[MI 152] Tema sull’acqua – Prima e dopo

1
Traccia di mezzanotte: L’acqua non dimentica. Tema sull'acqua: prima e dopo.

 
Tema di quinta B: L’acqua che conoscete.


La prima cosa che mi viene in mente è l’acqua del mare. Ci siamo presentate davvero solo il giorno in cui ho imparato da sola a nuotare, l’anno scorso.
C’era zia Lidia sulla spiaggia con noi bambini in costume  che stavamo sulla battiggia battigia a fare un castello di sabbia. La bandiera rossa che veniva messa per dire che era vietato il bagno non c’era, anche se il mare era mosso.
Osservavo curiosa che l’onda portava la stessa testa in alto dal basso, semplicemente mettendo altra acqua sotto i piedi di quella persona. O la toglieva da sotto per farla scendere. Di certo, c’era sotto una legge fisica. La stessa che ti fa cadere per terra, lì in acqua ti solleva perché sei ospite dell’acqua e puoi scendere e risalire come fa lei. Un cielo liquido che ti accoglie dal basso. 
E poi pensavo che l’onda che arrivava a riva per ricaricarsi veniva inghiottita di nuovo dal mare e quindi tornava con tutte le altre, ma in penultima fila, per modo di dire. Cioè, chissà quanto tempo dopo, ma la stessa onda che mi stava accogliendo in quel momento sarebbe tornata nello stesso paese di mare, nella stessa spiaggia libera…
La zia aveva detto a tutti di non avvicinarci all’acqua senza che lei ci fosse vicina,  ma era distratta da tre  più piccoli di me. Io allora mi sono incamminata sulla rena che scottava,  chinandomi a raccogliere le conchiglie facendo finta di niente. Eccomi sul tratto umido e mi vedo ancora adesso mentre coi piedi  sfioro l’acqua mentre si ritrae per gonfiarsi in un’onda di quelle grandi medie-grosse. Io entro, non senza qualche bevuta e brividi che la paura fa finta che sono di freddo. E scopro felice che anche per me il mare mette tanta acqua quanto basta per farmi tenere il collo sopra la linea del mare. Non c’entrano le misure! Wow! È bastato respirare tranquilla. Missione compiuta!

Piccole onde ha il tuo mare di scoperta, d’incertezza a lambire la riva ai primi assaggi;  ignote le tempeste, quieto il ritmo, tra lo stupore del nuovo che accavalla i flutti. Crescono l’onde in un mare di entusiasmo.
L’ho letta da qualche parte e mi piace un sacco perché dice bene quello che vivo adesso! (Di una certa Poeta Zaza).

La seconda acqua che mi viene in mente è l’acqua di un fiume. Ne ho visto uno grande che scorreva piano ma poi doveva superare un gradone nel suo fondo. Per questo, ho visto la mia prima cascata, anche se mi hanno detto che era piccola.
So che le misure sono cose in proporzione. Anch’io crescerò, come crescono i fiumi.

Prima di nascere, mi ha detto la mamma, ero immersa nell’acqua della sua pancia.
Mi ricordo poi che mani amorevoli mi hanno sorretta e guidata in una pozza d’acqua del mio piccolo tempo, tenendomi a galla, come se fossi una barchetta, e io mi sentivo sicura.
Crescendo, ho costruito la mia, di barca, e imparato a usare i remi, mentre l’acqua del tempo piccolo è diventata un  corso con le curve -tante svolte - dal ritmo sereno, sonnolento oppure agitato, perfino
tempestoso.

La mia barca è al centro del fiume,  nel presente, che non esisterebbe senza il passato dietro
e il futuro davanti, in un unico corso per chi osserva dall’alto. 

***
Revisione del testo dall’autrice, adulta.

L’acqua che mi conosce.

Sapevo il giorno d’estate in cui avevo imparato a nuotare: prima della data di San Giovanni, non si poteva entrare in mare. Oggi è di nuovo  il 24 giugno: il mare è mosso e memore mi accoglie sollevandomi dolcemente e mettendomi sotto acqua su acqua, e poi meno liquido, come in un’altalena, proprio come allora. E se fosse la stessa onda della mia prima volta, che è tornata per ricaricarsi come allora? Mi fa piacere pensare che lei abbia una memoria sua, una memoria della materia antica, che trattiene i ricordi per sempre, a modo suo.

Ha onde alte il mio mare, trascinanti, con le tempeste domate sottostanti, guardingo per le nuove, maestoso e imponente mar vissuto:
ricaricato tante volte a riva.

Ho fatto il parto nell’acqua. Quando il liquido amniotico si è confuso con l’acqua della vasca, ho comunque pensato che contenesse la memoria quantica della mia prima acqua, nella vita che si ricreava dalla mia.

E anche il mio fiume è così, perennemente intriso del passato, mentre le sue acque proseguono incessantemente in avanti:

La mia barca è al centro del fiume, nel presente, che non esisterebbe senza il passato dietro
e il futuro davanti, in un unico corso per chi osserva dall’alto. 

Con me c’è ancora la bambina della barchetta, perché la prima acqua è nel mio fiume del tempo.
Uso i remi mentre arrivo alla prossima svolta, non so mai se sarà l’ultima;
lo saprò quando la barca comincerà a correre da sola e butterò i remi, inutili,
preparandomi al salto nella cascata dal mio mondo a quell’altro.
Ultima modifica di Poeta Zaza il dom giu 06, 2021 6:22 pm, modificato 1 volta in totale.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 152] Tema sull’acqua – Prima e dopo

3
ciao @Poeta Zaza . Con tutte le incertezze che avevi, alla fine, questa traccia l'hai proprio centrata. :D


 
Tema di quinta B: L’acqua che conoscete.


La prima cosa che mi viene in mente è l’acqua del mare. Ci siamo presentate davvero solo il giorno in cui ho imparato da sola a nuotare, l’anno scorso.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Con questa partenza già sei con le vele spiegate, a navigar per mari e poesie. Non mi piace però quel " ci siamo presentate ", è troppo aperto a varie interpretazioni.  Seguendo il ragionamento infantile penserei che presentarsi sta per " diventare amici, conoscersi fino in fondo".
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
C’era zia Lidia sulla spiaggia con noi bambini in costume  che stavamo sulla battiggia battigia a fare un castello di sabbia. La bandiera rossa che veniva messa per dire che era vietato il bagno non c’era, anche se il mare era mosso.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
curiosa la tua scelta- direi tra l'originale e l'azzardo-  di dividere in due il tuo racconto, affidandolo a due momenti temporali ben differenti. L'idea di auto correggerti è buona, ma anche un pò forzata. 
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 
 Di certo, c’era sotto una legge fisica. La stessa che ti fa cadere per terra, lì in acqua ti solleva perché sei ospite dell’acqua e puoi scendere e risalire come fa lei. Un cielo liquido che ti accoglie dal basso. 
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Devo dire che il linguaggio infantile ti riesce bene, anche se a dieci anni, bisogna essere abbastanza bravi e predisposti a imbastire simili argomenti. Comunque una certa inventiva la si può trovare tra le bambine, che secondo me, sono più ricettive.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

La zia aveva detto a tutti di non avvicinarci all’acqua senza che lei ci fosse vicina,  ma era distratta da tre  più piccoli di me. Io allora mi sono incamminata sulla rena che scottava,  chinandomi a raccogliere le conchiglie facendo finta di niente. Eccomi sul tratto umido e mi vedo ancora adesso mentre coi piedi  sfioro l’acqua mentre si ritrae per gonfiarsi in un’onda di quelle grandi medie-grosse. Io entro, non senza qualche bevuta e brividi che la paura fa finta che sono di freddo. E scopro felice che anche per me il mare mette tanta acqua quanto basta per farmi tenere il collo sopra la linea del mare. Non c’entrano le misure! Wow! È bastato respirare tranquilla. Missione compiuta!
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Quella rena è un vocabolo mai sentito in bocca a una bambina!  :P non potevi limitarti a " sabbia"? va bene che sarà più elegante, e poi, una futura poetessa in erba ci sta...
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Piccole onde ha il tuo mare di scoperta, d’incertezza a lambire la riva ai primi assaggi;  ignote le tempeste, quieto il ritmo, tra lo stupore del nuovo che accavalla i flutti. Crescono l’onde in un mare di entusiasmo.
L’ho letta da qualche parte e mi piace un sacco perché dice bene quello che vivo adesso! (Di una certa Poeta Zaza).
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Brava! bel pezzo poetico con tanto di auto celebrazione: alla fine e come già ti dissi, l'auto celebrazione è una regola per il successo  :P
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------



La mia barca è al centro del fiume,  nel presente, che non esisterebbe senza il passato dietro
e il futuro davanti, in un unico corso per chi osserva dall’alto. 
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Mi pare una osservazione più che corretta. Spiegami però se questa la ritieni una poesia o una riflessione. Il corsivo, secondo le tue abitudini, indicherebbe una poesia. Altrettanto è una tua impronta inserire versi, non ci rinunci mai.
***
Revisione del testo dall’autrice, adulta.

L’acqua che mi conosce.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
La scelta di questi due tempi e relative rielaborazioni del testo, da una parte sorprendono per originalità, ma da altra parte lasciano perplessi.
In questa parte l'incipit è differente, passando da " l'acqua che conoscete, a " l'acqua che mi conosce". Pare di cogliere già il frutto dei ricordi infantili e i suoi insegnamenti e la sua rielaborazione.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

E se fosse la stessa onda della mia prima volta, che è tornata per ricaricarsi come allora? Mi fa piacere pensare che lei abbia una memoria sua, una memoria della materia antica, che trattiene i ricordi per sempre, a modo suo.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Bella frase. Il moto ondoso ha i suoi ritmi che non cambiano mai e che sembrerebbe scritti per durare in eterno.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------  

Con me c’è ancora la bambina della barchetta, perché la prima acqua è nel mio fiume del tempo.
Uso i remi mentre arrivo alla prossima svolta, non so mai se sarà l’ultima;
lo saprò quando la barca comincerà a correre da sola e butterò i remi, inutili,
preparandomi al salto nella cascata dal mio mondo a quell’altro.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Questa è la parte metaforica che avevi ventilato. Insomma, un lungo cammino dei ricordi dell'acqua. Di quel elemento che può essere paragonato a qualcosa che ti conduce, ancor prima di farti nascere, per farti approdare alla fine del viaggio.  Concludendo trovo questo tuo lavoro, molto frastagliato ma unito dalla impostazione poetica , che tanto imprimi ogni volta. Non so se questa tua scelta di rendere il testo una rielaborazione matura di un testo infantile , messo così, ti abbia giovato. Il sapore antico dei tempi nostalgici e della infanzia, però calzano a pennello, sui ricordi di lei, arrivata all'età adulta. Diciamo che è stata  una lettura che mi ha coinvolto emotivamente. Ciao e complimenti...per il coraggio :sss:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [MI 152] Tema sull’acqua – Prima e dopo

4
bestseller2020 ha scritto: Mi pare una osservazione più che corretta. Spiegami però se questa la ritieni una poesia o una riflessione. Il corsivo, secondo le tue abitudini, indicherebbe una poesia. Altrettanto è una tua impronta inserire versi, non ci rinunci mai
Le mie poesie le scrivo in corsivo, sì. Ma non è vero che non ci rinuncio mai, verifica prima.  :P Negli ultimi tre MI precedenti, ce n'è uno solo con inserti poetici!
bestseller2020 ha scritto: In questa parte l'incipit è differente, passando da " l'acqua che conoscete, a " l'acqua che mi conosce". Pare di cogliere già il frutto dei ricordi infantili e i suoi insegnamenti e la sua rielaborazione.
È diverso il modo di vedere le cose, il punto di vista, dell'adulta rispetto alla bambina. Una corretta rielaborazione, spero tu abbia colto questo.  :)
bestseller2020 ha scritto: Diciamo che è stata  una lettura che mi ha coinvolto emotivamente. Ciao e complimenti...per il coraggio :sss:
Coinvolgere emotivamente il lettore, e sorprenderlo, per me è il top:si:

Grazie della tua lettura, caro @bestseller2020  :)

P.S.: A proposito della rena, era presente nel primo verso della mia prima poesia, a dieci anni!
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 152] Tema sull’acqua – Prima e dopo

5
Ciao @Poeta Zaza , pioniera di nuovi stili. 
Leggerti è sempre una sorpresa, trovo tu sia una instancabile sperimentatrice. Questo testo lo dimostra ampiamente.
La Zaza bambina, il tema corretto, i primi passi verso la conoscenza di sé. La poesia che si manifesta presto come se fosse un linguaggio che ti appartiene in profondità da sempre.
In questo racconto sento che hai voluto regalarci una parte di te. E ti abbraccio.
Dal confronto tra i due testi emerge la differenza tra le percezioni di una bambina e quelle di una donna matura. 
Poeta Zaza ha scritto: Piccole onde ha il tuo mare di scoperta, d’incertezza a lambire la riva ai primi assaggi;  ignote le tempeste, quieto il ritmo, tra lo stupore del nuovo che accavalla i flutti. Crescono l’onde in un mare di entusiasmo.
In queste rime c’è tutta la freschezza e l’apertura mentale di chi è “all’inizio del viaggio”.
Poeta Zaza ha scritto: Prima di nascere, mi ha detto la mamma, ero immersa nell’acqua della sua pancia.
Questa immagine rappresenta benissimo la traccia, a mio parere. E tu l’hai ben ricucita con la seconda parte.
Poeta Zaza ha scritto: Ho fatto il parto nell’acqua. Quando il liquido amniotico si è confuso con l’acqua della vasca, ho comunque pensato che contenesse la memoria quantica della mia prima acqua, nella vita che si ricreava dalla mia.
Questi due passaggi li ho particolarmente amati. 💖👍

.

Re: [MI 152] Tema sull’acqua – Prima e dopo

6
@Monica ha scritto: Ciao @Poeta Zaza , pioniera di nuovi stili. 
Leggerti è sempre una sorpresa, trovo tu sia una instancabile sperimentatrice. Questo testo lo dimostra ampiamente.
La Zaza bambina, il tema corretto, i primi passi verso la conoscenza di sé. La poesia che si manifesta presto come se fosse un linguaggio che ti appartiene in profondità da sempre.
In questo racconto sento che hai voluto regalarci una parte di te. E ti abbraccio.
Dal confronto tra i due testi emerge la differenza tra le percezioni di una bambina e quelle di una donna matura
Grazie del passaggio, del tuo gradimento e di quello che hai saputo cogliere, cara @@Monica  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 152] Tema sull’acqua – Prima e dopo

7
Poeta Zaza ha scritto: Ho fatto il parto nell’acqua. Quando il liquido amniotico si è confuso con l’acqua della vasca, ho comunque pensato che contenesse la memoria quantica della mia prima acqua, nella vita che si ricreava dalla mia.
Che bel pensiero!
'Lacqua è vita, in questo racconto c'è, rappresentata, ogni sfumatura di questo concetto.
Grazie, per questa bella storia Mariangela <3

Re: [MI 152] Tema sull’acqua – Prima e dopo

9
@Poeta Zaza ciao!
Il tuo racconto mi ha spiazzato. Direi piacevolmente. Mi è piaciuta la disgregazione della continuità che hai operato.
Ho un dubbio sulla parte Tema.
All'inizio la protagonista scrive:
Poeta Zaza ha scritto: il giorno in cui ho imparato da sola a nuotare, l’anno scorso
ma alla fine del tema:
Poeta Zaza ha scritto: Crescendo, ho costruito la mia, di barca, e imparato a usare i remi mentre l’acqua del tempo piccolo è diventata un  corso con le curve -tante svolte - dal ritmo sereno, sonnolento oppure agitato, perfino tempestoso
Tutto questo "crescere" in un anno? Mi sa che mi sfugge qualcosa... help!

Re: [MI 152] Tema sull’acqua – Prima e dopo

10
@L

È una bambina di dieci anni che scrive il tema, e parla della sua vita, rapportandola all'acqua.
Dell'acqua che l'ha avvolta prima di nascere, dell'acqua di mare che l'ha avvolta quando, l'anno prima, ha imparato a nuotare, e dell'acqua del
fiume più grande che ha visto. Di questo, se ne è servita per fare una similitudine sulla sua vita. Di dieci anni sì, ma ha imparato a usare i remi e
ha visto qualche corso agitato, persino tempestoso per lei... Sai, i bambini credono di avere passato le loro prove anche alle soglie dell'adolescenza.
È una questione di proporzioni.

Poi l'adulta che sarà revisiona il tema, rivivendo le tre acque narrate dalla bambina.

Spero di avere chiarito quel punto finale, che comunque, ora che me l'hai fatto notare, avrei potuto far riprendere dall'adulta nella seconda parte.
È una questione di proporzione degli eventi riferita all'età della persona.

Grazie dell'occasione che mi hai dato, @L'illusoillusore   :sss:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 152] Tema sull’acqua – Prima e dopo

12
Ciao @Poeta Zaza,
Molto bella l'idea di un testo revisionato da adulta. Hai sempre belle idee originali e un tuo modo personalissimo sia di interpretare le tracce che di intendere la forma racconto. Se posso permettermi un suggerimento, lavorerei di più in questo caso sulla differenza tra la voce narrante da bambina e da adulta. Voglio dire, la differenza c'è e si percepisce ma la approfondirei di più.. La bambina usa termini ed espressioni che a me "stonano": la rena, il tratto umido, il cielo liquido che accoglie, l'onda stessa che accoglie. Sono tutte espressioni molto belle e poetiche e capisco la tentazione da parte tua di usarle ma, secondo me, fanno perdere efficacia all'idea di base del racconto. Anche l'uso della sintassi da parte della bambina mi convince poco in alcuni periodi lunghi.
Le immagini che usi sono bellissime, l'onda, il fiume, il parto in acqua... Insomma c'è la materia prima per fare un racconto superbo.
Ciao!

Re: [MI 152] Tema sull’acqua – Prima e dopo

13
Almissima ha scritto: Il tuo racconto fluisce davvero come l'acqua. Mi sono piaciute tutte le immagini, ma in modo particolare ho apprezzato l'idea di un tema scolastico che affronta un argomento che accompagnerà per tutta la vita la protagonista.
Bello davvero!
Grazie, cara @Almissima   :)

Mi dispiace che tu non sia qua con noi. La tua acqua di sicuro avrebbe corso bella e chiara con la nostra... 
O avresti illuminato la Penombra...  (y)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 152] Tema sull’acqua – Prima e dopo

14
ivalibri ha scritto: Ciao @Poeta Zaza,
Molto bella l'idea di un testo revisionato da adulta. Hai sempre belle idee originali e un tuo modo personalissimo sia di interpretare le tracce che di intendere la forma racconto. Se posso permettermi un suggerimento, lavorerei di più in questo caso sulla differenza tra la voce narrante da bambina e da adulta. Voglio dire, la differenza c'è e si percepisce ma la approfondirei di più.. La bambina usa termini ed espressioni che a me "stonano": la rena, il tratto umido, il cielo liquido che accoglie, l'onda stessa che accoglie. Sono tutte espressioni molto belle e poetiche e capisco la tentazione da parte tua di usarle ma, secondo me, fanno perdere efficacia all'idea di base del racconto. Anche l'uso della sintassi da parte della bambina mi convince poco in alcuni periodi lunghi.
Le immagini che usi sono bellissime, l'onda, il fiume, il parto in acqua... Insomma c'è la materia prima per fare un racconto superbo.
Ciao!
Grazie, cara @ivalibri   :)

Con il poco tempo del MI mi sono sfuggiti i particolari (anche se la parola "rena" io l'ho usata a dieci anni nella mia prima poesia, come detto dianzi).
Però altre espressioni avrei dovuto limarle nella penna infantile.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 152] Tema sull’acqua – Prima e dopo

18
Poeta Zaza ha scritto: Tema di quinta B: L’acqua che conoscete.

Prima di nascere, mi ha detto la mamma, ero immersa nell’acqua della sua pancia.
Mi ricordo poi che mani amorevoli mi hanno sorretta e guidata in una pozza d’acqua del mio piccolo tempo, tenendomi a galla, come se fossi una barchetta, e io mi sentivo sicura.
Crescendo, ho costruito la mia, di barca, e imparato a usare i remi, mentre l’acqua del tempo piccolo è diventata un  corso con le curve -tante svolte - dal ritmo sereno
Trovo di grande bellezza e "significanza" la locuzione "del mio piccolo tempo", che si ripete invertita poco più avanti. Lungi dall'essere espressione infantile, è comunque di grande impatto e dilata il momento sacro del battesimo, se ho compreso bene (nel caso: la bambina ha memoria della cerimonia?). Ho trovato graziose, nel racconto, le scene puntuali, in cui si racconta un evento o un particolare; eccessivamente retorici, anche perché impreziositi da metafore, i luoghi in cui sia la bimba sia l'adulta fanno considerazioni sul passato, il futuro e il tempo che passa (ad esempio qui sopra, da "Crescendo"). 
Ho un'impressione, tu dimmi se sbaglio: è come se tu avessi sentito la necessità di chiudere il cerchio, quasi che fornire la bambina (in modo a mio avviso un po' inverosimile) di eccessiva consapevolezza di sé e del proprio futuro, e poi delineare la donna adulta quasi in attesa della morte desse un'idea di completezza. Secondo me invece, a volte, la completezza di un racconto è data proprio da una sorta d'incompletezza, di sospensione. Insomma, questo per dire che se immagino il brano privo delle considerazioni suddette mi appare più vivace e autentico. So che sei contenta se ti dico quello che penso. Grazie, cara @Poeta Zaza
https://www.amazon.it/rosa-spinoZa-gust ... B09HP1S45C

Re: [MI 152] Tema sull’acqua – Prima e dopo

19
Ippolita ha scritto: Trovo di grande bellezza e "significanza" la locuzione "del mio piccolo tempo", che si ripete invertita poco più avanti. Lungi dall'essere espressione infantile, è comunque di grande impatto e dilata il momento sacro del battesimo, se ho compreso bene (nel caso: la bambina ha memoria della cerimonia?).
Comincio a rispondere alle tue gradite parole spiegando che il mio pensiero sul "piccolo tempo" si riferiva ai primi anni di vita - quando ancora siamo sorretti - anche fisicamente - da mani amorevoli , in una piccola pozza d'acqua (del futuro fiume). Del battesimo non si hanno certo ricordi.
Ippolita ha scritto: Ho un'impressione, tu dimmi se sbaglio: è come se tu avessi sentito la necessità di chiudere il cerchio, quasi che fornire la bambina (in modo a mio avviso un po' inverosimile) di eccessiva consapevolezza di sé e del proprio futuro, e poi delineare la donna adulta quasi in attesa della morte desse un'idea di completezza.
Non volevo fare arrivare questo messaggio, credimi. Ma questo, che riprendo da una risposta precedente:
Poeta Zaza ha scritto: È una bambina di dieci anni che scrive il tema, e parla della sua vita, rapportandola all'acqua.
Dell'acqua che l'ha avvolta prima di nascere, dell'acqua di mare che l'ha avvolta quando, l'anno prima, ha imparato a nuotare, e dell'acqua del fiume più grande che ha visto. Di questo, se ne è servita per fare una similitudine sulla sua vita. Di dieci anni sì, ma ha imparato a usare i remi e ha visto qualche corso agitato, persino tempestoso per lei... Sai, i bambini credono di avere passato le loro prove anche alle soglie dell'adolescenza.È una questione di proporzioni.

Poi l'adulta che sarà revisiona il tema, rivivendo le tre acque narrate dalla bambina.
Non si tratta di un'anziana (che pensa alla morte che si avvicina) , ma di una adulta nel fiore della sua maturità. Infatti dice, riagganciandosi al tema infantile:
Poeta Zaza ha scritto: E anche il mio fiume è così, perennemente intriso del passato, mentre le sue acque proseguono incessantemente in avanti:

La mia barca è al centro del fiume, nel presente, che non esisterebbe senza il passato dietro
e il futuro davanti, in un unico corso per chi osserva dall’alto. 
Ippolita ha scritto: Secondo me invece, a volte, la completezza di un racconto è data proprio da una sorta d'incompletezza, di sospensione. Insomma, questo per dire che se immagino il brano privo delle considerazioni suddette mi appare più vivace e autentico. So che sei contenta se ti dico quello che penso. Grazie, cara @Poeta Zaza
Un tema fatto a quattro mani, dalla donna  che è e dalla bambina che era. Scritto sull'acqua, Sul passato, sul presente e sul futuro. Non potevo, da credente, lasciare indeterminato il finale, con la metafora della cascata. Ma ti do ragione in generale, sui racconti il cui finale è meglio sia "sospeso".
Ma non qui. Non in questo caso.

Ma tu dimmi sempre il tuo schietto pensiero, cara @Ippolita  :)
E spero sempre che lo facciano tutti: così posso crescere e capire a che punto sono, a parte le Poesie di Zaza,  con le Storie di Zaza;)  
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [MI 152] Tema sull’acqua – Prima e dopo

20
Ciao@Poeta Zaza Hai sempre delle idee molto originali.
Ricordo un altro tuo racconto scritto in parte con la mano di un bambino. Credo che sia una delle cose più difficili che ci sia, perché i bambini hanno un pensiero così distante dal nostro che a volte ci imbarazza per la loro ingenuità e schiettezza allo stesso tempo.
Io avrei molto timore a inoltrarmi ma tu mi sembra che vai spedita senza troppo pensarci, o pensandoci molto.
A livello di sensazione c'è qualcosa che non mi fa pensare subito a un bambino di dieci anni, ma potrei sbagliarmi. Potresti far la prova a far leggere a qualcuno lo stralcio senza specificare chi l'ha scritto e sentire cosa ne pensa.
Ma tutto questo alla fine non mi sembra così importante perché l'inizio è parte del tutto. Mi sembra quasi un viaggio onirico di ricordi poetici che trova un respiro e un senso al di là di riferimenti con la realtà.
Apprezzabile!
Forse l'unica cosa che mi stona è il titolo a metà storia  Revisione del testo dall'autrice, adulta.  forse si poteva lasciarlo intuire e scrivere solo da adulta...
forse.
Alla prossima

Re: [MI 152] Tema sull’acqua – Prima e dopo

22
Ciao @Poeta Zaza 
Certo non si può dire che ti manchino le idee, vedo che sviluppi le tracce sempre in maniera unica e originale, con l’aggiunta immancabile della poesia che si sposa sempre benissimo con la tua prosa. Anche in altri tuoi racconti ho notato che ami dividere le tue storie in due periodi della vita umana; da bambini e da adulti, illustrando i cambi di prospettiva, traendone le conclusioni o lasciandole trapelare a chi legge.
Nel pensiero della bambina ho trovato affascinante:
Poeta Zaza ha scritto: Osservavo curiosa che l’onda portava la stessa testa in alto dal basso, semplicemente mettendo altra acqua sotto i piedi di quella persona. O la toglieva da sotto per farla scendere. Di certo, c’era sotto una legge fisica. La stessa che ti fa cadere per terra, lì in acqua ti solleva perché sei ospite dell’acqua e puoi scendere e risalire come fa lei. Un cielo liquido che ti accoglie dal basso. 
Forse una bambina poteva dirimere in modo più fantasioso l’intuizione di una legge fisica, ma non è detto che non ne possa già avere avuto sentore.
Anche questo:
Poeta Zaza ha scritto: E poi pensavo che l’onda che arrivava a riva per ricaricarsi veniva inghiottita di nuovo dal mare e quindi tornava con tutte le altre, ma in penultima fila, per modo di dire. Cioè, chissà quanto tempo dopo, ma la stessa onda che mi stava accogliendo in quel momento sarebbe tornata nello stesso paese di mare, nella stessa spiaggia libera…
Denota un’attenta osservazione, nonché frequentazione del mare. Stravedo per la voce “rena”. Anche io ricordo di aver sentito questa parola in poesia ed epica letta da bambino. È più che plausibile per i miei gusti questo termine “obsoleto” che per alcuni come me rimanda a un’epoca dove il mondo era ancora relativamente a misura d’uomo e la follia collettiva non aveva accesso con lo stravolgimento e la damnatio memoriae  del “vecchiume”. Scusa se le mie non sono sempre considerazioni prettamente letterarie, amo sconfinare e considera che sto pure scrivendo a mano (poi trasporto velocemente in macchina…).
Mi sono molto piaciute anche le poesie, i testi poetici che hai inserito, la prima in particolare che ha un suo preciso significato ed esposizione della vita al suo nascere, che ho trovato bello e calzante con il testo. In seguito citi di passaggio anche l’acqua di un fiume, ma qui non ti sei soffermata molto, mi pare sia stato usato come preambolo per rappresentare la pre nascita , il liquido amniotico tranquillo e protettivo che richiama forse di più il fiume, ma potrebbe anche essere un lago, perché no.
Bello anche il paragone (ma ce ne sono diversi) della bambina che nasce sorretta e guidata da mani amorevoli nella “pozza d’acqua del suo piccolo tempo”. E che poi crescendo costruisce la sua barca metaforica e impara a usare i remi, le esperienze della vita.
L’idea delle piccole correzioni del testo della bambina a mio parere andrebbe usta con parsimonia, è sempre un peccato vedere una parola barrata, anche se si sa che è una cosa voluta.
Le impressioni da adulta ricalcano bene la mia idea della traccia, con il pensiero che forse quell’acqua di mare ricorda i movimenti fatti intorno al corpo della bambina e dell’adulta in seguito e in qualche modo li ripete in una maniera che pur essendo uguale per tutti gli esseri umani è in un certo modo “quanticamente”  unica per lei, irripetibile.
Commovente il pensiero che il parto in acqua mantenga la memoria quantica della prima acqua, credo intendessi quella amniotica in cui si trovava la protagonista.
Il finale lo trovo filosofico religioso in qualche modo; il remare durante la vita, il darsi da fare per vivere cioè e poi buttare i remi alla fine, riporli diciamo, aspettando l’approssimarsi della cascata che dopo un apparente, impressionante salto ci farà arrivare alla nostra destinazione finale, in altre acque. È un testo che non va soltanto letto ma meditato, assaporato, perché ha molti contenuti.
Molto brava, come sempre.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [MI 152] Tema sull’acqua – Prima e dopo

23
@Alberto Tosciri   :)

Innanzitutto grazie per la traccia dell'acqua, che mi ha ispirato questa storia.
Per questo, ci tenevo particolarmente a sentire il tuo giudizio in merito.
Come sempre articolato e profondo, mi ha lusingato e commosso insieme, per quello che hai saputo leggerci.
Alberto Tosciri ha scritto:
È un testo che non va soltanto letto ma meditato, assaporato, perché ha molti contenuti.
Molto brava, come sempre.
:arrossire:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi
Rispondi

Torna a “Racconti”