.


Comunque è una prova positiva. Complimenti 🌸

Re: [MI152] Lacrime rivelatrici

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@Alba359 , ciao!
Quello che mi ha colpito di più di questo racconto è il tratto della scrittura. Ho avuto la sensazione che scrivessi di getto, spesso trasportata dal suono, difatti molti punti hanno un che di musicale, specie l'incipit, che è molto bello. Tuttavia, questa musicalità in certi punti si lascia troppo andare, dimenticandosi della chiarezza, ragion per cui la successione degli eventi non è sempre semplice da intuire. 

La trama mi piace, l'immagine della protagonista che osserva il tradimento della sorella e del fidanzato da lontano è dolorosissima. Forse l'avrei lasciata così, senza il finale del tatuaggio che indica il fraintendimento. Oppure avrei inserito qualche accenno extra a dei ripetuti tentativi da parte della sorella di chiarire, magari sempre stroncati dalla protagonista. Suona un pizzico improbabile che in tutti quegli anni non abbia cercato in tutti i modi di discolparsi da qualcosa che non aveva commesso. Se mia sorella smettesse di parlarmi per un motivo simile, andrei persino a richiedere i filmati delle videocamere di sicurezza della zona pur di provare la mia innocenza! 

Nel complesso, penso che l'idea sia ottima, dovresti semplicemente lavorare di più sulla coerenza e la chiarezza della trama. Alla prossima :)

Re: [MI152] Lacrime rivelatrici

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Alba359 ha scritto: Ti eri appena girata, indossavi una camicetta trasparente e del nodo celtico sulla tua spalla sinistra, s’intuiva tutto il tratto.
Ti suggerisco:
Ti eri appena girata: indossavi una camicetta trasparente e, del nodo celtico sulla spalla sinistra, s'intuiva tutto il tratto.
Alba359 ha scritto: Soltanto ora vedo con chiarezza, quel tatuaggio, nella tela dei miei ricordi, non poteva scomparire e nemmeno apparire.
Ti suggerisco:
Soltanto ora vedo con chiarezza come quel tatuaggio, nella tela dei miei ricordi, non poteva  scomparire né apparire.

P.S.: A parte queste due frasi, per il resto la sintassi e la punteggiatura sono ok!

Della serie: come un equivoco può rovinare un rapporto stretto.
Una buona stesura, con immagini vivide e scavo dei sentimenti. Brava, @Alba359   :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI152] Lacrime rivelatrici

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Effy Kaligaris ha scritto: Oppure avrei inserito qualche accenno extra a dei ripetuti tentativi da parte della sorella di chiarire,
Alla sorella non dispiaceva che lei fosse convinta di ciò che aveva visto. Di proposito la lasciava friggere, come dico in questo punto.

"Delle volte hai lasciato che io credessi alla mia versione solo per farmi del male, poi tornavi dicendo che scherzavi e che se mi andava di crederlo era solo peggio per me."
Alla fine erano due stronze! lei ha visto quel che voleva e la sorella, per farla soffrire, ha lasciato in lei il dubbio per tutto quel tempo. Forse l'età adulta di una e l'aqcua delle lacrime dell'altra, le hanno aiutate a riavvicinarsi?
Grazie per essere passata a leggere e per il tuo gradito commento. :flower:

Re: [MI152] Lacrime rivelatrici

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@Monica ha scritto: Forse dovresti sostituire “spiaggia” con un sostantivo diverso. S
ummmh, arenile? Ma poi non so, ci sono fiumi che hanno delle vere e proprie spiagge.
Comunque mi sono documentata :D
spiaggia: Zona aperta e pianeggiante; anche, riva d'un fiume, d'un lago o d'uno specchio d'acqua.
Alba359 ha scritto: Prendo la valigia, un’occhiata alle porte affacciate sul corridoio, chiudo per sempre quella d’entrata senza far rumore.
Grazie per avermi fatto riflettere su questo corridoio e al fatto che il cofano era caldo. Ho immaginato che la sorella vivesse ancora nella vecchia casa paterna (una di quelle che avevano un ingresso con le stanze  allineate). il cofano ancora caldo è perche lei è arrivata solo poco tempo prima, non ho specificato, l'idea andava raccontata meglio. Sicuramente hai ragione.

Re: [MI152] Lacrime rivelatrici

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Ciao,
ho letto più volte il tuo racconto, con attenzione. Mi piace l'idea della protagonista che, tornata sul luogo del misfatto, da sola dopo tanti anni capisce d'aver sbagliato. è uno spunto originale in un contesto potenzialmente dejà vu.
Temo di aver avuto anch'io l'impressione di una scrittura di getto, che rende un po' arruffato l'incedere.
Per quel che vale, secondo me avresti potuto partire da quando frena e scende dalla macchina, far uscire i pensieri sulla sorella come ricordi mentre la protagonista cammina verso "il luogo dove si sono perdute". Magari dialogando con la memoria del fiume.
Ovviamene, come sempre prendi quel che può servirti (se c'è qualcosa) e butta tutto il resto!
A rileggerti!
D
@Alba359 

Re: [MI152] Lacrime rivelatrici

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@Alba359 trovo sempre la tua scrittura ottima con delle trame abbastanza complesse che altre volte ho fatto fatica a comprendere. Questo racconto mi sembra lineare anche se (da commenti sopra) le sfumature possono essere molteplici. Mi ha colpito questa donna che ha vissuto tutti questi anni nell'angoscia; dalla difficoltà di staccarsi da un evento che l'ha fatta soffrire, e tutto il resto diventa ininfluente. A me l'hai trasmessa questa angoscia, tanto che ho un po' faticato ad andare avanti. Ma alla fine si apre una fessura, non importa quando; il tempo è un fattore relativo, come dev'essere.
Interessante.

Re: [MI152] Lacrime rivelatrici

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ciao @Alba359.




I ricordi tornano nei momenti più inaspettati, come coriandoli nascosti nelle tasche di vecchi cappotti.
Anche la neve svanirà dai tetti e di quest’inverno non rimarrà traccia, fino a quando non rispolvererò dal cassetto qualcosa che mi riporti a questi giorni assurdi, trascorsi a rammendare trame lise e senza speranza.
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Con queste frasi mi hai colpito subito. Ho pensato che questa volta stavi affrontando il romanzo della tua vita e mi sono detto: sarà pieno di immagini e atmosfere come ci hai abituato? Io già pensavo a un capolavoro, ma haimé cosi non è stato. Un ottimo inizio con tanta suspense e poi questa storia di rivalità tra sorelle per questioni amorose... peccato...comunque un buon lavoro e  l'ho letto volentieri... ciao alla prossima :P
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI152] Lacrime rivelatrici

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Kasimiro ha scritto: trovo sempre la tua scrittura ottima con delle trame abbastanza complesse che altre volte ho fatto fatica a comprendere.
Grazie per aver letto anche questa!

bestseller2020 ha scritto: Con queste frasi mi hai colpito subito. Ho pensato che questa volta stavi affrontando il romanzo della tua vita e mi sono detto: sarà pieno di immagini e atmosfere come ci hai abituato?
Infatti, andava tutto a meraviglia, L'incipit mi era venuto di getto, nel MI scrivo sempre di getto perché non faccio mai in tempo a programmare, Poi però l'ispirazione è scemata. Tutte le altre volte ho scritto senza interruzione e poi ho postato. Domenica sono capitate cose che mi hanno distratta e sono andata a parare in un racconto che non ha soddisfatto neanche me.
Poteva venire meglio sicuro. Magari riciclo soltanto l'incipit, Grazie per la fiducia.

Re: [MI152] Lacrime rivelatrici

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Ciao @Alba359,
Anche il tuo è un bel racconto,. Trovo che la tua scrittura sia maturata, sei sempre stata brava ma negli ultimi testi che hai postato credo che ci sia maggiore cura e consapevolezza. Il tuo stile personale, molto espressivo e dalle immagini ricercate, che già si poteva apprezzare, viene fuori meglio.
Di questo racconto mi piace l'idea di fondo, un malinteso, un episodio non chiaro, che ha segnato il rapporto tra due sorelle, oltre allo stile. Ottimo l'incipit.
Piaciuto!

Re: [MI152] Lacrime rivelatrici

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Alba359 ha scritto: I ricordi tornano nei momenti più inaspettati, come coriandoli nascosti nelle tasche di vecchi cappotti.
Anche la neve svanirà dai tetti e di quest’inverno non rimarrà traccia, fino a quando non rispolvererò dal cassetto qualcosa che mi riporti a questi giorni assurdi, trascorsi a rammendare trame lise e senza speranza.
Lo riporto anch'io, perché lo trovo davvero molto bello. 
Alba359 ha scritto: So per certo che, giù al fiume, quel giorno tu c’eri, io ti ho vista!
Alla sicurezza subentra il dubbio e poi una nuova certezza, opposta alla prima:

Alba359 ha scritto: Ora sono qui, disperata, mi è testimone l’acqua del fiume e delle mie lacrime, non potevi essere tu quella che abbracciava Andrea, non eri tu, semplicemente non eri tu. Né tra le lacrime che offuscavano i ricordi di quel giorno né tra quelle che oggi mi rendono, di te, il bene che non ci siamo mai permesse.
Devo dire che il racconto mi è piaciuto molto. Il caos doloroso nella mente della protagonista si riverbera tra le righe, e non mi disturba affatto, anzi. Assurdo come sanno essere assurde solo le cose vere della vita, il racconto è illuminato dalla tua fantasia e sorretto dal vigore che ritrovo sempre nei tuoi scritti. 

Ciao e grazie, @Alba359.
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Re: [MI152] Lacrime rivelatrici

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Un racconto molto particolare, perché si basa tutto su un fraintendimento che però genera tutto ciò che noi "subiamo" insieme alla protagonista, essendo il focus su di lei. La parte finale arriva a dipanare la trama ma, non avendo molti elementi su cosa abbia fatto la sorella in questi anni, non riusciamo a cogliere il dispetto. Pur calcolando il dispetto e il fatto che come dici te la sorella è "una stronza", verrebbe forse più rabbia per un comportamento del genere che non per l'atto effettivo. C'è da dire però che lei l'ha accusata senza motivo, quindi la sorella ha più di un motivo per farla soffrire. Secondo me aggiungendo qualcosina nel finale si può dare equilibrio a un racconto che, specie nella prima parte, è ricco di immagini eccezionali (ho adorato l'incipit) <3

Re: [MI152] Lacrime rivelatrici

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Bello questo tuo racconto @Alba359 

ti lascia dentro il sentimento struggente di un tradimento subito, della disillusione e del rancore che ha diviso per la vita due sorelle che si amavano e in cui la protagonista ha creduto, erroneamente, fossero innamorate dello stesso uomo.
Un abbaglio tragico, un inganno degli occhi, che non salva il protagonista maschile dal suo ruolo di fedifrago a poco tempo dalle prossime nozze, ma diventa determinante nel distruggere e avvelenare un rapporto di sangue in maniera netta e irrevocabile.

E’ scritto molto bene, di grande efficacia nel trasmettere sensazioni e ambiente in cui si sviluppa la vicenda.
Hai posto molta attenzione nel calibrare lo sviluppo del racconto, con una premessa dei fatti narrati che passo dopo passo, costruisce il tragico antefatto che ha condotto al disamore tra le due sorelle.
Sei stata abilissima dello svelare solo nelle ultime righe, il colpo di scena che ribalta le convinzioni nutrite per anni dalla protagonista che si è ritenuta vittima di un duplice tradimento attuato dalle due persone che più amava.
Si percepisce e condivide il rancore della donna tradita nei suoi affetti più cari e il dolore provato per questo sentimento che l’ ha separata da sua sorella anche davanti alla morte del padre: un muro di silenzio che devasta e divide le due donne.

Grande è la sorpresa è il rimpianto, per aver percorso una vita nella convinzione di un danno subito che viene dissolto nella scoperta di un proprio errore di percezione.

Molto piacevole la lettura del tuo brano, non solo per il meccanismo narrativo che in chiusura sorprende, ma soprattutto per la misura e la fluidità della scrittura.

Complimenti e a presto rileggerti. Buone cose. :)

Re: [MI152] Lacrime rivelatrici

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Poeta Zaza ha scritto:   Soltanto ora vedo con chiarezza, quel tatuaggio, nella tela dei miei ricordi, non poteva scomparire e nemmeno apparire
Solo qui ho avuto un attimo di perplessità e ho dovuto rileggere, ma solo perché era la rivelazione amara, forse ancor più amara della brutta storia cui lei aveva aveva creduto sbagliandosi. Per il resto ho apprezzato la trama, l'intreccio è credibile, ed è molto sentito. Si potrebbe dire una vicenda vissuta sulla tua pelle. Mi è piaciuto molto. Brava 
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